@Vitupero

27/10/2024 alle 16:15

I santi di oggi 27 ottobre:

I santi di oggi 27 ottobre:

nome Sant'Evaristo- titolo 5º papa della Chiesa cattolica e martire- nascita I Secolo, Evaristo, Grecia- morte 108 circa, Roma- ricorrenza 27 ottobre- Beatificazione 23 marzo 1504 da papa Giulio II- Canonizzazione 25 marzo 1722 da papa Innocenzo XIII- Santuario principale Necropoli vaticana- Questo santo Pontefice, che per nove anni sedette sulla cattedra di S. Pietro, illustrò la Chiesa con savie disposizioni, non meno che colla sua santa vita, coronata dalla palma del martirio. Nacque, Evaristo, in Grecia da padre ebreo. Nella sua giovinezza frequentò le principali scuole della sua dotta patria, ed alla cultura filosofica e letteraria unì lo studio della dottrina cristiana. Iscrittosi fra i catecumeni, ricevette il santo battesimo e divenne egli pure zelantissimo apostolo della fede, dapprima fra i suoi connazionali e poscia in Roma, chiamatovi dal Papa Anacleto che ne aveva ammirato le doti non comuni di scienza e di zelo. Alla morte di Papa Anacleto, per l'unanime consenso dei fedeli, fu eletto a succedergli nel difficile e delicato ministero. Gravi furono le difficoltà del suo pontificato, rese più gravi ancora dalle furiose persecuzioni suscitate dagli imperatori di Roma. La Chiesa era perciò costretta in quel tempo a svolgere le sue attività nell'oscurità delle Catacombe. Ivi si compivano le sacre funzioni, venivano conferiti gli ordini sacri, e vi si prendevano disposizioni per le più urgenti necessità.

Non si può dubitare dello zelo indefesso di Papa Evaristo, né della sua pastorale vigilanza, ricordando quanto il grande martire Ignazio di Antiochia ci fa sapere sulla condotta dei fedeli di Roma al tempo di questo degnissimo successore di S. Pietro. Essi infatti venivano proposti ad esempio alle altre chiese della cristianità, per la purezza di dottrina, per l'ardente carità con cui s'amavano, e per l'eroico attaccamento alla fede cristiana. Moltissime e rilevanti sono le opere compiute nella Chiesa da questo glorioso Pontefice: vanno però ricordate alcune, perché degne di maggior rilievo. Anzitutto, la divisione da lui fatta della diocesi di Roma in Titoli o Parrocchie, a ciascuna delle quali propose un prete cardinale. Poi quella di avere propugnato la santificazione del matrimonio, ordinando che venisse celebrato pubblicamente e che le nozze fossero benedette dal sacerdote: disposizione che fu poi largamente illustrata da Leone XIII e da Pio XI, che ci ha donato un nuovo preziosissimo documento coll'enciclica « Casti Connubii » del 29 dicembre 1930. S. Evaristo, durante il suo saggio governo della Chiesa, conferì tre volte i sacri ordini, consacrando quindici vescovi, diciassette sacerdoti e due diaconi. Santamente chiuse i suoi giorni, coronati dal glorioso martirio; che subì per ordine di Traiano, l'anno 121. Le sue sacre spoglie furono deposte sul Colle Vaticano presso la tomba di S. Pietro.

PRATICA. Leggiamo volentieri la parola del Papa, sapendo che per mezzo di lui parla il Divin Maestro Gesù Cristo. PREGHIERA. Riguarda, Dio onnipotente, la nostra infermità, e giacchè siamo oppressi dai peccati, ci protegga la gloriosa intercessione del tuo beato martire e Pontefice Evaristo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, sant'Evaristo, papa, che resse la Chiesa di Roma per quarto dopo il beato Pietro, sotto l'imperatore Traiano.

nome Beato Salvatore Mollar Ventura- titolo Religioso e martire- nome di battesimo Juan Bautista- nascita 27 marzo 1896, Manises, Spagna- morte 27 ottobre 1936, Picadero de Paterna, Spagna- ricorrenza 27 ottobre- Nacque a Manises, Valencia, figlio di Bautista Mollar e María Muñoz, famiglia molto povera ma con grandi devozioni al Signore. Da bambino e da giovane, si distinse per la sua pietà, organizzò l'Associazione Rosario nel suo quartiere, partecipò all'Adorazione notturna e alla Conferenza di San Vincenzo de 'Paoli e insegnò catechismo ai bambini. Fece il noviziato dei Frati Minori Francescani nel 1921 e la Professione solenne nel 1925. Allegro, gioviale e ottimista sempre ordinato e grande devoto alla Beata Vergine. Quando scoppiò la guerra civile nel 1936, era sacrestano nel convento di Benisa. Si rifugiò prima presso i benefattori, poi, per non comprometterli, andò a Manises, a casa della sorella. Lì, Salvatore rimase in pensione, aiutando i suoi parenti nei lavori domestici, senza trascurare le sue pie pratiche e gli esercizi spirituali. Secondo i testimoni, aveva previsto il suo martirio, al quale si stava preparando nella piena accettazione della volontà di Dio. Il 13 ottobre 1936, alcuni miliziani apparvero a casa della sorella di Salvatore con il pretesto di fare una perquisizione. Fu rinchiuso fino al 27 ottobre 1936. Fu fucilato la notte del 27 ottobre 1936 nel famigerato "Picadero de Paterna". A quel tempo, Salvatore aveva 40 anni e 15 in abiti francescani. Si era distinto per la sua semplicità, onestà e dedizione al lavoro, senza alcuna manifestazione o coinvolgimento nel campo sociale o politico, ecc., Non poteva esserci altro motivo per il suo assassinio se non il suo status religioso. Dallo stesso Salvatore conserviamo una testimonianza di inestimabile valore sulla sua preparazione al martirio, sulla sua fermezza nella fede, sul suo atteggiamento di perdono dei carnefici e sui suoi desideri per il cielo. Inoltre non fu processato, ma fu portato direttamente dal "Picadero" per odio alla fede e per il semplice fatto di essere frate. Il suo corpo mostrava segni di tortura. Fu beatificato dalla San Giovanni Paolo II l'11 marzo 2001, in un gruppo di 233 martiri valenciani.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, beato Salvatore Mollar Ventura, religioso dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, come fedele discepolo, nel sangue di Cristo meritò di ottenere la salvezza.

nome Beato Bartolomeo di Breganze- titolo Vescovo- nascita 1200 circa, Vicenza- morte 1270 circa, Vicenza- ricorrenza 27 ottobre- Beatificazione 11 settembre 1793 da papa Pio VI- Nato a Vicenza, Bartolomeo Breganza studiò a Padova e nel 1220 entrò nell'Ordine dei domenicani, ricevendo l'abito da S. Domenico (8 ago.) in persona. Nominato priore di diversi conventi che diresse con maestria e prudenza, nel 1233, mentre predicava a Bologna, vi impiantò la Militia christi, ordine militare altrimenti conosciuto come Fratres Gaudentes (frati gioiosi): esso era stato fondato alcuni anni prima in Linguadoca in Francia e aveva lo scopo di garantire e preservare l'ordine pubblico e la pace; diffusosi in altre città italiane, durò fino al XVIII secolo. La fama di Bartolomeo si propagò a tal punto che papa Gregorio De lo convocò a Roma per nominarlo penitenziere apostolico; più tardi egli divenne anche reggente della facoltà teologica nella Curia romana e nel 1244 accompagnò papa Innocenzo IV al concilio di Lione in veste di teologo ufficiale. Una delle esigenze primarie della Chiesa, a quel tempo, era quella di nominare vescovi in Medio Oriente, capaci di porre rimedio agli abusi commessi dai crociati e di assicurare che la Chiesa latina mantenesse i propri diritti e proprietà minacciati dagli ortodossi. Bartolomeo fu perciò consacrato vescovo di Limassol (Cipro) e da qui partì per visitare la Palestina, dove incontrò S. Luigi, re di Francia (25 ago.), che stava conducendo una crociata per la riconquista di Gerusalemme, diventandone intimo amico. Nel 1255 o 1256 fu nominato dal papa vescovo della sua città natia, Vicenza, e alcuni anni più tardi, essendo stato designato legato papale alla corte del re d'Inghilterra Enrico III, che a quel tempo si trovava in Aquitania, poté accettare l'antico invito del re a visitare la Francia. In veneto, il nuovo vescovo si scontrò con Ezzelino da Romano, sovrano malvagio e violento che sosteneva la fazione ghibellina contro il papa, e fu costretto all'esilio. Al suo ritorno, Bartolomeo lavorò per restaurare le chiese distrutte da Ezzelino e per ristabilire la pace tra le varie città del Veneto; combatté anche contro gli eretici albigesi che erano riusciti a stabilirsi nella zona durante la sua assenza. Il suo ultimo intervento pubblico di cui si abbia notizia fu la predica tenuta in occasione della seconda traslazione delle reliquie di S. Domenico. Immediatamente dopo la sua morte, avvenuta l'1 luglio 1271, si sviluppò un culto locale, e generalmente ci si riferì a lui come al beato Bartolomeo; numerosi miracoli sono stati registrati sulla sua tomba. Non ci fu mai una beatificazione formale, ma il suo culto fu confermato ufficialmente nel 1793. Tra gli scritti di Bartolomeo che sono giunti fino a noi (la maggior parte è andata perduta) ricordiamo il De Venatione divinis Amoris, l'Expositio Cantici Canticorum e alcuni Sermones divisi in tre cicli: sulle feste della Beata Vergine, su quelle di Gesù Cristo, e sulle epistole e i vangeli delle domeniche successive alla Trinità. MARTIROLOGIO ROMANO. A Vicenza, commemorazione del beato Bartolomeo di Breganze, vescovo, dell’Ordine dei Predicatori, che in questa città istituì la Milizia di Gesù Cristo a difesa della fede cattolica e della libertà della Chiesa.

nome San Gaudioso di Abitine- titolo Vescovo- nome di battesimo Settimio Celio Gaudioso- nascita Africa- morte 455 circa, Napoli- ricorrenza 27 ottobre- Canonizzazione Pre-canonizzazione- Santuario principale Catacombe di San Gaudioso- Ricorrenza 27 ottobre- Bastone pastorale Patrono di Rione Sanità- Nativo dell'Africa Settimio Celio Gaudioso, fu vescovo di Abitinia in Africa. Fu esiliato dal re vandalo Genserico, insieme al diacono san Quodvultdeo, e si rifugiò a Napoli, dove era vescovo san Nostriano. Si stabilì sull'acropoli dell'antica Napoli (Sant'Aniello in Caponapoli) dove fondò un monastero di cui ebbe come abate Sant'Aniello. Le sue spoglie mortali riposano nelle catacombe della valle della Sanità, da cui prende il nome. Probabilmente ha importato a Napoli la regola agostiniana, gli usi liturgici africani (qualche traccia è rimasta nella liturgia battesimale) e alcune reliquie. La più importante è quella di Santa Restituta. MARTIROLOGIO ROMANO. A Napoli, deposizione di san Gaudioso, vescovo, che si dice sia partito da Abitine in Tunisia a causa della persecuzione dei Vandali e per rifugiarsi in Campania e sia morto santamente in monastero.

nome San Namazio di Clermont- titolo Vescovo- morte V secolo, Clermont-Ferrand, Francia- ricorrenza 27 ottobre- Canonizzazione pre canonizzazione- Vescovo di Clermont, era sposato e sia lui che sua moglie erano modelli di virtù, dediti all'arte sacra. San Gregorio di Tours disse di una delle sue chiese costruite: "I fedeli sentivano un effluvio di profumo molto tenue, come un aroma". MARTIROLOGIO ROMANO. A Clermont-Ferrand in Aquitania, ora in Francia, san Namazio, vescovo, che eresse la cattedrale.

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1 commento

@socioconad

2 mesi fa

l'immancabile appuntamento con i santi di vitupero

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