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I santi di oggi 3 dicembre:
nome San Francesco Saverio- titolo Sacerdote- nome di battesimo Francisco de Jasso Azpilicueta Atondo y Aznares de Javier- nascita 7 aprile 1506, Navara, Spagna- morte 3 dicembre 1552, Isola di Sancian, Cina- ricorrenza 3 dicembre- Beatificazione 25 ottobre 1619 da papa Paolo V- Canonizzazione 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV- Santuario principale Chiesa del Bom Jesus di Goa- Patrono di Australia, Cina, Giappone, India, Nuova Zelanda, Navarra, Sant'Anastasia, San Giovanni in Fiore, Sorbo San Basile, missioni, missionari, marinai, cause di difficile risoluzione, compatrono di Napoli- Il giorno 7 aprile dell'anno 1506, nel castello di Saverio, nella Navarra, nasceva colui che Urbano VIII chiamerà « l'Apostolo delle Indie », S. Francesco Saverio. Fin dall'adolescenza si applicò con amore appassionato allo studio delle lettere, nelle quali conseguì ottimi risultati. Già professore di Filosofia nel collegio di S. Barbara in Parigi, si incontrò per provvidenza di Dio con S. Ignazio di Loyola. Questi gli ripeteva instancabilmente la sentenza evangelica: « Che giova all'uomo acquistare il mondo intero, se poi perde la sua anima? ». Con l'aiuto della grazia il santo fondatore dei Gesuiti lo indusse a riflettere bene su ciò, facendogli comprendere la verità e l'importanza di questa massima, tanto che egli abbandonando ogni progetto mondano, si diede con tutte le sue energie alla causa santa del Signore, sotto l'esperta guida di S. Ignazio. Frattanto Francesco divenne diacono e finalmente, dopo due mesi di aspre penitenze, potè celebrare con indicibile effusione di cuore, la sua prima Messa.
In questo frattempo Giovanni III, re del Portogallo, avendo udita la fama dei compagni di Ignazio, ne chiese alcuni per mandarli missionari nelle Indie orientali. Ignazio saputo questo e illuminato dal cielo, scelse il Saverio, il quale accettò volentieri la missione affidatagli. Ricevuta la benedizione papale, partì e arrivò felicemente a Goa, principale città delle Indie, che fu la prima a ricevere i frutti della parola di Francesco. Da Goa passò a Malacca, indi a Trovancore e nelle terre circostanti: dovunque l'apostolo infaticabile operava conversioni e prodigi. Il suo zelo veramente non ebbe confini. Si spinse fin nel Giappone, dopo esser ritornato a Goa, per rivedere le cristianità già fondate, e colà pure il divino seme produsse molti buoni frutti.
Sebbene esausto di forze, concepì il progetto di inoltrarsi nella immensa Cina, e lo aveva quasi attuato, quando il Signore, contentandosi dell'eroico suo proposito, lo chiamò a sò nella gloria.
Questo Santo, tanto insigne, si distinse in tre virtù in modo particolare. Nel suo grande zelo : un unico desiderio aveva: saziare il Cuore di Gesù famelico di anime. Per questo ideale, non badò a sacrifici, a lacrime, ad umiliazioni, a dolori, a sangue. Si distinse ancora per l'ubbidienza eroica ch'egli abbracciò nonostante gli ordinasse di abbandonare i suoi cari, la famiglia e la terra natia, per andare solo, lontano, verso luoghi sconosciuti. Fu eroico inoltre il suo spirito di sacrificio che lo portò ad un amor di Dio tanto grande da fargli spostare due costole dalla parte del cuore. Morì su uno scoglio arido e desolato di fronte alla Cina, avendo per unica compagnia e conforto un servo indigeno. Moltiplicandosi i miracoli ricevuti per sua intercessione, fu elevato agli onori degli altari e proclamato celeste protettore di tutte le missioni cattoliche. La tomba di San Francesco Saverio si trova nella Basilica del Bom Jesus a Goa, in India. Questo luogo, patrimonio dell'umanità UNESCO, custodisce il corpo del santo, che riposa in una teca all'interno della chiesa. Francesco Saverio, noto per la sua opera di evangelizzazione in Asia, morì nel 1552 sull'isola di Sancian, vicino alla Cina, e il suo corpo fu successivamente trasferito a Goa. PRATICA. Una preghiera e una offerta per le missioni cattoliche. PREGHIERA. Signore, che per mezzo del tuo servo Francesco Saverio, hai voluto aggregare alla tua Chiesa nuovi popoli. concedi a noi di imitare nell'esempio delle virtù colui di cui ammiriamo i meriti. Bibl., CONNOR, Invoca il Saverio, Ed. Paoline.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Francésco Savério, Sacerdote della Compagnia di Gesù e Confessore, Apostolo delle Indie, celeste Patrono della Congregazione e dell'opera della Propagazione della Fede e di tutte le Missioni; il quale si riposò in pace nel giorno precedente.
nome Sant'Ilaria- titolo Martire di Roma- ricorrenza 3 dicembre- S. Ilaria fa parte di un gruppo di martiri romani insieme con il marito Claudio e i figli Giasone e Mauro. La loro passione dipende, o meglio è conglobata in quella dei Ss. Crisanto e Daria nella quale si racconta che Claudio era un tribuno militare il quale, mentre interrogava Crisanto e Daria arrestati come cristiani durante la persecuzione di Numeriano negli anni 80 del III secolo, si convertì per le argomentazioni dei due cristiani, seguito dalla moglie, dai figli e da settanta soldati. Quando la notizia fu comunicata all'Imperatore, questi ordinò che Claudio fosse gettato in mare con una pietra al collo e che Giasone, Mauro e i soldati fossero decapitati. Mentre Ilaria si apprestava a dare sepoltura ai figli, fu arrestata a sua volta e uccisa mentre pregava. I sepolcri dei quattro martiri si trovavano sulla via Salarla e quello di Mauro era stato decorato con una epigrafe contenente un carme di papa Damaso. PREGHIERA O Signore fa che per l'intercessione dei tuoi santi, l'umanità ritorni alla pratica della fede cristiana per una nuova evangelizzazione di questo terzo millennio a lode e gloria del tuo nome ed il trionfo della Chiesa. Amen.
nome Santi Claudio, Ilaria, Giasone e Mauro- titolo Martiri a Roma- ricorrenza 3 dicembre- La storia di San Claudio martire e della sua famiglia, riportata nel Martirologio di Adone, è immersa nella leggenda e risale al III secolo d.C. La leggenda, riportata nella passio dei santi Crisante e Daria, narra di come il tribuno militare Claudio, di guardia presso il carcere Tulliano, fosse convinto dalla santità di due illustri prigionieri, san Crisante e santa Daria, e da questi convertito. Insieme con lui si battezzarono la moglie Ilaria, i due figli Giasone e Mauro e i settanta soldati che obbedivano ai suoi ordini. L'Imperatore Numeriano (283-284) fece quindi gettare Claudio in mare con un sasso al collo. I due figli, che si ostinavano nella fede cristiana, furono decapitati lungo la via Salaria. Lo stesso avvenne ai settanta soldati. Per accogliere i loro corpi, venne scoperto un canale sotterraneo lungo la strada consolare.
nome Beato Giovanni Nepomuceno Tschiderer Von Gleifheim- titolo Vescovo di Trento- nascita 15 aprile 1777, Bolzano- Ordinato diacono 24 giugno 1800 dal vescovo Emanuele Maria Thun- Ordinato presbitero 27 luglio 1800 dal vescovo Emanuele Maria Thun- Nominato vescovo 24 febbraio 1832 da papa Gregorio XVI- Consacrato vescovo 20 maggio 1832 dal vescovo Bernhard Galura- morte 3 dicembre 1860, Trento- ricorrenza 3 dicembre- Incarichi ricoperti Vescovo titolare di Elenopoli di Bitinia (1832-1834), Vescovo ausiliare di Bressanone (1832-1834), Vescovo di Trento (1834-1860)- Beatificazione 30 aprile 1995 da papa Giovanni Paolo II- Giovanni nacque a Bolzano nel 1777, di nobile famiglia, quinto di sette fratelli una volta perfezionati gli studi classici e filosofico-teologici a Innsbruck, nel 1800 Giovanni fu ordinato sacerdote. Dopo i primi anni di apostolato nella diocesi di Trento, dove gli furono affidate piccole parrocchie dell'Altoatesino, si trasferì a Roma per ragioni di studio. Tornato a Trento, fu incaricato dell'insegnamento della teologia e della pastorale nel locale seminario diocesano. Promosso vescovo ausiliario di Bressanone nel 1832, nel 1835 gli venne affidata la sede di Trento, con il titolo di principe-vescovo, restituito da Francesco Giuseppe I d'Austria al suo predecessore. Resse la cattedra di San Vigilio nei difficili anni della rivoluzione politica e sociale europea, anni di epidemie e di guerre, prodigandosi nell'assistenza agli ammalati e ai feriti, ai prigionieri e agli orfani, fondando anche numerose opere di carattere socio-assistenziale; sul piano politico e diplomatico, con la stessa determinazione non mancò di far valere i legittimi interessi della Santa Sede e della sua diocesi, soprattutto nelle grandi conferenze episcopali tedesche del 1849 e 1856. Uomo di animo sincero, intrattenne una cordiale relazione personale con l'abate A. Rosmini. Fu sepolto nel duomo di 'Trento, segno della particolare venerazione che ancora oggi gli è riconosciuta dai trentini. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 30 aprile 1995, a Trento. MARTIROLOGIO ROMANO. A Trento, beato Giovanni Nepomuceno De Tschiderer, vescovo, che governò questa Chiesa con evangelico ardore di fede e senso di umanità e in tempo di sventura offrì una mirabile testimonianza di amore per il suo gregge.
nome San Lucio di Coira- titolo Vescovo e martire- ricorrenza 3 dicembre- Attributi bastone pastorale- Patrono di Liechtenstein e diocesi di Coira- Nella prima parte del Liber Pontificalis, compilato nel 530 circa, si afferma, parlando di papa S. Eleuterio (circa 174-189), che «ricevette una lettera da Lucio, un re britannico, che chiedeva di diventate cristiano per suo ordine» (cioè, chiedendo al papa di inviare missionari). Questa affermazione è riportata da Beda nel suo Chronicon, quasi letteralmente. Nella sua Historia Ecclesiastica scrive: Nell'anno 156 del Signore, Marco Antonino Vero (Marco Aurelio), quattordicesimo dopo Augusto, salì al trono con il fratello Aurelio Commodo (Lucio Vero). In quel tempo, mentre era a capo della Chiesa romana il beato Eleuterio, Lucio re dei britanni gli mandò una lettera, pregandolo di farlo diventare cristiano per sua decisione; e subito raggiunse lo scopo della pia richiesta: fino al tempo dell'imperatore Diocleziano, i britanni conservarono integra la fede ricevuta in piena tranquillità. Beda fa un terzo riferimento alla conversione di Lucio nel riassunto alla fine della Historia Ecclesiastica, sebbene lo collochi nel 167. Le date non sono necessariamente incompatibili se tiene in considerazione l'accettazione della sua richiesta, l'invio di una missione e il riconoscimento ufficiale della nuova fede da parte del re e dei sudditi. È certamente possibile che un capo o re locale (non, in quest'epoca primitiva, un re di Gran Bretagna) avesse desiderato diventare cristiano e scrivesse a Roma per questo scopo; ad ogni modo, Gilda, Gregorio Magno, Agostino di Canterbury e nessun altro citano una missione di papa Eleuterio in Gran Bretagna: le parole di Beda e la sua fonte, il Liber Poli/incalzi., sono le sole testimonianze. È stato ipotizzato che la storia di Lucio sia stata deliberatamente inventata per dimostrare l'origine romana della Chiesa in Gran Bretagna, per controbattere i vescovi della Northumbria prima del sinodo di Whitby (663/664), ma questa storia compare a Roma prima dell'inizio di questi dissensi, e in Inghilterra è citata da Beda per la prima volta circa duecento anni dopo la loro conclusione. Non vi è prova, fino al periodo dopo la Riforma, che la storia di Lucio sia stata usata nella controversia per sostenere la paternità romana della cristíanizzazione della Gran Bretagna, e queste supposizioni successive tendono a confondere le idee. Una spiegazione ingegnosa è stata avanzata da Adolf Harnack, che afferma che l'unico re conosciuto che accettò la fede cristiana alla fine del 11 secolo fu Abgar IX di Edessa, che diventò sicuramente cristiano quando Eleuterio era papa. Gli apostoli Taddeo e Giuda compirono una missione a Edessa dove furono sepolti; il nome completo di re Abgar era Lucius Aelius Septimius Megas Abgarus bar Ma'nu, e la fortezza di Edessa si trova latinizzata negli antichi documenti come Britum Edessenorurn. Nel copiare un resoconto della conversione di Lucius Abgar, «Hic accepit epistulam a Lucio in Britannio rege». Canon Dixon, che accetta la versione di Harnack, commenta che le tre ulteriori lettere per sostituire Britannia a Britio erano destinate, tra le altre cose, a dare alla Gran Bretagna un ulteriore re e alla Chiesa un santo che non esisteva. La storia originale, relativamente semplice, è stata arricchita in modo consistente; la Historia Brittonum la raccontò nuovamente nel IX secolo, trasformando in celtico il nome Lucius: Leufer Mawr («Grande Splendore») e chiamando il papa Eucharistus». Il Liber Landavensis chiama gli inviati di Lucio, Elvinus e Meduinus, che diventarono Elfan e Medwy nella versione popolare in Galles. Un editore primitivo di William di Malmesbury chiama i missionari inviati con il nome di Faganus e Deruvianus; nel secolo, Geoffrey di Monthmouth, la cui immaginazione prevalse sulla storia, descrisse dettagliatamente come l'intero paese fu convertito alla fede, e come i flamens e gli archflamens, sacerdoti degli dèi romani, fossero sostituiti da vescovi e arcivescovi cristiani, insediati a Londra, York e Llandaff. Rudbourne, uno storico della cattedrale di Winchester del XV secolo ne attribuì la fondazione a Lucio. Giovanni Stow, nella sua rassegna della Londra del xvI secolo, scrive di St Peter's in Cornhill: In questa chiesa rimane una tavola su cui è scritto, non so da chi, ad ogni modo successivamente, che re Lucio fondò la stessa chiesa perché diventasse la sede metropolitana di un arcivescovo e chiesa principale del suo regno, che durò per quattrocento anni fino all'arrivo del monaco Agostino.<br /> Medwy e Ffagan sono chiese della zona di Llandaff, e St Fagan's è il nome di una stazione ferroviaria fuori Cardiff; sembra che questi nomi di fondatori di chiese siano stati aggiunti alla storia di Lucio, ma che non ne facciano parte. Altre leggende, come quella della chiesa di Coira nei Grigioni, secondo cui Lucio fu missionario, vescovo e martire, e la storia svizzera che sia stato battezzato da S. Timoteo (26 gen.), non sembrano avere fondamento.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Coira nell’odierna Svizzera, san Lucio, eremita.
nome San Sofonia- titolo Profeta- nascita VII secolo a.C., Gerusalemme- morte VII secolo a.C., Gerusalemme- ricorrenza 3 dicembre- Attributi rotolo della profezia- Sofonia visse nel sec. VII a.C., (dall'ebr. Jahvè protegge) è il nono tra i dodici profeti minori dell'Antico Testamento. Esercitò la sua attività al tempo di Giosia re di Giuda (638-609 a. C.) e fu contemporaneo di Geremia, assieme al quale diede nuova vita al profetismo che era venuto a mancare da una cinquantina d'anni. Il Libro di Sofonia denunzia irreligiosità, delitti e colpe e ammonisce che è prossimo il giorno del Signore, Dies irae della punizione (1, 15). Descrive la desolazione che colpirà popoli vicini e lontani e Gerusalemme stessa; termina preannunziando la restaurazione della nazione e la salvezza di tutti i popoli che loderanno Dio. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Sofonia, profeta, che nei giorni di Giosia, re di Giuda, preannunciò la rovina degli empi nel giorno dell’ira del Signore e confortò il popolo dei poveri e dei bisognosi nella speranza della salvezza.
nome San Cassiano di Tangeri- titolo Martire- nascita Tangeri, Marocco- morte 298, Tangeri, Marocco- ricorrenza 3 dicembre- La tradizione vuole che S. Marcello il Centurione (precedentemente venerato il 30 ott.) fu processato davanti ad Aurelio Agricola a Tangeri, e che la causa fu trascritta da uno scriba di nome Cassiano. Quando quest'ultimo udì che Agricola aveva condannato a morte Marcello, scaraventò il suo stilo e la tavoletta per terra in segno di protesta. Agricola balzò in piedi, tremante per questa sfida, e chiese una spiegazione. Cassiano rispose che la sentenza era ingiusta, e Agricola ordinò che fosse immediatamente sollevato dal suo incarico e rinchiuso in prigione. Successivamente fu processato, ma rispose nello stesso modo in cui aveva fatto Marcello, perciò fu martirizzato nella stessa maniera. Il racconto di Ruinart non è, quasi certamente, letterale, e vi sono dubbi se Cassiano abbia di fatto avuto contatti con S. Marcello, tuttavia un martire chiamato Cassiano era con certezza venerato a Tangeri nel iv secolo. Prudenzio scrisse un inno per commemorarne il martirio, che può essere considerato un racconto archetipo: il fatto che uno scriba della corte marziale, simpatizzante dci cristiani, abbia trovato il coraggio di unirsi all'imputato per difenderlo può essere accaduto in diverse occasioni, perciò la sostanza del resoconto può essere accettabile. MARTIROLOGIO ROMANO. A Tangeri in Mauritania, nell’odierno Marocco, san Cassiano, martire.
nome San Birino di Dorchester- titolo Vescovo- morte 650 circa, Dorchester, Inghilterra- ricorrenza 3 dicembre- Birino (Birin, Berin), forse longobardo, monaco benedettino inviato da papa Onorio I in missione in Gran Bretagna, durante il viaggio fu consacrato da Asterio, vescovo di Genova, secondo quanto afferma Beda. Gli fu ordinato di «diffondere il seme della santa fede nelle regioni più remote d'Inghilterra, dove nessun maestro era stato prima».<br /> Non è chiaro il motivo per cui il papa abbia ritenuto necessario mandare un vescovo consacrato dall'Italia in questa missione, senza tenere conto della struttura ecclesiastica già istituita a Canter-bury. Non vi è testimonianza di nessun contatto tra Birino e Canterbury. L' Anglo-Saxon Chronicle lo definisce «vescovo di Roma», indicando forse che la sua presenza non era molto benvoluta alle gerarchie inglesi. Quando arrivò nel Wesscx, Birino trovò il popolo così all'oscuro sulla fede che decise di fermarsi e catechizzarlo. In seguito a una missione itinerante nel Wessex, convertì Cyncgils, rc dei Sassoni occidentali, e lo battezzò con tutta la famiglia. Gli fu affidata la sede di Dorchester (nell'Oxfordshire), che a quel tempo era una fiorente città romano-britannica di una certa importanza e si trovava in una zona assai popolata. Il suo apostolato durò quindici anni, durante i quali fece costruire molte chiese, anche se ora è difficile stabilire la sua relazione con quelle che restano nella zona e che risalgono a questo periodo: la chiesa di Wing (nel Buckinghamshire) quasi certamente è una sua fondazione. Nei suoi ultimi anni di vita, Birino dedicò una chiesa a Winchester, una città di crescente importanza, che sarebbe diventata poi la capitale del regno nel Medio Evo. Birino morì nel 650 circa, e al suo posto fu nominato Egelberto di Gallia, ma non è documentato che ci siano stati vescovi del Wessex a Dorchester dopo il 660; la città cominciava a declinare, il distretto fu assorbito dalla Mercia, e nel IX secolo divenne una sede della Mercia. Edda, vescovo di Winchester (7 lug.), trasferì le reliquie di Birino a Winchester nel 990 circa, anche se furono portate in nuovi sepolcri da Etelwold (1 ago.) nel 980 e da Enrico di Blois nel 1150. All'inizio del XIII secolo, i canonici agostiniani di Dorchester affermarono di custodire le reliquie; l'arcivescovo Stefano Langton presiedette un'inchiesta, ma senza raggiungere risultati. Nel primo XIV secolo era stata eretta una bella cappella a Dorchester, e i pellegrini visitavano entrambi i luoghi. La cappella di Dorchester è stata recentemente restaurata. La festa di Birino non è compresa nel calendario di Sarum, anche se è ancora osservata a Winchester, Dorchester e Abingdon. Il mancato sviluppo di un culto più esteso fu probabilmente dovuto al declino di Dorchester, che rimase poco più grande di un paese. Berinsfield, un paesino vicino a Dorchester, porta ancora il suo nome, come Berin's Hill, dove si dice sia stato morso da una vipera. La prima testimonianza del culto si trova in un calendario di Winchester del tardo DC secolo; nel tardo )(I e nel primo XII, Goscelino, Enrico d'Avranches e altri scrissero il racconto della sua vita. La festa fu inserita nel Martirologio Romano nel tardo XVI secolo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Winchester in Inghilterra, deposizione di san Birino, che, mandato nella Britannia inferiore dal papa Onorio, tenne per primo la sede di Dorchester e divulgò con impegno tra i Sassoni occidentali il messaggio della salvezza.