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29/04/2024 alle 14:00

I santi di oggi 29 aprile:

I santi di oggi 29 aprile:

nome Santa Caterina da Siena- titolo Vergine e dottore della Chiesa- nome di battesimo Caterina di Jacopo di Benincasa- nascita 24 marzo 1347, Siena- morte 29 aprile 1380, Roma- ricorrenza 29 aprile, 30 aprile messa tridentina- Canonizzazione 1461 da papa Pio II- Santuario principale Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma, Santuario di Santa Caterina, Siena, e basilica Cateriniana di San Domenico (Siena)- Attributi abito domenicano, giglio bianco, giglio di Santa Caterina, anello, stimmate, corona di spine sul capo, croce, libro, penna, cuore- Patrona di infermieri; Roma, Italia, compatrona d'Europa- Il Signore è solito servirsi di umili e deboli creature per operare cose grandi: si servì di Ester per liberare il suo popolo dalla morte, di Giuditta per abbattere l'invitto Oloferne, si servì di Maria SS. per compiere la Redenzione, si servì di S. Caterina da Siena per dare la pace alla Chiesa e ai popoli del suo tempo. Nacque Caterina nell'illustre città di Siena, focolaio di grandi santi, nell'anno 1347. Già a sette anni la santa fanciulla manifestò una pietà non comune e una virtù tale per cui a otto anni fece voto di verginità. Per mantenersi fedele a questa promessa restò sempre ritirata, parca nel parlare, in continua unione col Divino Sposo mediante l'orazione e particolarmente colla mortificazione del suo corpo che macerò con digiuni e flagelli ed ancor più con la mortificazione interna. La fanciulla, fatta segno a ingiurie e villanie, rimase ferma tutto soffrendo per Gesù e infine fu vittoriosa. I suoi genitori, scorgendo la mano di Dio che difendeva e guidava la loro figliuola, le lasciarono piena libertà. D'allora in poi moltiplicò le sue penitenze esterne; quando però il confessore le impose un po' di moderazione, ella sapendo essere maggiore il valore dell'ubbidienza, subito le moderò. Fu ammessa nella Congregazione delle Terziarie Domenicane, ove trovò modo di esercitarsi in tantissime pratiche di mortificazione; tra le altre ammirabile fu il rigoroso silenzio che mantenne per tre anni. Il Divin Maestro inoltre la rese degna d'imitarlo nella sua passione, facendola oggetto di disprezzo e di accuse anche da parte di chi le doveva riconoscenza e amore. La Santa, con eroica carità, tutto soffrì e perdonò, ricambiando gl'ingrati con le cure più amorose. Un cuore apostolico quale quello di Caterina non si limitava alla carità materiale; essa infatti ci lasciò i suoi scritti ascetici e le sue 300 e più lettere, piene di santo ardore, indirizzate a Pontefici, a pfincipi, a popoli in discordia tra di loro. Ottenne dopo suppliche, preghiere, digiuni e colloqui, che il Papa da Avignone ritornasse a Roma; ottenne la pace tra città nemiche, ottenne frutti consolantissimi in tutta l'Europa. Zelo e attività ammirabili in una donna! Nella Bolla di canonizzazione si legge: «Nessuno mai trattò con essa senza partirsene migliore di prima». Amava di straordinario amore e devozione il Papa, e lo chiamava il «dolce Cristo in terra». Il Maestro Divino, dopo averla favorita del dono celeste delle sante stimmate, di rivelazioni e miracoli, le diede quella immarcescibile corona per cui tanto si era affaticata, chiamandola in cielo il 29 aprile dell'anno 1380. Pio XII la proclamò Patrona Principale d'Italia. PRATICA. «Ogni fedele cristiano è tenuto ad essere fedele e di servire la Chiesa, ciascuno secondo lo stato suo» (S. Caterina). Proponiamo di conoscere più ampiamente la vita e le gesta della Patrona della Patria, di imitarne gli esempi, di invocarla fiduciosamente. PREGHIERA. Fa', te ne preghiamo, Dio onnipotente, che mentre festeggiamo la tua beata vergine Caterina, possiamo trarre profitto dalle sue molteplici virtù. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma il natale di santa Caterina da Siéna, Vergine, del Terz'Ordine di san Doménico, illustre per la vita e pei miracoli, la quale dal Papa Pio secondo fu ascritta nel numero delle sante Vergini. La sua festa però si celebra nel giorno seguente.

nome Sant'Ugo di Cluny- titolo Abate- nascita 1024, Brionnais, Francia- morte 29 aprile 1109 Cluny, Francia- ricorrenza 29 aprile- Canonizzazione 6 gennaio 1120- Patrono di ammalati con febbre- Ugo nacque nel 1024, primogenito del conte di Sentir. Manifestò segni precoci della sua vocazione religiosa e gli fu permesso di entrare nell'abbazia di Cluny all'età di quattordici anni. A vent'anni fu ordinato sacerdote e un anno dopo fu eletto priore; cinque anni più tardi, nel 1049, fu nominato abate, incarico che manterrà fino alla morte, avvenuta sessant'anni più tardi. Il suo predecessore, S. Odilone (1 gen.) aveva iniziato la riorganizzazione e la centralizzazione del sistema cluniacense, opera che fu continuata da Ugo e che lo rese uno dei più ammirati abati dell'Alto Medio Evo. Furono sviluppati tutti gli aspetti della riforma cluniacense: l'elaborato cerimoniale monastico, la splendida architettura, l'ampio numero di monaci e lo stretto controllo delle case dipendenti. La congregazione fiorì passando da una settantina di case ad almeno duemila; la comunità di Cluny passò da circa cinquanta monaci a trecento e la sua chiesa abbaziale fu ricostruita e divenne la più grande del mondo cristiano. Al tempo in cui Ugo era abate il monastero era il più rinomato dell'Europa occidentale e le case più piccole facevano a gara per affiliarvisi e condividerne lo spirito riformatore. Tale spirito si basava sulla celebrazione solenne dell'Ufficio divino e della liturgia, «fatta da un'enorme comunità in mezzo allo splendore di oro, argento e gioielli, di arredi di seta e cordame dorato, illuminata da innumerevoli candele e lampade» (Knowles). In quanto importante abate, Ugo era necessariamente coinvolto in questioni esterne all'abbazia. Poco dopo avere assunto l'incarico, egli partecipò al concilio di Reims, convocato dal papa riformatore S. Leone IX (19 apr.) per condannare la simonia e difendere il celibato sacerdotale. Riaccompagnò poi il papa in Italia e, a Roma, prese parte al sinodo che condannava la dottrina eucaristica di Berengario di Tours. Nel 1057 era a Colonia per il battesimo del figlio dell'imperatore, il futuro Enrico IV, di cui fu padrino. Poco tempo dopo si recò in Ungheria, come legato papale, a negoziare la pace tra l'imperatore e il re ungherese, mentre nel 1058 era al capezzale di papa Stefano X. Servì come legato papale a Tolosa e in Spagna. L'elezione di S. Gregorio VII (25 mag.) rafforzò i legami esistenti tra Ugo e il papato sulla causa della riforma poiché Gregorio era stato affiliato di Cluny. Nel contesto dell'aspra disputa tra il papa e l'imperatore Enrico IV, Ugo si impegnò intensamente per portare la pace senza rinunciare a nessuna delle richieste della Chiesa, giocando nel contempo un ruolo importante nel persuadere Gregorio ad annullare la scomunica di Enrico nel famoso incontro di Canossa del 1077. Tale era la posizione di Ugo, che fu lodato pubblicamente e ringraziato per i suoi servizi al sinodo romano del 1081 e al concilio di Clermont del 1095. S. Anselmo di Canterbury (21 apr.) chiese il suo aiuto e consiglio, prima che a chiunque altro, riguardo alla contesa con il re inglese. Tale coinvolgimento nella politica della Chiesa e le sue frequenti assenze da Cluny perché in visita alle numerose case dipendenti, facevano sì che Ugo fosse assente dall'abbazia per lunghi periodi. Il livello dell'osservanza religiosa dei monaci si mantenne comunque elevato ed egli era considerato un amministratore efficiente e una guida saggia e comprensiva sia riguardo a questioni di carattere spirituale che temporale. In tutto ciò che andava costruendo e le sue attività esterne, Ugo fu sinceramente interessato alla riforma monastica e alla diffusione del suo spirito in Europa per il bene della religione. Si potrebbe criticare ciò che realizzò a Cluny: il sistema era troppo monarchico e incentrato su un abate eccezionale. Inoltre, ammetteva troppi postulanti permettendo loro di diventare novizi dopo una prova di pochi giorni, molti dei quali, a quanto risulta, non avevano in realtà una vera vocazione. Sotto la sua guida capace ma discontinua, nell'abbazia si diffusero discordie e violenze e, sebbene in seguito ripristinato, lo stile di vita che aveva introdotto fu passibile di dure critiche da parte di riformatori, come S. Bernardo (20 ago.), che trovava ci fosse poco dello spirito di S. Benedetto in tutto quello splendore e potere. Gli storici oggi non reputano più Cluny la punta di diamante della riforma gregoriana del XI secolo, sebbene vi giocò una parte importante e l'influenza di Ugo favorì la disciplina monastica ed ecclesiastica. S. Pier Damiani (21 feb.), un riformatore contemporaneo particolarmente rigoroso, dopo una visita a Cluny scrisse a Ugo: «Quando ripenso alla rigida e intensa vita quotidiana della tua abbazia riconosco che è lo Spirito Santo che ti guida». Di Ugo sono rimasti alcuni scritti. Morì il 29 aprile 1109 e fu canonizzato poco tempo dopo, nel 1120, da papa Callisto II, anche lui monaco di Cluny, principalmente sulla base delle testimonianze orali di coloro che lo avevano conosciuto. La rapidità della canonizzazione rappresentò un riconoscimento per la riforma monastica promossa da Ugo; rappresentò anche una conferma della validità del sistema cluniacense, che stava diventando vittima di crescenti attacchi di vescovi che criticavano l'esenzione dal controllo vescovile. Già al tempo della morte di Ugo il movimento di riforma cominciava ad affidarsi più ai vescovi che ai grandi abati e ai loro monasteri, e il più austere, modello monastico di Citeaux e i suoi imitatori stavano rimpiazzando Cluny. MARTIROLOGIO ROMANO. A Cluny in Borgogna, nell’odierna Francia, sant’Ugo, abate, che per sessantuno anni resse santamente il monastero di questo luogo, sempre dedito alle elemosine e alla preghiera, custode e instancabile promotore della disciplina monastica, fervido amministratore e propagatore della santa Chiesa.

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