@Vitupero

04/10/2024 alle 13:52

I santi di oggi 4 ottobre:

I santi di oggi 4 ottobre:

nome San Francesco d'Assisi- titolo Religioso, Diacono, fondatore dell'ordine francescano, poeta- nome di battesimo Giovanni di Pietro di Bernardone- nascita 26 settembre 1182, Assisi- morte 3 ottobre 1226, Assisi- ricorrenza 4 ottobre- Canonizzazione Assisi, 16 luglio 1228 da papa Gregorio IX- Santuario principale Basilica di San Francesco, Assisi- AttributinCrocifisso, teschio, stigmate, saio, animali e croce a Tau- Patrono di Italia, Umbria, animali, poeti, commercianti, Ordine dei frati minori cappuccini, Lupetti/Coccinelle ed ecologisti- S. Francesco nacque ad Assisi il 26 settembre dell'anno 1182 da Pietro Bernardone e da madonna Pica, ricchi commercianti. La sua nascita fu circondata da avvenimenti misteriosi: un mendicante, presentatosi a madonna Giovanna Pica, pochi giorni prima della nascita di Francesco, le disse: « Fra queste mura spunterà presto un sole... »; il giorno stesso della nascita, essendo la madre oltremodo accasciata per i dolori del parto, un altro pellegrino le disse: « Tutto andrà bene, purchè la madre sia condotta nella stalla », e così avvenne. Un altro giorno fu udito pér le vie di Assisi un romito che gridava: « Pace e bene, pace e bene! » il futuro motto di Francesco. La dolce madonna Pica taceva e pregava, pensando: cosa mai sarà di questo fanciullo così prediletto da Dio? Intanto Francesco cresceva vivace, allegro, amante delle spensierate brigate, delle laute cene, dei suoni e dei canti. Siccome gli affari andavano bene, il padre lo avviò alla mercatura. Di ingegno vivace, riusciva a meraviglia; combattè anche contro Perugia e sostenne lunga prigionia. La grazia di Dio intanto lavorava. Un giorno gli amici, vedendolo assorto, gli domandarono: « Pensi a prendere moglie? ». « Sì, rispose Francesco, e sposerò la donna più bella e più amabile del mondo ». Si riferiva a « madonna povertà »! Una mattina, è colpito, in una chiesetta di campagna davanti al Crocifisso di San Damiano, da un brano del Vangelo, che dice: « Non tenere né oro né argento né altra moneta; non borse, non sacchi, non due vesti, non scarpe, non bastone ». Fu allora che il Crocifisso gli parlò con commovente bontà: « Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela ». Tremante e stupefatto, il giovane rispose: « Lo farò volentieri, Signore ». Egli aveva però frainteso: pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina. Per quelle parole del Cristo egli si fece immensamente lieto e raggiante; sentì nell’anima ch’era stato veramente il Crocifisso a rivolgergli il messaggio. Si spogliò dunque di tutto, diede quanto aveva in elemosina, e a suo padre che l'aveva citato davanti al Vescovo, diceva rendendogli anche i vestiti: « Finora ho chiamato Pietro di Bernardone mio padre, d'ora in poi a maggior ragione dirò: Padre mio che sei nei cieli ». Esce all'aperto e, immediatamente. mette in pratica il consiglio evangelico. Si scalza, s'infila una tunica contadinesca, getta la cintura di cuoio e al suo posto s'annoda sui fianchi una corda. (La cintura di cuoio era nel medioevo la parte più importante dell'abito, tanto importante che Dante. quando vorrà lodare la rude semplicità dei vecchi fiorentini, li dirà "cinti di cuoio e d'osso"). Da quel giorno l'eroismo di Francesco non ebbe più limiti: i poveri, i lebbrosi, gli ammalati di ogni specie furono la sua parte életta. Fu trattato da pazzo, percosso, vilipeso, maledetto, ed egli ricambiava tutto con preghiere, carità, amore. Ai suoi seguaci che volle chiamare « Frati Minori » insegnava il lavoro, l'elemosina, la preghiera e la povertà più assoluta. Capella delle Rose, il luogo dove sorgeva originariamente la capanna che ospitava San Francesco. Venne trasformato in cappella per volere di San Bonaventura intorno al 1260 ed fu definitivamente ampliata formando l'attuale "Cappella delle Rose", da San Bernardino da Siena, nel 1440 circa. Sotto l'altare della cappella, accanto alla statua del Santo in preghiera, si trovano i resti delle travi che formarono il pulpito dal quale egli annunciò, in presenza dei vescovi dell'Umbria, la grande Indulgenza della Porziuncola. All'inizio del 1209 Francesco assieme ai suo adepti si riunì così in una capanna nella località di Rivotorto, nella pianura sottostante la città di Assisi, presso la Porziuncola, iniziando così la prima scuola di formazione dove oltre ad insegnare i suoi principi fondamentali istruì i discepoli alla questua per sostenersi e per riparare le chiese danneggiate. Dove passò portò la benedizione di Dio: la pace fra le fazioni e l'amore fra i nemici: convertì peccatori, salvò miserabili, protesse oppressi. I tre voti francescani, obbedienza, povertà e castità, non erano pesi che il figlio di Pietro Bernardone prendeva sulle sue grame spalle e che imponeva ai compagni d'avventura. Al contrario, quei voti rendevano lui e i suoi seguaci più presti e leggeri. L'obbedienza scioglieva da ogni dubbio; la povertà liberava da ogni cupidigia; la castità sollevava da ogni impegno carnale. I vizi contrari a quei voti, cioè la superbia, l'avarizia e la lussuria, erano tre mostruose fibbie, che imbrigliavano l'uomo mondano. Benedetto dal papa, estese ovunque ed a tutti la sua opera; istituì le Clarisse; fondò e diffuse il Terz'Ordine. Andò in Egitto e Palestina per far cessare le ostilità tra i due popoli, mandò apostoli dappertutto a portare «pace e bene ».

Alla Verna, Dio impresse sul suo servo fedele il segno del suo amore: le sacre stimmate. Compose laudi in onore del suo Dio perchè esclamava: « L'amore non è amato, l'amore non è amato! ». Morì, benedicendo i suoi figliuoli e la sua cara città di Assisi, il 3 ottobre 1226. Fu chiamato il più santo degli Italiani, e il più Italiano dei santi; assieme a S. Caterina da Siena è il grande protettore della nostra amata patria. Fu proclamato santo da papa Gregorio IX nel 1228 e dichiarato, assieme a santa Caterina da Siena, patrono principale d'Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII. PRATICA. Ad onore di S. Francesco facciamo oggi una mortificazione ed una elemosina. PREGHIERA. O Dio, che per i meriti di S. Francesco accrescesti la tua Chiesa di una nuova famiglia, concedici di disprezzare a suo esempio le cose terrene, e di poter partecipare alla gioia dei doni celesti. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Assisi, in Umbria, il natale di San Francesco, Levita e Confessore. Fondatore di tre Ordini, cioè dei Frati Minori, delle Povere Donne, e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza. La sua vita, piena di santità e di miracoli, fu scritta da san Bonaventura.

nome San Petronio di Bologna- titolo Vescovo- nascita IV secolo- morte V secolo, Bologna- ricorrenza 4 ottobre- Incarichi ricoperti Vescovo di Bologna (431-450)- Santuario principale Basilica di San Petronio, Bologna- Patrono di Bologna (città e arcidiocesi); Castel Bolognese; Sala Bolognese- Petronio, di origine greca, era il cognato dell'imperatore Teodosio II, nonché esattore delle pubbliche imposte per l'impero; venne inviato a Roma presso il pontefice Celestino I in occasione della disputa su un'eresia; trovandosi a Roma ambasciatori bolognesi per chiedere al Papa un nuovo vescovo, Celestino sceglie Petronio, secondo un suggerimento avuto in sogno da San Pietro. Petronio arrivò a Bologna e la trovò in condizioni disastrate a causa delle invasioni barbariche; avviò così una campagna di ricostruzione della città e in particolare del complesso di Santo Stefano; fece anche un viaggio in Terra Santa da cui ritornò portando numerose reliquie che pose in onore. Si narra che abbia fatto costruire un grande monastero all'esterno della città, verso est, dedicato a S. Stefano. Sfruttando le conoscenze acquisite in Palestina, integrò nella pianta di esso molti tratti tipici dei Luoghi Santi e ne fece poi la propria cattedrale, sicché nel Medio Evo divenne meta di pellegrinaggio per tutti coloro che non potevano raggiungere la Palestina. In seguito al rinvenimento delle reliquie di S. Petronio, scoperte agli inizi del XII secolo, fu scritta una Vita del santo «in cui leggenda e fantasia compensano la mancanza di precise informazioni» (B.T.A.). Comunque, la scoperta delle reliquie e la Vita favorirono il fiorire del culto anche al di fuori del monastero, al punto che Petronio fu assunto come patrono di Bologna: si riteneva inoltre che colui che aveva restaurato la città dopo la devastazione provocata dai Goti ne sarebbe stato un valido difensore nella guerra contro l'imperatore Federico Barbarossa. La Nuova Gerusalemme di Bologna esiste tuttora (chiesa di S. Stefano), seppure abbondantemente modificata nei secoli. L'attuale basilica di S. Petronio è una costruzione gotica iniziata nel 1390. Un reliquiario che si dice contenga la testa del santo vi è stato collocato agli inizi del XVIII secolo. Nelle raffigurazioni iconografiche il santo appare generalmente nell'atteggiamento di reggere la città di Bologna sulla mano; nella chiesa di S. Domenico a Bologna si conserva una statua del patrono, opera di Michelangelo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Bologna, san Petronio, vescovo, che, rinunciando dall'autorità di questo mondo, ascese al ministero sacerdotale e dispensò nei suoi scritti e con il suo esempio insegnamenti riguardo ai doveri dei vescovi.

nome San Quintino- titolo Martire, venerato a Meaux- nascita Tours, Francia- morte Tours, Francia- ricorrenza 4 ottobre- Originario di Tours. Era al servizio di un nobile della Turingia, di nome Gontrano dignitario alla corte di re Clotario I. La moglie di quest'ultimo si innamorò perdutamente del nostro santo e, non potendo sedurlo, gli fu tagliata la testa. La sua testa gettata in una fontana avrebbe reso miracolose le sue acque.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio di Tours in Francia, san Quintino, martire.

nome Beato Francesco Saverio Seelos- titolo Sacerdote redentorista- nome di battesimo Francesco Saverio Seelos- nascita 11 gennaio 1819, Fussen, Baviera- morte 4 ottobre 1867, New Orleans, Stati Uniti- ricorrenza 4 ottobre- Beatificazione da papa Giovanni Paolo II il 9 aprile 2000- Francesco Saverio Seelos Sacerdote nacque a Fussen in Baviera nel 1819. Maturata la sua vocazione religiosa all'interno della famiglia, iniziò gli studi filosofici e teologici a Monaco di Baviera, dove venne in contatto con i missionari della congregazione del SS. Redentore, rimanendo affascinato del loro carisma e dalla loro attività apostolica. Accolto tra i Redentoristi, chiese di essere destinato negli Stati Uniti, ove giunse nel 1843. Compiuto il noviziato e conclusi gli studi teologici, fu ordinato sacerdote a Baltimora e subito trasferito a Pittsburgh, in Pennsylvania, dove svolse la sua prima attività pastorale e iniziò un'intensa e feconda predicazione missionaria, che lo portò in diverse città, sempre animato da grande generosità nell'accogliere tutti e nell'assistere i pii poveri, soprattutto nei difficili anni della guerra civile (1861-64). Estenuato dalle fatiche apostoliche e dalle visite agli ammalati di febbre gialla, contrasse anch'egli il morbo, che lo portò alla prematura morte. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 9 aprile 2000. MARTIROLOGIO ROMANO. A New Orleans in Louisiana negli Stati Uniti d’America, beato Francesco Saverio Seelos, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore, originario della Baviera, sempre attento alle necessità dei fanciulli, dei giovani e degli immigrati.

nome Beato Alfredo Pellicer Munoz- titolo Religioso e martire- nome di battesimo Alfredo Pellicer Muñoz- nascita 10 aprile 1914, Bellreguart, Spagna- morte 4 ottobre 1936, Pedrera-Gandia, Spagna- ricorrenza 4 ottobre- Nacque a Bellreguart, nella provincia di Valencia, e fu battezzato con il nome di Jaime. Imparò le prime lettere nelle scuole nazionali della sua città, fino a quando, all'età di undici anni, entrò nel Seminario minore francescano di Benissa ad Alicante, dove studiò al liceo. All'età di 16 anni si recò al monastero di Santo Espíritu del Monte (Gilet-Valencia), dove nel 1930 prese l'abito francescano, cambiando il suo nome di battesimo in Alfredo. Andò poi al Convento-Collegio di Onteniente, anch'esso luogo di formazione francescana, e lì studiò Filosofia e Teologia, emettendo la professione solenne il 5 luglio 1936. Data la sua giovane età (22 anni al momento di dare la vita) e la sua condizione di studente, Alfredo non poteva essere conosciuto se non dai suoi parenti e dai suoi fratelli di religione, in particolare dai suoi compagni di classe. Questi testimoni ricordavano che era allegro, amichevole, cordiale e festoso, ottimista e un buon compagno, rispettoso degli altri. Si distinse per la fermezza nella fede e nella vocazione francescana. Quando scoppiò la guerra civile spagnola e la persecuzione religiosa peggiorò il 18 luglio 1936, Fray Alfredo Pellicer era nel collegio-convento di Onteniente. Tre giorni dopo i religiosi di questa comunità furono costretti a disperdersi. Fra Alfredo, studente di teologia, che aveva appena emesso la professione solenne, si rifugiò nella casa dei genitori a Bellreguart, dove visse per qualche tempo in relativa tranquillità. Il suo popolo gli suggerì di studiare Insegnamento, ma P. Alfredo rifiutò questa proposta, perché voleva perseverare nella sua vocazione francescana. Il 4 ottobre di quell'anno 1936 fu arrestato e assassinato. La consumazione del martirio avvenne lo stesso giorno, 4 ottobre 1936, verso le tre del pomeriggio, in un luogo chiamato “La Pedrera”, a circa tre chilometri da Gandía, verso Valencia, quando aveva 22 anni, 6 di abito francescano e solo tre mesi di professione solenne. È stato beatificato l'11 marzo 2001 da Papa Giovanni Paolo II. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Bellrreguart sempre nel territorio di Valencia, beato Alfredo Pellicer Muñoz, religioso dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che nella stessa persecuzione testimoniò la sua fede in Cristo fino alla palma del martirio.

nome Beato Enrico Morant Pellicer- titolo Sacerdote e martire- nascita Bellreguard, Valencia- morte 1936, Jaraco, Valencia- ricorrenza 4 ottobre- Nacque a Bellreguard in Valencia in un ambiente familiare profondamente religioso. Studiò al liceo alle Escuelas Pías de Gandía e alla fine iniziò a studiare architettura a Madrid, ma poi decise di iniziare il sacerdozio. Terminati gli studi, fu ordinato sacerdote nel 1933. Fu assegnato alla parrocchia di Barig, dove conquistò i parrocchiani con la sua esemplare umiltà e operosità. Formò una biblioteca, un coro e lavorò molto con i giovani. Fondò l'Azione Cattolica per instillare nei giovani lo spirito apostolico, che ha chiamato a una maggiore vita interiore negli esercizi spirituali del 1935. Dopo le elezioni del febbraio 1936 le autorità gli resero la vita impossibile; Fu trasferito dalla parrocchia e dovette agire come direttore del Patronato del Grao de Valencia. Quando arrivò la rivoluzione, si trovava a Serra, nella residenza estiva del Consiglio di fondazione, e dopo tre giorni di detenzione ad Alcira si recò nella sua città natale. Trascorse l'estate con i suoi parenti fino al 3 ottobre. Alle undici del mattino fu arrestato. Portato al Comitato, confessò a coloro che vi erano detenuti e fu poi libero di tornare a casa sua. Ma la sera lo arrestarono di nuovo, lo portarono nel comune di Jaraco e lì gli spararono. È stato beatificato l'11 marzo 2001 da Papa Giovanni Paolo II. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino alla città di Gandía nello stesso territorio in Spagna, beato Giuseppe Canet Giner, sacerdote e martire, che per la sua fedeltà a Cristo meritò di essere associato al sacrificio del Salvatore.

nome Sant'Aurea di Parigi- titolo Badessa- nascita VII secolo, Siria- morte VII secolo, Parigi, Francia- ricorrenza 4 ottobre- Dopo aver fondato e stabilito saldamente il suo monastero a Solignac nel Limosino, Sant'Eligio, ancora laico, sognava di trasformare una casa di sua proprietà a Parigi in un ospizio per viaggiatori. Dopo un'attenta riflessione, cambiò idea e vi fondò un monastero, che riunì fino a 300 giovani donne di diverse nazioni e livelli sociali. Per dirigere questo nascente monastero, fu nominata Aurea, figlia di Maurino e Quiria, consacrando le giovani monache alla "severa disciplina di una regola" quella di San Colombano a Luxeuil, il monastero in cui San Eligio era stato addestrato. Quando il monastero fu terminato, Sant'Eligio costruì una basilica in onore dell'apostolo San Paolo dove sarebbero stati sepolti i servi di Dio. Aurea gevernò questa comunità per 33 anni come, era modello per le sorelle che istruiva con il suo esempio e con istruzioni tratte dalla lettura del Vangelo impartendo virtù cristiane e monastiche. Dio aggiunse il dono dei miracoli: si dice che a volte, aprendo la porta di una fornace ardente, tirasse fuori i carboni più rossi con le mani senza subire alcun danno nel farlo. La preghiera perpetua era per lei una pratica fondamentale nella sua vita. Quando vedeva qualcuno che soffriva o era infelice, si faceva subito da parte, con instancabile carità, per consolarlo o aiutarlo. Morì di peste insieme a 160 delle sue suore. La leggenda narra che un angelo avesse messo un'aureola sulla sua testa. Una delle suore, che rise della sua austerità, "rimase con la bocca storta". È stata sepolta nella chiesa di San Pablo. Cinque anni dopo, le sue reliquie furono trasportate in città e depositate nella chiesa di San Marcial. In questa chiesa fu esposto un reliquiario contenente parte delle sue spoglie per la venerazione dei fedeli, che fu trafugato dai rivoluzionari nel 1792. Le altre reliquie sono state nascoste in vari luoghi, riuscendo così a salvarle. MARTIROLOGIO ROMANO. A Parigi sempre in Francia, santa Aurea, badessa, che sant’Eligio mise a capo di un monastero da lui stesso fondato in questa città sotto la regola di san Colombano, nel quale aveva raccolto trecento vergini.

nome Beato Giuseppe Canet Giner- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo Giuseppe Canet Giner- nascita 24 agosto 1903, Bellreguard di Valencia, Spagna- morte 4 ottobre 1936, La Pedrera di Gandía, Spagna- ricorrenza 4 ottobre- Nacuqe a Bellreguard in Valencia, in un'umile famiglia. Entrò nel Collegio delle Vocazioni e in seguito andò al Seminario di Valencia. Ordinato sacerdote nel 1930, fu assegnato a Catamarruch come vicario, servendo anche la città di Margarida. Si presentò povero tra i poveri e ben presto conquistò i suoi parrocchiani. Incoraggiò la catechesi, la vita interiore dei parrocchiani e la devozione mariana, nonché la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Quando arrivò la rivoluzione del 1936, dovette lasciare la città e tornò con i suoi genitori al suo villaggio. Fu con loro fino al 4 ottobre quando lo arrestarono e lo portarono via, maltrattandolo come se fosse un criminale. Lo trasferirono nel quartier generale delle milizie rivoluzionarie a Gandía e, in un luogo chiamato La Pedrera, fu fucilato. È stato beatificato l'11 marzo 2001 da Papa Giovanni Paolo II. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino alla città di Gandía nello stesso territorio in Spagna, beato Giuseppe Canet Giner, sacerdote e martire, che per la sua fedeltà a Cristo meritò di essere associato al sacrificio del Salvatore.

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2 commenti

@briarbeauty

3 mesi fa

ma da dove li copi i testi?

+1 punto