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27/11/2024 alle 15:01

I santi di oggi 27 novembre:

I santi di oggi 27 novembre:

nome Beata Vergine della Medaglia Miracolosa- titolo Apparizione- ricorrenza 27 novembre- La Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa dal 1894 si festeggia, al termine d'una novena, il 27 novembre alle ore 17, ovvero, come recita la supplica «proprio nel giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia». La novena perpetua di norma si tiene ogni sabato, o almeno al 27 di ogni mese, con la recita integrale del rosario: tre corone, almeno fino all'introduzione dei misteri luminosi, voluti da Giovanni Paolo II nel 2002, poiché i 15 misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi corrisponderebbero ai 15 anelli che la Madonna portava durante l'apparizione a suor Labouré. La Madonna apparve a Santa Caterina Labourè presso la Rue du Bac a Parigi il 27 novembre del 1830 vestita di un abito di seta bianca e teneva il mondo tra le mani, stringendolo all’altezza del cuore. L’immagine era racchiusa in una cornice ovale, come se si delineasse il bozzetto di una medaglia, contornata da una scritta in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi» Poi la cornice ruotò su se stessa e apparve la lettera M sormontata da una croce e, sotto, due cuori: quello di Gesù circondato dalla corona di spine, l’altro di Maria trafitto da una spada. La Vergine pronunciò le seguenti parole: "Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia... ". Riguardo i raggi che provengono dalle mani di Maria, la Vergine stessa rispose:

"Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano". Pertanto è bene portare la medaglia e pregare la Madonna, chiedendo grazie soprattutto spirituali! La Vergine Maria le disse: "Desidero che in questi giorni preghiate in modo particolare per la salvezza delle anime. Oggi è il giorno della Medaglia Miracolosa e desidero che preghiate in particolare per la salvezza di tutti coloro che portano la Medaglia. Desidero che la diffondiate e la portiate perché si salvi un gran numero di anime, ma in particolare desidero che preghiate". Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo del posto e furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie. GLI ATTRIBUTI: LA GIACULATORIA Dal latino giaculatoria « preghiera che si lancia verso il cielo » derivazione da iaculari « lanciare », è una preghiera breve che può essere recitata mentalmente o a fior di labbra durante le più normali occupazioni.

francese: O MARIE CONCUE SANS PECHÉ , PRIEZ POUR NOUS QUI AVONS RECOURS A VOUS.

italiano: O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO PREGATE PER NOI CHE RICORRIAMO A VOI.

latino: REGINA SINE LABE ORIGINALI CONCEPTA ORA PRO NOBIS. La preghiera si apre sottolineando il dogma dell’immacolata concezione della Santa Vergine, proclamato da papa Pio IX nel 1854, nel quale viene definita la stupenda verità di fede che pone la Madre di Dio al vertice della creazione. Ella fu infatti preservata dal peccato originale fin dall’istante del suo concepimento, per i meriti di Nostro Signore. La preghiera si chiude con una richiesta di intercessione, si chiede a Maria di pregare per noi. Questo perché Maria è la Madre di Gesù che è Dio, e Dio è obbediente alla Madre e perché Maria è Madre di tutti i credenti, infatti è Madre della Chiesa che è il Corpo mistico di Cristo diffuso nel tempo e nello spazio.

POSA DELL'IMMACOLATA Nel contemplare la posa di Maria raffigurata nella medaglia, notiamo un atteggiamento di accoglienza e invito, il capo inclinato verso il basso, le braccia perpendicolari al corpo e leggermente aperte, le mani con i palmi rivolti verso l’osservante, sono chiari segni di benevolenza e protezione. IL GLOBO Il globo dove Maria poggia i suoi piedi, è un richiamo alla donna vestita di sole dell’apocalisse. È anche figura del mondo cosmico(universo), e della terra con tutti gli uomini. Ci ricorda che Maria è la Regina del Cielo e della terra. Regina perché la sua santità sfiora la divinità, è infatti più vicina la terra al Cielo di quanto non lo sia il più grande tra gli angeli, potenze e potestà celesti a Maria. IL SERPENTE La raffigurazione del serpente schiacciato sotto i suoi piedi rimanda direttamente al libro della Genesi « Io metterò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe, questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.» I RAGGI DALLE MANI I raggi dalle mani raffigurano le sovrabbondanti grazie di cui Lei dispone, essendo la Piena di Grazia (vangelo di Luca 1.26-38) ne è la dispensatrice. Dio ama servirsi di cause seconde e vuole che ci serviamo di Lei per arrivare a Lui, così come Lui si è servito di Lei per arrivare a noi. Il modo per ricevere le grazie è quello di chiederle. Maria vuole che gliele chiediamo, perché vuole concedercele.

LA DATA 1830 La data è importante perché segna la presenza della Madre di Dio nelle vicende umane come mai era accaduto prima nella storia della Chiesa. Quella di rue du bac del 1830, è la prima di una serie di importanti apparizioni dell’epoca moderna riconosciute dalla Chiesa, La Salette 1843, Lourdes 1858, Fatima 1917... LE DODICI STELLE Le dodici stelle rappresentano i dodici apostoli del Signore, di cui i dodici patriarchi delle dodici tribù di Israele sono figura nell’antico testamento, ricordandoci che la Chiesa Cattolica è la nuova Israele. L'INTRECCIO DELLA CROCE E DELLA M L'intreccio della croce e della emme ci ricorda che l’attaccamento alla Vergine necessario per godere di una autentica connessione personale a Gesù e ci mette al riparo da correnti di pensiero fintamente cattoliche, che emergono qua e là nel corso della storia annacquando la sana dottrina cristiana e trasformandola per taluni in vaghi ideologismi. Inoltre ci invita a contemplare la piena partecipazione della Vergine alla Redenzione attuata dal Figlio «stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa», e per questo la invochiamo con il titolo di Corredentrice. IL SACRO CUORE DI GESÙ Il Sacro Cuore di Gesù rappresentato nella medaglia, avvolto dalla corona di spine, ci invita a contemplare, adorandolo, il muscolo, centro e motore dell’apparato circolatorio di Nostro Signore Gesù Cristo, questo per evidenziarci l’ineffabile bellezza del progetto eterno di salvezza e redenzione. IL SACRO CUORE DI MARIA

Il Sacro Cuore di Maria è trafitto da una spada, come le fu profetizzato da Simeone nel giorno della presentazione al tempio. Analogamente al dolore di Gesù, non vi è dolore, e non vi sarà mai dolore sperimentabile nelle vicende umane, paragonabile a quello della Santa Vergine. SUPPLICA ALLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità. O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia. Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti. Tu che hai promesso, proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. Salve Regina.

nome San Virgilio di Salisburgo- titolo Vescovo- nascita Irlanda- morte 27 novembre 784, Salisburgo- ricorrenza 27 novembre- Canonizzazione 1233- Irlandese d'origine, Virgilio svolse gran parte della sua attività in Carinzia, a Salisburgo, come vescovo, chiamatovi da Pipino il Breve con il compito di evangelizzare e pacificare il ducato di Baviera da poco conquistato. Nella terra natale Virgilio aveva fatto esperienza monacale fino a giungere alla carica di abate in un importante monastero. Vita 597 Nonostante fosse uomo provvisto di grande cultura teologica e scientifica, la sua elezione a vescovo non trovò il consenso di san Bonifacio, legato papale in Germania, ma solo perché l'imperatore non aveva avuto l'accortezza di consultarlo. Comunque, non fu solo questo l'unico motivo di attrito tra Bonifacio e Virgilio: li dividevano anche diverse concezioni scientifiche in campo cosmologico, con implicazioni nel versante dottrinale. Redarguito da papa Zaccaria, Virgilio obbedì con umiltà, abbandonò le dispute teologiche dedicandosi con zelo all'organizzazione della sua diocesi. Fu instancabile nell'educazione religiosa del popolo e nell'assistenza ai poveri. Nel 774 inaugurò la prima cattedrale della città, nella quale trasferì le reliquie del primo vescovo, san Ruperto. Oltre a ciò, curò la fondazione di numerose abbazie (quella di San Candido ad esempio) estendendo la sua attività missionaria anche alla Stiria e alla Pannonia. Morì nel 784, ma solo nel 1233 venne ufficialmente riconosciuta la sua santità.

nome San Massimo di Riez- titolo Vescovo- nascita 388 circa, Château-Redon, Francia- morte 27 novembre 460, Riez, Francia- ricorrenza 27 novembre- San Massimo, nacque a Décomer oggi Château-Redon (Châteauredon) nei pressi di Digne, in alta Provenza, verso l'anno 388. Fu battezzato subito dopo la nascita. Spinto da l'esempio e il consiglio dei suoi pii genitori, sentì subito un grande desiderio di santità; sapeva, nonostante tutti i pericoli, preservare la purezza dei suoi costumi e la sua innocenza battesimale. Giurò subito la sua castità per Cristo, all'età di diciotto anni, entrò nel monastero di Lerins, che era allora sotto la direzione di S. Honorat. Si alzò nella vita religiosa, a un così alto grado di perfezione, che tutti i religiosi lo considerarono subito come il loro guida. Divenne Abate di Lérins, dopo l'elevazione di S. Honorat sulla caddedra di Arles, fu in grado di mantenere la sua vigilanza in tutta la regolarità della disciplina. Spesso la sera visitava il monastero e l'isola, per assicurarsi che tutto fosse in ordine, più volte il diavolo apparve in forme terribili o fantastiche; ma la croce era sempre al suo fianco. La reputazione di santo cresceva di giorno in giorno, e alla vacanza della sede episcopale dei dintorni, gli occhi del popolo si rivolse a lui. Per contrastare la decisione degli abitanti di Frejus, si imbarcò su una nave e si nascose nella solitudine dei boschi; si esiliò lì per tre giorni e tre notti sotto le piogge, fin quando non fu eletta un'altra persona al posto suo. Pochi anni dopo, ancora fuggendo per la sua elezione alla carica di Laugh; ma l'ostinazione degli abitanti di quella città raggiunse anche l'Italia dove era scappato, lo presero con la forza e lo misero in custodia. Divenne così vescovo. Viveva costantemente alla presenza di Dio e trascorreva ogni giorno in preghiera. "Nonostante tante virtù, san Massimo tremava al pensiero dei giudizi di Dio. Un giorno nel celebrare la Santa Messa, ebbe la rivelazione della sua morte. Si addormentò con Dio al canto dei salmi, il 27 novembre 460.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Riez nella Provenza, in Francia, san Massimo, padre del cenobio di Lérins dopo sant’Onorato e poi vescovo della Chiesa di Riez.

nome San Giacomo l'Interciso- titolo Martire in Persia- nascita Beth Huzaye- morte IV secolo, Ctesifonte, Iraq- ricorrenza 27 novembre- Giacomo è la vittima più conosciuta della seconda grande persecuzione di Persia, che iniziò nel 420 ca.; secondo la passio, per la maggior parte chiaramente tratta dalla leggenda, era uno stretto alleato del re Yazdigerd I (399-420). Quando quest'ultimo, provocato da un vescovo eccessivamente zelante chiamato Abdias, dichiarò guerra alla religione cristiana, Giacomo preferì fingere di rinnegare la sua fede piuttosto che perdere l'amicizia del re.<br /> Questo addolorò molto la moglie e la madre, che, alla morte di Yazdigerd, gli scrissero per rimproverarlo e ammonirlo. Fortemente scosso dalla loro lettera, cominciò a pentirsi per ciò che aveva fatto: non si presentò più a corte, rinunciando ai suoi onori e biasimandosi pubblicamente. Giacomo fu infine convocato dal nuovo re, Barham V, che lo accusò di ingratitudine e lo minacciò di una morte lenta. Il tentativo di scuoterlo falli e fu condannato alla tortura che prevedeva lo stiramento dei muscoli e degli arti: Tntercisus significa "tagliato a pezzi". Il popolo accorse in massa per assistere a questa nuova forma di esecuzione, mentre la minoranza cristiana pregava per la perseveranza di Giacomo. Dopo aver nuovamente respinto i tentativi dei boia di persuaderlo a rinnegare la sua fede, Giacomo accettò con serenità la durissima prova per tutta la sua durata, finché uno dei boia finalmente lo decapitò. L'evento è raffigurato in una miniatura nel menologio di Basilio II conservato nella Biblioteca Vaticana, e rappresentato in molte chiese, specialmente in Europa orientale. MARTIROLOGIO ROMANO. In Persia, san Giacomo, detto l’Interciso, martire, che, al tempo dell’imperatore Teodosio il Giovane, aveva rinnegato Cristo in ossequio al re Iasdigerd, ma, aspramente rimproverato da sua madre e dalla moglie, si pentì e professò coraggiosamente la sua fede cristiana davanti a Varam, figlio e successore del sovrano di Persia, che, adirato, pronunciò contro di lui la sentenza di morte ordinando che fosse tagliato a pezzi e infine decapitato.

nome San Valeriano di Aquileia- titolo Vescovo- nascita 300 circa, Aquileia, Friuli- morte 388 circa, Aquileia, Friuli- ricorrenza 27 novembre- Vescovo di Aquileia, è storicamente provata la sua presenza al concilio convocato in quella città nel 381 contro i vescovi eretici Palladio di Ratiaria e Secondiano di Sigiduno. In tale concilio rifulsero le confutazioni di Sant'Ambrogio, mentre Valeriano intervenne due volte contro Palladio. Partecipò anche al sinodo romano convocato nel 382 dall'imperatore Teodosio e si dimostrò valido difensore dell'ortodossia della fede. Curò molto la disciplina e la preparazione dottrinale del clero. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Aquileia in Friuli, san Valeriano, vescovo, che difese la retta fede contro l’arianesimo nelle terre dell’antico Illirico e radunò insieme chierici e laici invitandoli a praticare una vita in comune.

nome Santi Facondo e Primitivo- titolo Martiri in Galizia- ricorrenza 27 novembre- Nacquero a León e secondo la « Passio » vivevano in Galizia, vicino al fiume Cea dove furono martirizzati, « sub Attico et Pretextato consulibus » (sotto il Consolato di Ático e Pretextato), titolo che può designare sia il presidente che il giudice. Atticus viene subito presentato come giudice, che dirige l'interrogatorio e decide di condannarli alla decapitazione, non essendo riuscito a convincerli a offrire sacrifici sull'altare delle divinità imperiali. Questo è tutto ciò che si sa riguardo al martirio dei due santi come spesso accade con gli antichi martiri. Vecchi rotoli - che hanno fatto tradizione e storia - ci fanno credere che, quando le spoglie di San Facundo e San Primitivo furono gettate nel fiume Cea, alcuni cristiani che avevano assistito al loro martirio e ai loro miracoli scesero lungo il fiume a cercarle, fino a trovarle in un luogo disabitato dove il fiume faceva un'ansa e dove il flusso della sua corrente li aveva lasciati tra vimini e tife. Proprio lì e dove - un giorno - sarebbero sorti l'abbazia e la villa di Sahagún, quei cristiani seppellirono i martiri di Cristo. Un lettore ci informa che il fiume Cea non attraversa la Galizia, e che quindi deve riferirsi alla provincia romana di Gallaecia. La notizia dell'edizione castigliana del Martirologio ha portato anche "Galizia", ​​sebbene nell'ultima edizione, 2007, l'abbiano corretta in "León", che risulta, sebbene geograficamente corretto, anacronistico ". MARTIROLOGIO ROMANO. Presso il fiume Cea nella Galizia in Spagna, santi Facondo e Primitivo, martiri.

nome Beato Bernardino da Fossa- titolo Francescano- nome di battesimo Bernardino Amici- nascita 1421 circa, Fossa, L’Aquila- morte 1503, L’Aquila- ricorrenza 27 novembre- Canonizzazione 26 marzo 1828 da papa Leone XII- Bernardino Amici nacque a Fossa, in Abruzzo, nel 1421, ricevette la sua istruzione primaria nella vicina L'Aquila, dove era sepolto il suo omonimo, il grande francescano S. Bernardino da Siena (20 mag.), poi si recò a Perugia a studiare diritto; alcuni anni più tardi, come un altro omonimo, il B. Bernardino da Feltre (28 set.), fu attratto dall'idea di unirsi ai frati minori dell'Osservanza, durante una missione quaresimale in cui predicava S. Giacomo della Marca (28 nov.). Ricevette la tonaca a Perugia, nel 1445 e, dopo l'ordinazione, divenne un predicatore popolare in Italia. Dal 1454 al 1460 e dal 1472 al 1475, fu superiore provinciale della sua zona; nel 1464 fu inviato in Dalmazia e in Bosnia, dove le differenze di nazionalità stavano causando tensioni tra i frati. La missione di pace diede i suoi frutti e Bernardino riuscì a riunire i vari membri in una singola diocesi; quando tornò in Italia, il papa, che desiderava nominarlo responsabile della sede dell'Aquila, accettò la sua richiesta di poter continuare a svolgere il suo lavoro come semplice frate. Tra i suoi scritti vi sono una Vita di S. Bernardino da Siena e le cronache storiche dei frati minori dell'Osservanza. Morì il 27 novembre 1503 nel convento francescano di S. Giuliano, vicino a L'Aquila, e il culto fu approvato da papa Leone XII (1823-1829), nel 1828. MARTIROLOGIO ROMANO. All’Aquila, beato Bernardino da Fossa (Giovanni) Amici, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che predicò la fede cattolica in molte province d’Italia.

nome Santa Bililde- titolo Duchessa- nascita Veitshochheim, Germania- morte Magonza, Germania- ricorrenza 27 novembre- Non ci sono informazioni affidabili sulla sua vita perché i documenti relativi a lei dipendono da una " Lettera da Mainz", che ora è riconosciuta come uno scritto del XII secolo, molto più tardi. Secondo la leggenda Bilildenacque a Veitshochheim, a Würzburg, e sposò il duca di Turingia. Quando il marito partì per la guerra, la santa si ritirò con lo zio Sigiberto, vescovo di Magonza, ma siccome fu presto vedova, pose fine al suo ritiro per fondare il monastero di Altinfinster (identificato da alcuni con Hagenmiinster, nella stessa città), dove morì. Sebbene le notizie sulla vita di Bilhildis siano inattendibili, le testimonianze del suo antico culto non lo sono. In un calendario di Fulda, in un manoscritto del IX secolo - ora perduto, ma consultato da Mabillon nella biblioteca di San Benigno a Digione - queste parole dicevano: “ V Kal. Dic. Commemoratio Sanctae Virginis Bilhildis ”(ovvero:" il quinto giorno prima delle calende di dicembre - 27 novembre - commemorazione della santa vergine Bililde"). Oggi a Magonza c'è ancora una piccola chiesa a lei dedicata. MARTIROLOGIO ROMANO. A Magonza in Renania, in Germania, santa Bililde, vergine, fondatrice di un monastero, nel quale morì piamente.

nome Sant'Eusicio- titolo Eremita a Celles- nascita Francia- morte Francia- ricorrenza 27 novembre- Eusicio nacque a Berry e dopo essere stato monaco a Patriciacum, vicino a Romorantin, grazie al sostegno del re Childeberto che predisse avrebbe trionfato contro i Visigoti, fondò l'abbazia di Chelles sur Cher, a Berry o Celle Saint Eusice che a causa di un errore di ortografia divenne Selles sur Cher. Dopo l'adempimento della profezia, re Childeberto, tornato dalla Spagna, gli avrebbe offerto metà del bottino di guerra, tuttavia, Eusicio rifiutando gli chiese di liberare i prigionieri in catene. La sua fama di taumaturgo è supportata da numerosi favolosi miracoli. Patrono di Romorantin e Selles sur Cher. Di lui parla san Gregorio di Tours nella “ Gloria dei Confessori”. Eusicio aveva rinunciato a tutto per dedicarsi alla preghiera da solo, a Bless, in Francia. Ma la gente continuava a cercarlo, e soprattutto a causa della sua speciale cura del mal di gola, soprattutto con i bambini. Coloro che furono guariti da lui non gli mostrarono spesso gratitudine. Una volta, un uomo che aveva curato tornò di notte per derubarlo, ma il santo, rendendosi conto della sua intenzione, donò ciò che gli aveva rubato "per lo sforzo che aveva dimostrato nell'ottenerlo" e poi lo esortò a non farlo ne ora ne mai. Una delle sue caratteristiche era avere un grande senso dell'umorismo. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio di Blois sempre in Francia, sant’Eusicio, eremita, che si costruì una piccola cella sulle sponde dello Cher.

nome San Fergus il Pitto- titolo Vescovo- morte VIII secolo, Glamis, Scozia- ricorrenza 27 novembre- Incarichi ricoperti Vescovo della Scozia (fl. 721)- Il nome Fergus è molto comune nell'agiografia irlandese. Le notizie su questo santo provengono dal Breviario di Aberdeen, ma il poco che si sa è confermato dall'esistenza di dedicazioni locali e di luoghi che portano il suo nome. Fergus, conosciuto nella sua Irlanda come "Il Pitto", fu missionario e vescovo in Scozia. Sembra che si sia stabilito a Strathearn (Strogeth), dove costruì una chiesa; costruì poi altre due cappelle a Blackford e a Dolpatrick, dedicandole (come la chiesa) a S. Patrizio (17 mar.). Da Strathearn si trasferì a Caithness, e da lì a Buchan, e infine a Glamis, luogo della morte, e dove una grotta e un pozzo portano il suo nome. È possibile che questo Fergus sia lo stesso Fergustus episcopus Sco tiae Pictus che partecipò al concilio di Roma, convocato da papa Gregorio II (715-731; 11 feb.), nel 721. Dopo la sua morte le reliquie furono tenute per diversi secoli a Glamis, finché, durante il regno del re scozzese Giacomo IV (1488-1513), l'abate di Scone riesumò il corpo, e, più tardi, finito di ristrutturare e abbellire la tomba, lo restituì senza il cranio. Al British Museum si trova un reliquiario che, secondo l'iscrizione, contiene alcune reliquie di Fergus.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. In Scozia, san Fergusto, vescovo, che si ritiene abbia esercitato il suo ministero tra i Pitti.

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