@WolfOtaku

11/01/2021 alle 09:55

(e uno sfogo,ignora pure)"Prova a scrivere un testo sulla persona che più odi al mondo"

(e uno sfogo,ignora pure)"Prova a scrivere un testo sulla persona che più odi al mondo"

oke.

Non tutti si aspetterebbero di leggere, in un testo dedicato alla persona che più si odia al mondo, la descrizione di una madre.

Credo, però, di essere giustificata. Dopo tutto quello che è successo, non posso che odiare tutto di lei. Una delle cose che più

non sopportavo quando vivevo ancora con lei, era quando mi sfuriava contro fissandomi con il suo occhi azzurro ghiaccio. Da

piccola ho sempre avuto sentimenti contrastanti verso quello sguardo. Da una parte ne ero meravigliata, visto la chiarezza

che emanavano, mentre dal altra spaventata di come da dolci com’erano, potessero diventare crudeli in un attimo. Se ora

ripenso a tutte quelle sgridate, l’unica cosa a cui riesco a pensare e che usava uno dei metodi più sbagliati per crescere delle

bambine. La paura. Una sera di quando avevo circa otto anni, io e le mie sorelle ci eravamo messe tutte a letto. Erano circa le

nove e mezza, e visto che non riuscivamo a dormire abbiamo iniziato a parlare. Dopo nemmeno dieci minuti ecco la donna

arrivare a picchiarci soltanto perché chiacchieravamo un pò. Prima ho detto un’età a caso, visto che questa cosa succedeva

tutte le sere. Se avessi avuto quest’età ai tempi, credo che avrei smesso di parlare la sera fin da subito. Questo spiega già

quanto il suo ‘metodo di educazione’ fosse sbagliato. E purtroppo quegli eventi sono stati fra i più tranquilli. Qualche volta,

però, riuscivo ad avvicinarmi a lei per vedere che faceva, nonostante avessi paura. Mi ricordo ancora di una sera di quando

ero piccola, in cui entrai in camera sua, vedendo che non mi stava urlando contro, mi avvicinai ancora un po', fino a salire sul

letto. Stava disegnando un ragazzino dai capelli bianchi, ricopiandolo da un fumetto in bianco e nero, un manga per la

precisione, chiamato Death note. Lei rimase impassibile, ignorandomi e andando avanti a disegnare. Con un coraggio mai

avuto gli chiesi chi fosse il ragazzo. Lei rispose con ‘Near’. Hai tempi mi sembrava una parola strana, mentre ora non mi fa più

nessun effetto. Rimasi a guardare i suoi ricci neri incorniciare il suo viso pallido raramente tranquillo. All’improvviso gli feci

un'altra domanda che la sorprese, ”Cosa sono quei segni che hai sulla faccia?” non ricordo cosa rispose, se non che

centravano con dei brufoli. Quella e l’unica serata in cui sono stata davvero tranquilla con lei, mentre ora il solo pensiero di

stare in una stanza con quella donna irascibile mi fa venire il vomito, per colpa di tutte le scelte sbagliate fatte da lei in questi

ultimi anni. Li elencherei, se solo potessi. Qualche volta penso a perché la odio così tanto, se solo per le sue scelte o altro. E

facendo questo testo sono arrivata alla conclusione che e perché tutto il tempo che dava a me e alle mie sorelle lo passava a

sgridarci e picchiarci. Non credo la perdonerò mai del tutto. Anzi, vedo difficile anche il solo rivolgerle la parola, ora come ora.

Non ho voglia di rileggere per cercare gli errori.

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