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I santi di oggi 2 aprile:
nome San Francesco di Paola- titolo Eremita e fondatore- nascita 1416, Paola, Cosenza- morte 2 aprile 1507, Tours, Francia- ricorrenza 2 aprile- Beatificazione 28 luglio 1513 da papa Leone X- Canonizzazione 1º maggio 1519 da papa Leone X- Santuario principale Santuario di san Francesco a Paola- Attributi Bastone, mantello, libro della regola- Patrono di Paola, Corigliano-Rossano, Altomonte, Calabria, Botricello, Paterno Calabro, Sicilia, Regno delle Due Sicilie, Stornarella, San Fili; naviganti, bagnini di salvataggio, gente di mare e pescatori, eremiti, è invocato contro gli incendi, la sterilità e le epidemie; compatrono di Napoli, Cosenza, Castrovillari, Bitonto, Castelleone di Suasa, Castrolibero, Luzzi e Bisignano- S. Francesco, detto di Paola dalla sua città natale, nacque nel 1416. I suoi genitori lo ebbero dal Signore per intercessione di S. Francesco d'Assisi. Ammaestrato fin dai più teneri anni alla pietà, indirizzava tutti i suoi sforzi all'acquisto della virtù, dimodocchè apparve destinato a grande santità. A 13 anni apprese dai Francescani i primi rudimenti della scienza, e incominciò a praticar quella vita austera, che continuò poi per tutta la vita. A soli quindici anni, col consenso dei genitori, si ritirò in solitudine non molto lontano dalla patria. Ma disturbato dalle frequenti visite che gli facevano molte pie persone ammirate del suo modo straordinario di vivere, si appartò maggiormente, spingendosi verso il mare e quivi si scavò una grotta. Il suo letto era la nuda tèrra, il suo cibo le erbe che crescevano d'intorno, e l'abito un sacco grossolano, che nascondeva un ruvido cilicio. Non aveva ancora vent'anni quando gli si aggiunsero altre persone desiderose di vivere sotto la sua direzione. Allora il Santo uscì dalla solitudine, edificò nei dintorni di Paola una chiesa con un monastero ponendo le fondamenta del suo ordine, che per umiltà volle chiamare dei «Minimi». Il Signore, che prova col fuoco delle afflizioni quelli che lo amano, permise che venisse perseguitato da Ferdinando principe di Taranto, che poi tocco dalla grazia di Dio lo lasciò in pace. L'eminente santità di Francesco appariva ancora più agli occhi del popolo pel dono profetico. I prodigi poi che Iddio moltiplicava a mezzo del suo fedele servo eccitavano l'universale ammirazione, tanto che Papa Paolo II mandò un suo legato a verificare se era vero quello che si raccontava di lui. Il re di Francia Luigi XI, essendo ammalato, volle presso di sè S. Francesco, che per ordine del Sommo Pontefice (a cui Luigi XI era ricorso per averlo), tosto si mise in viaggio. Ovunque passava, era accolto festosamente. La Provenza rovinata dalla peste provò i benefici effetti della presenza del servo di Dio. Arrivato presso il re, lo indusse a rassegnarsi al volere di Dio e lo dispose a ben morire. Molto fu amato da Luigi XI, che favorì grandemente la diffusione dei Minimi in Francia. Francesco visse ancora parecchi anni: quando fu avvertito esser prossimo il giorno della sua morte, si dispose al grande passo con tre mesi di ritiro in cella. Si ammalò la domenica delle Palme del 1507; il giovedì santo ricevette, in chiesa. il Santo Viatico e il giorno seguente, dopo aver date le ultime raccomandazioni ai suoi discepoli, si addormentò nel Signore: era il 2 aprile 1507 e contava 91 anni. Dice il Breviario romano che il suo corpo. rimasto per 11 giorni insepolto, emanava un profumo celeste. Attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello.Il "miracolo" più famoso è quello noto come l'attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello steso, dopo che il barcaiolo Pietro Coloso si era rifiutato di traghettare gratuitamente lui ed alcuni seguaci, che ha contribuito a determinarne la "nomina" a patrono della gente di mare d'Italia. PRATICA. Domandiamo a Dio l'umiltà e lo spirito di mortificazione. PREGHIERA. Dio, amante degli umili, che sublimasti il beato confessore Francesco alla gloria dei tuoi Santi, deh! fa' che conseguiamo felicemente, per i meriti e l'intercessione di lui, il premio promesso agli umili. MARTIROLOGIO ROMANO. A Tours, in Frància, san Francésco di Paola Confessore, Fondatore dell'Ordine dei Minimi; illustre per virtù e per miracoli, dal Papa Leóne decimo fu iscritto nel numero dei Santi.
nome Beata Elisabetta Vendramini- titolo Vergine- nome di battesimo Elisabetta Vendramini- nascita 9 aprile 1790, Bassano del Grappa- morte 2 aprile 1860, Padova- ricorrenza 2 aprile- Beatificazione 4 novembre 1990- Attributi Abito religioso- Patrona di Suore terziarie francescane elisabettine- Nata a Bassano del Grappa (VI) il 9 aprile 1970 da famiglia benestante, Elisabetta Vendramini è una figura significativa nella chiesa italiana del XIX secolo. Esercitò la sua opera educativa e caritativa dapprima nella città natale e poi a Padova, dove nel 1828 fondò la Congregazione delle suore terziarie francescane elisabettine. La sua vita fu spesa nel seguire Cristo crocifisso, amandolo e soccorrendolo nei poveri e nei bisognosi, diffondendo la carità che ardeva nel suo suo cuore perchè non mancasse agli emarginati e agli ultimi una presenza di servizio e di amore. Morì a Padova il 2 aprile 1860 e fu beatificata da papa Giovanni Paolo II il 4 novembre 1990. MARTIROLOGIO ROMANO. A Padova, beata Elisabetta Vendramini, vergine, che dedicò la sua vita ai poveri e, dopo aver superato molte avversità, fondò l’Istituto delle Suore Elisabettine del Terz’Ordine di San Francesco.
nome Beata Maria di San Giuseppe- titolo Fondatrice- nome di battesimo Laura Evangelista Alvarado Cardozo- nascita 25 aprile 1875, Choroni, Venezuela- morte 2 aprile 1967, Maracay, Venezuela- ricorrenza 2 aprile- Beatificazione 7 maggio 1995 da papa Giovanni Paolo II- Laura Evangelista Alvarado Cardozo nacque a Choroni in Venezuela il 25 aprile 1875. I suoi genitori gestivano un piccolo negozio della città, ma verso il 1880 si trasferirono in un centro più grande, Maracay, in cerca di migliori possibilità. Nell'adolescenza, Laura si impegnò per l'istruzione dei bambini indigenti e, durante un'epidemia di vaiolo nel 1892 curò gli infermi in un piccolo ospedale aperto dal parroco, p. Vincenzo López Aveledo, in grado di offrire gli unici sussidi medici disponibili in città. Il sacerdote fungeva anche da direttore spirituale, e sotto la sua guida Laura fece il voto di perpetua verginità. Nel 1896 il parroco la nominò direttrice dell'ospedale. Lei vi risiedette, istituendo una comunità, detta delle "Samaritane". A quel tempo il numero di sacerdoti e delle religiose andava decrescendo, mentre i vescovi venivano esiliati e il presidente Antonio Guzman Blanco (1870-1888) emanava una serie di decreti anticlericali e chiudeva i seminari. Verso la fine del XIX secolo le relazioni Chiesa-Stato migliorarono lievemente: i governi reintegrarono gli ordini religiosi, che poterono gestire scuole e ospedali. Nel 1901 Laura e p. López fondarono una congregazione di suore per l'assistenza agli infermi, agli anziani e agli orfani, con il titolo di Suore Ospedaliere di S. Agostino, poi mutato in Suore Agostiniane Recollette del S. Cuore di Gesù. Per speciale dispensa della Santa Sede, nel 1903 ella fu riconosciuta come fondatrice della congregazione, con il permesso di emettere i voti perpetui di castità, povertà e obbedienza. Assunse il nome di Maria di S. Giuseppe. Nel 1905 fondò la prima casa per orfani a Maracay, poi altri 37 orfanotrofi e istituti per anziani in tutto il Venezuela, il suo fu definito un ministero in favore di coloro dei quali nessuno si prende cura: «Tutti i più emarginati sono nostri, coloro che nessuno vuole accogliere», diceva alle sue suore. Sosteneva questa attività con una intensa vita di preghiera, riservando speciale devozione all'eucarestia e alla Vergine. Confezionava lei stessa le ostie, e le suore ne seguivano l'esempio. Aveva grande venerazione per il sacerdozio e incoraggiava le vocazioni fra i nativi, affinché il paese non dovesse dipendere da missionari stranieri. Con il progredire dell'età, tentò di rassegnare le dimissioni come superiora generale, ma la congregazione le accettò solo nel 1960, quando la madre aveva 85 anni. Morì a 92 anni il 2 aprile 1967 e fu tumulata nella cappella della casa Immacolata Concezione a Maracay, dove la sua tomba è divenuta meta di migliaia di pellegrini ogni anno. Fu beatificata il 7 maggio 1995 in piazza S. Pietro da Giovanni Paolo II, la prima beata del Venezuela. MARTIROLOGIO ROMANO. A Maracay in Venezuela, beata Maria di San Giuseppe (Laura) Alvarado, vergine, che fondò le Agostiniane Recollette del Sacro Cuore e fu sempre amorevolmente sollecita verso le ragazze orfane, gli anziani e i poveri abbandonati.
nome Beato Diego Luis de San Vitores- titolo Gesuita, martire nelle Marianne- nascita 12 novembre 1627, Burgos, Spagna- morte 2 aprile 1672, Tomhom, Guam, Marianne- ricorrenza 2 aprile- Beatificazione 6 ottobre 1985 da papa Giovanni Paolo II- Diego di San Vitores nacque a Burgos in Spagna nel 1627. La sua famiglia apparteneva alla nobiltà spagnola e suo padre lavorava a servizio del re. Diego fu educato dai gesuiti ed entrò nella Compagnia a soli quattordici anni come novizio, ma, essendo ancora troppo giovane per prendere i voti dopo due anni di noviziato, dovette dedicarsi ad altri studi, prima di poter essere ordinato sacerdote nel 1651, a soli ventiquattro anni. Pur avendo sempre desiderato lavorare in missioni all'estero, possibilmente in Cina o Giappone, dovette invece dedicarsi all'insegnamento, dapprima di lettere e poi di teologia. Fu infine inviato nelle Filippine nel 1660 per lavorare come missionario; viaggiò attraverso il Messico, dove si fermò per due anni, suscitando una tale ammirazione nei suoi confratelli gesuiti che questi cominciarono a paragonarlo all'altro grande missionario, S. Francesco Saverio (3 dic.). Sulla via per le Filippine la sua nave si fermò alle Isole Marianne (arcipelago a sud dcl Giappone che include Guam e Saipan) e Diego rimase colpito dal fatto che gli indigeni non fossero mai stati evangelizzati. Scrisse ai propri superiori a Roma e in Spagna chiedendo il permesso di lavorare sull'isola di Guam esprimendo loro il dolore che gli provocava vedere che gli indigeni erano trascurati in tal modo. Contemporaneamente si sistemò nelle Filippine e lavorò là, dapprima come missionario a Taytay e poi come prefetto degli studi presso il collegio dei gesuiti di Manila. Quando, nel 1688, gli fu concesso il permesso di lavorare nelle Marianne, tornò in Messico per raccogliere fondi e scorte per la sua attività a Guam e, nello stesso anno, giunse finalmente sul luogo della nuova missione con un gruppo di confratelli gesuiti. All'inizio l'opera di evangelizzazione ebbe successo e un gran numero di persone ricevette il battesimo. Poi crebbe l'opposizione dei capi locali che temevano di vedere diminuita la propria autorità e i neocristiani furono spinti ad abbandonare la loro fede. Parte del lavoro di Diego consisteva nel visitare le altre isole per incoraggiare i suoi confratelli missionari e, mentre era in visita a Tumon, si recò a battezzare il figlio neonato di un apostata. L'uomo si oppose e cominciò a insultare Diego; quando il missionario tentò di farlo ragionare lo uccise con una lancia. Era il 2 aprile 1672. La vita di Diego era stata guidata da una frase del Vangelo: «Mi ha inviato a portare la buona novella ai poveri» e dal comando di S. Ignazio (31 lug.) ai suoi seguaci: «Non siate sordi alla chiamata di Dio, ma desiderosi e pronti a compiere il suo santo volere». Fu beatificato nel 1985. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel villaggio di Tomhom nell’isola di Guam in Oceania, beati martiri Diego Luigi de San Vitores, sacerdote della Compagnia di Gesù, e Pietro Calungsod, catechista, uccisi crudelmente in odio alla fede cristiana e precipitati in mare da alcuni apostati e da alcuni indigeni seguaci di superstizioni pagane.
nome Beato Mykola Carneckyj e compagni- titolo Vescovo e martire- nome di battesimo Mykola Carnec'kyj- nascita 14 dicembre 1884, Semakivtsi, Ucraina Occidentale- Ordinato presbitero 2 ottobre 1909 dall'eparca Hryhoryj Chomyšyn- Nominato vescovo 16 gennaio 1931 da papa Pio XI- Consacrato vescovo 2 febbraio 1931 dall'eparca Hryhoryj Chomyšyn- morte 2 aprile 1959, Lviv, Ucraina- Incarichi ricoperti Vescovo titolare di Lebedo (1931-1959)- ricorrenza 2 aprile- Beatificazione 27 giugno 2001 da papa Giovanni Paolo II- Attributi Bastone pastorale, palma del martirio- Mykola Carneckyj, nacque il 14 dicembre 1884 a Semakivtsi (Ucraina Occidentale). Ordinato sacerdote nel 1909, insegnò nel seminario di Stanislaviv, dove era anche padre spirituale. Nel 1919 entrò nella congregazione dei Missionari Redentoristi. Ordinato vescovo 1'8 febbraio 1931, fu arrestato l'11 aprile a Lviv dagli agenti del KGB, insieme a tutti i vescovi greco-cattolici. Passò undici anni in carcere. Nuovamente arrestato fu scarcerato nel 1956 e riportato a Lviv ormai moribondo. Ripresosi continuò il suo ministero vescovile a Lviv. Morì il 2 aprile 1959. Con ventiquattro altri perseguitati della Chiesa ucraina, è stato beatificato il 27 giugno 2001. MARTIROLOGIO ROMANO. A Leopoli in Ucraina, beato Nicola Carneckyj, vescovo, che svolse il suo ministero di esarca apostolico di Volyn’ e Pidljashja in tempo di persecuzione contro la fede e, seguendo come pastore fedele le orme di Cristo, per sua grazia raggiunse il regno celeste.
nome Beato Leopoldo da Gaiche- titolo Francescano- nascita 1733 circa, Gaiche, Perugia- morte 2 aprile 1815, Spoleto, Umbria- ricorrenza 2 aprile- Beatificazione 12 marzo 1893 da papa Leone XIII- Giovanni Croci nacque a Gaiche nella diocesi di Perugia nel 1733, vestì l'abito francescano a diciott'anni, prendendo il nome religioso di Leopoldo, fu ordinato sacerdote nel 1757 e nominato insegnante di filosofia e teologia. Quando gli fu chiesto di tenere le omelie quaresimali nelle chiese locali, diede la prima prova delle sue notevoli doti di predicatore; non sorprende dunque che in seguito sia stato scelto come responsabile delle missioni negli Stati pontifici. Quando le truppe francesi invasero Roma nel 1808, furono soppressi conventi e monasteri e Leopoldo, allora più che settantacinquenne, dovette fuggire e rifugiarsi in una capanna nei pressi di Spoleto, dove continuò la propria attività pastorale, fungendo da parroco dopo che il sacerdote locale fu cacciato. Poiché si era rifiutato di prestare giuramento di lealtà al nuovo governo, fu incarcerato per un certo periodo, ma fu presto rilasciato e poté tornare alla sua occupazione preferita, predicando ritiri spirituali e missioni dove possibile. Gli si attribuì il dono della profezia e si narrò che strani fenomeni avvenissero durante le sue catechesi: la sua testa, per esempio, appariva spesso coronata di spine. Quando infine i francesi lasciarono l'Italia, si occupò di riorganizzare le case del suo ordine; morì il 2 aprile 1815 dopo aver dedicato la sua lunga vita alla predicazione e ad altre opere pastorali. Il suo diario mostra che nel corso di quarantasette anni predicò trecentotrenta missioni regolari, ognuna delle quali durava di solito quindici giorni e lo impegnava a tenere tre o quattro omelie al giorno. Ancora sull'esempio di S. Leonardo, organizzò o restaurò le stazioni della Via Crucis in più di cento chiese. I numerosi miracoli che si dichiararono avvenuti sulla sua tomba portarono al processo di canonizzazione istituito subito dopo la sua morte. Fu beatificato nel 1893. MARTIROLOGIO ROMANO. A Spoleto in Umbria, beato Leopoldo da Gaiche, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che fondò sacri eremi a Monteluco.
nome San Giovanni Payne- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo John Payne- nascita 1550 circa, Peterborough- morte 2 aprile 1582, Chelmsford, Inghilterra- ricorrenza 2 aprile- Canonizzazione 1970 da papa Paolo VI- Giovanni Payne (o Paine) nacque a Peterborough nell'Huntin-gdonshire intorno al 1550; nulla si sa della sua vita giovanile o dei luoghi della sua educazione, se non che venne educato alla fede protestante. In seguito si convertì al cattolicesimo e nel 1574, per prepararsi al sacerdozio, entrò nel nuovo collegio di Douai, dove fu economo per un certo periodo prima dell'ordinazione, avvenuta nel 1576: il breve tempo intercorso tra il suo ingresso a Douai e la sua ordinazione lascia supporre che egli avesse già studiato teologia altrove. Partì per svolgere l'opera missionaria in Inghilterra con S. Cutberto Mayne (30 nov.) e si stabilì nell'Essex a Ingatestone Hall, nella casa dei Petres, famiglia fortemente dissenziente verso la politica religiosa del governo, che gli servì da appoggio per compiere la sua attività tra i cattolici del luogo. Fu arrestato nel 1577 e tenuto in prigione per un breve periodo; dopo il rilascio tornò brevemente a Douai, rientrando a lngatestone Hall verso la metà del 1578. Nel 1581 fu tradito e arrestato mentre lavorava nel Warwickshire. Condotto alla Torre di Londra, fu accusato di tradimento della regina, torturato sulla ruota e condannato a essere impiccato, sventrato e squartato. Un certo George Elliott fornì la prova decisiva a suo sfavore, che Giovanni negò completamente, dichiarando al suo processo «che egli sempre, con la mente o le parole, aveva onorato sua maestà la regina più di ogni altra donna al mondo; che avrebbe sempre felicemente obbedito a ogni dovere civile; che pregava per lei come per la propria anima; che non aveva mai pensato o complottato nessun tradimento contro sua maestà o alcun nobile d'Inghilterra». Fu condotto a Chelmsford nell'Essex e là giustiziato il 2 aprile 1582. Nella zona aveva lasciato una buona impressione, perciò le persone del luogo, che avevano assistito all'esecuzione, insistettero affinché il suo corpo fosse lasciato appeso fino alla morte, attendendo a compiere le raccapriccianti pratiche dello sventramento e squartamento. Morì pronunciando le parole «Gesù, Gesù, Gesù». Fu canonizzato come uno dei Quaranta Martiri d'Inghilterra e Galles nel 1970. MARTIROLOGIO ROMANO. A Chelmsford in Inghilterra, san Giovanni Payne, sacerdote e martire, che, durante il regno di Elisabetta I, sotto la falsa accusa di tradimento patì il supplizio del patibolo.
Oggi ricorre il XIX anniversario di morte di San Giovanni Paolo II papa. «Carissimi fratelli e sorelle, alle 21:37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui.» Era sabato 2 aprile 2005, vigilia della Domenica in Albis, o della Divina Misericordia istituita proprio da papa Wojtyla e con queste parole l'arcivescovo Leonardo Sandri annunciava ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro la notizia del decesso del pontefice. Da quella sera e fino al giorno delle esequie, più di tre milioni di pellegrini confluirono a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa. I funerali ebbero luogo sei giorni dopo, venerdì 8 aprile, celebrati dal cardinale Joseph Ratzinger in qualità di decano del Collegio cardinalizio (eletto papa undici giorni dopo), in piazza San Pietro, con la partecipazione di un altissimo numero di capi di Stato e di governo (più di 200 delegazioni ufficiali) oltre ai rappresentanti di tutte le religioni. Molti applausi e grida "Santo subito" accompagnarono l'omelia del cardinale Ratzinger.<br /> <a href="https://youtu.be/3dfgUBKkxkw?si=l2Z_j9Gf1wEod7ll" target="_blank">https://youtu.be/3dfgUBKkxkw?si=l2Z_j9Gf1wEod7ll</a>