E lui viveva in una casa di burro e miele in un luogo che tutti avevano dimenticato, lontano dall'altro mondo dove le persone amavano odiarsi e uccidersi. Era scappato, era fuggito dai fragori notturni che lo svegliavano grondante di sudore, dalla distruzione e dal dolore. Era l'unico umano in quel posto, superstite di una generazione spacciata. Voleva vivere, morire ed essere lontano.
Ed essere estranei, a tutto e a tutti, persino a se stessi. Si guardava allo specchio e non riconosceva quel volto riflesso. In fondo il suo corpo gli era già di compagnia, non aveva le forze di comprendere un'altra anima. Superare l'imbarazzo del conoscersi e del parlare di questo o altro. In fondo lui non aveva nulla da raccontare, e mentre l'altro gli avrebbe narrato delle sue gesta eroiche di guerra, lui avrebbe soltanto potuto portarlo nel giardino ad odorare la menta e ad assaggiare la resina che colava dai rami.
@unipocondriacafelice67 ha creato l'account il 23/04/2019