Percepire qualcosa non significa assimilarlo a sé, farlo entrare nel proprio stomaco oscuro: tutt’altro; percepire qualcosa significa ritirarsi da esso, arretrare, determinarsi a non esserlo. Così l’atto percettivo esige che si insinui una distanza infinitesimale dal mondo intero; ed è quel che comprendiamo quotidianamente: noi non siamo quel che percepiamo. Basta a confutare il solipsismo. #percezione
17/06/2020 alle 17:21