Ogni mattino mi sveglio, con la vista ancora annebbiata e la mente assorta nei sogni, apro gli occhi, alzo lo sguardo, e solo dopo capisco che ho gli occhi in avanti quindi mi vanno all'indietro e vedo il mio cervello, ma non vedo un semplice cervello, no, vedo un castoro che si gusta un’anguria e sputa i semi nel mio ippocampo, riempendolo con amore.
Una volta pieno, gli occhi tornano a posto, ma io no, vado in cucina e saluto la mia sorellona, solo dopo aver finito la sedia, mi alzo dalla colazione, e torno a letto, prima che io possa chiudere gli occhi nuovamente, appare sulla fine del mio letto, non come penserete voi, un prete pedofilo o il mio gatto, ma lui, il maestro, Marco Togni.
Col suo fare schizzofrenico, l’aspetto unticcio, e gli occhi spalancati, mi porge un bel piatto degno del più grande dei Re, un piatto che porta come unico ingrediente, il salmone, un kilo di salmone crudo, pronto per essere divorato, allora Togni prende il maestoso salmone e mi fa la fatidica domanda: vuoi provare il mio salmone?
Io con tono disgustato nego la proposta, ma Togni non la prende bene, così decise di tirare fuori il suo coltello, il suo coltello già macchiato di sangue di chissà quale vittima, del suo salmone, e così, col suo coltello, se lo mette nel ginocchio, dal quale esce una pianta di fagioli, ne prende uno e lo mette nel naso, ne prende un altro e lo mette nell’altra narice, poi accorgendosi che neanche lui sapeva che stesse facendo, si mise due dita nell’ombelico e vomitò un sarcofago.
Dentro c’era dio cane, Anubi, che mi disse di seguire la zebra e non abbandonare mai le mie credenze, quelle che ci sono in soggiorno, ah l’ikea fa invidia anche agli dii, di tutte le categorie, poi volò via in cerca di Michael Jackson.
Con un cadavere in casa l’unica cosa da fare era invitare il mio amico e la sua famiglia, lui figlio di un poliziotto, a fare una cenata a base di cannibalismo.
Arriva la sera, abbiamo spostato i resti di Togni in un cassonetto, perché il sudicio insaporisce, ma poi ci siamo resi conto che la sua maglietta non si abbinava al lampadario e abbiamo cambiato i piani: avremmo buttato di nuovo Togni nel sudicio e avremmo cenato con la famiglia del mio amico.
Finalmente i nostri ospiti arrivano, ma dal cesso di casa nostra, si sente un boato enorme, e andando a controllare trovammo Poseidone, disse che ci avrebbe aiutato in cambio di un po' di coca, così accettammo.
Lui uccise il mio amico e sua madre lasciando in vita il padre, troppo magro per i nostri scopi, mangiammo.
Solo dopo la mangiata il padre si accorse di aver assistito all’omicidio della sua famiglia e di averla mangiata, chiamò la centrale di polizia, però era ubriaco e lo arrestarono per furto d’auto.
Noi felici e con la pancia piena decidemmo di pagare la cauzione e di liberarlo dalle sbarre, sapendo della sua allergia alle saponette cadute nella doccia, non avendo più una famiglia il povero Gianni era disperato, decidemmo di darle dei biglietti per Chernobyl, per fargli iniziare una nuova vita in un posto accogliente, poi Gianni aveva già le mani giganti quindi le mutazioni dalle radiazioni erano inefficaci.
Tornado al cesso, passando per la savana di casa nostra incontrammo un ragno lupo cammello violino rosso delle banane e ci sfidò, ma avendo finito i Pokemon dovetti fuggire, dannato Pikachu.
Raggiunto il cesso subito udimmo la voce di Poseidone, che pretendeva la sua dose, ma solo durante quel dialogo ci accorgemmo che Poseidone era solo un pesce, un pesce siluro in stato embrionale, e mangiammo pure lui, era molto buono ma mi uccise perché lo mangiai tutto io.
Una volta all’inferno mi accorsi di essere pastafariano quindi per me non esiste, evviva! Ero nel regno magico dei pirati pastafariani! Ma poi tra una birra e l’altra mi trovai a parlare con la morte, anch’essa mi propose che se le avrei dato una bella dose mi avrebbe reso vivo per sempre, accettai, solo perché in quel regno l’avevano finita ed ero in astinenza.
Bene, riottenuto il mio corpo temporaneo decisi di trovare la droga nel modo più veloce, rubandola.
Decisi di andare a casa del mio amico appena mangiato e trovai la roba sul un piedistallo con un faretto molto anti sgamo, essendo un appassionato del sacro romano impero decisi di riprodurre una scena di Indiana Johns, scambiai la droga con la mia anguilla che tenevo sul terzo braccio, sì, ci sono stato anche io a Chernobyl, per non fare brutta figura con la morte e assicurarmi che fosse cocaina, la sniffai urlando: PER TE GRANDE MOSTRO SPAGHETTO VOLANTE!! Ma mi accorsi che era solo farina e che la vera coca se l’era portata vai in Svizzera l’anguilla, rifugiatasi in un bunker e trovando il finto cadavere di Hitler.
@Vordef ha creato l'account il 08/06/2018