@Pali
Vi racconto un'architettura molto particolare, signore e signori... benvenuti all'inferno: il Carcere di San Vittore.
L'Unità d'Italia porta con sé numerosi interventi di ammodernamento per Milano, tra cui la nascita della prima struttura penitenziaria del capoluogo, la prima e purtroppo ancora l'unica ad essere stata costruita ad hoc a Milano: la Casa Circondariale "Francesco Di Cataldo", nota anche oltre i confini cittadini come San Vittore, nome del quartiere in cui sorge.
Prima della nascita di questa imponente struttura, i detenuti erano allocati in diversi luoghi della città, tra cui il Palazzo di Giustizia, e l'ex convento di San Vittore, oggi sede del Museo della Scienza e della Tecnologia. La costruzione del carcere milanese inizia nel maggio del 1872, su progetto dell'ingegnere Francesco Lucca.
La struttura venne progettata seguendo il modello settecentesco del panopticon, con un edificio a sei bracci di tre piani l'uno. Tra i raggi vennero costruite le cosiddette "rose" di passeggio, divise in venti settori destinati ciascuno a un singolo detenuto, per impedire la comunicazione tra i reclusi.
Su piazza Filangieri fu invece costruito il corpo centrale dell'edificio, realizzato in stile medievale, che accoglie gli uffici e l'alloggio del direttore. Le alte mura perimetrali furono costruite seguendo lo stesso stile architettettonico, ma furono poi modificate per ragioni di sicurezza.
Il corpo di guardia alle spalle degli uffici costituisce un'ulteriore barriera tra l'interno e l'esterno. Donne e uomini in carcere sono separati. Le donne sono detenute nell'edificio al centro del corpo centrale, mentre gli uomini sono detenuti nei 6 bracci alle spalle. Una sola sezione femminile, più piccola, contro le 6 maschili... caratteristica che rispecchia esattamente le statistiche sui detenuti, con una popolazione carceraria prevalentemente maschile.
Durante l'occupazione tedesca di Milano, il Carcere di San Vittore fu trasformato in una vera e propria caserma nazista. Le SS vi si stabilirono, con alcuni dei raggi strappati alla giurisdizione italiana. Dentro San Vittore valeva la legge tedesca. A riempire le celle non c'erano più ladri e assassini, ma oppositori politici, omosessuali, ebrei e disabili. Qui fu detenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre. Dopo lunghe torture, e percosse, i prigionieri venivano poi trasportati nella nascosta stazione merci, al di sotto dei binari della Stazione Centrale di Milano. Una volta riempiti di persone, i carri bestiame partivano per i Campi di Concentramento, per gran parte di queste persone un viaggio di sola andata.
Conclusa la Seconda Guerra Mondiale San Vittore apre le porte ai complici dei crimini nazifascisti. La struttura avanza verso la modernità. l'Italia chiude il capitolo della pena di morte, ora la detenzione deve avere scopo riabilitativo.
Con il passare degli anni, San Vittore diventa velocemente una struttura arretrata, ammalorata dal tempo. Il sistema riabilitativo non funziona più, soprattutto a causa dell'assenza di finanziamenti adeguati alla gestione di una così grande struttura penitenziaria.
Qualche numero:<br /> - 1022 sono gli attuali detenuti<br /> - 447 è la capienza della struttura penitenziaria<br /> - 229% la percentuale di sovraffollamento del carcere<br /> - 75 i morti suicidati all'interno del carcere da inizio 2024 ad oggi<br /> - 580 il numero di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni, comprendendo anche gli addetti agli uffici e ai servizi vari,<br /> - 120 il numero di posti scoperti, pari al 17%.
20 ore dietro le sbarre, 4 ore d'aria o dedicate ad attività. Se sulla carta il carcere ha scopo riabilitativo, nei fatti non riesce nel proprio obbiettivo. I servizi offerti non sono sufficienti a coprire l'Intera popolazione carceraria. <br /> <br /> I detenuti di San Vittore, scontata la propria condanna faticano a essere riabilitati nella società. L'organizzazione del lavoro è spesso insufficiente a riportare sulla giusta strada chi delinque, con il risultato che oltre la metà di chi sconta la condanna torna a ricommettere lo stesso reato.
Se mettiamo a confronto le strutture penitenziarie della città metropolitana di Milano, ovvero San Vittore, Opera e Bollate, il confronto è impietoso.<br /> <br /> È una struttura invecchiata malissimo, inadeguata per poter ospitare detenuti. La questione è stata posta più volte sul tavolo dei diretti interessati, ma nulla si muove.<br /> <br /> Si parla di investire in una possibile ristrutturazione, ma non basta. Costruire una nuova struttura penitenziaria, degna di un paese civile, permetterebbe di migliorare attivamente e passivamente la situazione emergenziale che Milano sta affrontando in tema di Sicurezza. Non va tralasciato il valore storico che questo edificio ha acquistato nel tempo. Se ad esempio si convertisse in un grande museo della giustizia? Far toccare con mano alle future generazioni questo mondo aiuterebbe molto secondo me a vivere un paese migliore. Tanti giovani non sanno o non vogliono sapere cosa c'è dietro quelle mura. Io stessa... mi capita di passare davanti al vecchio carcere di Monza, e nonostante sia dismesso... mette ancora i brividi. Ma è una realtà che secondo me va conosciuta, perché dietro alle sbarre di mostri c'è ne sono pochi. Vi invito a leggere e informarvi su questo mondo, su chi ha vissuto il carcere, sul perché sia finito in carcere. Ogni detenuto ha la sua storia, e fidatevi, possiamo imparare a essere persone migliori imparando anche dagli errori degli altri... SOPRATTUTTO dagli errori degli altri.<br /> <br />