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Decameron~ Lisabetta da Messina
Giovanni Boccaccio scrisse tra il 1349 e il 1351 la più famosa raccolta italiana di novelle: il Decameron, o Decamerone, che significa letteralmente '10 giorni'. La storia è ambientata a Firenze ai tempi di stesura dell'opera, quando in città infuriava la terribile peste nera (riferimenti puramente casuali a fatti odierni). Racconta di 10 giovani, 7 ragazze e 3 ragazzi, che fuggono dalla città per sfuggire alla peste, rifugiandosi in una villa di campagna, dove passano il tempo ballando, cantando e raccontando storie, che rappresentano appunto le 100 novelle.
Oggi vi narrerò quella di "Lisabetta da Messina", quinta novella della quarta giornata, raccontata da Filomena.
Lisabetta era una bella ragazza che viveva a Messina insieme ai suoi fratelli, tre mercanti che dopo la morte del padre si erano arricchiti con la sua eredità. Lisabetta nonostante la sua bellezza non era ancora sposata. Un giorno si innamorò del pisano Lorenzo, giovane aiutante dei fratelli, che contraccambiava i sentimenti per la ragazza. Ben presto però, i suoi fratelli scoprirono la loro storia d'amore, e con un inganno portarono il giovane in un bosco e lo uccisero. Giustificarono l'assenza di Lorenzo dicendo che l'avevano mandato fuori città per questioni di lavoro. Col passare dei giorni Lisabbetta cominciava a preoccuparsi, e una notte in sogno le comparve il suo innamorato, che le raccontò della sua morte per mano dei fratelli. Il giorno dopo insieme a una sua serva si recò nel luogo descritto da Lorenzo in sogno, scavò e scoprì con orrore il suo cadavere. Sapendo di non potergli dare degna sepoltura gli tagliò la testa e la nascose in un vaso, che riempì di terra e vi piantò molti rametti di basilico salernitano, che annaffiava solo con acqua profumata o con le proprie lacrime. Questa sua ossessione per il vaso venne notata da alcuni vicini, i quali avvertirono i fratelli, che tolsero il vaso alla sorella. Lei impazzì a tal punto da insospettire i fratelli, che tolseri la terra dal vaso e scoprirono i resti della testa di Lorenzo. Presi dal terrore che si sapesse in giro trasferiscono gli affari a Napoli. Lisabetta si disperò e dopo poco tempo morì dal dolore, invocando il suo vaso, nel quale era seppellito il suo amore.
"La giovane non restando di piagnere e pure il suo testo adimandando, piagnendo si morì, e così il suo disaventurato amore ebbe termine."<br /> #letteratura #Decameron