@Vitupero

06/01/2024 alle 10:26

I santi di oggi 6 gennaio:

I santi di oggi 6 gennaio:

nome

Epifania del Signore

titolo

Adorazione dei Re Magi

ricorrenza

6 gennaio

Solennità

Colore liturgico bianco

«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus: Hodie stella magos duxit ad praesepium: Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias: Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.»

Epifania vuol dire manifestazione. La Santa Chiesa istituì questa festa per commemorare la triplice manifestazione di Gesù: come Dio, facendosi adorare dai Magi; come uomo, ricevendo il Battesimo da San Giovanni; come operatore di miracoli, cambiando, alle nozze di Cana, l'acqua in vino.

Oggi però la liturgia ricorda in modo tutto particolare la prima manifestazione di Gesù come Dio, con l'adorazione dei Magi.

Già il profeta Isaia aveva detto: « Sorgi, ricevi la tua luce, o Gerusalemme, poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata su di te ».

« E alla tua luce cammineranno le genti ed i re nello splendore che da te emana. Alza intorno il tuo sguardo e mira: tutti costoro si sono radunati per venire da te. Sarai inondata da una moltitudine di cammelli: i dromedari di Madian e d'Efa; tutti quelli di Saba verranno a portare oro ed argento ed a celebrare le lodi del Signore ».

Difatti, nato Gesù, ecco spuntare una stella: la stella di Giacobbe. I Magi, che erano principi gentili (cioè non ebrei) studiosi di astrologia, appena la videro, si ricordarono delle profezie e dissero: questo è il segno del Re dei Giudei, del Messia, del Salvatore del mondo. Andiamo ad adorarlo. E partirono dalle loro contrade senza spaventarsi né della lunghezza del cammino né delle difficoltà del viaggio, né del pericolo dei ladroni.

Dio premiò tanto il loro coraggio e la generosità, facendo si che la stella che essi avevano visto in Oriente, li precedesse nel cammino.

Giunti però a Gerusalemme, la stella scomparve. Ma essi animosamente domandarono: « Dov'è il nato Re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo ». Udito questo, Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme. E radunati tutti i Principi dei Sacerdoti e gli Scribi del popolo, domandò loro dove avesse a nascere il Cristo. Ed essi risposero: « A Bethlem di Giuda ». Erode, informati i Magi, si raccomandò loro affinché, adoratolo, ripassassero da lui, dicendo di volere egli pure recarsi ad adorarlo.

Ed ecco i Magi di nuovo in cammino: la stella, che era scomparsa al loro arrivò in Gerusalemme, riapparve con sommo loro gaudio, e li guidò fino al luogo ov'era il fanciullo Gesù. « Ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre, e prostrati lo adorarono; poi, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. E avvertiti in sogno di non ripassare da Erode (perché macchinava iniqui disegni), tornarono al loro paese per altra via ».

La grazia e la benedizione del Pargoletto divino li seguì: si diedero ad una vita perfetta, e la Chiesa oggi onora i tre Magi come santi. Essi sono in modo specialissimo i nostri protettori, essendo le primizie dei gentili nel regno glorioso di Cristo.

PRATICA. Portiamo anche noi a Gesù i nostri doni: l'oro dell'adorazione; l'incenso della preghiera; la mirra della mortificazione.

PREGHIERA. O Dio, che con la guida d'una stella oggi hai rivelato alle genti il tuo Figliuolo Unigenito, concedi a noi che per mezzo della fede t'abbiamo conosciuto, di giungere a contemplare la bellezza della tua gloria in Paradiso.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità dell'Epifania del Signore, nella quale si venera la triplice manifestazione del grande Dio e Signore nostro Gesù Cristo: a Betlemme, Gesù bambino fu adorato dai magi; nel Giordano, battezzato da Giovanni, fu unto dallo Spirito Santo e chiamato Figlio da Dio Padre; a Cana di Galilea, alla festa di nozze, mutando l'acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria.

nome<br /> Santa Raffaella Maria del Sacro Cuore</p> <p> titolo<br /> Fondatrice</p> <p> nome di battesimo<br /> Rafaela Porras y Aillón</p> <p> nascita<br /> 1 marzo 1850<br /> Pedro Abad, Cordova</p> <p> morte<br /> 6 gennaio 1925 Roma</p> <p> ricorrenza<br /> 6 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 18 maggio 1952 da papa Pio XII</p> <p> Canonizzazione<br /> 23 gennaio 1977</p> <p> Attributi <br /> Abito monacale </p> <p> Rafaela Porras y Allón nacque l'1 marzo 1850 a Pedro Abad, cittadina vicina a Córdoba, nel sud della Spagna. Suo padre era sindaco e morì quando lei aveva quattro anni, avendo contratto il colera mentre curava gli appestati durante un'epidemia.</p> <p> La madre morì quindici anni dopo, lasciando a Rafaela e alla sorella più anziana numerose proprietà. Nel 1873 le due sorelle annunciarono la loro intenzione di farsi suore ed entrarono nel convento della Società di Maria Riparatrice, congregazione che era stata invitata a stabilirsi a Córdoba su suggerimento di padre Ortiz Urruela (il quale a suo tempo aveva studiato in Inghilterra presso il vescovo Grant di Southwark). Infastidito da questo invito, il vescovo di Córdoba Ceferino Gonlez chiese alle religiose di lasciare la diocesi, permettendo però a sedici novizie di rimanere, sotto la guida di suor Rafaela.<br /> Nel 1877 il vescovo annunciò di aver scritto per loro una nuova regola, completamente diversa da quella a cui si erano votate. Le novizie si trovarono di fronte a due possibilità: o accettare qualcosa che era loro estraneo oppure essere rimandate alle loro case. Esse decisero semplicemente di fuggire.</p> <p> Lo fecero nottetempo, dirigendosi verso la città di Anclújar, sessanta miglia a est di Córdoba, dove padre Ortíz aveva ottenuto per loro un alloggio presso le suore che conducevano l'ospedale. Il vescovo e le autorità civili tentarono senza successo di farle tornare sui loro passi (il vescovo sosteneva che si erano sottratte alla sua giurisdizione senza essere ancora erette a congregazione canonicamente riconosciuta).<br /> Padre Ortíz morì improvvisamente, ma non prima di aver potuto intercedere per loro a Madrid. Il gesuita padre Cotanilla venne in soccorso e le autorità ecclesiastiche permisero loro di insediarsi a Madrid. Rafaela e sua sorella Dolores professarono solennemente i voti nella comunità che avrebbe assunto il titolo di Suore della Riparazione del Sacro Cuore, nel 1877.<br /> Dopo questi travagliati inizi la congregazione crebbe, aprendo case in Spagna e diffondendosi in altri paesi, tra cui l'Inghilterra e gli Stati Uniti.<br /> Nel 1886 ricevette l'approvazione ufficiale del Vaticano e cambiò il nome in Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, assumendo come missione l'educazione dei fanciulli e la loro assistenza spirituale. I problemi, tuttavia, continuarono: Rafaela fu eletta superiora generale nel 1887, quando la Santa Sede approvò la fondazione, ma i suoi metodi amministrativi turbarono la sorella Dolores (che aveva preso il nome di madre Maria del Pilar), la cui "fazione", divenuta maggioritaria, costrinse Rafaela a dare le dimissioni nel 1893, sostituendola con la sorella.</p> <p> Rafaela assunse un ruolo più umile, accettando la deposizione, e per altri trentadue anni visse in modo semplice nella casa della congregazione a Roma, svolgendo lavori domestici e non ricoprendo alcun incarico fino a quando fu nominata maestra delle novizie dopo la rimozione della sorella.<br /> Questi anni di sottomissione non dovettero essere facili per la focosa fuggitiva nonché volitiva fondatrice: nondimeno essa sopportò l'ingiustizia con coraggio e inesauribile carità, secondo quanto andava ripetendo: «Dio vuole che io mi sottometta a tutto ciò che mi accade come se lo vedessi ordinare da Lui stesso». Morì il giorno dell'Epifania del 1925; beatificata nel 1952, fu canonizzata nel 1977.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. Sempre a Roma, santa Raffaella Maria del Sacro Cuore Porras Ayllón, vergine, che istituì la Congregazione delle Ancelle del Sacratissimo Cuore di Gesù, e, ritenuta insana di mente, portò santamente a termine la sua vita tra le sofferenze e nella penitenza.

nome<br /> Sant' Andrea Corsini</p> <p> titolo<br /> Vescovo</p> <p> nome di battesimo<br /> Andrea Corsini</p> <p> nascita<br /> 30 novembre 1302 Firenze</p> <p> Nominato vescovo<br /> 13 ottobre 1349</p> <p> morte<br /> 6 gennaio 1373 Firenze</p> <p> ricorrenza<br /> 6 gennaio </p> <p> Incarichi ricoperti<br /> Vescovo di Fiesole</p> <p> Beatificazione<br /> 1440 da papa Eugenio IV</p> <p> Canonizzazione<br /> 22 aprile 1629 da papa Urbano VIII</p> <p> Santuario principale<br /> Firenze, Basilica di Santa Maria del Carmine (Cappella Corsini)</p> <p> Attributi <br /> Bastone pastorale </p> <p> La santa vita di S. Andrea Corsini è un frutto della misericordia di Maria SS. La madre di lui, prima ancora che venisse al mondo, ebbe a suo riguardo un sogno. Le parve di dare alla luce un lupo, che entrato in una chiesa della Madonna ne usciva mutato in agnello.</p> <p> Nacque a Firenze il 30 novembre 1302 nella nobile famiglia Corsini. I suoi genitori, buoni cristiani, lo accolsero come un dono di Dio e subito lo offersero al Signore. Rimasto orfano, venne dalla pia madre educato con la massima cura alla pietà e all'amore di Dio. Ma dopo gli anni dolci dell'adolescenza cominciò a mostrare un'indole superba, indocile, amante della libertà e dei piaceri mondani. Alcuni suoi compagni, coi quali aveva stretta amicizia, finirono di pervertirlo e trascinarlo ad una vita scapestrata. La buona mamma piangeva tanto male e non otteneva nulla colle riprensioni e i castighi. Una notte che la madre l'aveva atteso piangendo e pregando che ritornasse dal bagordo, chiamato in disparte Andrea, fra le lacrime gli rivelò il sogno da lei fatto prima di metterlo al mondo e conchiuse il suo accorato racconto dicendo: « Sì, tu sei proprio quel lupo che ho sognato! ». Andrea a quell'improvvisa rivelazione rimase sconcertato. Dopo qualche istante esclamò: « Mamma, sarò dunque condannato ad essere sempre un lupo? ». « No, figlio mio, rispose la madre, io vidi quel lupo entrare in una chiesa ed uscirne cambiato in agnello. Tuo padre ed io poi ti abbiamo consacrato a Dio per le mani della SS. Vergine; tu dunque non devi più essere nè nostro, nè del mondo: tu appartieni alla Madonna ».<br /> Così fu. Il giorno seguente Andrea si presentava ai Padri Carmelitani, chiedendo di essere accettato e di vestire il loro abito religioso. Accettato, diede prova di ferma e costante volontà negli anni di noviziato. Fece la professione solenne e finiti gli studi teologici venne ordinato sacerdote. I parenti avevano preparato grandi feste per quest'occasione, ma egli preferì ritirarsi in un convento fuori Firenze, ove all'insaputa di tutti offrì a Dio le primizie del suo sacerdozio.<br /> Predicò per qualche tempo a Firenze, poi fu manato a compiere gli studi sacri a Parigi e ad Avignone. Tornato a Firenze venne eletto priore di quel convento.<br /> Morto il vescovo della vicina Fiesole, il capitolo della cattedrale chiamava a succedergli Andrea Corsini. Invano il Santo cercò di sottrarsi a questa carica, ritirandosi presso i Certosini, poichè, un bambino svelò il suo nascondiglio ed egli, riconoscendo in questo il disegno della Divina Provvidenza, accettò la sede episcopale.<br /> Nulla mutò del suo rigoroso metodo di vita: al cilicio, che già portava, aggiunse una cintura di ferro per espiare i peccati del suo popolo. Digiunava quasi tutti i giorni, pregava gran parte della notte e dormiva su duri sarmenti. Amava con tenerezza singolare i poveri, andava in cerca dei più vergognosi e mai rimandava alcuno senza averlo prima ascoltato con interesse e soccorso.<br /> A 70 anni, nella notte del Natale 1372, mentre celebrava la S. Messa, si sentì male. La malattia si aggravò fino a togliere le ultime speranze. Egli gioiva pensando al cielo. Recitati i simboli della fede e il « Nunc dimittis », serenamente spirava nel Signore, il mattino dell'Epifania del 1373.</p> <p> PRATICA. Nei momenti critici e difficili della vita rivolgiamoci con fiducia filiale alla Madonna e saremo certamente sollevati.</p> <p> PREGHIERA. O Signore, che fai sempre rivivere nella tua Chiesa esempi nuovi di virtù, da' al popolo tuo di seguire gli esempi del tuo beato confessore e vescovo Andrea e partecipare al suo premio.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Fiesole in Toscana, sant’Andrea Corsini, vescovo, dell’Ordine dei Carmelitani: insigne per la sua vita austera e per l’assidua meditazione delle sacre Scritture, restaurò i conventi devastati dalla peste e governò con saggezza la sua Chiesa, portando conforto ai poveri e riconciliando i nemici.

nome<br /> San Carlo da Sezze</p> <p> titolo<br /> Frate laico francescano</p> <p> nome di battesimo<br /> Giancarlo Marchionne</p> <p> nascita<br /> 19 ottobre 1613 Sezze, Latina</p> <p> morte<br /> 6 gennaio 1670 Roma</p> <p> ricorrenza<br /> 6 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 22 gennaio 1882 da papa Leone XIII</p> <p> Canonizzazione<br /> 12 aprile 1959 da papa Giovanni XXIII</p> <p> Santuario principale<br /> Chiesa di San Carlo da Sezze in Sezze Scalo, Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e Chiesa di San Francesco a Ripa, Roma</p> <p> Patrono di Sezze</p> <p> Carlo, come altre figure del XVII secolo (per esempio Alfonso Rodriguez, 30 ott.), è un modello che si distingue per tratti di umiltà e semplicità, piuttosto che per eventi straordinari. Veniva da una famiglia modesta e a scuola ebbe difficoltà, non riuscendo a intraprendere gli studi presbiterali, come i suoi genitori e lui stesso desideravano.</p> <p> All'età di sedici anni fece voto di verginità perpetua e si determinò a consacrarsi al Signore entrando in un ordine religioso. Fece la professione nell'Ordine francescano nel maggio 1636. Non essendo riuscito, a causa della salute cagionevole, a partire per una missione oltremare, trascorse la vita a Roma in vari conventi, dove si distinse per lo zelo nelle opere di carità.<br /> Sviluppò uno straordinario potere di discernimento e il suo consiglio spirituale fu cercato a tutti i livelli della Chiesa, dai papi in giù. Nonostante i suoi insuccessi scolastici divenne uno scrittore spirituale di rilievo: accanto a una voluminosa corrispondenza scrisse molti libri di devozione, che si distinguono per la semplicità (una qualità nota con l'appellativo di "serafica") e un amore cristocentrico. In obbedienza ai superiori scrisse anche un'autobiografia, pubblicata in occasione della sua canonizzazione.<br /> Morì il 6 gennaio 1670 nel convento di S. Francesco a Ripa in Roma. Una piaga apparsa sul suo petto dopo la morte fu considerata una stimma miracolosa riproducente la ferita causata dal colpo di lancia nel fianco di Gesù; venne perciò attentamente esaminata e i risultati furono resi pubblici. <br /> Fu beatificato da Leone XIII nel 1882 e canonizzato da Giovanni XXIII il 12 aprile 1959.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, san Carlo da Sezze, religioso dell’Ordine dei Frati Minori: costretto fin dalla fanciullezza a procurarsi il vitto quotidiano, esortava i compagni all’imitazione di Cristo e dei santi; indossato finalmente, come desiderava, l’abito francescano, si dedicò all’adorazione del Santissimo Sacramento. </p> <p>

nome<br /> Sant' Andrea Bessette</p> <p> titolo<br /> Religioso</p> <p> nome di battesimo<br /> Alfred Bessette</p> <p> nascita<br /> 9 agosto 1845 Saint-Gregoire-d’Iberville, Montreal, Canada</p> <p> morte<br /> 6 gennaio 1937 Montreal, Canada</p> <p> ricorrenza<br /> 6 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 23 maggio 1982 da papa Giovanni Paolo II</p> <p> Canonizzazione<br /> 17 ottobre 2010 da papa Benedetto XVI</p> <p> Santuario principale<br /> Oratorio di San Giuseppe di Mont Royal</p> <p> Andrea Bessette nacque a Saint-Grégoirc-d'Iberville [Qué-bec] nel 1845. Nato in una povera famiglia, fu battezzato col nome di Alfredo. Rimasto orfano molto giovane, dovette guadagnarsi la vita come operaio, ma per la fragile salute fu obbligato a cambiare più volte mestiere.</p> <p> Era un fervente cristiano e aveva molta devozione per S. Giuseppe, patrono degli operai. Nel 1870 entrò come novizio nella Congregazione della Santa Croce, un ordine di educatori di origine francese. Cosciente della sua salute precaria e della sua mancanza di istruzione, volle essere semplice frate converso. Fu destinato come portinaio al collegio Notre-Dame di Montréal, e occupò quel posto per ben quaranta anni.<br /> Passava il tempo libero a pregare e la sua devozione a S. Giuseppe cresceva. Quest'uomo semplice, dall'animo colmo della luce di Dio, cominciò allora a manifestare dei poteri di guaritore che richiamavano malati sempre più numerosi al collegio di Notre-Dame.</p> <p> Nel 1904, ricevette l'autorizzazione a erigere un oratorio dedicato a san Giuseppe, su un terreno appena acquistato dalla Congregazione, situato sul monte Royal, la celebre collina che dà il nome alla città di Montréal. In seguito l'oratorio venne ingrandito e divenne santuario; qui Andrea riceveva i malati e ottenne da san Giuseppe numerose guarigioni miracolose che attiravano folle di pellegrini.<br /> Il monte Royal divenne così un grande centro di culto a san Giuseppe e acquistò risonanza internazionale. Grande fama di santità godette Andrea sia in vita che dopo la morte, e può essere considerato uno dei più ardenti apostoli del culto del padre putativo. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 23 maggio 1982, papa Benedetto XVI lo ha proclamato santo il 17 ottobre 2010.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Montréal nel Québec in Canada, beato Andrea (Alfredo) Bessette, religioso della Congregazione della Santa Croce, che fece edificare in questo luogo un insigne santuario in onore di san Giuseppe.

nome<br /> San Pier Tommaso</p> <p> titolo<br /> Patriarca latino di Costantinopoli</p> <p> nome di battesimo<br /> Pierre de Salignac de Thomas</p> <p> nascita<br /> 1305 circa Périgod, Francia</p> <p> Ordinato presbitero<br /> 1331</p> <p> Nominato vescovo<br /> 16 novembre 1354 da papa Innocenzo VI</p> <p> Consacrato vescovo<br /> dopo il 16 novembre 1354 dal cardinale Guy de Boulogne</p> <p> Elevato arcivescovo<br /> 6 marzo 1363 da papa Urbano V</p> <p> Elevato patriarca<br /> 5 luglio 1364 da papa Urbano V</p> <p> morte<br /> 1366 Famagosta, Cipro</p> <p> ricorrenza<br /> 6 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 1609 da papa Paolo V</p> <p> Canonizzazione<br /> 1628 da papa Urbano VIII</p> <p> Attributi<br /> Mitra, bastone pastorale</p> <p> Incarichi ricoperti<br /> Vescovo di Patti e Lipari (1354-1359)<br /> Vescovo di Corone (1359-1363)<br /> Arcivescovo metropolita di Candia (1363-1364)<br /> Patriarca di Costantinopoli (1364-1366)<br /> Amministratore apostolico di Corone (1364-1366)</p> <p> <br /> Pier Tommaso nacque a Périgord nel 1305. Dopo aver compiuto gli studi elementari ad Agen, Pier Tommaso entrò nel convento dei Carmelitani di Lecture, fece professione in seno all'ordine a Condom nel 1328, e venne ordinato sacerdote nel 1331.</p> <p> Negli anni della sua formazione fu particolarmente devoto alla Vergine Maria. Una volta compiuti i suoi studi, si recò a insegnare nel convento di Cahors dedicandosi contemporaneamente all'esercizio della predicazione popolare nel Quercy. Intanto, nel 1342 fu nominato procuratore generale dell'Ordine presso la curia avignonese. Un amico di Pier Tommaso innalzato al soglio pontificio nel 1353, Innocenzo VI, gli affidò numerose legazioni in Germania e in Italia.<br /> In seguito, dopo esser stato innalzato alla dignità vescovile, il 13 novembre 1354 gli si assegnò la sede di Patti-Lipari in Sicilia, ma fu dispensato dal risiedervi poiché il santo padre intendeva riservarlo a missioni di fiducia. Fu così che, partendo da Venezia e attraversando l'Albania e il Montenegro, fu costretto a recarsi in ambasceria ai confini dell'Ungheria e della Bulgaria. Di qui compì un tentativo ecumenico presso i Greci. Al ritorno da questo lungo giro, nel 1359 fu nominato legato universale della Santa Sede per le questioni d'Oriente.<br /> Ormai, apostolo del movimento crociato, si dividerà fra le piazze di Creta, Rodi e Cipro. In quest'isola incontrerà nel 1361 Filippo di Mézières, che divenne suo discepolo e che sarà poi il suo biografi. Urbano V avrebbe conservato la sua fiducia ai due amici, e nel 1365 li pose a capo dell'esercito crociato. Durante questa spedizione la vigilia di Natale, a Famagosta, Pier Tommaso fu colpito da una malattia che lo portò alla morte. Quattro mesi dopo, l'esumazione dei suoi resti avrebbe fornito un punto di partenza al suo culto nell'isola di Cipro, culto ben presto ripreso dall'intero ordine dei Carmelitani.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Famagosta nell’isola di Cipro, transito di san Pietro Tommaso, vescovo di Costantinopoli, dell’Ordine dei Carmelitani, che svolse la missione di legato del Romano Pontefice in Oriente.</p> <p>

nome<br /> San Giovanni de Ribera</p> <p> titolo<br /> Vescovo</p> <p> nascita<br /> 27 dicembre 1532 Siviglia, Spagna</p> <p> Nominato vescovo<br /> 27 maggio 1562 da papa Pio IV</p> <p> Elevato patriarca<br /> 30 aprile 1568 da papa Pio V</p> <p> morte<br /> 6 gennaio 1611 Valencia, Spagna</p> <p> ricorrenza<br /> 6 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 18 settembre 1796 da papa Pio VI</p> <p> Canonizzazione<br /> 12 giugno 1960 da papa Giovanni XXIII</p> <p> Santuario principale<br /> Collegio del Corpus Christi, Valencia</p> <p> Attributi<br /> Mitra, bastone pastorale</p> <p> Incarichi ricoperti<br /> Vescovo di Badajoz (1562-1568)<br /> Patriarca titolare di Antiochia (1568-1611)<br /> Arcivescovo metropolita di Valencia (1568-1611)<br /> Viceré di Valencia (1602-1604)</p> <p> Giovanni era figlio di uno dei più importanti tra i grandi di Spagna, Pedro de Ribera, duca di Alcalà e viceré di Napoli per quattordici anni. Distintosi negli studi svolti all'università di Salamanca, fu ordinato prete nel 1557. Dopo aver insegnato teologia a Salamanca per cinque anni fu nominato da papa S. Pio V (30 apr.) vescovo di Badajoz, città a sud ovest della Spagna vicino al confine con il Portogallo. Compì con zelo il suo ministero per sei anni, venendo promosso alla sede arcivescovile di Valencia per desiderio sia del re Filippo II che dello stesso pontefice.</p> <p> Valencia era stato uno dei più importanti regni degli arabi in Spagna, temporaneamente riconquistato alla cristianità nell'XI secolo dal Cid, poi di nuovo caduto in mani arabe e riconquistato definitivamente nel XIII secolo.<br /> Quando Giovanni venne nominato, quasi vent'anni dopo la riconquista di Granada — ultimo regno dei "mori" — e l'avvio dell'Inquisizione in Spagna, la sua diocesi era la roccaforte dei moriscos, i discendenti degli arabi, nominalmente cristiani. L'assenza di fede vera e di dirittura morale in un ambiente così diverso da quello conosciuto da Giovanni nella "vecchia cristiana" Castiglia, lo gettarono in un tale stato di depressione da giungere a scrivere al papa supplicandolo di poter rassegnare le dimissioni dopo solo sei mesi dí permanenza nella sede arcivescovile. Il papa rifiutò di accogliere la richiesta.</p> <p> Le sue azioni successive vanno viste alla luce del periodo storico spagnolo in cui egli visse. Prima del 1492 la Spagna era stata una società multirazziale con tre religioni: cristianesimo, islamismo e giudaismo. Dopo quella data fu fatto un tentativo di uniformazione, giungendo all'espulsione di arabi e giudei che non accettavano il battesimo. Coloro che lo accettarono vennero chiamati "nuovi cristiani" e potevano essere sospettati di eresia fino alla quarta generazione dalla loro supposta conversione. Le "professioni" e gli impieghi pubblici erano chiusi per loro, cittadini di seconda classe.<br /> Tutto ciò portò i "vecchi cristiani" a considerare l'onore e la purezza del sangue le uniche cose degne, lasciando nelle mani dei giudei e dei moriscos molte attività che fruttarono loro ricchezze e ulteriore disprezzo.</p> <p> Giovanni de Ribera considerò i moriscos, eredi dell'efficiente sistema agricolo degli arabi nella fertile regione di Valencia, «spugne che assorbono tutta la ricchezza dei cristiani». Non era il solo a esprimere un giudizio così duro ed economicamente errato ma, nella sua veste di arcivescovo e più tardi viceré di Valencia, aveva una posizione influente e nel 1609 fu uno dei responsabili, con i suoi consigli, dell'editto di espulsione dei moriscos da Valencia, misura che causò violenze su vasta scala e un lento declino economico.<br /> Morì due anni più tardi dopo lunga malattia, ospite del collegio Corpus Christi da lui fondato. Fu beatificato nel 1796 e canonizzato nel 1960.</p> <p> La precedente edizione inglese della nostra opera così commenta: «Possiamo rammentare che un decreto di beatificazione si pronuncia solo sulle virtù personali e i miracoli del servo di Dio così onorato, e questo non costituisce un'approvazione dei suoi atti pubblici o delle sue opinioni politiche». È anche significativo che sia la beatificazione che la canonizzazione siano avvenute durante periodi di integralismo cattolico in Spagna.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Valencia in Spagna, san Giovanni de Ribera, vescovo, che svolse anche la funziona di viceré e, devoto della santissima Eucaristia e difensore della verità cattolica, educò il popolo con solidi insegnamenti.

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