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20/11/2024 alle 14:59

I santi di oggi 20 novembre:

I santi di oggi 20 novembre:

nome Santi Avventore, Ottavio e Solutore- titolo Militari Martiri- ricorrenza 20 novembre- Santuario principale Chiesa dei Santi Martiri in Torino- I santi Avventore, Ottavio e Solutore, vissuti intorno al II secolo, facevano tutti quanti parte della Legione Tebea, e in un primo momento sfuggirono al massacro. In seguito però furono uccisi. Ottavio e Avventore furono trucidati a Torino, Solutore fu decapitato sulle rive della Dora Riparia. Su di essi si hanno poche notizie e non si sa chi fossero esattamente, di sicuro si può affermare che sulle loro tombe fu costruita una cappella che in seguito divenne una basilica. MARTIROLOGIO ROMANO. A Torino, santi Ottavio, Solutore e Avventore, martiri.

nome Sant'Edmondo- titolo Re degli Angli Orientali, martire- nascita IX Secolo, Norimberga, Germania- morte 20 novembre 870, Thetford, Inghilterra- ricorrenza 20 novembre- Santuario principale Bury St Edmunds- Attributi corona, lupo, palma del martirio e freccia- Patrono di sovrani, diocesi cattolica dell'Anglia orientale e vittime di tortura- È un santo più vivo nella memoria popolare d'Inghilterra che in tante pagine di documenti storici. E vivo soprattutto per il modo e le ragioni della sua morte. Ma di lui sappiamo poco, e quel poco è pure raccontato male. Per quanto concerne le sue origini, gli storici, infatti, respingono la tradizione secondo cui Edmondo sarebbe stato figlio del re Alkmund di Sassonia, nato a Norimberga e poi adottato dal re dell'East Anglia. Sappiamo soltanto che Edmondo è l'ultimo re di questo territorio, in tempi durissimi per tutta l'Inghilterra, aggredita continuamente dai danesi. I quali dapprima sono una flotta che va all'arrembaggio dell'isola, con sbarco, saccheggio, uccisioni, e reimbarco col bottino; i cronisti dell'epoca lasciano racconti atterriti di queste sanguinarie imprese. Poi i danesi si fanno anche occupanti (più tardi ancora, anche governanti: certo, a modo loro, ma lasciando tracce importanti nella storia britannica). Al momento, i danesi sono specialisti dell'aggressione, chiamata bere (un nome che ai tempi di Edmondo dà i brividi). Sono comandati da tre fratelli: Halfdene, Hinguar e Hubba. Il metodo è quello del "decidete voi": prima le minacce di saccheggio e morte (e di esempi ne hanno già dati molti), poi la richiesta di una taglia per risparmiare persone e cose. Accade spesso che alcune popolazioni accettino di pagare, purché se ne vadano. Nell'anno 869, irrompono in East Anglia. Dapprima compiono i soliti saccheggi e distruzioni, poi parlano di trattative. Vogliono instaurare il loro dominio sul regno. Ma qui c'è il giovane re Edmondo. Il quale, dopo quello che ha già visto, non tratta con nessuno. Edmondo combatte, con la sua piccola armata e col suo grande coraggio. Ma viene sconfitto e preso prigioniero. I vincitori gli offrono salve la vita e la corona, a patto che rinneghi la sua fede religiosa e che si dichiari vassallo dei danesi. Edmondo risponde due volte no, e subito le frecce danesi lo trafiggono. La sua morte segna la fine del regno dell'East Anglia, ma l'Inghilterra si riempie del suo nome. 11 giovane re sconfitto diventa una bandiera. Prima che finisca il secolo, una moneta coniata durante il suo regno è già chiamata "penny di sant'Edmondo". Già santo, già canonizzato dai compatrioti; e più tardi la Chiesa lo proclamerà patrono d'Inghilterra. Il suo corpo avrà definitiva sepoltura a Beadoricesworth, che oggi si chiama Bury St. Edmunds (a circa 50 chilometri da Cambridge). Al suo nome si è intitolata una congregazione di sacerdoti inglesi, i preti di Sant'Edmondo. MARTIROLOGIO ROMANO. In Inghilterra, sant'Edmondo, martire, che, re degli Angli orientali, catturato nella guerra contro i pagani invasori, fu coronato dal martirio per la fede in Cristo.

nome Beata Maria Fortunata Viti- titolo Benedettina- nome di battesimo Anna Felice- nascita 1827, Veroli, Frosinone- morte 1922, Veroli, Frosinone- ricorrenza 20 novembre- Beatificazione Roma, 8 ottobre 1967 da papa Paolo VI- Anna Felice, terza di nove figli di Luigi Viti e Anna Bonn, nacque il 10 febbraio 1827 nella casa di famiglia a Veroli, a sud est di Roma. Suo padre portava avanti con successo una fabbrica nei dintorni di Frosinone, ma quando Anna aveva poco più di dieci anni, la famiglia subì due gravi perdite: Luigi perse o fu frodato di tutto il suo denaro, tanto che l'attività fallì, e quasi simultaneamente sua moglie morì. Egli rimase talmente stordito dalla perdita subita da diventare totalmente apatico e incapace di far fronte alle necessità della sua numerosa famiglia.<br /> Anna non divenne solo "madre" per i fratelli e le sorelle, ma anche "padre", nel senso che andava a servizio presso una famiglia di vicini per guadagnare i soldi necessari al loro mantenimento. Anna fu corteggiata, per un certo periodo, da un ricco giovane di Alatri, ma decise definitivamente di non sposarlo. Il 21 marzo 1851, dopo aver riflettuto a lungo, entrò invece nel convento delle benedettine a Veroli, come suora conversa, con il nome di Maria Fortunata. Per quasi settantadue anni visse intensamente secondo l'ideale benedettino della preghiera e del lavoro basato sulla carità, talvolta svolgendo mansioni di assistente infermiera e anche di guardiana. La sua pietà cristocentrica venne influenzata anche dalla spiritualità passionista e da quella cappuccina, ma Maria Fortunata fu essenzialmente benedettina. Morì il 20 novembre 1922 ed è stata beatificata 1'8 ottobre 1967 da papa Paolo VI, che in quell'omisi:~ ha parlato della sua «grandezza e umiltà». MARTIROLOGIO ROMANO. A Veroli nel Lazio, beata Maria Fortunata (Anna Felice) Viti, dell’Ordine di San Benedetto, che per quasi tutto il corso della sua vita svolse l’incarico di guardarobiera, intenta solo ad osservare con tutto il cuore i precetti della regola.

nome Beata Maria dei Miracoli (Milagros) Ortelles Gimeno- titolo Vergine e martire- nome di battesimo Maria Ortelles Gimeno- nascita 1882, Valencia, Spagna- morte 1936, Picadero de Paterna, Spagna- ricorrenza 20 novembre- Maria nacque in Valencia e già da giovane essendo molto devota all'ambiente in cui è stata educata espresse alla madre il desiderio di essere cappuccina, ma la madre la invitò ad entrare in una congregazione di vita attiva, alla quale Milagros rispose che voleva essere cappuccina per via del ristrettezza e austerità del suo governo. Entrò così nel convento dei Cappuccini a Valencia il 9 ottobre 1902, verso i 20 anni. In monastero aveva i mestieri di infermiera, responsabile della sala da pranzo, tornitrice, sacrestana e maestra delle novizie; e si impegnò molto per fare bene tutte le commissioni che riceveva dalla comunità. Fu molto caritatevole e si dava a qualunque servizio fosse necessario per lei. Ebbe una solida pietà, basata su un'intensa vita di preghiera, ed formò notevolmente le sue sorelle in comunità. Il 18 luglio 1936 dovette lasciare il monastero e si rifugiò nella casa di sua sorella Maria, a Valencia. Qui condusse una vita raccolta, completamente dedita alla preghiera. Poi si recò in una casa in via Maestro Chapí dove si rifugiarono i religiosi della Dottrina Cristiana. Lì fu arrestata da un gruppo di miliziani con le altre suore e portata al Picadero de Paterna dove fu fucilata il 20 novembre 1936. Nel 1940 i suoi resti mortali furono portati al suo monastero. È stata beatificata l'11 marzo 2001 da Papa Giovanni Paolo II.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nel villaggio di Picadero de Paterna sempre nel territorio di Valencia in Spagna, beata Maria dei Miracoli Ortells Gimeno, vergine dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine e martire, che nella medesima persecuzione fu coronata dal martirio per la testimonianza di fede resa a Cristo.

nome Beate Angela di San Giuseppe e 14 compagne- titolo Vergini e martiri- nome di battesimo Francesca Onorata Lloret Marti- ricorrenza 20 novembre- Beatificazione 1º ottobre 1995 da papa Giovanni Paolo II- Angela Lloret Marti e le sue quattordi compagne dell'Istituto delle Suore della Dottrina Cristiana, una congregazione fondata da Micaela Grau, furono assassinate a Valencia nel 1936. Avevano dedicato la loro vita a insegnare a bambini, operai e contadini analfabeti. Quando il 19 luglio 1936, madre Angela Lloret Marti e le sue consigliere, madri Sufragio e María de Montserrat, dovettero lasciare la casa generalizia, insieme a diverse suore anziane che vivevano con loro e ad altre che provenivano da varie comunità e che, a causa di circostanze diverse e non potendo essere riunite con i loro parenti, formavano un'unica comunità.<br /> Due di loro, Maria del Refugio Rosat e Maria del Calvario Romero, furono assassinate il 26 settembre nei dintorni di Claret (Valencia), dopo essere state condotte lì dall'appartamento di proprietà del loro Istituto in via Maestro Chapí, a Valencia , dove furono trattenute dai miliziani. Lì furono usate dai loro carcerieri per lavorare a maglia le maglie per i miliziani del fronte. I loro nomi sono: beate Maria del Suffragio (Antonia Maria) Orts Baldó, Maria Addolorata (Maria di Montserrat) Llimona Planas, Teresa di San Giuseppe (Ascensa) Duart y Roig, Elisabetta Ferrer Sabriá, Maria Assunta (Giuseppa) Mongoche Homs, Maria Concetta (Emilia) Martí Lacal, Maria Grazia (Paola) di Sant’Antonio, Cuore di Gesù (Maria della Purificazione) Gómez Vives, Maria del Soccorso (Teresa) Jimenez Baldoví, Maria Addolorata (Geltrude) Surís Brusola, Ignazia del Santissimo Sacramento (Giuseppa) Pascual Pallardó, Maria del Rosario (Caterina) Calpe Ibáñez, Maria della Pace (Maria Isabella) López García, Marcella di San Tommaso (Aurea) Navarro. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino a Valencia in Spagna, beate Angela di San Giuseppe (Francesca) Lloret Martí e quattordici compagne, vergini e martiri: superiora generale la prima, religiose della Congregazione della Dottrina Cristiana le altre, subirono il martirio per la fede in Cristo nella persecuzione contro la Chiesa scoppiata durante la guerra civile.

nome San Cipriano di Calamizzi- titolo Abate- nascita Calabria- morte 20 novembre 1190, Calabria- ricorrenza 20 novembre- Nacque in Calabria, da una famiglia nobile e ricca, padre medico Cipriano era "esperto di scienza medica". Più che alla salute fisica preferì la salute spirituale: a 25 anni entrò nei monaci del monastero del Santissimo Salvatore di Calanna. L'austera vita monastica, caratterizzata da veglie, lavoro e penitenza, non lo convinse del tutto; così chiese al superiore di lasciargli praticare la vita eremitica. Si ritirò nei possedimenti paterni di Pavigliana, dove sorgeva una chiesa dedicata alla martire Santa Veneranda. Qui trascorse 20 anni in totale solitudine, lavorando per guadagnarsi il pane, pregando, meditando e facendo penitenza. La notizia della sua presenza si sparse nella valle, così tutti gli abitanti dei paesi vicini gli si avvicinarono per ottenere aiuti di ogni genere, particolarmente nelle loro malattie; alcuni gli chiesero di restare con lui. In questo periodo morì l'abate del monastero di San Nicola di Calamizzi, Paolo, e i monaci si avvicinarono a Cipriano, che aveva 60 anni, per chiedergli di essere il loro abate. L'eremita, pensando che questa fosse la volontà di Dio, accettò. In questo periodo Cipriano incoraggiò la vita spirituale e culturale di tutti i monaci, restaurò la chiesa, costruì il campanile, le celle per i monaci, il refettorio, acquistò libri. La sua attività non ebbe riposo: di giorno lavorava e curava i malati, di notte pregava. Mangiava e dormiva quanto bastava per sopravvivere. Le sofferenze non mancarono; soprattutto quando cadde dall'auto che era solito spostarsi, il che causò una gamba rotta che lo lasciò zoppo per la vita. Morì dopo aver chiesto perdono a tutti. Fu sepolto nella chiesa del monastero.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. In Calabria, san Cipriano, abate di Calamizzi, che, custodendo fedelmente gli insegnamenti e gli esempi dei Padri orientali, fu severo con se stesso, generoso con i poveri e per tutti buon consigliere.

nome San Dasio- titolo Martire- morte 20 novembre 303, Silistra, Bulgaria- ricorrenza 20 novembre- Quando furono pubblicati gli Acta greci di S. Dasio, nel 1897, suscitarono molto interesse, ma vi sono varie opinioni sulla loro autenticità. Alcuni di questi Acta sono resoconti accurati, altri sono storie elaborate con una morale, che raccontano semplicemente la decapitazione di un martire. La storia narra che, trenta giorni prima della festa invernale conosciuta come Saturnalia, era costume nell'esercito romano eleggere "il signore del malgoverno". La persona prescelta conduceva i festeggiamenti, che spesso arrivavano all'eccesso, e poi alla fine era sacrificata a Kronos. Nel 303, la guarnigione di Durostorum (attuale Silistria, Bulgaria) scelse un soldato di nome Dasio. Questi, poiché era cristiano, rifiutò di partecipare ai festeggiamenti, obiettando che, visto che sarebbe dovuto morire in ogni caso, avrebbe preferito dare la vita per una giusta causa e non per una causa sbagliata. Fu portato davanti al legato, che gli ricordò i suoi doveri di soldato e lo esortò a rinunciare alla sua fede o a compiere sacrificio alle immagini degli imperatori. Al suo rifiuto di modificare la sua decisione, fu condannato a morte per decapitazione. Le presunte reliquie di Dasio sono conservate ad Ancona, dove si suppone siano state portate nella seconda metà del vi secolo, probabilmente per evitare che fossero trafugate nel corso dell'invasione degli avari. MARTIROLOGIO ROMANO. A Silistra in Mesia, nell’odierna Bulgaria, san Dasio, martire.

nome San Gregorio il Decapolita- titolo Monaco- nascita 780 circa, Irenopoli, Isauria- morte 842 circa, Costantinopoli, Turchia- ricorrenza 20 novembre- Gregorio il Decapolita Monaco nacque a Irenopoli il 780 circa. Fuggendo da un matrimonio combinato, incontrò un vescovo perseguitato dagli iconoclasti che lo inviò in un monastero, sfortunatamente di monaci iconoclasti; Gregorio si allontanò di nuovo e si rifugiò dapprima presso uno zio, egumeno d'un monastero, in seguito si accinse a partire per Costantinopoli. A quel tempo tuttavia l'imperatore Teofilo praticava una politica iconoclasta, e pertanto Gregorio decise di recarsi in Occidente. Attraversò la Tracia e la Macedonia, fondò una chiesa a Tessalonica, presso San Mena, raggiunse Roma e fece ritorno a Tessalonica. Nell'841 inviò il suo discepolo Giuseppe l'Innografo a Roma per mettere al corrente papa Gregorio IV delle persecuzioni delle immagini. Il suo Racconto della meravigliosa conversione d'un pirata arabo ebbe molto successo nei monasteri. Morì a Costantinopoli nel 842. MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, san Gregorio Decapolitano, monaco, che condusse dapprima vita monastica e poi anacoretica; fattosi quindi pellegrino, risiedette molto a lungo a Salonicco e, infine, a Costantinopoli, dove rese l’anima a Dio combattendo strenuamente in difesa del culto delle sacre immagini.

nome San Bernoardo di Hildesheim- titolo Vescovo- nascita 960, Sassonia- morte 20 novembre 1022, Hildesheim, Germania- ricorrenza 20 novembre- Attributi Bastone pastorale- Bernoardo nacque nel 960 in Sassonia, da famiglia nobile; i genitori morirono quando era ancora molto piccolo e suo zio, il vescovo Volkmar di Utrecht, divenne suo tutore e lo mandò alla scuola cattedrale di Hildesheim. Completò gli studi a Mainz, dove fu ordinato sacerdote dall'arcivescovo S. Villigiso (23 feb.). Inizialmente rifiutò qualsiasi ufficio, dato che dedicava tutto il suo tempo ad assistere lo zio; quando questi morì, nel 987, assunse la carica di cappellano e tutore dell'imperatore-infante Ottone III (983-1002; incoronato nel 996), sul quale ebbe una forte influenza, sebbene alcuni sostengano non fosse così rilevante. Sei anni dopo fu eletto vescovo di Hildesheim e dimostrò di essere un pastore saggio, capace ed energico. Organizzò nella diocesi un sistema di decanati (gruppi di parrocchie), tenne un sinodo annuale e, oltre alle sue attività ecclesiali, si fece conoscere per aver fatto costruire i castelli difensivi contro le invasioni dei danesi e degli slavi. Fu responsabile della grande chiesa e del monastero di Sankt Michael, e, quale grande amante dell'arte ecclesiastica, sfruttò tutte le opportunità offerte dalla sua carica per incoraggiare e promuovere artisti di pregio. Secondo Thangmar, suo biografo e passato maestro, Bernwardo stesso era un pittore e un fabbro di talento, e durante il tempo libero si dedicava a queste attività. Gli vengono attribuiti molti bellissimi manufatti in metallo, a Hildesheim, primi tra tutti le porte di bronzo di Sankt Michael. Sfortunatamente, la relativa pace del trentesimo anno di episcopato di Bernwardo fu interrotta da una disputa con l'arcivescovo di Mainz, già iniziata dal suo predecessore. Villigiso rivendicava i diritti episcopali sul grande convento di Gandersheim, nella diocesi di Hildesheim, e fu incoraggiato in questo dalla badessa Sofia, sorella dell'imperatore Ottone III, che lo istigò persino dopo essere stata richiamata all'ordine da Bernardo. La disputa continuò per circa sette anni, ben dopo che la Santa Sede si pronunciò in favore di Bernwardo, che rimase per tutto il tempo calmo e con un comportamento dignitoso. Infine, Villigiso cedette, scusandosi pubblicamente per la sua caparbietà e mancanza di giudizio. Bernwardo morì il 20 novembre 1022, dopo aver ricevuto l'abito benedettino da non molto; fu canonizzato nel 1193 ed è patrono degli orefici. MARTIROLOGIO ROMANO. A Hildesheim nella Sassonia in Germania, san Bernvardo, vescovo, che difese il gregge dagli attacchi, rinnovò con numerosi sinodi la disciplina del clero e promosse la vita monastica.

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