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I santi di oggi 27 giugno:
nome San Cirillo d'Alessandria- titolo Vescovo e dottore della Chiesa- nascita 370, Teodosia d'Egitto- Elezione 412- Fine patriarcato 27 giugno 444- morte 27 giugno 444, Alessandria d'Egitto- ricorrenza 27 giugno, 9 febbraio messa tridentina- Attributi bastone pastorale- Cirillo fu l'intrepido difensore della divina maternità di Maria, il trionfatore di quel concilio di Efeso che mise fine a un'insidiosa controversia teologica che aveva contrapposto per anni le due sedi più prestigiose dell'oriente: quella di Alessandria, in Egitto, della quale era vescovo Cirillo, e quella patriarcale di Costantinopoli, retta da Nestorio. Il patriarca Nestorio, intelligente e astuto la sua parte, si era fatto portavoce di un'idea che, di primo acchito, poteva apparire una sottigliezza bizantina, ma che in realtà smantellava uno dei dogmi chiave del cristianesimo: l'incarnazione. Nestorio si era messo a contestare il titolo di Theotokos, cioè « madre di Dio », con il quale veniva onorata la Vergine Maria. « Tutt'al più affermava Nestorio la potremmo chiamare madre di Cristo, cioè Christotókos ». Gli pareva assurdo che una donna potesse essere madre di Dio. La realtà era che quel Gesù che Maria aveva dato alla luce nella grotta di Betlemme, era lo stesso Verbo vivente, generato dalla stessa sostanza del Padre e che nel tempo si era fatto carne. Era insomma Figlio di Dio. L'incarnazione non era una pura unità di relazione di due persone in Cristo, quella divina e quella umana, ma un'unione sostanziale, ipostatica come dicono i teologi. Quindi Maria è madre di Dio: questo insegnava da sempre la chiesa universale. Proclamando queste tesi, Cirillo si oppose alle novità di Nestorio: prendeva il via così una contesa aspra e serrata, nella quale si intromise anche l'imperatore di Costantinopoli, minacciando prima di esilio il vescovo di Alessandria e passando poi alle vie di fatto, che per Cirillo vollero dire qualche mese di duro carcere. Ma il grande vescovo non si lasciò intimorire; per la difesa dell'integrità della fede cristiana egli era disposto a tutto: « Noi per la fede di Cristo fece sapere a Nestorio siamo disposti a subire tutto: le catene, il carcere, tutti gli incomodi della vita, e la stessa morte ». Battagliero più che mai, Cirillo diede fondo a tutto il suo coraggio, controbattendo con acume e con dovizia di motivi tutti i sofismi di Nestorio, il quale, a corto di argomenti, non trovò di meglio che aizzargli contro i suoi seguaci i quali gli affibbiarono per spregio l'appellativo di « faraone ». Allora Cirillo si appellò all'autorità del vescovo di Roma. « Degnateci di dirci scriveva a Celestino I se dobbiamo restare in comunione con Nestorio o se dobbiamo cessare ogni relazione ». Il papa gli rispose affidandogli la difesa dell'ortodossia. Intanto l'imperatore di Costantinopoli, sperando nella vittoria di Nestorio, decideva di convocare a Efeso un concilio per porre fine alle diatribe teologiche che minacciavano di esplodere cruentemente in altre sedi. Ma le cose non andarono come l'imperatore sperava e, nonostante il suo appoggio, il patriarca Nestorio uscì da Efeso sconfitto. Cirillo, dotato di profonda cultura teologica, fu abilissimo nel confutare le posizioni eretiche del suo avversario e nel far brillare in tutta la sua chiarezza la dottrina della chiesa cattolica, così come appariva dalla rivelazione. «L'Emmanuele consta con certezza di due persone aveva spiegato all'assemblea attenta e desiderosa di essere illuminata: di quella divina e di quella umana. Tuttavia il Signore Gesù è uno, unico vero figlio naturale di Dio, insieme Dio e uomo; non un uomo deificato, simile a quelli che per grazia sono resi partecipi della natura divina, ma Dio vero che per la nostra salvezza apparve nella forma umana ». Con questa illuminante sintesi di pensiero riuscì a convincere la quasi totalità dei padri conciliari a proclamare Maria madre di Dio, Theotokos. Ai legati, inviati del papa, non restò che sanzionare, e con grande gioia, i decreti dell'assemblea. Il concilio di Efeso si narra finì con una grande fiaccolata in nome di Maria, la vera trionfatrice dell'assise, e alla cui esaltazione Cirillo dedicò alcuni dei suoi più straordinari e appassionati sermoni. Cirillo, teologo acuto e polemista indomito, fu anche un valido pastore d'anime. Usò infatti gran parte della sua intelligenza nello sminuzzare a uso dei semplici fedeli i concetti, non sempre accessibili, della dottrina cristiana. Accanto alle opere esclusivamente di speculazione teologica, ci sono state tramandate centocinquantasei Omelie sul Vangelo di Luca e le Lettere pastorali. I meriti del battagliero vescovo stanno comunque nella sua tenace fermezza posta alla difesa dell'ortodossia e nella santità di vita. Tali meriti, almeno in occidente, gli vennero però riconosciuti piuttosto tardi. Il suo culto venne infatti esteso a tutta la chiesa latina soltanto sotto il pontificato di Leone XIII (1882) e in tale data gli venne anche conferito il meritatissimo titolo di dottore della chiesa. MARTIROLOGIO ROMANO. San Cirillo, vescovo e dottore della Chiesa, che, eletto alla sede di Alessandria d’Egitto, mosso da singolare sollecitudine per l’integrità della fede cattolica, sostenne nel Concilio di Efeso i dogmi dell’unità e unicità della persona in Cristo e della divina maternità della Vergine Maria.
nome Santa Margherita Bays- titolo Terziaria Francescana- nascita 8 settembre 1815, La Pierraz, Svizzera- morte 27 giugno 1879, Siviriez, Svizzera- ricorrenza 27 giugno- Beatificazione 29 ottobre 1995 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 13 ottobre 2019 da papa Francesco- Nacque l’ 8 settembre 1815 a La Pierraz di Siviriez nel Cantone di Friburgo in Svizzera. A otto anni ricevette la Cresima ed a 11 anni fu ammessa alla Prima Comunione. Verso i 15 anni fece un apprendistato come sarta, mestiere che esercitò per tutta la vita. Scartata la possibilità di consacrarsi come religiosa, Margherita preferì rimanere nubile dedicandosi alla famiglia e alla parrocchia. Nel 1860 il fratello Claudio, colui che dirigeva la fattoria di famiglia, sposò una delle domestiche di casa, Josette, che non nascose una forte avversione verso Margherita. Al contrario Margherita continuò a servire la famiglia sopportando con carità le ingiurie. Il suo atteggiamento portò alla fine la cognata a riconoscere i propri torti. Margherita ogni giorno partecipava alla Santa Messa, il mo-mento più importante della sua giornata. La domenica non manca-va di fermarsi a lungo in adorazione, di fare Via Crucis e di recitare il rosario. Con grande zelo si dedicò all’ istruzione religiosa sia dei bambini, insegnando loro il catechismo e formandoli alla vita morale e religiosa, sia delle giovani ragazze, preparandole alla futura condizione di spose e madri. A 35 anni, nel 1853, fu operata all’ intestino per un cancro. Sconcer-tata dal tipo di cure richieste, supplicò la Santa Vergine di guarirla o di farla soffrire in modo tale da poter partecipare alla Passione di Gesù. Fu pienamente esaudita l’ 8 dicembre 1854, nello stesso giorno nel quale papa Pio IX proclamava il dogma dell’ Immacolata Concezione. Da quel giorno la vita di Margherita fu legata a quella di Cristo sofferente. Nel suo corpo apparvero le cinque piaghe del Crocifisso e ogni venerdì alle 15 e per tutta la Settimana Santa, Margherita riviveva le sofferenze di Gesù dal Getsemani al Calvario. Secondo il suo desiderio morì nella festa del Sacro Cuore, il 27 giugno 1879. Fu beatificata il 29 ottobre 1995.
nome San Sansone- titolo Sacerdote- nascita Roma- morte 530 circa, Costantinopoli, Turchia- ricorrenza 27 giugno- Durante il V secolo, forse intorno alla sua metà, Sansone, sacerdote ricco e filantropo, fondò a Costantinopoli, a sue spese, un grande ospedale per indigenti. Si pensa sia nato a Roma e che fosse imparentato con l'imperatore di Costantinopoli. Medico e prete, si prendeva cura personalmente di chi aveva sofferenze corporali, psichiche o spirituali. Dopo la sua morte l'ospedale gli venne dedicato; durante la vita era chiamato Sansone l'Ospitaliere o Sansone Xenodochus [Sansone (che cura) lo straniero]. Subito dopo la morte fu subito venerato come santo ed è ricordato in molti Menologi greci. Nel vi secolo l'ospedale fu distrutto a causa di un incendio e ricostruito dall'imperatore Giustiniano; cronache antiche tentano di creare una connessione tra i due dicendo che Sansone aveva guarito Giustiniano I, colpito da malattia mortale, e che l'imperatore aveva fatto costruire l'ospedale come segno di gratitudine. Sansone morì però prima del 500 e l'imperatore salì al trono dopo il 527. Durante le Crociate l'ospedale fu occupato dai Templari. MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, san Sansone, sacerdote, che fu rifugio dei poveri e si dice abbia allestito un ospedale su invito dell’imperatore Giustiniano, che egli aveva guarito da una malattia.
nome San Giovanni di Chinon- titolo Recluso- nascita VI secolo, Bretagna- morte VI secolo, Chinon, Francia- ricorrenza 27 giugno- Giovanni era un eremita e fissò la sua dimora a Chinon (tra Tours e Saumur) guadagnandosi la fama di guaritore e consigliere sapiente; non era però nativo della valle della Loira, dove si trovano quei luoghi, ma originario della Bretagna. Nulla si sa della sua vita prima dell'arrivo a Chinon. In Francia è conosciuto anche come S. Giovanni du Moustier (traduzione alterata del latino Monasterii) o S. Giovanni di Tours. Gregorio di Tours (17 nov.) racconta che la regina Radegonda (13 ago.) era ricorsa a lui mentre fuggiva dal violento marito, Clotario I (le aveva ucciso il fratello), temendo che costui le desse la caccia per riportarla a casa con la forza. Un messaggero giunse all'eremitaggio di Giovanni portando una missiva della regina dove si chiedevano preghiere e l'invio del suo cilicio; Giovanni pregò tutta la notte e rispose a Radegonda che non aveva nulla da temere dal marito. In seguito ella fu ordinata diaconessa da S. Medardo (8 giu.) e fondò il monastero della S. Croce a Poitiers, dove visse in pace per molti anni. Giovanni morì nel suo eremo e fu sepolto nell'oratorio vicino alla chiesa di S. Massimo. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel castello di Chinon nel territorio di Tours in Francia, san Giovanni, sacerdote, che, di origine britannica, volle per amore di Dio sottrarsi allo sguardo degli uomini e visse di preghiera in una piccola cella costruita davanti alla chiesa del paese.
nome Beata Luisa Teresa Montaignac de Chauvance- titolo Fondatrice- nome di battesimo Louise-Thérèse de Montaignac de Chauvance- nascita 14 maggio 1820, Le Havre, Francia- morte 27 giugno 1885, Montluçon, Francia- ricorrenza 27 giugno- Beatificazione 4 novembre 1990 da papa Giovanni Paolo II- Luisa Teresa Montaignac de Chauvance nacque il 14 maggio 1820 a Le Havrc. 11 padre era un abile uomo d'affari e governava una famiglia profondamente religiosa. All'età di sette anni Luisa fu mandata come convittrice a Ch'ateauroux presso le Compagne Fedeli di Gesù, dove assorbì una particolare devozione per il Sacro Cuore. Una zia le fece conoscere gli scritti di S. Teresa d'Avila (15 ott.). Questa parente era molto preoccupata dell'indifferenza religiosa che pervadeva la società francese e aveva in mente un progetto per coinvolgere donne devote al Sacro Cuore nell'impegno nel «rinnovamento della società con l'esempio e la santità di vita»; non visse abbastanza a lungo per portare a compimento il suo sogno. Luisa aveva deciso di entrare nel Carmelo, ma il suo direttore spirituale le suggerì di portar avanti il progetto della zia: l'8 settembre 1843, a ventitré anni, fece voto di consacrare tutta se stessa al. Sacro Cuore di Gesù, e nel 1848 si trasferì a Montlugon, dove fondò la Confraternita del Tabernacolo. Il suo scopo era quello di fondare una congregazione per la devozione, basata sulla penitenza e sull'adorazione, a Nostro Signore nel Santissimo Sacramento dell'Altare. Dovette affrontare anni di collaborazione con altre congregazioni, di duro lavoro e di scoraggiamento prima di poter dar vita, nel 1874, alla Pia Unione delle Oblate del Sacro Cuore. Molte persone furono da lei stimolate a por mano a tante opere carirative: erigere orfanotrofi e scuole; pulire e decorare le chiese povere; promuovere l'adorazione eucaristica e i ritiri spirituali. Mori il 27 giugno 1885 e fu beatificata da papa Giovanni Paolo II il 4 novembre 1990. MARTIROLOGIO ROMANO. A Moulins in Francia, beata Luisa Teresa Montaignac de Chauvance, vergine, che fondò la Pia Unione delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù.
nome Beato Benvenuto da Gubbio- titolo Religioso- nascita Gubbio, Umbria- morte 1232 circa, Corneto, Puglia, Capitanata- ricorrenza 27 giugno- Si dice che gli ex-soldati che abbracciano la vita religiosa diventino bravi monaci perché già abituati alla disciplina, all'obbedienza e alle fatiche: Benvenuto, nato a Gubbio, era un soldato, analfabeta, che fu attratto dalla spiritualità francescana e ricevette l'abito di fratello laico. Fin dall'inizio della sua scelta religiosa modellò la sua vita seguendo l'esempio di S. Francesco. Chiese e ottenne di essere incaricato di curare i lebbrosi: vedendo in essi il Cristo stesso, cercava di alleviare le loro sofferenze, lavandoli e mai ritraendosi davanti ai casi più repellenti o ai compiti più umili; li serviva di tutto punto benché egli stesso fosse seriamente ammalato, e sopportava la propria infermità con grande pazienza. Benvenuto condusse una vita esemplare come membro del movimento francescano: fu in tutto obbediente ai superiori e non si ha notizia che abbia mai ricevuto un rimprovero; trascorreva gran parte della notte in preghiera stendendo le braccia verso il Bambin Gesù. Morì a Corneto, piccola città della Puglia, e li venne sepolto nella chiesa parrocchiale, perché la chiesa del convento era troppo piccola per contenere tutta la gente accorsa al funerale. Papa Innocenzo XII lo beatificò con un decreto nel 1697. MARTIROLOGIO ROMANO. A Corneto vicino a Bovino in Puglia, beato Benvenuto da Gubbio, religioso dell’Ordine dei Minori, che nell’umile servizio ai malati si conformò alla vita di Cristo povero.