@unipocondriacafelice67
#Post_culturale Edizione ritardataria sulla psicologia. Diffusione di responsabilità ed effetto spettatore
*Nota: l'episodio è repostato perché la prima volta ho sbagliato il tag*
Buonase', in casa mia ci sono 31,5 gradi e fa così caldo che se esco fuori al balcone prendo fuoco. Oggi passiamo alla fighissima psicologia, in realtà dovevamo passarci 5 giorni fa ma sono pigra, vi parlerò della diffusione di responsabilità e dell'effetto spettatore. Attenzione che è un po' lunghetta la puntata, spero non annoi.
La diffusione di responsabilità è un fenomeno sociopsicologico, secondo cui una persona ha meno probabilità di assumersi una responsabilità per un'azione quando vi sono altre persone. Per farvi un esempio sempliciotto: scoppia un incendio, bisogna chiamare i vigili. Ma intorno a voi ci sono altre 200 persone che sanno dell'incendio, e che quindi possono chiamare i vigili. A questo punto sarete meno predisposti a farlo visto che "probabilmente li hanno già chiamati" o "lo farà qualcun'altro".<br /> Infatti non si tratta, come si potrebbe pensare, di apatia, indifferenza o stronzaggine, ma di un vero e proprio fenomeno inconscio che ci colpisce ogni giorno.</p> <p> <br /> La diffusione di responsabilità ha delle variabili, infatti è stato notato che:<br /> - Più numeroso è il gruppo, meno probabilità ci sono che la persona intervenga tempestivamente<br /> - Anche il sesso conta, o meglio, ha contato. Infatti le persone tendono a non aiutare categorie di persone che secondo un certo stereotipo "se la sanno cavare da sole". Per l'appunto negli esperimenti svolti le persone erano più inclini ad aiutare una donna in difficoltà rispetto a un uomo, anche se per la parità di genere che si sta raggiungendo negli ultimi tempi, la cosa si sta lentamente equilibrando verso il 50 e 50.
Quest'effetto è una cosa molto generale, e non si riferisce solo a situazioni di emergenza ma anche a situazioni lavorative, o addirittura nelle gerarchie. Pensate a quando a scuola fate un lavoro di gruppo e di solito la maggior parte se ne sbatte. Anche in quel caso vi è la diffusione di responsabilità, e può essere risolta nel caso il docente dia ad ogni persona una consegna precisa da seguire, poiché in quel caso il singolo non può dire "lo farà qualcun'altro", visto che la consegna è solo sua. Idem con le email, una cosa curiosa è che quando un datore di lavoro mandava una email di massa ai suoi dipendenti, essi davano risposte brevi o non rispondevano proprio. Invece nel caso la stessa email venisse mandata a una sola persona essa dava una risposta più lunga e più tempestiva.
Adesso passiamo all'effetto spettatore, che è un tipo di diffusione di responsabilità ma applicata ai casi di emergenza. Vi sono stati in particolare due studiosi che hanno fatto un sacco di esperimenti al riguardo inscenando varie situazioni di emergenza. Ed hanno messo appunto diverse variabili per cui una persona in gruppo offre o non offre aiuto:
1. In primis il numero di persone che ne fanno parte: come già detto più spettatori ci sono meno probabilità che qualcuno intervenga, e viceversa.<br /> 2. La gravità della situazione: si è visto che quando la situazione è palesemente molto grave vi sarà molta più risposta dal gruppo.<br /> 3.I rapporti con la vittima: anche questa cosa abbastanza ovvia, se è un vostro familiare o un amico ad essere la vittima è ovvio che vi attivate subito, il contrario invece se si tratta di uno sconosciuto, normalmente fareste come Dante con "guarda e passa". <br /> 4. La coesione del gruppo: se gli spettatori sono due o più persone che hanno rapporti affettivi, probabilmente di fronte alla vittima agiranno prestando aiuto e anche in modo molto tempestivo<br /> 5. Le competenze; ovviamente se uno sviene per strada e la persona non è un medico ci saranno basse probabilità che presti aiuto.<br /> 6. Il modo in cui si chiede aiuto: questo è un esperimento curioso, è stato notato che quando una donna che aveva uno scontro con un uomo per strada gridava: "Allontanati da me, non ti conosco" gli spettatori intervenivano nel 65% delle volte, ma solo nel 19% delle volte quando la donna gridava: "Allontanati da me, non so perché mai ti ho sposato". E questo è legato al modo in cui la persona percepisce la situazione, quindi se più o meno grave (vedere il punto 2).<br /> 7. La somiglianza: se lo spettatore trova una somiglianza nella vittima, che sia con sé stesso o con una persona con cui ha un legame, allora le probabilità che intervenga accrescono.<br /> 8. Paura dell'opinione esterna: per quanto se ne dicano a tutti interessa almeno un pochetto cosa pensano di noi gli altri, ed è una delle ragioni per cui lo spettatore, in mezzo ad altre persone che non fanno niente, per 'omogenizzarsi' anche lui non fa niente, di modo che l'opinione esterna rimanga invariata. <br /> 9. Se ci sono persone che agiscono lo spettatore sarà più propenso ad offrire aiuto per il motivo precedente.</p> <p> <br /> Ora passiamo agli esempi interessanti di entrambi gli effetti:
Per quanto riguarda la diffusione di responsabilità veniva applicato nelle fucilazioni pubbliche. Il colpevole veniva messo sopra un 'piedistallo' e in basso una linea di 10 soldati circa coi fucili puntati. Al momento dell'esecuzione tutti sparavano allo stesso momento. E perché? Non basta un solo soldato? Certo, ma quando sono più persone a sparare nessuno sa se il colpo mortale è stato il proprio, e perciò non ha sulla coscienza la morte di una persona, definendo l'azione come semplice 'lavoro'. Questo era un modo per non lasciare sensi di colpa ai soldati.
Per quanto riguarda l'effetto spettatore possiamo parlare invece delle risse, di solito quasi nessuno interviene. E non c'entra tanto la paura di prendere botte, perché se intervenissero 4 persone a staccare il picchiatore dalla vittima e a immobilizzarlo probabilmente nessuno si farebbe male. Piuttosto vi sono tutte le variabili sovracitate.
In ultimo a tutto ciò vorrei lasciarvi un messaggio importante: questa è la settimana più calda dell'anno, e mezza Italia sta bruciando sotto incendi. Quando nella vostra zona vedete anche solo un fazzoletto di terra bruciare, fate subito qualcosa, prendete un secchio d'acqua, svuotate la vostra bottiglietta, prendete un estintore, chiamate i vigili, e fatelo VOI soprattutto. Non guardatevi attorno, non aspettate.<br /> Da piccoli roghi a incendi di intere aree boschive è un attimo. E consiglio per i fumatori: fate attenzione a dove buttate le sigarette, usate sempre cestini e spegnetele bene. E consiglio per i ragazzini che credono sia ancora capodanno: i petardi potete beatemente metterveli nel culo che sicuramente fa più ridere. Sono stanca di respirare fumo, nel mio quartiere l'erba va a fuoco ogni giorno.
E nelle situazioni di emergenza, in risse o in altri casi, non aspettate, se c'è qualcuno con voi agite insieme, se siete da soli vi basta richiamare l'attenzione di qualcuno che vi è vicino e unire le forze, è stato studiato che anche un semplice tocco risveglia la persona dalla 'pigrizia sociale'. Più persone siete, meglio è. <br /> Ed io mi sono sbattuta per due ore per culturarizzarvi. Quindi se vi fate prendere dall'effetto spettatore in situazioni brutte vi vengo a cercare a casa.
Noi come al solito ci vediamo alla prossima, se vi piace questa rubrica potete chiedere nei commenti di essere taggati ad ogni episodio, se questo è il primo episodio che vedete spingete sul tag qui sotto per le puntate precedenti. <br /> Alla prossima spugnette di sudore 🖖