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Quale ragion possiede, o Eterni Numi, crear questo pianeta sconsolato? E poi perché riempirlo d’aspri dumi, e non vi porre un dolce rivo o un prato, ma oscure selve e perigliosi fiumi? Perché ridurre il mondo in questo stato? Quale la colpa fu, quale il furore per meritarci poi tanto dolore?

Della tua voce il suono rapito m’ha qualcosa, e l’alma mia dubbiosa riprenderlo non sa. Anzi, sospeso un tuono mi sento sulla testa, e un’aria di tempesta spirarmi attorno già.