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I santi di oggi 29 agosto:
nome Martirio di San Giovanni Battista- titolo Martirio del Precursore di Cristo- ricorrenza 29 agosto- Nell'anno XV del regno di Tiberio Cesare, Giovanni Battista dal deserto venne alle rive del Giordano, nelle vicinanze di Gerico, per predicarvi il battesimo di penitenza, in preparazione alla venuta del Messia. Tutta Gerusalemme e i paesi circonvicini andavano in massa ad ascoltarlo e molti si convertivano alle sue parole, confessando i loro peccati e ricevendo il battesimo di penitenza. Un giorno che Giovanni, come d'uso, battezzava ed istruiva i peccatori, anche Gesù di Nazareth venne alle rive del Giordano. Il Battista, alla vista di Gesù, interiormente illuminato, riconobbe in lui il Messia aspettato, onde non voleva battezzarlo, stimandosi indegno anche di sciogliergli i legacci dei calzari. Tuttavia Gesù insistette e Giovanni dovette accondiscendere. In quel tempo Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, conviveva con Erodiade, moglie di suo fratello. Giovanni, all'udire tale mostruosità, riprese il re di quella colpa, dicendogli francamente che non gli era lecito vivere con la moglie di suo fratello. Erode, sdegnato e istigato da Erodiade, lo fece rinchiudere in una tetra prigione del castello di Macheronte. Non contenta Erodiade di vederlo in prigione, voleva anche farlo morire. Erode però si opponeva, temendo una sommossa, perché Giovanni era venerato dal popolo come un profeta. Qualche tempo dopo, tuttavia, Erodiade ebbe l'occasione tanto desiderata e propizia per soddisfare il suo odio contro il Precursore di Cristo. Mentre Erode celebrava il suo compleanno e teneva un banchetto a tutta la corte, Salome, figliola di Erodiade e nipote di Erode, si presentò nella sala del convito e si pose a danzare. Ciò piacque a tutti, tanto che Erode le promise di concederle qualunque cosa avesse domandato, fosse anche la metà del regno. Salome a queste parole, non sapendo cosa domandare, corse da sua madre e questa le ordinò di chiedere la testa di Giovanni. Salome ritornò in fretta dal re e lo pregò di farle portare subito in un bacile la testa del santo Precursore. Erode, benché sorpreso ed afflitto da questa domanda, ordinò di accontentarla. La fanciulla come ebbe tra le mani quel sacrosanto capo, lo portò a sua madre, la quale, a tal vista, esultò di gioia e si dice che per vendicarsi della libertà con cui il Santo aveva disapprovato i suoi disordini, trafisse con un ago quella sacra lingua. La morte del Battista avvenne tra la fine dell'anno 31 e il principio del 32 dopo la nascita di Gesù Cristo. PRATICA. La castità trasforma gli uomini in angeli: e chi è casto, è un angelo in carne (S. Ambrogio). PREGHIERA. Nella veneranda festività del tuo santo Precursore e martire Giovanni Battista, deh! Signore, facci sentire gli effetti della tua misericordia.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell'odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità.
nome Santa Sabina- titolo Martire- nascita II Secolo, Roma- morte 126 dopo Cristo, Roma- ricorrenza 29 agosto- Santuario principale basilica di Santa Sabina- Attributi libro, palme e corona- Sabina, romana, di sangue nobilissimo, ebbe per marito Valentino, uomo illustre e principalissimo in Roma, e fiorì circa l'anno 130, sotto Papa Telesforo. Nata nel comune errore della gentilità, crebbe nelle tenebre dei paterni dèi, e soltanto alcun tempo dopo il suo matrimonio ricevette il S. Battesimo Iddio la chiamò alla vera fede, per opera di una vergine antiochena per nome Serafia, sua ancella e che di poi onorò, sì in vita che in morte, qual maestra ed amica carissima. S. Sabina fu da Serafia non solo convertita, ma ancora indotta ai servizio dei poveri, dei malati e dei prigionieri. Nella persecuzione di Adriano accadde che Serafia accusata d'essere cristiana, si meritò la palma del martirio. S. Sabina ne raccolse le sacre relique e religiosamente le seppellì. Per questa pia opera fu essa accusata ad Elpidio, Prefetto di Roma, il quale interrogandola le disse « Sei tu quella Sabina, di sangue e di matrimonio nobilissima? — lo sono, rispose ella , ma rendo grazie al mio Signor Gesù Cristo, che per intercessione della sua serva Serafia, mi ha liberato dalla potestà del demoni » Tentò il Prefetto la sua costanza nella fede, ma invano, per cui ordinò che, come alla sua santa Maestra, le fosse troncato il capo. Raccolto il suo corpo dai Cristiani, fu sepolto presso l'arco di Faustino, precisamente nei medesimo sepolcro in cui ella avea deposto n corpo di Santa Serafia. Nel 425 un prete d'Illiria, per nome Pietro, costruì una Chiesa sull'Aventino, nel luogo ove la Santa subì il supplizio. Questa Chiesa fu poi da Onorio III donata al S. P. Domenico. In essa, sotto l'altare maggiore, furono collocati i corpi di S. Sabina e di S. Serafia, insieme a quelli di S. Alessandro Papa e Martire, e dei Santi Martiri Téodulo ed Evenzio, ove dalla pietà dei fedeli tuttora si venerano. La festa di S. Sabina si celebra il 29 Agosto. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione di santa Sabina, la cui basilica costruita sull’Aventino reca il suo venerando nome.
nome Beata Teresa Bracco- titolo Vergine e martire- nome di battesimo Teresa Bracco- nascita 24 febbraio 1924, Santa Giulia, Dego, Savona- morte 29 agosto 1944, Santa Giulia, Dego, Savona- ricorrenza 29 agosto- Beatificazione Giovanni Paolo II, 24 maggio 1998- Nata nel 1924, Teresa vide crescete la ['topaia fede sotto la guida di don Natale Olivieri e nella semplicità dell'esistenza contadina mediante l'attento ascolto della parola di Dio, nella catechesi e nella liturgia, ma in special modo attraverso l'esperienza di comunione abituale con il Signore, alimentata dalla partecipazione, anche quotidiana, all'eucarestia. Il 28 agosto 1944, sui monti di Santa Giulia (Dego), durante una tragica rappresaglia tedesca, per non rompere la sua unione con Dio, respinse l'aggressione alla sua virtù, preferendo il martirio, in coerenza con i suoi convincimenti e la serietà del suo impegno cristiano; confermò col sacrificio della vita la fedeltà del suo amore a Cristo. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 24 maggio 1998. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel paese di Santa Giulia in Liguria, beata Teresa Bracco, vergine e martire, che, lavoratrice nei campi, nel corso della seconda guerra mondiale, morì percossa dai soldati per aver difeso strenuamente la propria castità.
nome Santa Maria della Croce- titolo Fondatrice delle Piccole Suore dei Poveri- nome di battesimo Jeanne Jugan- nascita 25 ottobre 1792, Cancale, Francia- morte 29 agosto 1879, La Tour-St-Joseph, Francia- ricorrenza 29 agosto- Giovanna Jugan, il cui nome da religiosa era Maria della Croce, era una bretone nata il 25 ottobre 1792 a Caricale, Ille-et-Vilaine, in Francia. Nel 1839 fondò l'Ordine delle Piccole Sorelle dei Poveri. Fu un esempio eroico di carità evangelica: mendicava per i poveri e gli abbandonati, e in particolare per gli anziani. Diceva «È così meraviglioso essere poveri, non possedere nulla, e attendere tutto dalla misericordia di Dio». Giovanna aveva piena fiducia nella provvidenza divina ma non permetteva a questo sentimento di attenuare il suo entusiasmo nel prodigarsi per gli anziani dimenticati o di limitare la sua vita di devozione, che era basata su lunghi periodi di preghiera silenziosa, partecipazione frequente alla Messa e alla comunione e meditazione sui misteri del rosario e le stazioni della Via Crucis. Dovette affrontare molte difficoltà per fondare il suo ordine, e quattro anni dopo la nascita, un periodo di dure critiche da parte di membri dell'ordine. Acconsentì a lasciare l'incarico di superiora e si ritirò nella casa madre. Senza protestare accettò, in maniera eroica, perché la cosa durò ventisette anni, l'interruzione del lavoro che amava tanto. Viene ricordata non solo come modello di coraggiosa umiltà ma anche per il messaggio di impegno verso gli anziani. Giovanna era consapevole della necessità particolare degli anziani di rispetto e amore, del bisogno di essere importanti e del desiderio di un certo grado di indipendenza e di libertà; ella tentò, nei limiti del suo tempo, di trovare alcune famiglie aperte, che potessero soddisfare i loro bisogni fisici, spirituali ed emotivi in maniera appropriata rispetto non solo ai pochi ospizi di carità dell'epoca, ma anche alle strutture statali dei nostri tempi. Quando morì vi erano circa duemilaquattrocento Piccole Sorelle diffuse in dieci paesi. Oggi ve ne sono circa quattromilaquattrocento attive in trenta stati e cinque continenti. Maria della Croce morì il 29 agosto 1879 a LaTour Saint-Joseph. È stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982 e canonizzata da Benedetto XVI l'11 ottobre 2009. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Rennes in Francia, beata Maria della Croce (Giovanna) Jugan, vergine, che per mendicare offerte per i poveri e per Dio fondò la Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri, ma ingiustamente allontanata dal governo dell’Istituto, passò i restanti anni della sua vita in preghiera e umiltà.
nome Beati Giovanni da Perugia e Pietro da Sassoferrato- titolo Martiri francescani- ricorrenza 29 agosto- Beatificazione 31 gennaio 1705 da papa Clemente XI- Tra i Frati Minori che S. Francesco d'A (4 on.) inviò in Spagna per predicare il Vangelo ai Moti vi furono frate Giovanni, un sacerdote di Perugia, e frate Pietro, un fratello laico di Sassoferrato nel Piceno. Durante la preparazione alla missione i frati vissero in una cella vicino alla chiesa di S. Bartolomeo, ammirati per la loro estrema povertà e umiltà. Partirono per Valencia, allora completamente soggetta al potere degli arabi, e trovarono ospitalità presso la chiesa del Santo Sepolcro. Quando tentarono di predicare in pubblico, i musulmani li assalirono, li fecero arrestare e li portarono dall'emiro, il 29 agosto 1231. Questi chiese loro il motivo della loro venuta a Valencia, ed essi risposero che erano lì per convertire gli arabi dagli errori dell'islam. Fu offerto loro di scegliere tra l'apostasia e la morte. Vennero condannati alla decapitazione e la sentenza fu eseguita immediatamente nel giardino dell'emiro, mentre, si dice, i frati pregavano ad alta voce per la sua conversione. Sette anni dopo re Giacomo I d'Aragona cacciò gli arabi da Valencia con l'aiuto degli inglesi e altri mercenari. L'emiro, si racconta, si era convertito al cristianesimo e aveva offerto la sua casa ai francescani, perché ne facessero un convento, dicendo: «Quando ero un infedele ho ucciso i vostri fratelli di Teruel. Voglio riparare al mio crimine, ecco la mia casa, già consacrata dal sangue dei martiri». I corpi dei due frati erano stati portati a Teruel, dove pare avvennero miracoli sulle loro tombe. Fu eretta una chiesa in loro onore nel nuovo convento di Valencia. Vennero beatificati nel 1783. MARTIROLOGIO ROMANO. A Valencia in Spagna, beati martiri Giovanni da Perugia, sacerdote, e Pietro da Sassoferrato, religioso, entrambi dell’Ordine dei Minori, che per aver predicato la fede tra i Mori di Valencia furono decapitati, per ordine del re, sulla pubblica piazza, ricevendo la palma del martirio.
nome Beato Edmondo Ignazio Rice- titolo Fondatore- nome di battesimo Edmund Ignatius Rice- nascita 1 giugno 1762, Westcourt, Callan, Irlanda- morte 29 agosto 1844, Mont Sion, Waterford, Irlanda- ricorrenza 29 agosto- Beatificazione da papa Giovanni Paolo II nel 1996- Edmondo Rice, il fondatore dei Fratelli Cristiani d'Irlanda (C.F.C.) e dei Fratelli della Presentazione (F.P.M.) nacque a Westcourt, vicino a Callan nella contea di Kilkenny 1'1 giugno 1762. I suoi genitori, Roberto e Margherita Rice (nata Tierney), erano degli affittuari benestanti che avevano preso in locazione centottanta acri di terra da Lord Desart, un nobile proprietario terriero protestante. Edmondo era il quarto di sette fratelli; aveva due sorellastre, Giovanna e Giovanna Murphy, figlie del primo matrimonio della madre. L'Irlanda era appena uscita da un periodo di persecuzioni contro i cattolici da parte degli inglesi, causato in realtà più da motivazioni politiche e di possesso di terre che religiose. Nel 1762 cessò la minaccia al trono inglese da parte degli Stuart in esilio, e il severissimo Diritto Penale fu attenuato. Cattolici irlandesi intraprendenti iniziarono a migliorare la loro posizione: alcuni, come il padre di Edmondo, presero in affitto dei poderi dai proprietari terrieri maggiormente ben disposti, altri diventarono commercianti, mercanti o aprirono dei negozi. Da questa piccola classe media cattolica provennero anche vocazioni sacerdotali. La maggioranza dei cattolici, tuttavia, era costituita da lavoratori analfabeti non qualificati. Edmondo Rice ricevette un'educazione inaccessibile alla maggior parte dei suoi correligionari: frequentò una "scuola all'aperto", lezioni a pagamento illegali tenute da insegnati itineranti ai figli di genitori benestanti. l genitori si occuparono della sua educazione religiosa, insieme ad un frate agostiniano, Patrizio Grace, che, nonostante la legislazione repressiva, viaggiava liberamente da un villaggio all'altro. In seguito, fino all'età di diciassette anni, ricevette un'educazione classica e pratica all'accademia commerciale di Kilkenny, che gli sarebbe tornata utile in seguito per la sua carriera affaristica e nella fondazione di scuole per giovani. Nel 1779 Edmondo raggiunse lo zio, Michele, nel porto di Waterfold per imparare a gestire i fiorenti affari della famiglia nel campo del vettovagliamento e fornitura navale. Lo zio lasciò tutto in mano al nipote. Le leggi contro i cattolici erano meno rigide a quell'epoca, e Edmondo investì fortemente in terre e proprietà, arrivando a possedere più di mille acri, due locande e una flotta di navi da carico. A ventiquattro anni era un giovane benestante e attraente che amava danzare, cantare, andare in barca e a cavallo e vestirsi elegantemente. Si innamorò di Maria Elliott, la figlia del proprietario di una conceria. I due si sposarono e si stabilirono nell'elegante Arundel Square. Ma la giovane moglie morì nel gennaio 1789, in seguito, pare, a una caduta da cavallo. Una loro figlia, Maria, nata prematura, sopravvisse ma rimase ritardata e dovette essere assistita da un'infermiera per tutta la vita. Anni dopo Edmondo parlò di quel periodo come «i residui della miseria" e della sfortuna». Come molti commercianti cattolici, Edmondo faceva prestiti di denaro a correligionari poveri, che non osavano servirsi delle banche della città. Era molto attento alla giustizia negli affari e fu nominato responsabile di molte opere pie. Visitava i poveri, pagava le somme dovute dai debitori in prigione, permettendo loro di tornare alle proprie famiglie, andava a trovare i prigionieri e spesso si trovò alla forca sul John's Bridge a pregare per i condannati a morte. Edmondo era convinto che «lo aspettasse qualcosa d'altro». Un incontro casuale nel 1793 con un frate che trascorse la notte in preghiera lo colpì profondamente. Tre anni dopo acconsentì alla decisione del fratello di diventare frate agostiniano. Era forse quella la sua strada? Pensò di vendere le proprietà, che gli avrebbero fruttato più di un milione di sterline. Ma poi si indirizzò verso altri progetti. Un pomeriggio insieme a un amico, padre Giovanni Power, udì un gruppo di giovani che gridava e bestemmiava mentre combatteva per la strada. La sorella del sacerdote, disse: «Bene, signor Rice, sta pensando di rinchiudersi in un monastero nell'Europa continentale e lasciare questi poveri ragazzi senza nessuno che si prenda cura di loro?». Edmondo comprese quello che doveva fare. Non bastava offrire cibo e vestiti; i giovani avevano bisogno di essere istruiti intellettualmente, moralmente e religiosamente per essere indipendenti ed era necessario cambiare la società che li aveva resi poveri, programma che le classi dirigenti avrebbero trovato pericolosamente radicale. Edmondo si ispirò alle Suore della Presentazione di Nano Nagle, introdotte a Waterford nel 1798, che provvedevano all'educazione delle ragazze povere, e fece lo stesso per i ragazzi di strada della città, prima in uno dei suoi magazzini dopo il lavoro e poi, nel 1802, in un edificio in New Street. Il vescovo Hussey approvò la sua iniziativa, ma quando Edmondo iniziò a spendere la sua considerevole fortuna per costruire una scuola permanente, i suoi compagni d'affari dubitarono della sua sanità mentale. Edmondo non si fece influenzare e nel 1803 aveva terminato la prima scuola a Mount Sion, a Waterford. Insieme a due compagni si svegliava presto, andava alla Messa del mattino, mangiava frugalmente, pregava spesso e trascorreva il resto del giorno insegnando ai "teppistelli" della città a leggere e a scrivere e la religione. Questo fu il modello per generazioni di Fratelli Cristiani e Fratelli della Presentazione. L'esempio e l'opera di Edmondo attirarono molti uomini di cultura e di successo che entrarono nella congregazione. Fu soprattutto grazie alla loro generosità che la scuola andò avanti nei primi trent'anni, dal momento che l'educazione era gratuita. Fu compilato un orario dettagliato: le lezioni erano dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 15, le letture erano prese da un testo di Storia dell'Antico e del Nuovo Testamento, e si faceva grande attenzione all'istruzione religiosa e morale in genere. I ragazzi ricevevano la comunione una volta al mese e si confessavano quattro volte all'anno. Fuori dalla scuola non potevano giocare con gli altri ragazzi. Vi erano esami frequenti per decidere chi sarebbe rimasto nella scuola e il tipo di insegnamento di cui necessitava. La correzione non era severa e le punizioni corporali erano vietate «eccetto che per colpe veramente gravi, che erano molto rare». (Le generazioni future di alunni avrebbero ritenuto più onorevole infrangere questa regola che sottostarvi). Il comportamento dei giovani migliorò rapidamente, mentre i loro genitori chiesero di ricevere delle lezioni serali. Edmondo aprì una biblioteca, in cui gli studenti potevano prendere a prestito libri nel fine settimana per leggerli ai genitori analfabeti. Aprì anche una panetteria per gli alunni e, spesso, le loro famiglie. Organizzò un dipartimento di sartoria per dotare i ragazzi di abiti nuovi per la prima comunione e la cresima. Molti studenti si dedicavano allo studio di materie particolari, come contabilità, disegno architettonico, navigazione, ed Edmondo regalava loro un completo nuovo quando lasciavano la scuola per avviarli bene nel mondo del lavoro. Presto il numero dei suoi sostenitori aumentò: la maggior parte erano uomini maturi di tutta l'Irlanda che avevano avuto successo negli affari e che finanziarono l'apertura di nuove scuole a Car-rick-on-Suir e a Dungarvan. Nel 1808, con l'approvazione del vescovo, Edmondo e otto compagni presero i voti religiosi secondo la regola della presentazione e iniziarono a indossare l'abito religioso nelle case, ora diventate monsied. I fratelli, o monaci, erano una ~e:azione diocesana con il vescovo come superiore. Edmondo divenne noto come frate Ignazio, come S. Ignazio di Loyola. Ben presto altre diocesi fecero richiesta di "scuole di monaci", e nel 1820 erano state aperte scuole e comunità a Cork, a Limerick, a Thurles e, soprattutto, a Dublino. I fratelli non erano mai abbastanza. Incoraggiato dall'arcivescovo Murray, Edmondo si procurò una copia della Regola di De La Salle che permetteva l'elezione di un superiore generale e un più semplice spostamento dei fratelli da diocesi a diocesi, dal momento che il vescovo locale non era più il superiore. Edmondo tenne un incontro di tutti i fratelli nel 1817 per mettere ai voti la nuova gestione centralizzata dell'ordine. La maggior parte si dimostrò entusiasta, anche se alcuni credevano che la fedeltà primaria dovesse essere nei confronti della propria diocesi. Questo era vero particolarmente per Cork, dove il vescovo non aveva nemmeno permesso ai fratelli di partecipare alla riunione. Dopo un appello a Roma, il 5 settembre 1820 papa Pio VII approvò la congregazione centralizzata dei Fratelli Cristiani. Il nuovo stile di vita venne accettato dalla maggioranza, ed Edmondo divenne il primo superiore generale dell'ordine. A Cork la comunità era divisa: alcuni abbandonarono Mount Sion e presero i voti come Fratelli Cristiani, quelli che restarono, che erano amici intimi del vescovo, ebbero una nuova scuola e un nuovo convento per continuare come prima, con il vescovo Murphy come superiore. Anni dopo i Fratelli della Presentazione avrebbero ottenuto anch'essi un superiore generale e oggi entrambi gli ordini considerano Edmondo come il loro fondatore. Vennero aperte nuove scuole in quasi tutte le città irlandesi, e anche oltremare. Nel 1829 i cattolici raggiunsero l'emancipazione e, mentre il popolo esultava, Edmondo e i fratelli dovettero affrontare il rischio della soppressione perché nell'atto era stata inserita una clausola a sfavore dei religiosi per quietare la suscettibilità dei protestanti. La punizione in caso di ammissione di nuovi membri era l'esilio perpetuo. Daniel O'Connell prese le difese dei fratelli e la clausola divenne lettera morta. Nel 1828 Edmondo spostò la sede centrale dei Fratelli Cristiani a Dublino, dove si diffusero rapidamente favoriti dall'entusiasta arcivescovo Murray. Nel 1831 Edmondo, per una questione di principio, ritirò le sue scuole dalle Scuole Nazionali, perdendo il supporto dell'arcivescovo. Da quel momento in poi i fratelli avrebbero dovuto contare sulle offerte dei poveri e sulla somma raccolta in occasione dell'omelia di beneficenza annuale. Nel 1838 Edmondo abbandonò l'incarico di superiore generale, rimpianto dalla maggior parte dei fratelli. Non vi era un successore designato, così, in seguito a votazione, frate Paolo Riordan, uno dei precedenti oppositori di Cork, assunse l'incarico. Nel 1841 gli fu rifiutato l'ingresso ad un capitolo generale dell'ordine da lui fondato, perché i suoi oppositori ritenevano che la semplice presenza sarebbe stata problematica. Dal 1842, colto da demenza senile, dovette rimanere nella sua cella. Nei momenti di lucidità le sue preghiere favorite erano «Sia lode a te, o Cristo» e il Mernorare. Amava che gli leggessero la Bibbia, così come gli Annali della Congregazione per la Propagazione della Fede, che raccontavano le storie degli eroi delle missioni all'estero. Non fece a tempo a sapere che i suoi Fratelli avevano fondato delle case in India, in Australia e in America poco prima della sua morte. Edmondo morì a Mount Sion il 29 agosto 1844, all'età di ottantadue anni. Fu compianto da tutti, soprattutto dai poveri. L'Irlanda stava risollevandosi dal giogo della legislazione repressiva, e la canonizzazione non era più il pensiero dominante. La Grande Carestia del 1847, durante la quale un milione di persone persero la vita e un altro milione emigrò, cancellò molti ricordi, ma la memoria di Edmondo fu tenuta in vita dalle sue due congregazioni e dal popolo irlandese. Gli abitanti di Callan, la sua città natale, e di Mount Sion, il luogo del suo riposo finale, speravano che Edmondo venisse onorato pubblicamente dalla Chiesa, ma dovettero attendere a lungo. La sua causa fu presentata una prima volta nel 1910, ma l'arcidiocesi di Dublino ne iniziò la preparazione solo nel 1%2, por il bicentenario della sua nascita. Edmondo è stato beatificato il 6 ottobre 1996. Le sue congregazioni celebrano la memoria il 5 maggio, accettato come data di compromesso nella quale il massimo numero di studenti in tutti e due gli emisferi era a scuola. MARTIROLOGIO ROMANO. A Waterford in Irlanda, beato Edmondo Ignazio Rice, che si diede con grande fervore e perseveranza all’istruzione dei fanciulli e dei giovani di condizioni modeste e, per incrementare quest’opera, fondò le Congregazioni dei Fratelli Cristiani e dei Frati della Presentazione.
nome San Mederico- titolo Sacerdote e Abate- nascita Autun, Francia- morte 700 circa, Parigi, Francia- ricorrenza 29 agosto- Santuario principale Chiesa di Saint-Merri a Parigi- Patrono di prigionieri, ammalati e del comune di Saint-Méry- Mederico (Merry in francese) nacque ad Autun in Francia nel secolo. Entrò molto giovane nel monastero locale (probabilmente S. Martino), in cui vivevano cinquantaquattro monaci estremamente pii. Fu eletto abate contro la stia volontà e offrì ai suoi fratelli un «esempio di vera virtù». Riconoscendo la sua santità, moltissima gente si rivolgeva a lui per avere consiglio. Per timore di compiere peccato di orgoglio abbandonò la guida del monastero e si ritirò in una foresta distante quattro miglia da Autun, dove rimase nascosto per un certo periodo, vivendo del suo lavoro. Quando fu scoperto, le sue condizioni di salute erano precarie e dovette tornare al monastero. Consolidò la fede dei fratelli e, in età avanzata, partì per un pellegrinaggio al Santuario di S. Germano (28 mag.; anch'egli originario di Autun) a Parigi. Visse con un compagno (S. Frou o Frodulf) in una piccola cella adiacente la cappella di S. Pietro nella periferia settentrionale della città. Sopportò con pazienza una malattia che durò due anni e nove mesi, fino a che nell'anno 700 morì serenamente. MARTIROLOGIO ROMANO. A Parigi nel territorio della Neustria, in Francia, san Mederíco, sacerdote e abate di Autun, che visse in una cella vicino alla città.
nome San Sebbi- titolo Re della Sassonia Orientale- morte 694 circa, Londra, Inghilterra- ricorrenza 29 agosto- Sebbi (o Sebbo) divenne re della Sassonia orientale (Esser, Hertfordshire e Londra) durante l'epidemia di peste dell'anno 664. Governava sulla regione con Seghere, il quale riteneva che l'epidemia fosse un segno dell'ira degli dèi per la sua conversione al cristianesimo. Insieme a molti sudditi ritornò quindi all'antica religione e il vescovo Jaruman arrivò da Mercia per riconvertirli. S. Beda (25 mag.) dice che era un uomo onesto e che ebbe successo nella sua missione. Il vescovo era sostenuto da Sebbi, che si dimostrò un governatore saggio ed era talmente pio che sarebbe stato più adatto come vescovo che come re. Si dice che fu lui a costruire il primo monastero a Westminster. Dopo aver regnato per trent'anni, rinunciò al trono. Già da un po' di tempo pensava di farlo, ma la moglie non gli aveva mai concesso la separazione, e anche allora acconsentì solo perché la cattiva salute del marito faceva temere il peggio. Sebbi ricevette l'abito monastico da Waldhere, successore di S. Erconvaldo (30 apr.) come vescovo di Londra, a cui chiese anche di distribuire i suoi beni ai poveri. Quando sentì avvicinarsi la morte, convocò il vescovo e gli disse che desiderava che solo lui e due servitori lo vegliassero, perché temeva che la paura e la debolezza lo portassero a dire o fare qualcosa di sconveniente. Raccontò un sogno nel quale «gli erano apparsi tre uomini con vesti splendenti. Uno si era seduto davanti al suo giaciglio mentre i suoi compagni erano rimasti in piedi e avevano chiesto informazioni sul malato. Il primo uomo disse che la sua anima avrebbe lasciato il corpo senza dolore e in uno splendore di luce, e che sarebbe morto dopo tre giorni. Entrambe le cose accaddero, secondo quanto era stato annunciato nella visione». Fu seppellito lungo il muro settentrionale dell'antica cattedrale di S. Paolo; Beda racconta che il sarcofago, che era troppo cono, miracolosamente si adattò al corpo. Il culto liturgico del santo è relativamente recente. Il cardinale Baronio lo inserì nel Martirologio Romano nel XVI secolo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra in Inghilterra, commemorazione di san Sebbo, che, re della Sassonia orientale molto devoto a Dio, lasciato il regno, volle morire vestendo l’abito monastico che aveva a lungo desiderato.