@Lulaina
La venditrice di fiori (Cap. VII, parte 2) descr.
Tratto da: Nobiltà decaduta
Stavo passeggiando per le vie della Città quando arrivai al mercato delle spezie là dove sta la statua del primo teorizzatore dell'esistenza di altri mondi. Camminando meco c'era Sor Ennio, un grande amico che mi accompagna dai tempi della guerra civile. Passammo per una di quelle viette strette che stanno in tutte le città antiche, una di quelle con l'edicole mariane poste sui muri così in alto che nessuno riesce a scorgerne la raffigurazione della Madonna per bene
Appena sullo sbocco della stradina, sull'angolo fra questa e la piazza, vi era una giovane ragazza che vendeva fiori, chiedendo ai passanti "Volete un fiore, signore? Volete un fiore? Ho bellissime viole" Teneva questi questo con una fascia del suo vestito, che credo potesse esserne lo scialle: era difficile capire la natura di quel vestito poiché tutto stropicciato e messo cadente, era anche vecchio. Ma non vecchio come quando compri un vestito da giovane e la povertà ti porta a riutilizzarlo per anni, ma quel vecchio che ingiallisce i tessuti che devono essere appartenuti ad un altro membro della famiglia: il riciclo degli indumenti è assai comune fra i poveri, eppure questo vestito sembrava essere di una seta un tempo pregiata, così come i colori ormai sbiaditi conservavano ancora in vago ricordo degli antichi fasti vividi e dorati, con quei motivi barocchi e ricami eleganti: non era il vestito di una popolana. Il motivo floreale mi ha ricordato molto i sofà della casa di mia madre, ho da pensare che il suo vestito fosse di età e stile simile. Portava sulla testa una fascia in seta che raccoglieva i capelli della parte posteriore della nuca. Sul davanti due ramoscelli: uno di alloro e l'altro credo dovesse essere ulivo. Non erano messi come usavano fare gli imperatori ed i poeti ma come frange sopra la fronte. Aveva uno sguardo vinto e che esprimeva inferiorità. Sor Ennio guardò la ragazza e le commentò:<br /> <br /> "posto ironico per vendere viole."<br /> "non vendo solamente viole signore. Ho qui meco altri fiori ed altre piante con cui potete omaggiare la vostra sposa, abbellire il vostro salotto o rendere onore ai vostri avi."<br /> "Parli in maniera elegante per essere una ragazza che vende fiori."<br /> <br /> Ci fu un momento di silenzio dove la ragazza guardò il mio compare come ferita; ferita non perché si sentisse colpita nell'orgoglio ma perché le si è voluto rammentare un fatto che avrebbe presto scordato se solo ne avesse avuto l'occasione. Guardai Sor Ennio con sguardo rimproverante, non mi sembrava modo di rivolgersi ad una giovane fanciulla di bassa estrazione. Questa rispose con calma, ma con voce spezzata.<br /> <br /> "Fui nobile una volta, monsignore. Nacqui da madre contessa e padre marchese, ricevetti un'educazione appena sufficiente per quello che si conface ad una donna della mia classe, ma ben presto la mia famiglia finì di cadere nel disonore." <br /> "Mi dispiace molto ragazza. A quale famiglia dite di appartenere?"<br /> "Falconieri Sofia e Crescenzi Michele furono i miei genitori"<br /> "Sono venuti meno? Condoglianze"<br /> "Solo mio padre. Mia madre lavora come sguattera presso i Ruspoli, a Cerveteri."<br /> "Com'è possibile che una famiglia nobiliare casa così in basso e che lo Stato non ne preservi il decoro?"<br /> <br /> La ragazza fissò Sor Ennio e tutto ciò che rispose fu:<br /> <br /> "Volete un fiore, signore?" <br /> <br /> #letteratura