@Vitupero

03/04/2024 alle 15:09

I santi di oggi 3 aprile:

I santi di oggi 3 aprile:

nome San Sisto I- titolo 7º papa della Chiesa cattolica- nascita Roma- Elezione 117/119- Fine pontificato 126/128- morte 126 circa, Roma- ricorrenza 3 aprile- Santuario principale Necropoli vaticana- Patrono di Alife e Alatri- Sisto o, più correttamente, Xystus, fu papa per dieci anni, dal 116 circa al 125. Non si hanno notizie certe sulla sua vita e nemmeno sulla sua morte e il resoconto offerto nel Liber Pontificalis sulle regole disciplinari e liturgiche che introdusse nella Chiesa di Roma, difficilmente può essere attendibile, poiché fa riferimento a un periodo più definito. Tradizionalmente è considerato romano di nascita, figlio di un uo mo di nome Pastore; la forma esatta del suo nome indicherebbe origini greche, ma potrebbe comunque essere nato a Roma. Morì durante il regno dell'imperatore Adriano (117-138), probabilmente come martire, sebbene sia strano che S. Ireneo (2 giu.) non lo menzioni nel suo elenco dei primi papi. B.T.A. ipotizza che il Sisto commemorato originariamente nel canone della Messa piuttosto che Sisto I fosse S. Sisto II (6 ago.), il cui martirio fu commemorato più diffusamente. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, san Sisto I, papa, che, al tempo dell’imperatore Adriano, resse la Chiesa di Roma, sesto dopo il beato Pietro.

nome San Riccardo di Chichester- titolo Vescovo- nascita 1197, Wych, Worcestershire- morte 3 aprile 1253, Dover- ricorrenza 3 aprile- Patrono di<br /> cocchieri- Riccardo fu educato da Roberto Grossatesta e Edmondo ad Oxford. Successivamente si trasferì a Parigi e poi a Bologna, dove studiò diritto. Nel 1235 ritornò ad Oxford e divenne rettore dell'università. Nominato cancelliere da Edmondo di Abingdon, arcivescovo di Centerbury, partecipò agli sforzi di questo per riformare il clero e difendere la chiesa dalle ingerenze del potere reale. Nel 1240, alla morte di Edmondo, decise di farsi prete, dopo aver studiato per due anni teologia presso i domenicani di Orleans. Ritornò in Inghilterra nel 1242 e divenne curato di una parrocchia del Kent. In seguito ritornò ad essere cancelliere dell'arcivescovo di Centerbury. Nel 1244 fu eletto vescovo di Chichester, ma il re Enrico III, che appoggiava un candidato più docile, gli proibì di occupare la cattedra episcopale. Il papa Innocenzo IV lo consacrò vescovo a Lione nel 1245. Di ritorno in Inghilterra riuscì ad ottenere la sua diocesi, ma dovette vivere in povertà in un presbiterio di campagna, dal momento che il re gli aveva confiscato tutte le rendite, che gli furono però restituite nel 1247. Nel 1253 predicò con grande successo la crociata. Fu canonizzato nel 1262 da Urbano V. I suoi resti vennero traslati nel 1276 nella cattedrale di Chichester, alla presenza del re Edoardo I. Il culto sopravvisse sino alla riforma. MARTIROLOGIO ROMANO. A Cichester in Inghilterra, san Riccardo, vescovo, che, esiliato dal re Enrico III e restituito poi alla sua sede, si dimostrò prodigo nel donare ai poveri.

nome San Luigi Scrosoppi- titolo Sacerdote- nascita 4 agosto 1804, Udine- morte 3 aprile 1884, Udine- ricorrenza 3 aprile- Beatificazione 4 ottobre 1981 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 10 giugno 2001 da papa Giovanni Paolo II- Luigi Scrosoppi ultimogenito di tre figli nacque a Udine il 4 agosto 1804 da una famiglia profondamente cristiana. A dodici anni iniziò a frequentare il seminario diocesano di Udine e il 31 marzo 1827 fu ordinato sacerdote. Nel 1829 fu nominato direttore della "Casa delle Derelitte" fondata a Udine da padre Gaetano Salomoni, della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri. Si dedicò, in particolare, all'assistenza e all'educazione delle ragazzine orfane o abbandonate della zona di Udine. Per questa sua opera è stato dapprima aiutato da volontarie; nel corso degli anni arrivò la decisione di fondare una comunità religiosa a sé stante, sorta nel 1845 con il nome di Suore della Provvidenza. Di queste suore si ricorda anche il coraggio mostrato nell'assistenza ai feriti durante l'assedio lanciato contro la città di Udine il 22 aprile del 1848, dalle armate austriache del generale Nugent. Morì il 3 aprile del 1884, dopo una lunga malattia. Fu proclamato beato da Giovanni Paolo II il 4 ottobre del 1981 e fu canonizzato dallo stesso il 10 giugno 2001. Così Giovanni Paolo II annunciò la canonizzazione di padre Scrosoppi: «La carità fu il segreto del suo lungo e instancabile apostolato, nutrito di costante contatto con Cristo, contemplato e imitato nell'umiltà e nella povertà della sua nascita a Betlemme, nella semplicità della vita laboriosa a Nazaret, nella completa immolazione sul Calvario, nell'eloquente silenzio dell'Eucaristia. Per questo la Chiesa lo addita ai sacerdoti e ai fedeli quale modello di profonda ed efficace sintesi tra la comunione con Dio e il servizio dei fratelli. Modello, in altre parole, di un'esistenza vissuta in comunione intensa con la Santissima Trinità», (Giovanni Paolo II, Omelia tenuta domenica 10 giugno 2001). La canonizzazione di Luigi Scrosoppi fu decisa dalla Chiesa Cattolica grazie alla miracolosa la guarigione di Peter Changu Shitima malato di AIDS. La comunità religiosa cui apparteneva il ragazzo iniziò preghiere incessanti, per ottenere l'intercessione dell'allora beato Luigi Scrosoppi. Nella notte fra il 9 e il 10 ottobre 1996 il giovane sognò il beato Scrosoppi e, al risveglio, si sentì improvvisamente guarito, riprendendo subito la sua normale attività.

nome Beato Gandolfo da Binasco- titolo Sacerdote francescano- nome di battesimo Gandolfo Sacchi- nascita 1200 circa, Binasco, Milano- morte 3 aprile 1260, Polizzi Generosa, Palermo- ricorrenza 3 aprile- Patrono di Polizzi Generosa- Gandolfo nacque a Binasco nelle vicinanze di Milano, entrò nell'ordine di S. Francesco (4 ott.) quando il fondatore era ancora in vita e condusse da quel momento una vita di notevole austerità. Andò a predicare in Sicilia (dove forse era già stato ancor prima di diventare frate) e fu a tal punto lodato per la sua eloquenza da essere indotto a ritirarsi con un confratello, Pasquale, nelle parti più remote dell'isola per condurre una vita di solitudine. Abbandonava di quando in quando il suo eremo per predicare tra la gente del luogo, operando miracoli e convertendo molti a uno stile di vita più religioso. Si tramanda che avesse un rapporto speciale con gli animali e gli uccelli, simile a quello di S. Francesco, e che una volta riuscì persino a farli tacere mentre stava predicando. La leggenda vuole che gli uccelli abbiano partecipato alla sua morte, nel 1260, cantando nella chiesa in cui era esposto il suo corpo. Dal 1320 si celebrò una festa in suo onore e il processo di canonizzazione fu aperto nel 1632; il suo culto, particolarmente forte in Sicilia, fu approvato nel 1881.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Polizzi in Sicilia, beato Gandolfo da Binasco Sacchi, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che condusse un’austera vita di solitudine e percorse le regioni limitrofe per predicarvi la parola di Dio.

nome San Giuseppe l'Innografo- titolo Monaco a Costantinopoli- nascita IX secolo, Sicilia- morte 886, Costantinopoli- ricorrenza 3 aprile- Questa avvincente affermazione del papa ha il sostegno di numerosi pensatori, artisti e uomini di Chiesa, tra i quali Giuseppe l'innografo. Nacque in Sicilia all'inizio del IX secolo. L'invasione dei saraceni lo indusse a lasciare l'isola e a cercare rifugio a Tessalonica verso 1'830. Entrò poi nel monastero di Latoma a Salonicco dove affinò la sua cultura retorica e filosofica. Allievo di san Gregorio il Decapolita, seguì il maestro a Costantinopoli dove nella disputa sull'iconoclastia si schierò a favore della venerazione delle immagini. Nell'841 si mise in viaggio per raggiungere Roma e indurre il papa Gregorio IV a intervenire in difesa dell'ortodossia. La nave sulla quale viaggiava, tuttavia, fu assalita da pirati saraceni e Giuseppe fu rinchiuso nelle prigioni dell'isola di Creta. Ritornato a Costantinopoli, poté prendere parte alla grande festa che poneva termine alla secolare lotta contro il culto delle immagini. Fondò poi un monastero dove aprì un centro di scrittura per copisti e una scuola di innografia e musica sacra. Nuovamente esiliato, poté ancora tornare nella capitale dove morì nell'886. Giuseppe è considerato uno dei più celebri poeti liturgici bizantini e la sua opera gli è valsa il titolo di Innografo con il quale è conosciuto e venerato in Oriente come in Occidente.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, san Giuseppe, detto l’Innografo, sacerdote e monaco, che, mentre imperversav la lotta contro le sacre immagini, fu mandato a Roma ad invocare la protezione della Sede Apostolica e, dopo aver patito grandi tribolazioni, ebbe infine l’incarico di custode dei vasi sacri della chiesa di Santa Sofia.

nome San Niceta di Medikion- titolo Egumeno- nascita 760 circa, Cesarea di Bitinia- morte 824, Costantinopoli- ricorrenza 3 aprile- Niceta nacque a Cesarea di Bitinia (attuale Turchia) intorno al 760; sua madre morì quando era ancora bambino e suo padre entrò in un monastero lasciando Niceta alle cure di una nonna, finché non ebbe un'età adatta per entrare egli stesso in monastero e riceverne l'istruzione. Divenne monaco nel monastero di Medikion sul monte Olimpo, fu ordinato sacerdote nel 790 e fu chiamato a dirigere il monastero nell'813, assumendosi la responsabilità del suo ampliamento (la comunità raggiunse la cifra circa di cento membri). Assieme ad altri monaci, fu convocato a Costantinopoli dall'imperatore Leone l'Armeno (813-820), che aveva deposto il patriarca S. Niceforo (13 mar.) poiché si era rifiutato di sostenere l'iconoclastia (attacco al culto delle immagini sacre perché giudicato idolatra) dell'imperatore. Niccta e gli altri monaci rifiutarono di sostenere l'imperatore e il suo patriarca fantoccio, così furono esiliati. Niceta fu mandato in una fortezza e tenuto prigioniero in una cella senza soffitto, obbligato a dormire sul terreno esposto a neve e pioggia. Riportato a Costantinopoli, si rappacificò con l'imperatore, ricevendo la comunione dalle mani del falso patriarca. suoi amici gli consigliarono di non continuare a sostenere l'imperatore, ed egli presto si pentì della debolezza mostrata nell'arrendersi; tornato a Costantinopoli, denunciò in pubblico le azioni dell'imperatore. Fu esiliato una seconda volta e tenuto confinato in una prigione sotterranea senza una razione adeguata di cibo c acqua. Quando l'imperatore fu assassinato (820), il suo successore rilasciò tutti i prigionieri della persecuzione e Niceta visse il resto della sua vita in un eremo vicino alla città imperiale, respingendo tutti gli inviti a tornare al suo monastero per il rimorso di avere compromesso le proprie idee e dato scandalo ai suoi seguaci. Alla sua morte, avvenuta nell'824, i suoi resti furono portati in trionfo a Mcdikion. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Medikion in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Niceta, egúmeno, che patì il carcere e l’esilio sotto l’imperatore Leone l’Armeno per aver difeso le sacre immagini.

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1 commento

@eliminato

9 mesi fa

anche questo l’ho già tirato

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