@nuvoledidrago
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Ascoltavo questa canzone da piccola, in macchina con mamma mentre andavamo in una spiaggia fuori città, insieme a tante altre. Era una delle poche spiagge poco affollate, noi amavamo solo la nostra compagnia e non potevamo o possiamo fare a meno della musica.
Ovviamente non ne capivo il significato, ma era comunque capace di smuovere qualcosa dentro di me. Gli strumenti e la sua voce erano unici.
Ho capito un po’ di più giusto lo scorso anno, un paradosso, quando per caso mi sono ritrovata distesa accanto a te in una camera d’hotel. Parlavamo e scherzavamo, nulla di più semplice eppure così bello. Trasmetti calore, lo fai ancora, sei una stufetta.
Era strano, perché volevo abbracciarti e starti attaccata per tutta la notte, ma non l’ho fatto.
Sono andata in camera mia poco dopo e, per un attimo, ho visto alberi infiniti invece di quelle pareti di un giallo nauseante.