@FromSovietRussiaWithLove
Shout lungo
Si, lo so che dissi che avrei smesso, in realtà il 100° shout lo volevo mettere il 24, e così farò, molto probabilmente questo shout lo cancellerò a breve. Non volevo scriverlo però in questo momento ho bisogno di sfogarmi, e altri modi non ne ho. Sto sempre ad ascoltare persone, amici, conoscenti, chi più ne ha più ne metta, sempre a chiedere "come va?" o "come stai?". E sempre a sperare che qualcuno si renda conto che anche io ho dei problemi, anche io avrei bisogno di parlare a qualcuno. Poi le persone non le capisco, c'è una mia compagna di classe, per settimane mi scrive giorno e notte, mi manda video di lei, a mezzanotte e mezza mi trovo suoi messaggi, parliamo in continuazione, e poi per un giorno sparisce nel nulla, la vedi che è lì in videolezione che si scrive con qualcuno ma non ha tempo di rispondere a te. E poi di nuovo si torna a scriversi come se nulla fosse. Boh. Poi sono incazzato, e la cosa che mi fa incazzare dj più è che non posso dire che sono incazzato, perché poi passerei per quello, per quell'altro, per quello che pensa così, per quello che pensa colà. Ma porca troia, porca. Tutti che con lo stare in casa perdono motivazione, mi dicono che non si riescono ad alzare dal letto, non riescono a studiare. E io li consolo, li do una spinta a reagire. Ma porca troia che vi credete che la mia vita sia rosa e fiori? Credete che io sia pieno di motivazione? Beh lo ero fino a due settimane fa, poi lo sconforto non mi ha più fatto fare addominali e piegamenti, poi non mi ha più fatto andare a correre la mattina, poi non mi ha più fatto studiare volta per volta, e ora non sento neanche più l'attrazione di saltare in bici e correre in campagna. La strada è sempre quella, alle 4 e mezza già tramonta, i compagni alle 6 già iniziano a voler tornare a casa, e non è come in estate che uscivo da solo in bici, che macinavo chilometri su chilometri. È novembre, fa buio presto, non ci sono più i 35 gradi, non c'è più il bisogno di uscire, sai che quando uscirai, oltre al rischio di incrociare contrabbandieri coi blindati nelle strade di campagna non c'è molto, sai che come uscirai così rientrerai.
Direi che dall'inizio delle superiori non ho mai avuto amici veri, certo quelli per uscire, per ridere e per scherzare ci sono sempre stati, ma quelli veri no. Il massimo è stato in terza media con un mio amico, eravamo sempre insieme, ma alle superiori siamo andati in due scuole diverse, certo ci frequentiamo comunque, ma non è come prima. Ah, la terza media, bei tempi, mi piaceva l'orchestra, avevo un migliore amico, una fidanzata, una prospettiva di vita, e tanta voglia di scoprire il mondo.
Ora invece guardo avanti e sono senza stimoli. Io per essere felice ho bisogno di avere la possibilità di ottenere 3 cose: il lavoro che voglio, una famiglia e viaggiare.
Se vedo che queste cose sono molto fattibili sono felicissimo, altrimenti non lo sono.
E in questo periodo durante le videolezioni pesanti sto guardando per il lavoro, credo che io abbia detto a una persona sola il lavoro che voglio fare, anzi a due, e me ne sono pentito amaramente di averlo detto a una di queste. Quel che vi dico è che è un lavoro che si può fare in tutta Italia e ha tanti tipi di mansioni da svolgere.
Per ottenere questo lavoro basta impegnarsi, non è impossibile ottenerlo, però devo rinunciare agli anni da universitario. Se gli universitari vanno alle feste, hanno le fidanzate, orari scelti da loro, diciamo che si godono quella fase di "sono grande ma non devo sorreggere proprio tutta la mia vita", io dovrei rinunciare a tutto questo, rinunciare alle feste, rinunciare alle fidanzate (sapendo che se sei in quella fascia d'età hai la scelta di tutte le 15enni che fanno la fila per uno più grande), rinunciare a una autogestione, e saltare la fase di "sono grande ma non troppo" e passare direttamente al "sono grande, ho responsabilità sulle mie spalle, ho già scelto cosa fare nella vita e uscito da qui non ho la libera scelta di fare altro". E tutto questo stando lontano da casa, svegliandosi alle 6 e venti, preparandosi in 12 minuti per una giornata nella quale ci si può solo sognare un minuto di riposo. E quindi dopo aver passato diciamo 4 anni fuori dal mondo sociale ti ritrovi lì, con un signor stipendio c'è da dire, però per riuscire ad avere l'incarico che voglio nella città che voglio, potrebbero anche passare 10 anni, potrebbe anche non arrivare mai, e cosa più brutta, potrei dover fare cose che odio, e le dovrei fare. Quindi per il lavoro sto iniziando a perdere quella motivazione che mi ha accompagnato dalla prima media ad oggi.
Poi viaggiare, beh di viaggiare viaggierò questo è certo, però mi stanno salendo i rimorsi dei viaggi che non ho potuto fare, a Roma in terza media perché davanti a me c'era un raccomandato, a Londra in primo superiore perché una professoressa a cui stavo antipatico mi ha fatto uscire col 9 anziché col 10 alle medie, e poi parlando con persone mi sono reso conto che c'è chi è molto più fortunato di me, c'è chi ha fatto viaggi per cui io sbavo, cose che solo la notte mi posso sognare, esperienze che non potrò mai fare, un po' per quello e un po' per altro. E quindi l'invidia (non in senso cattivo, nel senso beati loro) per gli altri e il rimorso di viaggi non fatti mi fa stare male.
E poi una famiglia, beh, qui ce ne sono di cose da dire. Non mi stupirebbe affatto il rimanere da solo. Giusto per chiarire, non sono uno di quelli che "a 30 anni non ho mai dato un bacio", con tutto il rispetto per loro, stanno decisamente peggio di me. Sono stato fidanzato e anche ultimamente se così possiamo dire (tvb m), però io sono molto selettivo, per questo non ho amici. Se devo avere una persona accanto deve avere dei principi morali ferrei, e pochissime persone li hanno.
Per questo per farmi prendere una cotta mi basta solo un sorriso, un sorriso di spensieratezza e la mia mente elaborerà un profilo di voi come persona perfetta. Un anno fa ci sono cascato, e mi sono dichiarato alla persona sbagliata, e menomale che mi ha detto no, altrimenti avremmo litigato dopo poco. Mi è successo di nuovo due mesetti fa, mi sono completamente innamorato semplicemente vedendo una sua foto sorridente. Quel poco per cui la conoscevo ha permesso alla mia testa di ritrarla come l'essere perfetto, e andando avanti col tempo lo diventava sempre di più. Però per mia fortuna c'è un fattore che ha fatto sì che non andassi lì come un coglione a dichiararmi. E tutt'ora lo ringrazio. Ho provato ad approfondire la conoscenza, e un po' sta ancora andando avanti ma veramente a strattoni. Poi, lo dico, sono curioso, io sono un computer, prendo un input e ne ricavo un output. Nel frattempo accumulavo più informazioni possibili su questa persona. Stalking direte voi, e in effetti si, siamo tutti degli stalker, tutti andiamo su i profili di altri, tutti cerchiamo su Google. Quindi stalking si ma non da reato, il reato scatta quanto le informazioni sono ottenute illegalmente. Dopo questa breve parentesi giudiziaria, analizzando dati su questa persona ho scoperto una cosa, una cosa che ha fatto crollare in me quel muro che proteggeva l'idea di persona perfetta. Mi sono reso conto che è quel tipo di persona che io disprezzo, da cui sto alla larga, con cui io non voglio avere nulla a che fare.
Quindi sbam, mi è caduto il mondo addosso, nel frattempo con questa persona i rapporti diventavano sempre più freddi. E quindi mi sono ritrovato così, con la consapevolezza che la persona che cerco forse non esiste (e non cerco una persona perfetta, la cerco con dei valori morali che in pochi anno, per il resto può avere tutti i difetti di questo mondo). Poi col lavoro non avrò un posto fisso dalla quale fare partire conoscenze, e io non sono il tipo che va in discoteca a conoscere persone o va a primi appuntamenti senza una minima conoscenza. Poi vorrei avere dei figli presto, verso i 28 anni, mio padre aveva 39 anni quando sono nato e crescere con un padre 50enne non è molto bello, vedi gli altri che fanno cose assurde con i genitori, e io invece devo tenerli d'occhio perché potrebbero avere un malore da un momento all'altro (cosa già successa sia a mia madre che a mio padre), significa non poter guardare oltre, non sono mai uscito dall'Italia perché mio padre non ce la fa a guidare molto. Avere un padre anziano vuol dire una cosa sola: vuol dire guardare il proprio padre e vedere i segni di 15 anni di un lavoro che ti ammazza. Ha dato tutto in quei 15 anni, da quando ne aveva 19 fino a 34, e poi si è fermato, da 20 anni ormai è fermo, è stanco. Stanco.
È sempre stato single per tutti i 15 anni, 15 anni di vita da solo in un bilocale. Poi ha conosciuto mia madre e 11 mesi dopo il loro primo incontro si sono sposati. Le persone ci mettono un anno per preparare il matrimonio e loro si sono sposati dopo 11 mesi. E io vorrei poter vivere la giovinezza, dai 20 fino ai 30 con qualcuno accanto, che non sia una 15enne come fanno molti ora.
Oh scusate, non vi ho detto perché mi sto confrontando con mio padre. È perché voglio fare il suo stesso lavoro, che più che un lavoro è uno stile di vita.
Io vorrei poter vivere gli anni migliori, che io collocò fra i 20 e i 30, serenamente, con qualcuno/a accanto, e poter viaggiare e magari avere la mansione che voglio nella città che voglio.
Ma c'è una cosa che la vita mi ha sempre urlato contro. È "non farti aspettative". E ha ragione la vita.
Perché so che al 99% non farò il lavoro che voglio nella città che voglio, rimarrò a vivere da solo in un paesino in culo al mondo, mangiando merendine come cena e senza nessuno che si preoccupi per me, mi posso solo sognare figli a 28 anni, mi posso sognare figli in generale perché una persona che vada bene con me non credo che esista, mi posso sognare di essere felice.
E la vita fino ad ora mi ha insegnato questo.
NON FARTI ASPETTATIVE, perché se non si realizzano, so cazzi amari, ci stai male e pure tanto. Più tempo passa è più le possibilità di avere il lavoro che amo, di avere una famiglia, di avere una moglie, di avere degli amici sfuma.
Il mio motto è "Live a live I'll remember" tratto da The nights di Avicii. Vivi una vita che ricorderai nel senso che quando arriverà il giorno in cui non ce la farò più a correre e mi dovrò fermare, voglio girarmi dietro e godermi quello che ho costruito, e se quando mi girerò non vedrò rimorsi, allora potrò morire felice.
La mia felicità momentanea è data da questo, dal vivere senza rimorsi.
E in questo momento quel che vedo sono molti rimorsi, sono molti anni passati da solo, una grande probabilità di non avere mai una famiglia, tanti rimorsi di non aver vissuto la fase "sono grande ma non troppo" e soprattutto vedo, anzi non vedo motivazioni, non vedo niente che mi convinca a fare uno sprint nella corsa che è la vita.
Ma del resto, fra 5 giorni compio 16 anni, e domani è un altro giorno in cui tutto può succedere.
Buonanotte