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08/08/2024 alle 16:26

I santi di oggi 8 agosto:

I santi di oggi 8 agosto:

nome San Domenico di Guzman- titolo Sacerdote e fondatore dei Predicatori- nome di battesimo Domenico di Guzmán- nascita 1170, Calaruega, Spagna- morte 6 agosto 1221, Bologna- ricorrenza 8 agosto, 4 agosto messa tridentina- Canonizzazione

13 luglio 1234- Santuario principale Basilica di San Domenico, Bologna- Attributi stella in fronte o sul capo, giglio, cane, Vangelo, bandiera o stendardo, rosario, croce, libro, abito domenicano (saio bianco, scapolare bianco, cappa nera)- Patrono di astronomi, oratori, cucitrici, Contrada San Domenico, Repubblica Dominicana, La Valletta, Pizzoferrato, Cavallino e ordine domenicano- Nato a Calaruega in Spagna nel 1170, da Felice Guzman e Giovanna di Asa, fu subito consacrato al Signore dalla madre sua, la quale aveva già visto in sogno che il figlio era destinato dal Signore a compiere cose grandi nella Chiesa. Appena ne fu capace, la pia Giovanna si prese cura di istruirlo nelle verità cristiane, e Domenico mostrava quanto grande fosse già fin d'allora la sua intelligenza e la sua pietà. A quattordici anni fu inviato all'Università di Valenza di dove uscì con la laurea in retorica, filosofia e teologia. Divenuto sacerdote e sentendosi inclinato ad una vita piuttosto ritirata dal secolo, entrò fra i Canonici Regolari di S. Agostino, dedicandosi alla conversione degli eretici Albigesi, ma dopo tante fatiche, visto che quello scoglio era troppo duro per essere spezzato da un uomo solo, meditò d'istituire un ordine di uomini religiosi i quali accoppiassero agli esercizi di pietà lo studio delle scienze ecclesiastiche per dedicarsi specialmente alla predicazione: pregò molto il Signore affinchè gli manifestasse la sua divina volontà: e finalmente comunicò il suo disegno ai vescovi della Linguadoca, e tutti unanimemente approvarono; sedici missionari che già con lui faticavano lo seguirono e così l'ordine fu iniziato a Tolosa nel 1215. Fondato a Prouille un monastero di religiose ed un Terz'Ordine, si recava a Roma per ottenere l'approvazione per i nuovi religiosi. La sua istituzione venne così sanzionata nel 1216 assieme alle sue sagge costituzioni, ed il granello di senapa seminato nel fecondo campo della Chiesa, non tardò a dare i suoi copiosi frutti, poiché, ancor vivente, egli ebbe la consolazione di vedere fiorire in molte regioni d'Europa numerosi conventi da lui medesimo fondati. Gli Albigesi si convertirono, gran parte del clero si uni alla santa crociata, e fra i Cristiani si notò presto un forte risveglio. La principale gloria di S. Domenico é però quella di aver divulgato la bella devozione del S. Rosario. Mentre egli predicava nella Linguadoca per la conversione degli eretici, vedendo che gran parte delle sue fatiche riuscivano vane, ricorse all'intercessione della SS. Vergine: e Maria SS. gli ispirò la recita di 150 Avemaria intercalate da 15 Pater e dalla considerazione di 15 misteri di nostra santa religione. Domenico ed i suoi figli con il Rosario riuscirono a convertire gli ostinati Albigesi; S. Pio V ottenne la celebre vittoria di Lepanto sui Turchi, e tutti i Santi che seguirono ebbero dal Rosario le più belle vittorie sul demonio. Il santo patriarca, dopo aver compiuto in Roma l'ufficio di maestro del Sacro Palazzo, percorse ancora una volta la Spagna e la Francia, lasciando in esse il profumo delle sue virtù e fondando diversi monasteri: ritornò quindi in Italia per terminare i suoi ultimi giorni nel bacio del Signore. Spirò a Bologna circondato dai suoi religiosi il 6 agosto 1221. PRATICA. Col Rosario anche noi vinceremo tutte le nostre difficoltà. PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato illuminare la tua Chiesa mediante le dottrine ed i meriti del Beato Domenico confessore, concedici, per sua intercessione, ch'essa non venga privata degli aiuti temporali, e sempre più progredisca nelle vie dello spirito. MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di San Domenico, sacerdote, che, canonico di Osma, umile ministro della predicazione nelle regioni sconvolte dall’eresia albigese, visse per sua scelta nella più misera povertà, parlando continuamente con Dio o di Dio. Desideroso di trovare un nuovo modo di propagare la fede, fondò l’Ordine dei Predicatori, al fine di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli, e raccomandò ai suoi confratelli di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della parola. La sua morte avvenne a Bologna il 6 agosto.

nome Santa Maria Elena MacKillop (Maria della Croce)- titolo Fondatrice- nome di battesimo Mary Helen Mackillop- nascita 15 gennaio 1842, Fitzroy, Australia- morte 8 agosto 1909, Sydney, Australia- ricorrenza 8 agosto- Beatificazione 19 gennaio 1995 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione Piazza San Pietro, 17 ottobre 2010 da papa Benedetto XVI- Maria è la prima beata originaria dell'Australia. I suoi genitori, pur essendo entrambi scozzesi, s'incontrarono per la prima volta in Australia. Suo padre era stato seminarista a Roma e diede mo-stra di un temperamento poco costante. Anche sua madre aveva dei difetti caratteriali e nell'insieme il loro matrimonio era piuttosto infelice, come ricordava la stessa Maria. Nel 1860 fu inviata come istitutrice a Penola (Australia meridionale), dove conobbe padre Giuliano Tenison Woods, un sacerdote e geologo, dotato e ben istruito, che divenne il suo direttore spirituale e in seguito il cofondatore delle suore di S. Giuseppe del S. Cuore (giuseppine), l'istituzione e la guida delle quali rappresentarono la principale attività della vita di Maria. Per dare soddisfazione al suo desiderio di servire Dio nella vita religiosa, Maria aveva accarezzato l'idea di entrare in una delle congregazioni già esistenti, ma padre Woods, molto preoccupato per la mancanza di istruzione dei cattolici, in quella fase di scoperta e di occupazione della terra, la spinse a rispondere a quest'impellente necessità. La nuova congregazione ottenne l'approvazione episcopale nel 1868. Il suo scopo, oltre ad altre opere di bene, era di offrire scuole ai bambini poveri e agli orfani. Gli inizi furono un po' turbolenti; si ebbero ripetuti scontri con i vescovi locali, che portarono a scomuniche, deposizioni e dispense dai voti, ma madre Maria finì per ottenere una vittoria completa. Nel 1981 le sue suore erano millesettecentonovanta, sparse in duecentoottantanove conventi in Australia, Nuova Zelanda e Perù. Maria aveva ricevuto un'istruzione di livello superiore rispetto alla maggioranza delle ragazze sue contemporanee in Australia, in parte anche grazie a suo padre: questa cosa, unita a sorprendenti qualità di coraggio e perseveranza, le permise di diventare insegnante ed educatrice, di lavorare in campo sociale e di prendersi cura dei meno fortunati. Nel 1867 padre Woods stese la prima regola per le suore e nello stesso anno Maria fece la professione. Nel 1869 professò i voti perenni e partì per una fondazione a Brisbane. Gli anni che seguirono furono molto duri. Alcuni vescovi australiani si trovavano a Roma in occasione del concilio Vaticano I, quando per Adelaide iniziarono i problemi. Padre Woods, da parte sua e in modo molto sconsiderato, aveva incoraggiato alcune suore che dicevano di aver avuto visioni, e molti membri del clero, da parte loro, desideravano che venisse rimosso dal suo posto di direttore dell'istituzione, per l'eccessiva insistenza sulla povertà e per il rifiuto di ogni aiuto dello stato. Nel 1871 il vescovo Sheil di Adelaide fece ritorno da Roma e anche Maria tornò nella città, mentre Woods la lasciò definitivamente; nel 1873 fu rimosso dalla direzione delle suore. Nel 1871 si contavano trentaquattro scuole e centoventisette suore nel sud dell'Australia, poste sotto l'amministrazione personale del vescovo. Essendo però debole di salute e molto influenzabile, scomunicò Maria con l'accusa di disobbedienza e dispensò circa cinquanta suore dai voti. L'anno seguente, con l'aggravarsi del suo stato, ritirò la scomunica e si scusò per essersi lasciato ingannare da cattivi consiglieri appartenenti al clero. Dopo la sua morte, nel marzo del 1872, le suore ripresero il loro stile di vita iniziale e la Santa Sede nominò una commissione per investigare sullo stato della diocesi, con particolare riferimento a questo incidente. I tre problemi fondamentali relativi all'ordine erano la necessità di un superiore generale, l'ostinazione nel non voler avere proprietà (nemmeno la casa madre dove istruire le novizie) e la posizione di padre Woods come direttore spirituale dell'ordine. Nel 1873 Maria si recò a Roma dietro un'appropriata presentazione e fu cortesemente ricevuta dal cardinale Barnabo e successivamente da Pio IX. I punti in questione vennero risolti istituendo la carica di superiora generale e modificando la regola sulla povertà. Così, come altre suore che si occupavano dell'insegnamento, furono incoraggiate a possedere (e non solo a prendere in affitto) i propri conventi. L'idea di un governo centrale fu accettata nel 1874: nel capitolo generale del 1875 furono quindi approvate le costituzioni e Maria venne eletta superiora generale. Nel frattempo ella aveva viaggiato in Inghilterra, Irlanda e Scozia, cercando con qualche successo fondi e postulanti. Nello stesso anno l'istruzione obbligatoria gratuita divenne legge nell'Australia meridionale, rimovendo con ciò stesso un altro elemento controverso. Questa in ogni modo fu una decisione non federale ma di un singolo stato, e gli altri, per un certo tempo, non adottarono lo stesso principio. Maria ottenne il sostegno dei nuovi arcivescovi di Sydney, Vaughan e Moran, mentre i vescovi del Queensland e dell'Australia meridionale le furono ancora ostili. Queste dispute ecclesiastiche attirarono molta attenzione, nonostante l'atteggiamento assai discreto e corretto di Maria, ma non si deve permettere loro di oscurare l'ottimo lavoro svolto dalle suore, esaltato anche dai giornalisti del tempo. Alcuni protestanti apprezzarono in maniera particolare l'opera sociale svolta dalle sorelle: ospizi, rifugi, asili e orfanotrofi. Esse aiutavano i poveri indipendentemente dalla fede professata e il loro lavoro era paragonato a quello dell'Esercito della salvezza. Quando andavano alla ricerca di fondi, trovavano sempre qualche donatore, poiché era noto che prestavano la loro opera gratuitamente e che vivevano nella povertà più completa; inoltre erano di una onestà impressionante e non tentavano mai di fare proseliti tra la gente che aiutavano. I visitatori potevano vedere con i loro occhi quanto fosse austera la vita condotta dalle suore. Nel 1885 ci furono nuovi problemi: il vescovo Reynolds di Adelaide era deciso a riottenere il controllo diocesano delle suore, contro il volere di Roma. Il sinodo plenario dei vescovi australiani si oppose al controllo da parte del governo centrale della congregazione, ma nel 1887 Roma soppresse questa decisione nei decreti sinodali approvati. Una volta ancora la Santa Sede aveva sostenuto l'istituto, ma essi notarono che il termine dell'incarico di Maria era scaduto prima della sua rielezione e così venne nominata una nuova superiora generale al suo posto. Nel 1888 le suore giuseppine furono nuovamente riconosciute dalla Santa Sede come Congregazione Regolare avente casa madre a Sydney. Le congregazioni diocesane dovevano contraddistinguersi attraverso un cambiamento di abito. Madre Bernarda fu confermata superiora generale per dieci anni, e Maria, divenuta sua assistente, trascorse molto tempo visitando le case nel Nuovo Galles meridionale, a Victoria, nel sud dell'Australia e in Nuova Zelanda. Nel 1898 Bernarda morì e Maria, quasi all'unanimità, venne nuovamente eletta superiora generale. Fu eletta ancora nel 1905, ma morì 1'8 agosto 1909 dopo un grave attacco apoplettico, storpiata dai reumatismi e sofferente da diversi anni per altre infermità. Questi problemi di salute, in aggiunta ai gravi conflitti interni e alle discrepanze con alcuni vescovi, la cui arroganza appare molto biasimevole, le diedero l'opportunità di praticare la sua eroica virtù, riconosciuta nella causa di beatificazione nel 1973. È stata beatificata da papa Giovanni Paolo II a Sydney nel 1995. Alla beatificazione venne invitato a partecipare tutto il popolo australiano, non solo i cattolici, in una cerimonia dallo spiccato sapore ecumenico (al punto che, per errore, gli ospiti delle altre Chiese furono indotti a credere di essere stati invitati a fare la comunione, e così fecero). Alcune persone oggi vedono Maria come una pioniera del femminismo per la coraggiosa guida dell'istituto e la grande perseveranza nell'affrontare i torti subiti dalla gerarchia locale. Molte sue fotografie mostrano un viso attraente e occhi penetranti. Sono rimaste circa mille lettere, scritte di suo pugno. Alcune descrivono i suoi numerosi problemi e rivelano umiltà e rispetto per l'autorità, ma al tempo stesso paziente perseveranza nel risolvere le molte difficoltà: «Non opponetevi a Dio», diceva, «perché le vostre anime gli sono molto care: Gesù Cristo è venuto nel mondo, ha patito ed è morto per salvare ognuno di noi». MARTIROLOGIO ROMANO. A Sydney in Australia, beata Maria della Croce (Maria Elena) MacKillop, vergine, che fondò la Congregazione delle Suore di San Giuseppe e del Sacro Cuore e la governò tra molteplici difficoltà e oltraggi.

nome San Ciriaco di Roma- titolo Diacono e martire- nascita Roma- morte 306 circa, Roma- ricorrenza 8 agosto- Santuario principale a Torre Le Nocelle- Attributi palma del martirio, demone ai piedi- Patrono di Torre Le Nocelle, Cirié- La Depositio Martyrum del 354 testimonia l'autenticità del martirio di Ciriaco e la devozione a questo santo presente a Roma già dall'antichità. Si dice che venne sepolto insieme a Largo, Smaragdo, Crescenziano, Memmia e Giuliana vicino alla settima pietra miliare della via ostiense. Questo Ciriaco è stato confuso con un omonimo, il fondatore del luogo di preghiera chiamato titulus Cyriaci, di cui in epoca più tarda venne scritta la storia della vita e del martirio per ordine di Massimiano. Questo posto viene citato ampiamente in un episodio degli Atti apocrifi di S. Marcello papa (16 gen.). MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma al settimo miglio della via Ostiense, santi Ciriaco, Largo, Crescenziano, Memmia, Giuliana e Smaragdo, martiri.

nome Beata Maria Margherita Caiani- titolo Religiosa, fondatrice delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore- nome di battesimo Maria Anna Rosa Caiani- nascita 2 novembre 1863, Poggio a Caiano, Prato- morte 8 agosto 1921, Firenze- ricorrenza 8 agosto- <br /> Beatificazione Piazza San Pietro, 23 aprile 1989 da papa Giovanni Paolo II- Maria Anna Rosa Caiani (poi Maria Margherita), la fondatrice delle Minime suore del Sacro Cuore di Gesù del Terz'ordine francescano, nacque a Poggio a Caiano, vicino a Firenze, il 2 novembre 1863. Già in tenera età nutriva il desiderio di diventare suora, ma per un certo tempo non riuscì a decidere quale ordine fosse adatto ai suoi ideali di preghiera e di servizio ai bisognosi, specialmente bambini, malati e anziani. Infine entrò nella congregazione delle suore bettine di S. Massimo a Campi Bisenzio. La scelta non la soddisfece e abbandonò il convento, convincendosi che l'unico modo per trovare un ordine che fosse esattamente secondo i suoi desideri fosse quello di fondarne uno lei stessa. Nel 1894, con l'aiuto finanziario della famiglia, insieme a due amiche fondò una scuola per bambini abbandonati. Il 15 dicembre 1902, insieme a cinque compagne, aprì la sua comunità, conducendo vita religiosa in una casa che era anche una cappella dedicata al Sacro Cuore. Prese il nome di Maria Margherita in memoria di Margherita Maria Alacoque (16 ott.). L'ordine crebbe e si diffuse a Milano, Firenze, Livorno, Arezzo, Lodi e Genova. Nell'ottobre 1915, al primo capitolo generale, fu eletta madre superiora. Fondò da sola dodici case e oggi l'ordine conta circa cinquecento membri in cinquantaquattro conventi nonché cinque case missionarie in Egitto, Israele e Brasile. Maria Margherita morì a Firenze l'8 agosto 1921 ed è stata beatificata da Giovanni Paolo II il 23 aprile 1989. 11 papa sottolineò la sua assidua dedizione verso le persone povere e sfortunate della Toscana, i bambini abbandonati e i soldati feriti e la sua abilità nell'ispirare il medesimo impegno nelle altre sorelle. MARTIROLOGIO ROMANO. A Poggio a Caiano in Toscana, beata Maria Margherita (Maria Anna Rosa) Caiani, vergine, fondatrice dell’Istituto delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore per la formazione della gioventù e l’assistenza ai malati.

nome Beato Giovanni Felton- titolo Laico coniugato, martire- nascita Norfolk, Inghilterra- morte 1570, Londra, Inghilterra- ricorrenza 8 agosto- Il 25 febbraio 1570 papa S. Pio V (30 apr.) emanò contro la regina d'Inghilterra un decreto di deposizione con uno scritto che fu, di fatto, lettera morta ma che aumentò le già considerevoli difficoltà dei cattolici inglesi, devoti, ma fedeli alla sovrana. Egli pubblicò la bolla Regnans in excelsis contro la regina Elisabetta, apparentemente ancora cattolica, come parte del suo mal concepito incoraggiamento a Filippo di Spagna a invadere l'Inghilterra e deporre Elisabetta a favore di Maria, regina di Scozia, pretendente cattolica al trono. Non solo ignorò le tendenze antíspagnole di molti cattolici inglesi, ma fece il gioco di Robert Cecil, conte di Salisbury, spingendo il nuovo parlamento a promulgare decreti con pene crudeli contro i cattolici. Pio V scomunicò Elisabetta, la privò del regno e dichiarò che tutti i suoi sudditi erano liberati dall'obbligo di fedeltà perché ella aveva rivendicato la guida della Chiesa in Inghilterra, protetto gli eretici, perseguitato i cattolici e forzato i suoi sudditi all'eresia e al rifiuto del papato, contrariamente al suo giuramento reale. La bolla venne pubblicata in sordina e non venne resa nota direttamente a nessun sovrano cattolico. Ciò nonostante venne spedita dai porti olandesi: il governatore generale dei Paesi Bassi spagnoli ne inviò sei copie stampate a Roberto Ridolfi, un banchiere fiorentino residente a Londra, e il 25 maggio successivo, per la festa del Corpus Domini, ne fu affissa una sulla porta della casa del vescovo di Londra, vicino alla cattedrale di S. Paolo. Presumibilmente l'aveva attaccata là, la notte precedente, Giovanni Felton, un nobile cattolico con grandi proprietà, dopo averla avuta dal cappellano dell'ambasciatore spagnolo. Giovanni Felton era originario di Norfolk ma viveva a Bermondsey Abbey, nello Southwark. Era un uomo appassionato, il cui temperamento lo rendeva privo di controllo quando gli interessi della sua religione venivano minacciati. Un'altra copia della bolla fu trovata nella stanza di un noto avvocato cattolico, che venne arrestato e torturato, fino a che confessò di averla ricevuta da Felton. Felton venne catturato a Bermondsey da cinquecento alabardieri, che avevano circondato la sua abitazione già dal mattino presto. Egli confessò il fatto e fu condannato a tre mesi di prigione. Per tre volte fu torturato nella speranza di fargli confessare un complotto politico con gli spagnoli, ma egli rifiutò di compromettere altre persone e, quando venne portato in giudizio il 4 agosto, si dichiarò colpevole di avere spedito la bolla e sostenne l'autorità della Santa Sede. Quattro giorni dopo venne trascinato sul sagrato della cattedrale di S. Paolo. Superando la paura iniziale, si volse verso la casa del vescovo e, indicandone la porta, disse: «Ho affisso qui le lettere del supremo pontefice contro la finta regina. Ora sono pronto a morire per la fede cattolica». Sebbene sul patibolo avesse definito la regina «la pretendente», le mandò un prezioso anello di diamanti sfilandoselo dal dito, come segno di attaccamento, si inginocchiò, recitò il miserere, venne impiccato e in seguito squartato ancora vivo. Nell'attimo prima di morire, la figlia lo udì pronunciare due volte il nome di Gesù. I suoi gioielli e l'argenteria vennero confiscati per uso della regina. L'azione di Felton fu alquanto temeraria e aumentò le difficoltà dei cattolici, che volevano attestare la loro fedeltà nella maniera il più precisa possibile; il suo gesto, tuttavia, non motivava affatto la condanna, che rientrò nel programma di ammonimento esemplare contro ribellioni e cospirazioni. In quella estate si temette un'invasione, quando una numerosa flotta spagnola fu mandata ad Anversa per scortare la futura moglie di Filippo II; nell'inverno, Elisabetta, benché in apparenza ostentasse arroganza, tentò in segreto, tramite l'imperatore Massimiliano II, di fare revocare la sentenza papale. La moglie di Felton, che era stata amica d'infanzia della regina, venne autorizzata a tenere in casa un prete come cappellano, per sé e la sua famiglia, per tutta la vita. Questi controsensi rivelavano l'esistenza di una ampia indulgenza e di possibili capovolgimenti di condotta e alleanze e, quando la contrapposizione ideologica svanì e il periodo di antagonismo terminò, fu chiaro che Felton era stato una vittima sotto diversi aspetti. Venne beatificato da papa Leone XIII con un decreto del 1886, ratificando l'opinione della Chiesa cattolica inglese che lo considerava un martire. MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra in Inghilterra, beato Giovanni Felton, martire, che, crudelmente dilaniato presso la cattedrale di San Paolo per avere affisso in pubblico la bolla di scomunica emessa dal papa san Pio V contro la regina Elisabetta I, compì gloriosamente il suo martirio invocando il nome del Salvatore.

nome Sant'Altmanno di Passau- titolo Vescovo- nascita 1015 circa, Paderborn, Germania- morte 8 agosto 1091, Zeiselmauer, Vienna- ricorrenza 8 agosto- Altmanno nacque a Paderborn, in Germania, nel primo quarto dell'm secolo. Studiò a Parigi e, dopo l'ordinazione, divenne in un primo tempo priore e direttore della scuola della cattedrale di Paderborn, poi preposto del collegio dei canonici di Aachen e infine cappellano dell'imperatore Enrico III e consigliere e confessore dell'imperatrice Agnese. Nel 1064 partecipò a un pellegrinaggio in Terra Santa con settemila fedeli (numero alquanto improbabile). In Palestina vennero attaccati dai saraceni e costretti a rifugiarsi in un villaggio abbandonato. Salvati dal massacro da un emiro caritatevole, alla fine raggiunsero Gerusalemme, ma non riuscirono a visitare nessun altro luogo santo, e solo metà dei pellegrini fece ritorno. Una volta in patria Altmanno fu nominato vescovo di Passau e diede prova di efficienza e responsabilità: fondò un'abbazia di canonici agostiniani a Gòttweig, a S. Inilten sostituì i canonici secolari con gli agostiniani e introdusse la riforma cluniacense a Kremsmiinster. Nel 1074 il papa S. Gregorio VII rinnovò i decreti pontifici contro la simonia e il matrimonio degli ecclesiastici. Quando Altmanno lesse la lettera nella cattedrale scoppiò un tumulto, e il suo preposto si mise a capo dell'opposizione al celibato. Gli agostiniani erano dalla parte di Altmanno mentre gli oppositori cercarono l'appoggio dell'imperatore. Altmanno scomunicò il preposto e, quando il papa vietò l'investitura dei laici, entrò in conflitto con l'imperatore Enrico IV, che lo destituì e lo costrinse a cercare rifugio a Roma. Era angustiato dal timore di aver peccato di simonia, avendo ottenuto il vescovado dall'imperatrice Agnese, ma Gregorio VII. lo rassicurò e lo nominò legato pontificio per la Germania. Altmanno riprese il suo incarico nel 1081 ma venne espulso quasi subito. Trascorse il resto della vita in esilio ma conservò una certa influenza sulla zona orientale della sua diocesi. Nonostante Altmanno non percepisse rendite, rimase caritatevole verso i poveri e, durante una carestia, vendette i suoi mobili per aiutare i sofferenti. Ebbe un ruolo importante nella storia dei primi canonici regolari, che istituì a S. Floriano, a S. Nicola nella sua cattedrale e in altre città. Il suo culto venne approvato da papa Leone XIII. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Göttweig nel territorio dell’odierna Austria, sant’Altmanno, vescovo di Passau, che fondò numerose case di chierici sotto la regola di sant’Agostino, rinnovò la disciplina del clero e morì in esilio, scacciato dalla sua sede per aver difeso la libertà della Chiesa contro l’imperatore Enrico IV.

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