@Ciaoscrivocose
come state? Se vi va dedicate qualche minuto alla recensione che ho scritto. Fatemi sapere che ne pensate e se avete mai letto il libro!❤️
Ciao ragazzi, ho letto questo libro quest'estate, e stranamente non vi ho mai condiviso la recensione che feci mesi fa.
Il romanzo "Fahrenheit 451" fu pubblicato dallo scrittore RayBradbury.
Ray Bradbury nato nel 1920 negli Stati Uniti e morto nel 2012, è stato un importante autore e sceneggiatore cinematografico. Ha profondamente rinnovato il genere fantascientifico introducendo elementi di critica sociale e politica.
Fahrenheit 451 racconta la storia di un pompiere, Guy Montag, il quale vive in un mondo dominato dalla tecnologia e dove i libri vengono vietati per legge. In questo mondo però, i vigili del fuoco hanno un ruolo opposto: devono accendere incendi anziché spegnerli. Infatti, chiunque venga scoperto in possesso di libri nella propria casa, viene arrestato e la propria abitazione bruciata dai pompieri, senza prima aver fatto alcun processo. Il governo considera i libri una minaccia perché permettono alle persone di pensare, fermarsi a riflettere con la propria testa, anche su questioni infelici. Il governo vede l'infelicità come un male e, per eliminarne la causa, decide di proibire i libri, credendo di poter far vivere i cittadini nel divertimento assoluto tramite la tecnologia. Montag inizia a vivere davvero a trent’anni, dopo l’incontro con la diciassettenne Clarisse, la quale con pochissime parole lo porta a riflettere (in un mondo in cui riflettere è diventato inusuale) sul vero scopo della vita. Il giovane pompiere presto capirà che il suo scopo, nella sua vita, è quello di salvare il tesoro più prezioso: i libri. E così realizzerà un piano al fine di raggiungere il suo obiettivo.
Quando leggo un libro il mio obiettivo non è limitarmi a essere una semplice osservatrice delle vicende, ma è di riuscire a entrare all’interno del racconto, cercando di vivere e sentire mie le esperienze dei personaggi.
Di solito, lo stile dell’autore è per me la chiave che apre una porta magica: una volta aperta la porta, puoi oltrepassare la sua soglia e immergerti nel nuovo mondo che stai leggendo, abbandonando quello in cui sei nato. Purtroppo, in questo caso, lo stile dello scrittore non mi ha aiutata a raggiungere questo obiettivo. Ho trovato noiosissime le molte descrizioni presenti soprattutto all’inizio della narrazione, e di conseguenza, insieme alla presenza esagerata di figure retoriche, in alcuni punti ho avuto difficoltà a comprendere ciò che l’autore volesse comunicare a noi lettori. Inizialmente ho addirittura trovato il libro confusionario. Non sono riuscita a immedesimarmi all’interno del racconto, e tantomeno a trovare una connessione, per me fondamentale, con i personaggi.
Però non ritengo questo libro una completa delusione, infatti la porta magica di cui ho parlato prima non è rimasta totalmente chiusa.
Un obiettivo degli scrittori quando scrivono e pubblicano un libro è quello di portare i lettori a riflettere su quanto scritto. E dopo aver concluso la lettura di questa storia mi sono ritrovata a pensare, a ragionare con la mia testa sulle parole dell’autore che lo hanno portato a parlare di determinati argomenti. Questo romanzo mi ha portata a riflettere sul fatto che, in fin dei conti, non viene descritto un mondo lontanissimo da noi.
Si narra di un mondo dove l’apparenza conta più dell’essenza. Dove la superficialità dei personaggi li rende incapaci di ascoltare gli altri; piuttosto si impegnano a fare tanti discorsi, con grandi parole che, però, alla fine non dicono niente. Preferiscono indossare una pesante maschera recitando con tutti, persino con se stessi, di essere felici. Entrano in scena quando sono circondati da altra gente, che come loro, finge di essere quello che in realtà non è. Ed è così, che in un attimo, l’infelicità diventa anormalità, diventa, come stabilito dal governo nel racconto, un pericolo e nessuno può essere triste.
Purtroppo noi non siamo tanto diversi da dei personaggi nati da situazioni create dall’autore. Nel libro ci si domanda perché nonostante i personaggi vivano nel divertimento non riescano a essere felici, la mia risposta è che manca qualcosa: la libertà di esternare a tutti la propria infelicità,
“Si ha sempre paura di quello che non è familiare” così viene scritto in una delle pagine del libro. Concordo assolutamente con quanto scritto. La vulnerabilità, la sofferenza, l’essere imperfetti, oggi sono un qualcosa che la società, intenzionalmente, fa passare per sbagliato e che devono rimanere lontani da noi. Ma ogni sera, quando ci ritroviamo soli sopra un letto, circondati solamente da quattro mura, e ci liberiamo dal peso di quella enorme maschera, ci rendiamo conto di quanto siano completamente parte di noi. Nonostante ciò, però, nessuno fa niente per cambiare questa situazione. “Perché?” ti sarai chiesto, la mia risposta è che non si ha il coraggio di andare controcorrente. Fare qualcosa, solo perché tutti gli altri lo fanno è diventato normalità. Non ci si pone più alcuna domanda perché non importa più cosa si pensa per davvero. E capisci la gravità? Noi non siamo personaggi immaginari, facciamo parte della vita reale, e questo romanzo mi ha fatto capire che una parola, una parola diversa, che non segue la massa, può cambiare tutto.
In questo mondo frenetico dove le distrazioni e le aspettative sono tante dovremmo fermarci, guardarci l'un con l’altro e capire che non siamo poi così diversi dagli altri.
Un altro argomento trattato dal romanzo è chiaramente l’importanza dei libri. I quali ci permettono di avere e approfondire il nostro bagaglio culturale, e si sa: la cultura è potere. Non potrei immaginare un mondo dove non c’è alcuna possibilità di potersi informare e poter sviluppare un proprio pensiero critico. Saremmo di conseguenza condannati alla terrificante agonia dell’ignoranza.
L’autore ha anche trattato del tema della censura, e inevitabilmente ho visto gli errori del passato ripetersi nel futuro di un mondo immaginario, dove le persone non possono essere libere di comunicare agli altri la propria opinione.
Il libro mi ha spinta a riflettere sull'importanza della scrittura, sull’inchiostro che riempie con preziose parole i fogli bianchi. Le idee scritte, come dice Neil Gaiman nella prefazione del libro, sono speciali e se le perdiamo, perdiamo il passato che condividiamo. La scrittura, i libri, i fogli scritti sono un qualcosa di fondamentale, perché ci offrono la possibilità di tramandare e non di dimenticare. Ci permettono di far vivere negli anni e addirittura nei secoli, le nostre parole e i nostri pensieri, rendendoli immortali.
Durante la lettura ho percepito una certa diffidenza dell’autore verso la tecnologia, da lui descritta come una “perdita di tempo”. Lo scrittore, sicuramente, cerca di metterci in guardia sul suo sviluppo, che potrebbe portarci a vivere uno scenario reale del mondo che lui ha inventato.
Consiglio la lettura di questo libro soprattutto agli appassionati del genere fantascientifico. Il romanzo è adatto ai miei coetanei e ovviamente anche ai più grandi.
Nonostante le difficoltà incontrate nello stile, il messaggio dell’autore risuona con forza, permettendo a noi lettori di riflettere su determinati temi che oggi affliggono la nostra società. In seguito a queste considerazioni, se dovessi dare al romanzo un voto da 1 a 10, gli darei un 7.