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Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno
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Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno- Dioecesis Latinensis-Terracinensis-Setina-Privernensis- Chiesa latina- Regione ecclesiastica Lazio- Vescovo Mariano Crociata- Vicario generale Enrico Scaccia- Presbiteri 130, di cui 80 secolari e 50 regolari, (2.444 battezzati per presbitero)- Religiosi 51 uomini, 113 donne- Diaconi 22 permanenti- Abitanti 330.660- Battezzati 317.800 (96,1% del totale)- Stato Italia- Superficie 1.372 km²- Parrocchie 83 (5 vicariati)- Erezione I secolo (Terracina), VIII secolo (Sezze), II secolo (Priverno), in plena unione dal 30 settembre 1986- Rito romano- Cattedrale San Marco- Concattedrali San Cesareo (Terracina) Santa Maria (Sezze), Santa Maria Annunziata (Priverno)- Santi patroni San Marco evangelista San Cesario di Terracina, Santi Lidano d'Antena e Carlo da Sezze, San Tommaso d'Aquino, Santa Maria Goretti. La diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (in latino Dioecesis Latinensis-Terracinensis-Setina-Privernensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2021 contava 317.800 battezzati su 330.660 abitanti. È retta dal vescovo Mariano Crociata. Il territorio della diocesi è compreso completamente nella provincia di Latina e occupa in prevalenza l'area dell'Agro Pontino e dei Monti Lepini per un totale di 17 comuni. Confina a nord con la sede suburbicaria di Velletri-Segni e la sede suburbicaria di Albano, ad est con la diocesi di Anagni-Alatri e la diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, a sud-est con l'arcidiocesi di Gaeta. Sede vescovile è la città di Latina, dove si trova la cattedrale di San Marco. La Curia diocesana, inaugurata nel 2008, si trova alla periferia sud-ovest del capoluogo. Nel territorio si trovano le tre antiche cattedrali vescovili, ora concattedrali della diocesi: San Cesareo a Terracina, Santa Maria a Sezze e Santa Maria Annunziata a Priverno. L'attuale diocesi è frutto dell'unione di tre antiche diocesi: Terracina, attestata a partire dal IV secolo e che assunse il nome di Terracina-Latina nel 1967; Priverno, documentata dall'VIII secolo; e Sezze, i cui primi vescovi noti risalgono all'XI secolo.
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La costruzione della chiesa di San Marco fu iniziata nel 1932, lo stesso anno della fondazione della città di Latina, allora denominata Littoria. La chiesa, progettata dall’architetto Oriolo Frezzotti al centro del nuovo centro abitato, fu portata a termine l’anno seguente e dedicata il 18 dicembre 1933. L’intitolazione all’evangelista San Marco, scelto come patrono della nascente città, intendeva sottolineare il particolare legame esistente tra l’Agro pontino e le Venezie, da cui proveniva la gran parte dei coloni assegnatari delle terre bonificate dalla palude. Già dal 23 novembre 1933 il cardinal Enrico Gasparri, Vescovo della Diocesi suburbicaria di Velletri, nel cui territorio ricadeva allora la città di Latina, aveva istituito la parrocchia di San Marco, affidandone le cure pastorali alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco. Il 30 settembre 1986, contestualmente all’erezione della “nuova” Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, la chiesa di San Marco ne è divenuta la cattedrale. L’esterno della chiesa è caratterizzato da un paramento murario che, nella parte inferiore, vede un’alternanza di fasce in tufo e travertino. La facciata è a capanna e presenta un portico che si apre, sulla parte anteriore, con tre alte arcate a tutto sesto poggianti su pilastri quadrangolari. In corrispondenza di ognuna di esse, si apre un portale sormontato da una monofora con vetrate policrome. Nel frontone si trova una scultura raffigurante lo stemma di Pio XI, papa al momento della dedicazione della chiesa, mentre sui pilastri angolari vi sono le statue dei quattro evangelisti. Sulla destra della chiesa, in posizione isolata, si trova la torre campanaria, anch’essa caratterizzata da un’alternanza di tufo e travertino. Il campanile è a pianta quadrata, è sormontato dalla cella campanaria contenente tre campane e si apre sull’esterno con una monofora per ciascun lato. Sopra la cella campanaria si trova una replica in marmo della Madonnina del Duomo di Milano. Religione cattolica di rito romano- Titolare San Marco Evangelista- Ordine Società salesiana di San Giovanni Bosco- Diocesi Latina-Terracina-Sezze-Priverno- Architetto Oriolo Frezzotti- Stile architettonico razionalista- Inizio costruzione 1932- Completamento 1933.
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Mariano Crociata- vescovo della Chiesa cattolica- Titolo Latina-Terracina-Sezze-Priverno- Incarichi attuali Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (dal 2013), Vicepresidente della Conferenza episcopale laziale<br /> Presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (dal 2023)- Incarichi ricoperti Vescovo di Noto (2007-2008), Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (2008-2013), Vicepresidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (2018-2023)- Nato 16 marzo 1953 (71 anni) a Castelvetrano- Ordinato presbitero 29 giugno 1979 dal vescovo Costantino Trapani, O.F.M.- Nominato vescovo 16 luglio 2007 da papa Benedetto XVI- Consacrato vescovo 6 ottobre 2007 dall'arcivescovo Paolo Romeo (poi cardinale). Blasonatura dello stemma: <br /> Di oro, alla croce accompagnata da due burelle ondate in punta, il tutto di rosso. Al capo di rosso, caricato di tre stelle (8) di oro ordinate in fascia. Lo scudo, accollato a una croce astile d’oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde. Queste ultime, in numero di 12, sono disposte 6 per parte, in 3 ordini di 1, 2, 3. Lo stemma adottato da monsignor Mariano Crociata al momento della sua elezione a Vescovo di Noto e conservato immutato nei successivi incarichi, secondo il linguaggio araldico è “di oro, alla croce accompagnata da due burelle ondate in punta, il tutto di rosso. Al capo di rosso, caricato di tre stelle di oro ordinate in fascia”. Al di sotto dello scudo il motto: “Crux Christi pax”. Quanto alle simbologie raffigurate nello scudo, nel campo principale spicca una grande croce che emerge dal mare (rappresentato da due piccole fasce ondulate, dette burelle, poste in punta, ovvero nella parte bassa dello scudo) per significare come l’azione di Dio, simboleggiata dalla croce della redenzione attuata da Cristo, ha guidato il popolo di Israele verso la libertà separando le acque del Mar Rosso per mezzo del bastone di Mosè, affinché il popolo camminasse all’asciutto (cf. Es 14,21-23). Sia il mare che la croce sono di colore rosso. Il primo per ricordare il Mar Rosso, la seconda per ricordare l’azione redentrice di Cristo mediante il suo sangue. Il campo, invece, è di colore oro per simboleggiare la luce della grazia che attrae, guida e santifica. Nuovamente rosso è il capo (che araldicamente è una pezza onorevole di massima importanza, formata dal terzo superiore dello scudo), il quale simboleggia la fede, illuminata da tre stelle di colore oro che indicano Maria Santissima, con allusione al nome di Mariano del Vescovo, e con allusione al rapporto della Madonna con la Trinità, quale figlia del Padre, Madre del Figlio e Sposa dello Spirito Santo. Il motto “Crux Christi pax” vuole ricordare come la vera pace si raggiunge soltanto attraverso la Croce di Cristo Redentore (cf. Ef 2,14-16).