@Alva6_0

20/02/2021 alle 21:20

Era da tempo che non postavo fact checking, però è interessante, quindi...

Era da tempo che non postavo fact checking, però è interessante, quindi...

Fact checking di Pagella Politica su 10 frasi del discorso di Draghi:

«Ci sono 259 morti tra gli operatori sanitari e 118.856 sono quelli contagiati»

In questa dichiarazione Draghi sembra aver mischiato due dati sostanzialmente corretti, ma provenienti da fonti diverse. Il secondo dato lo ha preso dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), mentre il primo invece è leggermente impreciso, poiché l'Iss non lo specifica ma in base ai bollettini settimanali son stati 244, mentre il dato diffuso dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) ha affermato che i medici morti son stati 319 ma questo dato è impreciso poiché vengono contati i medici in pensione ma non gli infermieri.

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«L’aspettativa di vita, a causa della pandemia, è diminuita: fino a 4-5 anni nelle zone di maggior contagio; un anno e mezzo-due in meno per tutta la popolazione italiana»

Qui Draghi dà per certo un dato che però è solo una stima del professore di demografia all’Università di Padova Stefano Mazzuco che però non tiene conto della seconda ondata, secondo invece altre stime con dati più aggiornati il dato sarà più grave.

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«Si è anche aggravata la povertà. I dati dei centri di ascolto Caritas, che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020, mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31 per cento al 45 per cento»

La statistica riportata dal presidente del Consiglio è contenuta nel “Rapporto 2020 su povertà ed esclusione in Italia”, come spiega il rapporto, i dati fanno presagire una crescita della povertà ma non è certa, anche se molto probabile.

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«Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità ma il calo si è accentrato su contratti a termine (-393 mila) e lavoratori autonomi (-209)»

Questi dati sono corretti e sono contenuti nel rapporto Istat sullo stato dell’occupazione a dicembre 2020.

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«In assenza di interventi pubblici il coefficiente di Gini, una misura della diseguaglianza nella distribuzione del reddito, sarebbe aumentato, nel primo semestre del 2020 (secondo una recente stima), di 4 punti percentuali, rispetto al 34,8 per cento del 2019»

Anche questa affermazione è corretta sulla base di alcune simulazioni contenute in uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia il 15 febbraio 2021.

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«Le previsioni pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione europea indicano che sebbene nel 2020 la recessione europea sia stata meno grave di quanto ci si aspettasse — e che quindi già fra poco più di un anno si dovrebbero recuperare i livelli di attività economica pre-pandemia – in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022»

La stima indicata è contenuta nelle “Previsioni d’inverno” 2021della Commissione Ue, pubblicate l’11 febbraio scorso, ma va fatta una precisazione. «Stimiamo che il Pil reale dell’Italia non ritorni ai livelli del 2019 prima della fine del 2022», si legge nel profilo dedicato al nostro Paese dalla Commissione. «Gli impatti sulla crescita delle politiche legate al Next Generation Eu non sono però incluse in questa previsione e potranno contribuire a un rialzo delle nostre stime».

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«Il turismo prima della pandemia rappresentava il 14 per cento del totale delle nostre attività economiche»

Qui l’ex presidente della Banca centrale europea riporta un dato esagerato. Secondo le stime dell’Istat, il valore aggiunto del turismo al Pil italiano si attesta intorno al 6 per cento (poco più di 90 miliardi di euro), mentre supera il 13 per cento se si considera anche l’indotto, ossia quelle attività economiche che producono beni e servizi non imputabili esclusivamente al turismo (si pensi, per esempio, alla ristorazione e ai trasporti).

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«Sono stati sette milioni i lavoratori che hanno fruito di strumenti di integrazione salariale per un totale di 4 miliardi di ore»

Questi numeri sono corretti, come si può verificare sul sito dell’Inps.

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«Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa: circa 18 punti su una media europea di 10»

Draghi cita una statistica corretta dell'Istat.

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«L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa»

Anche in questo caso il presidente del Consiglio ha ragione.

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Nel caso qualcuno lo avesse già visto, sì, l'ho postato nuovamente perché si erano bloccati gli shouts.

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1 commento
OP

@Alva6_0

4 anni fa

@Detective

0 punti