@Weltanschauung
La cosa bella di chi crede nel relativismo morale è che si smentisce sempre.
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Per darvi un po' di contesto, questo era un dibattito sull'incesto in cui due utenti (uno è questo del commento, l'altro è quello a cui lui rispondeva) lo difendevano.
La critica di questo utente è che la gente non dovrebbe giudicare o criticare certe cose, e che non dovrebbero decidere loro cosa è oggettivamente giusto o sbagliato, quindi supportando la tesi del relativismo morale, cioè quella in cui non esistono il bene o il male oggettivi.
Il problema dei relativisti è che sono tali solo quando ad essere messi in discussione sono i valori degli altri.
Mi spiego meglio con un esempio: sicuramente, almeno un buon 90% dei relativisti si definirebbe antirazzista, ma se non esiste una morale universale ed è tutto relativo, dove è scritto che il razzismo è oggettivamente sbagliato?
Nonostante ciò, non sentirete mai uno di loro dire "si dai, a me fa schifo il razzismo, ma se tu vuoi essere razzista non c'è problema".
La cosa ovviamente si espande anche a molte altre cose: il g*noc*dio, lo st*pro, la p*dofilia... Se non esiste una morale universale, come si fa a dire che queste cose sono oggettivamente sbagliate? Se la regola è "ciò che è giusto per te può non essere giusto per me e viceversa", come puoi giudicarmi se vado a sparare uno sconosciuto in testa senza motivo? Se io lo reputo una cosa giusta, secondo questa logica, chi sei tu per dirmi che non lo sia?
Anche a livello filosofico la questione è interessante: per poter anche solo parlare di morale relativa, di per sé deve esistere una morale universale come base da cui partire. La morale relativa è solo una critica alla morale universale, ma non potrà mai esistere da sola. Perché se la morale universale non esistesse DI PER SÉ, allora l'umano non avrebbe mai neanche concepito l'idea di morale in primo luogo.
Tornando a quanto dicevamo prima, c'è un enorme complesso psicologico dietro, ma il meccanismo è sempre quello: relativisti con i valori degli altri, essenzialisti con i valori propri. O più semplicemente, si accetta l'idea che un valore morale possa non essere universale solo quando è qualcun altro a detenerlo, viceversa quando la critica è verso un valore proprio.
Come appunto dicevo prima, per questa persona non si dovrebbe giudicare chi commette incesto, perché secondo chi lo commette, è una cosa giusta. Ma nel caso in cui questa persona si definisse antirazzista, non direbbe mai "si, secondo me, se uno vuole può essere razzista". Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
P.S. ho coperto i nomi degli interessati per correttezza. Questo significa che se trovate il commento di questa persona, il mio post non è un'autorizzazione per insultarlo, e se lo fate, io non mi prendo nessuna responsabilità.