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I santi di oggi 19 ottobre:
nome San Paolo della Croce- titolo Sacerdote Fondatore della Congregazione Passionista- nome di battesimo Paolo Francesco Danei- nascita 3 gennaio 1694, Ovada, Piemonte- morte 18 ottobre 1775, Roma- ricorrenza 19 ottobre, 28 aprile messa tridentina- Beatificazione 1º maggio 1853 da papa Pio IX- Canonizzazione 29 giugno 1867 da papa Pio IX- Santuario principale Santuario di San Paolo della Croce- Patrono di Ovada, Castellazzo Bormida- Nacque ad Ovada in Piemonte, da nobile famiglia oriunda di Castellazzo, presso Alessandria. Quando nacque, la camera si illuminò di vivissima luce, e ancora fanciullo fu dall'augusta Regina del cielo salvato da certo naufragio, segni questi che palesano chiaramente i divini disegni di Dio sul nostro Santo.
Con l'uso di ragione incominciò a divampare il suo amore per Gesù e, contemplando i dolori e le sofferenze del Maestro, incominciò il duro esercizio della penitenza. Infiammato dal desiderio del martirio, già s'era arruolato nella flotta veneziana, pronta per abbattere la mezzaluna che minacciava l'Europa cristiana; ma poi, avendo compreso che ben altra era la volontà divina, lasciò la milizia terrena e formò una valorosa schiera di soldati del Redentore: i Passionisti. Essi si proponevano di far conoscere a tutti i dolori sofferti da Dio per salvarci, e con la loro rigida disciplina, riparare tanti peccati, causa dei dolori di Gesù Crocifisso. Ritornò in patria e, rifiutate le nozze, abbandonata l'eredità paterna, s'incamminò per la regale via della croce. Ricevette dal suo Vescovo una rude tonaca e dietro suo comando si diede alla predicazione. Si portò quindi a Roma, ove potè studiare regolarmente la sacra teologia e dove dal Sommo Pontefice Benedetto XIII fu consacrato sacerdote. Ottenuta la facoltà di formare la nuova congregazione, coi primi figli si ritirò nella solitudine di Monte Argentaro, in Toscana, ove già prima la SS. Vergine l'aveva invitato, indicandogli la nera divisa, decorata dello stemma della passione; quivi gettò le fondamenta della sua nuova famiglia dandole le regole, ed aggiungendo ai tre consueti voti quello di promuovere il ricordo della passione. Grande fu il bene compiuto da questa Congregazione. Innumerevoli eretici, meditando le sofferenze e i dolori di Gesù, riconobbero il loro peccato e pentiti ritornarono in seno alla Chiesa Cattolica. Tanto era viva la fiamma di carità in quell'anima santa che si palesò anche esternamente bruciandogli spesso la flanella di cui era vestito; nel celebrare non poteva trattenere le lacrime e sovente era rapito in estasi, sollevato da terra, circonfuso da vivida luce. Fu favorito di molti doni celesti: rivelazioni, colloqui divini, profezie, il dono delle lingue. Era amato e stimato dai Sommi Pontefici, eppure l'umile Santo si chiamava grande peccatore, degno d'essere calpestato dai demoni. Nonostante una vita di penitente, arrivò a veneranda vecchiaia; il 18 ottobre del 1775, dati gli ultimi paterni ammonimenti ai suoi diletti figli, ricevuti i Ss. Sacramenti, ricreato da una celeste visione volava al suo Redentore. PRATICA. Gesù crocifisso sia l'oggetto del nostro amore: egli ci ha amati fino alla morte di croce. PREGHIERA. Signore Gesù Cristo, che hai donato a S. Paolo una carità singolare perché predicasse 11 mistero della croce, e per suo mezzo hai voluto far fiorire una nuova famiglia nella Chiesa, concedici per sua intercessione, che ricordando continuamente la sua passione in terra, meritiamo di riceverne il frutto in cielo. MARTIROLOGIO ROMANO. San Paolo della Croce, sacerdote, che fin dalla giovinezza rifulse per spirito di penitenza e zelo e, mosso da singolare carità verso Cristo crocifisso contemplato nel volto dei poveri e dei malati, istituì la Congregazione dei Chierici regolari della Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Il suo anniversario di morte, avvenuta a Roma, ricorre il giorno precedente a questo.
nome Santa Laura di Cordova- titolo Religiosa, Martire- nascita IX Secolo, Cordova, Spagna- morte 19 ottobre 864, Cordova, Spagna- ricorrenza 19 ottobre- Attributi foglia di palma- Sono poche le informazioni che si hanno sulla sua vita, ma il suo culto fu molto diffuso. Nacque in un'importante famiglia spagnola ed entrò nella vita monastica nel convento di Santa Maria di Cuteclara, vicino a Cordova in Spagna, dopo la morte del marito e delle figlie. Divenne badessa nell'anno 856, succedendo a Sant'Aurea, nel periodo in cui la Spagna era sotto la conquista dei Mori. Nel «Martyrologium hispanicum» si narra che rifiutò di abiurare la propria fede cristiana, per questo venne condannata a morte da un giudice musulmano e martirizzata il 19 ottobre 864 in una caldaia di pece bollente. La memoria liturgica ricorre nel giorno del suo martirio, il 19 ottobre.<br /> Nonostante si abbiano poche notizie sulla sua vita, il culto per la martire Laura si diffuse rapidamente, così come il suo nome, in tutta Europa. Nonostante sia citata nel Martirologio ispanico non è riconosciuta dalla Chiesa Cattolica perché in realtà si pensa che non sia mai esistita
nome San Gioele- titolo Profeta d'Israele- nascita V secolo a.C., Gerusalemme- morte V secolo a.C., Gerusalemme- ricorrenza 19 ottobre, 13 luglio messa tridentina- Attributi<br /> rotolo della profezia- Uno dei dodici profeti minori, le sue profezie e alcuni tratti della sua vita sono contenuti nel suo breve libro biblico. Secondo gli storici sarebbe vissuto probabilmente nel V secolo a.C. dato che nel suo libro non si fa menzione di notizie storiche certe, non parla delle grandi potenze dell’epoca come la Samaria, l’Assiria e Babilonia.<br /> Egli cita come nemici d’Israele, l’Egitto e l’Idumea, ma in particolare i Fenici ed i Filistei che vengono accusati di vendere i figli di Giuda (ebrei) come schiavi ai Greci. Accenna alla dispersione del popolo ebraico fra le altre nazioni e la frammentazione del suo territorio. Nomina il Tempio, però mancano le offerte per i sacrifici, quindi tutto fa pensare ad un’epoca di grande povertà e ad un Israele, ridotto di numero di abitanti e di importanza; perciò gli studiosi hanno pensato all’epoca dell’occupazione persiana della Palestina, nel V secolo a.C.Si suppone che fosse di stirpe sacerdotale, perché parla spesso di offerte sacre, di offerte nel Tempio e di sacerdoti, ai quali si rivolge con una certa autorità; esercitò nel territorio di Giuda e più particolarmente a Gerusalemme, ai cui abitanti si rivolge nel libro. Alla base della profezia di Gioele vi è sicuramente una calamità naturale verificatasi proprio in quei tempi; una enorme invasione di cavallette, come solo in Oriente se ne può vedere, aveva devastato i campi della Giudea, portando miseria e fame alla popolazione.Il profeta interpretando questo flagello, come castigo inviato da Dio, ritiene che sia necessario invitare tutto il popolo a fare penitenza ed a chiedere il perdono dei propri peccati. Ma ciò non basta a placare l’ira di Dio e Gioele vede approssimarsi un altro flagello, più terribile del precedente, descritto come un immenso esercito di soldati nemici, più numeroso delle cavallette. È il “giorno del Signore” o il giorno della vendetta che si avvicina, il profeta incita di nuovo alla penitenza (2, 12-17) e finalmente l’ira di Dio si placa. Il flagello viene scongiurato, la terra ritorna fertile ed Israele riconosce in Iahweh il suo Dio; questo riconoscimento è come una conversione gradita a Dio, che ricambia con la promessa di favori straordinari, assicurando che quando verrà il nuovo “giorno dei Signore”, egli farà giustizia di tutti i nemici d’Israele radunati nella valle di Giosafat e riunito il suo popolo disperso, abiterà eternamente in mezzo a loro. La seconda parte del libro è una grandiosa descrizione del “giorno del Signore”, cioè del suo supremo intervento nella storia, accompagnato da una straordinaria ed universale effusione del suo Spirito; seguirà il Giudizio divino sulle genti e l’alba di un nuovo mondo. S. Pietro apostolo proclamò l’effusione dello Spirito, adempiuta nel giorno di Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo e con i prodigi che l’accompagnarono e la seguirono (Act. 2, 16-21). La liturgia della Chiesa utilizza buona parte del libro di Gioele nei responsori, lezioni, antifone del Breviario e nelle letture della Messa, specie durante i periodi di penitenza come l’Avvento, la Quaresima, le Ceneri.<br /> È ritenuto il profeta della Pentecoste. La Chiesa greca, l’onora il 19 ottobre, data a cui si è adeguata attualmente la Chiesa latina, uniformandone la celebrazione. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Gioele, profeta, che annunciò il grande giorno del Signore e il mistero dell’effusione del suo Spirito su ogni uomo, che la maestà divina si degnò di compiere mirabilmente in Cristo nel giorno di Pentecoste.
nome San Filippo Howard- titolo Martire- nome di battesimo Philip Howard- nascita 1557, Londra, Inghilterra- morte 1595, Londra, Inghilterra- ricorrenza 19 ottobre- Beatificazione 15 dicembre 1929 da papa Pio XI- Canonizzazione 25 ottobre 1970 da papa Paolo VI- Santuario principale Cattedrale di Arundel- Filippo Howard, figlio maggiore del quarto duca di Norfolk e rampollo della più importante famiglia aristocratica inglese, nacque a Londra nel 1557. Salita al trono la regina Elisabetta I nel 1558, il padre di Filippo ripudiò la propria fede cattolica; il santo ricevette quindi un'educazione protestante, avendo Giovanni Knox come tutore. La famiglia cadde in disgrazia nel 1572, quando il duca fu giustiziato per tradimento a causa del suo coinvolgimento in un complotto che mirava a deporre la regina Elisabetta (complotto Ridolfi). Filippo, divenuto pupillo di lord Burghley, primo ministro della regina, si recò a studiare a Cambridge, dove nel 1576 conseguì la laurea in Lettere. Introdotto a corte, divenne uno dei favoriti della regina Elisabetta, ottenendo nel 1580 il titolo di conte di Arundel. Si fece quindi una certa reputazione conducendo una vita di società piuttosto sregolata. Ma il suo stile di vita stava per cambiare. Egli che, appena dodicenne, era stato dato in sposo ad Anna, figlia di lord Tommaso Dacre, e per molti anni l'aveva totalmente trascurata, si riconciliò con lei e Anna fu una delle persone decisive nella sua scelta di diventare cattolico: questa conversione, avvenuta nel 1584, prese il via da una discussione, a cui Filippo assistette nel 1581, tra S. Edmondo Campino (1 die.) e alcuni teologi protestanti, durante la quale si accorse che il gesuita aveva ragione su tutti i punti in discussione. Quando, nel 1584 e 1585, furono approvate leggi ancora più severe contro i cattolici inglesi, Filippo e Anna decisero di lasciare il Paese e di andare a vivere sul continente. Subito prima di partire, Filippo scrisse alla regina affermando di essere giunto al punto «in cui doveva scegliere tra la sicura uccisione del corpo e l'evidente rischio per l'anima». Tuttavia abbandonare il Paese senza il permesso regale era già di per sè un'offesa, per cui Filippo, arrestato in mare, fu rinchiuso nella Torre di Londra. Nonostante fosse stato accusato di tradimento, la pena si limitò a una multa di diecimila sterline e a un ordine di custodia la cui durata sarebbe dipesa dalla volontà della regina. Nel 1589 fu di nuovo accusato di tradimento; questa volta perché aveva pregato per il successo dell'Armata spagnola l'anno precedente e aveva mantenuto una corrispondenza epistolare con il cardinale Allen a Roma. Sebbene i giudici avessero decretato che la preghiera in se stessa non poteva essere considerata un atto di tradimento, fu riconosciuto colpevole e condannato a morte. La sentenza però non fu eseguita e al suo posto Filippo rimase chiuso nella Torre fino alla morte, avvenuta nel 1595 dopo una lunga malattia. Poco prima di morire indirizzò una lettera molto commovente alla moglie, chiedendole ancora perdono per come l'aveva offesa in passato; scriveva: «Chiamo Dio a testimone di quanto io sia addolorato per non poter rimediare in questo mondo alle offese che ti ho arrecato; ma se a Dio fosse piaciuto concedermi una vita più lunga, senza dubbio sarei stato per te un buon marito [...] per sua grazia, come sono stato cattivo in precedenza r...1 [Dio] sa che il passato è un chiodo nella mia coscienza [...]. Ti supplico per amore di Dio di farti coraggio qualsiasi cosa accada, e soprattutto di rendere grazie per quello che più piacerà a Dio e che sarà sua volontà far succedere». È ancor oggi visibile l'incisione fatta da Filippo sulla parete della sua stanza nella torre Beauchamp della Torre di Londra. Le sue reliquie riposano nella cattedrale di Arundel; beatificato nel 1929, fu canonizzato nel 1970 come uno dei Quaranta martiri inglesi e gallesi. MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra in Inghilterra, san Filippo Howard, martire, che, conte di Arundel e padre di famiglia, caduto in disgrazia presso la regina Elisabetta per avere abbracciato la fede cattolica, fu gettato in carcere, dove, mirabilmente dedito alla preghiera e alla penitenza, meritò di ricevere la corona del martirio consunto dagli stenti e dalle torture.
nome Beata Agnese di Gesù di Langeac- titolo Religiosa Domenicana- nome di battesimo Agnès Galand- nascita 17 novembre 1602, Le Puy-en-Velay, Francia- morte 19 ottobre 1634, Langeac, Francia- ricorrenza 19 ottobre- Beatificazione 20 novembre 1994 da papa Giovanni Paolo II- Fu una suora domenicana francese. Agnese nacque il 17 novembre 1602 in una famiglia di sette figli a Le Puy–en–Velay dove il padre gestiva una bottega di coltelli. Nel 1621 divenne sorella nell’Ordine della Penitenza di San Domenico e nel 1623 fu accettata come Monaca Conversa nel Monastero di S. Caterina da Siena. Nel 1627 Agnese fu scelta per servire la sua comunità come priora. In quel periodo, la Francia soffriva di una vera mancanza di vocazioni sacerdotali. Nel 1631, Gesù e Maria invitano interiormente Agnese a intercedere e pregare per un sacerdote che non conosceva. Tre anni dopo, nel parlatorio del monastero, incontra Jean-Jacques Olier, fondatore del Seminario maggiore di Saint Sulpice e capisce che è il sacerdote per il quale offrì la sua vita di preghiera e di sacrificio. Morì un anno dopo e lasciò la sua vocazione particolare a pregare per i sacerdoti alle suore. Fu beatificata da San Giovanni Paolo II il 20 novembre 1994. MARTIROLOGIO ROMANO. A Langeac lungo il fiume Allier in Francia, beata Agnese di Gesù Galand, vergine dell’Ordine dei Predicatori, che, priora del convento, rifulse nell’ardente amore per Gesù Cristo e nella dedizione alla Chiesa, offrendo continue preghiere e penitenze per i suoi pastori.
nome Santi Tolomeo e Lucio- titolo Martiri- ricorrenza 19 ottobre- Tolomeo fu martire insieme a Lucio e un altro compagno di cui non si conosce il nome, a Roma, durante la persecuzione di Antonino Pio. È conosciuto come "il filosofo", poiché aveva le idee molto chiare. Fu arrestato, accusato da un marito arrabbiato, perché sua moglie era diventata cristiana, grazie alla sua predicazione. In tutti gli interrogatori si dichiarò cristiano. Lucio stava assistendo al processo di Tolomeo, vedendo le ragioni che adduceva a sua difesa gridò: "Che buona ragione! Quest'uomo non è né un adultero, né un ubriacone, né un assassino, né un criminale, né un ladro. Ha solo riconosciuto le sue qualità di cristiano. E lo punisci? - Mi sembra che anche tu sia cristiano, disse il prefetto di Roma. - Giusto, disse ". Ed fu condannato alla pena capitale. San Giustino ci racconta del suo martirio. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione dei santi Tolomeo, Lucio e un altro compagno, che, come riferisce san Giustino, riconosciuti come cristiani per aver biasimato la licenziosità dei costumi e l’ingiustizia delle sentenze, furono condannati sotto l’imperatore Antonino Pio dal prefetto Lollo Urbico.
nome Santa Fridesvida di Oxford- titolo Badessa- nascita 650 circa, Oxford, Inghilterra- morte 735 circa, Oxford, Inghilterra- ricorrenza 19 ottobre- Patrona di Oxford, Oxford University- Una parte dell'odierno Oxfordshire occidentale, in Inghilterra, alla fine del vii secolo era probabilmente retta da Dida di Eynsham. Questi fece edificare numerose chiese abbaziali, e in particolare una a Oxford dove la figlia, Fridesvida, fu badessa di un monastero doppio, eretto nel luogo in cui oggi sorge la Christ Church (la città di Oxford si sviluppò appunto intorno a queste costruzioni). Secondo la leggenda, Fridesvida, oggetto delle attenzioni indesiderate di un re vicino, era fuggita dapprima a Binsey, poi a Oxford. Il suo monastero rivestì una certa importanza sia da un punto di vista religioso, sia da quello amministrativo, ma purtroppo i registri sono andati distrutti durante il tentato massacro di alcuni scandinavi che avevano cercato rifugio nella chiesa. Vi sono prove, risalenti all'xi secolo, dell'esistenza di un suo sacrario e le reliquie della santa furono traslate nel 1180, dopo che il monastero intorno al 1120 era stato rifondato come casa per canonici agostiniani; esse furono poi nuovamente trasferite nel 1289. Nel xv secolo divenne ufficialmente patrona dell'università, e il suo sacrario riceveva in visita due volte all'anno il cancelliere e altri membri dell'università. Nel 1525 il cardinale Wolsey, con il permesso del papa, abbatté il monastero per costruire il Cardinal College e la chiesa del monastero ne divenne la cappella; il sacrario di Fridesvida rimase intatto, ma fu saccheggiato nel 1538 dai commissari esecutori dell'esproprio. La cappella divenne poi la chiesa cattedrale della nuova diocesi di Oxford nel 1546, e il collegio fu rifondato col nome di Christ Church. Il sacrario della santa, restaurato sotto la regina Maria, fu distrutto di nuovo e definitivamente nel 1561, quando un ecclesiastico calvinista unì le reliquie della santa con le spoglie della vedova del riformatore Pietro Martire Vermigli, nel deliberato tentativo di porre fine a] suo culto. Nei tempi moderni si è riusciti a ricostruire parte del suo sacrario dai frammenti trovati nella fontana della Christ Church ed esso è diventato nuovamente meta di pellegrinaggi. La santa è venerata anche come S. Frevísse a Borny in Artois, nella Francia settentrionale. MARTIROLOGIO ROMANO. A Oxford in Inghilterra, santa Fridesvida, vergine, che, nata da stirpe regale e divenuta badessa, resse due cenobi, l’uno di monaci, l’altro di vergini consacrate.
nome San Varo e compagni- titolo Martiri in Egitto- ricorrenza 19 ottobre- Attributi soldato della Roma imperiale- Soldato romano che combatteva nell'Alto Egitto. Fu il guardiano di un gruppo di monaci condannati a morte; quando vide che uno di loro moriva nella cella chiese di prendere il suo posto e fu impiccato a un albero. I suoi verbali sono autentici. MARTIROLOGIO ROMANO. In Egitto, san Varo, soldato, che, sotto l’imperatore Massimiano, mentre visitava e confortava sei santi eremiti tenuti in carcere, volle prendere il posto di un settimo che era morto nell’eremo e, così, patiti insieme a loro crudeli supplizi, conseguì la palma del martirio.
nome Santi Sabiniano e Potenziano- titolo Vescovi e Martiri- ricorrenza 19 ottobre- Sabiniano fu il primo vescovo di Sens, e Potenziano forse il suo successore. Sabiniano era un apostolo dei Tricaso. Entrambi furono martirizzati e sono venerati come patroni della loro diocesi. La leggenda dice che furono discepoli di San Pietro. Di Potenziano non sappiamo se sia arrivato a Sens da Chartres, con Sabiniano. Avrebbe realizzato numerose conversioni e fondato una chiesa sul sito dell'attuale cattedrale. Successe a Sabiniano come vescovo di Sens. Denunciato dal governatore, fu incarcerato e in carcere fu visitato da San Modesta. Rilasciato, tornò a Sens dove fu decapitato. In realtà l'evangelizzazione dei carnutos sarebbe stata effettuata dai suoi discepoli Sant'Altino ed Eodaldo. Patroni di Sens e della sua diocesi. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Sens nella Gallia lugdunense, ora in Francia, commemorazione dei santi Sabiniano e Potenziano, che, ritenuti i primi pastori di questa città, coronarono in essa con il martirio la propria professione di fede.
nome Sant'Etbino di Kildare- titolo Eremita e abate- nascita Bretagna- morte 600 circa- ricorrenza 19 ottobre- Etbino, o Egbino, nacque in Bretagna da nobile famiglia: alla morte del padre, Etbino, allora quindicenne, fu affidato alle cure di S. Sansone (28 lug.), uno dei più importanti vescovi missionari del tempo. In seguito, trasferitosi in Britannia, si fece monaco sotto la guida di S. Guinoleo (3 mar.). Quando però i franchi distrussero il loro monastero, Etbino pare si sia diretto in Irlanda, dove, dopo aver vissuto circa vent'anni come eremita, morì; non si è riusciti però a identificare con certezza il luogo in cui trascorse questo lungo periodo e non esiste neppure un culto del santo in quel paese (tant'è vero che i calendari irlandesi non ne fanno alcuna menzione). È stato inoltre ipotizzato che il luogo in cui visse come eremita fosse in realtà vicino a Senlis, nella Francia settentrionale, e non in Irlanda. Due chiese francesi, A Montreuil e a Pont-Mart, sostengono di conservare le sue reliquie. Il nome del santo è sicuramente anglosassone, non celtico. È famoso uno dei numerosi miracoli narrati nella sua Vita: un giorno stava camminando con S. Guinoleo, quando scorsero un lebbroso bisognoso di aiuto sul ciglio della strada. Guinoleo chiese a Etbino che cosa si dovesse fare e il santo rispose che si sarebbe dovuto seguire l'esempio degli apostoli Pietro e Giovanni e ordinare al lebbroso di alzarsi e camminare. Guinoleo, conquistato dalla fede di Etbino, seguì il consiglio e il lebbroso fu sanato. MARTIROLOGIO ROMANO. In Bretagna, sant’Etbino, monaco, che fece vita solitaria.
nome Beato Tommaso Helye- titolo Sacerdote- nascita 1187 circa, Biville, Francia- morte 1257, Vauville, Francia- ricorrenza 19 ottobre- Beatificazione 14 luglio 1859 da papa Pio IX- Tommaso Helye nacque intorno al 1187 a Biville in Normandia; pare che i genitori fossero persone di una certa importanza nella zona e questo gli permise di ricevere una buona istruzione. Volendo utilizzare le proprie competenze per insegnare ai bambini del suo paese, divenne una figura intermedia tra il maestro del villaggio e il catechista. Quando i cittadini di Cherbourg vennero a conoscenza dei risultati che il beato aveva ottenuto nel proprio lavoro, lo invitarono a sperimentare la stessa cosa anche in quella città; Tommaso ebbe nuovamente grande successo, ma si ammalò e dovette fare ritorno a casa. La vita che conduceva insieme ai genitori era più simile a quella di un monaco che a quella di un laico. Fu ordinato diacono dal vescovo di Costanza e si recò in pellegrinaggio a Roma e a Compostella, prima di andare a Parigi per completare gli studi ed essere ordinato sacerdote. Era dotato di una particolare abilità per la predicazione, ma era anche un pastore premuroso: si dice che trascorresse una buona parte della notte in preghiera per avere a disposizione più tempo durante il giorno per l'attività pastorale. Quando ricevette l'incarico di reggere una parrocchia, mise al proprio posto un curato e continuò a fare ciò che gli riusciva meglio: predicare, catechizzare, visitare i malati e operare per la conversione dei peccatori ovunque ce ne fosse bisogno; la sua natura era quella del missionario e non riusciva a rimanere fisso in un posto. Condusse una vita molto austera. Nel 1257 si ammalò nel castello di Vauville a La Manche, dove mori il 19 ottobre. Il primo miracolo che seguì la sua morte fu la guarigione della mano inaridita della sua ospite. Nei dintorni della nativa Biville divenne famoso come operatore di miracoli e nel 1859 il culto locale, già diffuso, ricevette l'approvazione formale. Il reliquiario del beato, nella chiesa di Biville, rischiò di essere distrutto durante la Rivoluzione francese, ma le sue ossa furono nascoste e salvate, nonostante il parroco fosse stato arrestato e imprigionato con l'accusa di voler nascondere il "crimine" e non rivelare i nomi delle persone coinvolte. Dopo la Rivoluzione le reliquie furono nuovamente collocate al loro posto, dove tuttora riposano. MARTIROLOGIO ROMANO. A Biville vicino a Cherbourg in Normandia, beato Tommaso Hélye, sacerdote, che impegnava i giorni nell’esercizio del sacro ministero, le notti nella preghiera e nella penitenza.
nome Sant'Aquilino di Evreux- titolo Vescovo- nascita 620 circa, Bayeux, Francia- morte 695 circa, Evreux, Francia- ricorrenza 19 ottobre- Aquilino di Evreux, nacque a Bayeux (Normandia) intorno all'anno 620, trascorse molti anni come soldato e uomo di corte sotto Clodoveo II. Mentre egli si trovava impegnato in una campagna militare contro i visigoti, la moglie fece voto di osservare la castità per un anno se egli fosse ritornato sano e salvo. Quando finalmente si incontrarono a Chartres, insieme decisero di consacrare le loro vite a Dio e al servizio dei poveri, rendendo perpetuo il voto di castità. Aquilino a quel tempo aveva circa quarant'anni. Si sistemarono a Evreux, dove operarono per circa dieci anni, finché, alla morte del vescovo S. Eterno, Aquilino fu designato come suo successore. Fu uno dei vescovi che parteciparono al concilio di Rouen nel 688-689. Aquilino, preoccupato per le distrazioni che la vita di un vescovo comportava, si costruì una cella vicino alla cattedrale, cercando di vivere il più possibile una vita eremitica, pregando e facendo penitenza per il bene del proprio gregge. Durante gli ultimi anni di vita, pur perdendo la vista, conservò la fama di pastore zelante e si dice che abbia operato molti miracoli. Mori intorno al 695 e fu seppellito in un oratorio che prese il nome da lui, diventando in seguito la cappella del seminario; questa fu poi distrutta nel 1940 durante un bombardamento. La sua festa è stata celebrata in date diverse, in ottobre, febbraio e luglio; il Breviario di Evreux menziona due santi con lo stesso nome. Gli sono dedicate numerose chiese. MARTIROLOGIO ROMANO. A Évreux sempre in Francia, sant’Aquilino, vescovo, che, come si tramanda, era un soldato dedito a opere di bene e, fatto con il consenso della moglie voto di continenza, venne, infine, eletto vescovo di questa sede.
nome San Giusto di Novalesa- titolo Monaco- ricorrenza 19 ottobre- Santuario principale Cattedrale di Susa- Patrono di Diocesi di Susa, San Giusto Canavese (TO), Ronco Canavese (TO)- L'epoca in cui visse e morì San Giusto di Novalesa è avvolta nel mistero e nella controversia. Le fonti storiche sono discordanti: alcune lo collocano nella seconda metà del VI secolo, durante le incursioni dei Longobardi, mentre altre sostengono che sia morto agli inizi del X secolo, vittima delle invasioni dei Saraceni. Questa discrepanza temporale di diversi secoli rende difficile una collocazione precisa della sua vita. Un'iscrizione trovata nella sua tomba, "Qui giace Giusto, monaco, fratello di Leone, compagno di S. Pietro il vero", non fornisce chiarimenti ulteriori. Indipendentemente dalle varie ipotesi, è ampiamente accettato che San Giusto fosse un monaco dell'abbazia di Novalesa. Durante le invasioni saracene, San Giusto, insieme a San Flaviano, rimase nel monastero per amministrarne i beni e prendersi cura dei fedeli locali. L'invasione saracena costrinse i due monaci a rifugiarsi a Oulx. Secondo alcune testimonianze, i due si sarebbero prima rifugiati sui monti Beaulard, dove avrebbero avuto un'apparizione angelica che li avrebbe spronati a ritornare in città per condividere il martirio con gli altri cristiani. A Oulx, dopo aver assistito a numerose uccisioni di monaci e civili, anche San Giusto e San Flaviano furono assassinati. La tradizione narra che San Giusto venne decapitato, rendendolo un santo cefaloforo, ossia un santo che, secondo la leggenda, avrebbe raccolto la propria testa dopo la decapitazione. Il suo corpo venne gettato in un pozzo e ricoperto di pietre. I resti di San Giusto furono inizialmente sepolti a Oulx. Tra il 1027 e il 1029, furono trasferiti nella chiesa di Susa, che divenne poi Cattedrale, per volere del Marchese Manfredi. Questo trasferimento segnò un importante riconoscimento del suo martirio e della sua santità. San Giusto è ricordato liturgicamente il 19 ottobre.