@Vitupero
I santi di oggi 27 gennaio:
nome Sant'Angela Merici- titolo Vergine, Fondatrice della Compagnia delle dimesse di sant'Orsola- nome di battesimo Angela Merici- nascita 21 marzo 1474, Desenzano sul lago di Garda- morte 27 gennaio 1540, Brescia- ricorrenza 27 gennaio, 1 giugno (messa tridentina)- Beatificazione 30 aprile 1768 da papa Clemente XIII Canonizzazione 24 maggio 1807 da papa Pio VII- Santuario principale Chiesa di Sant'Angela Merici- Patrona di Desenzano del Garda- Nacque a Desenzano sul lago di Garda, nel 1474. Vigilata dai pii genitori, custodì diligentemente fin dai primi anni il giglio della verginità che propose di serbare intatto per tutta la vita. Aborriva ogni fasto muliebre, fino al punto di sfigurarsi il volto e recidersi la bella chioma, affine di piacere solo al celeste Sposo dei vergini. Quando la morte le rapì gli amati genitori, fu accolta dallo zio, insieme con un suo fratellino. Quivi visse nel ritiro, nella penitenza, col cilicio e coi flagelli, nella preghiera quotidiana e notturna. Dietro consiglio del suo confessore, abbracciò la regola del terz'ordine francescano, e tornata alla natia Desenzano, il Signore le manifestò quanto voleva da lei. Un giorno Angela stava pregando con il suo solito fervore, quando vide aprirsi i cieli, e da una lunga scala che dalla terra saliva sopra le nubi, vide scendere e salire Angeli e Vergini, mentre una musica soavissima si spandeva all'intorno. Udì allora una voce che la invitava a fondare una Compagnia di Vergini che lodassero Iddio e portassero anime al suo cuore.
Tenuta in gran concetto di santità, ovunque era chiamata a consolare, a comporre dissidi, a richiamare sulla via della virtù anime perdute. Affamata del pane degli Angeli, si accostava spesso alla sacra Mensa, con sì infuocato amore da essere spesso rapita fuor dei sensi. Intraprese poi con somma devozione un viaggio in Terra Santa. Approdata all'isola di Candia, divenne cieca; nel ritorno, alla stessa isola, miracolosamente riebbe la vista, sfuggì ai Saraceni, e da sicuro naufragio.
Desiderosa di venerare il Vicario di Cristo e di lucrare l'indulgenza del Santo Giubileo, venne a Roma e si portò a piedi dal Papa Clemente VII.
Ritornò a Brescia, e qui stabilitasi presso la chiesa di S. Afra, nel centro della città, diede inizio nel 1535 alla nuova congregazione detta delle Orsoline. Le diede una sicura disciplina e regola di vita santa e la pose sotto il patrocinio di S. Orsola. Molte furono le vocazioni, così che in breve tempo le Orsoline si diffusero in Italia ed in tutta Europa, poi oltre oceano. Loro scopo è l'educazione delle giovanette. Chi ne può misurare il bene? Aveva ormai settant'anni quando cadde inferma; ricca di meriti se ne volò all'amplesso del suo celeste Sposo il 27 gennaio del 1540. Il suo corpo rimase esposto per ben trenta giorni, finchè fu tumulato nella stessa chiesa di S. Afra. S'iniziò presso il suo sepolcro una sequela di portentosi miracoli, per cui i fedeli accorsero in folla a glorificarla e ad impetrar grazie. Fu canonizzata da Pio VII nell'anno 1807. PRATICA. Le opere di misericordia spirituale e temporale distingueranno nel gran giorno del Giudizio Universale gli eletti dai reprobi.
PREGHIERA. O Signore, che per mezzo di Angela, hai fatto fiorire nella tua Chiesa un nuovo giardino di sacre vergini, dacci per sua intercessione, di vivere santamente, affinché meritino di godere i gaudi eterni. MARTIROLOGIO ROMANO. Sant’Angela Merici, vergine, che dapprima prese l’abito del Terz’Ordine di San Francesco e radunò delle giovani da formare alle opere di carità; quindi, istituì sotto il nome di sant’Orsola un Ordine femminile, cui affidò il compito di cercare la perfezione di vita nel mondo e di educare le adolescenti nelle vie del Signore; infine, a Brescia rese l’anima a Dio.
nome Santa Elvira- titolo Vergine e Martire- ricorrenza 27 gennaio- Ben poco si sa della vita di Santa Elvira, quello che sappiamo su di lei è scritto in un libro antico della Chiesa cattolica chiamato "Acta Sanctorum", che significa "Atti dei Santi". Santa Elvira è un venerata nella chiesa di San Pedro de les Puelles a Barcellona, Spagna, anche se la sua storia non è nota e perché il sangue dei martiri non passa mai invano. Dio riconosce sempre chi ha dato la vita per la testimonianza di fede in Gesù Cristo e la loro memoria sarà eterna perchè avranno lavato le loro vesti del sangue dell'Agnello. Quel poco che si sa su Santa Elvira è scritto anche sul retro della di una stampa diffusa a Barcellona. Il testo recita: "di Santa Elvira, che non si conosce il paese o le circostanze del suo martirio, fu vittima del paganesimo è fu sacrificata nella Germania austriaca.". L'immagine di Santa Elvira rivela un po della sua storia. Attraverso i suoi simboli sappiamo qualcosa su di lei. La corona simboleggia la verginità. Quindi possiamo dedurre che Santa Elvira morì vergine. La veste bianca sul corpo è purezza di cuore. La tunica rossa sotto il mantello simboleggia il martirio. Il palmo della sua mano destra simboleggia la vittoria dei santi che hanno dato la vita per Cristo. La spada nella mano sinistra simboleggia la Parola di Dio. Questo simbolo ci fa capire che Santa Elvira predicò la Parola con la forza e la potenza e, probabilmente, quindi, sono stati martirizzati. La "X" a forma di croce, detta anche "Croce di Sant'Andrea", significa Elvira probabilmente fu crocifissa per dare la sua anima a Dio. E il braciere ai piedi di Santa Elvira indica che subì il tormento del fuoco prima di morire.
nome San Giuliano di Le Mans- titolo Vescovo- nascita III secolo, Roma- morte III Secolo, Le Mans, Francia-ricorrenza 27 gennaio- Santuario principale Cattedrale di Le Mans-Attributi Rappresentato spesso mentre fa tornare in vita un bambino morto e in alcuni casi mentre sconfigge un dragone- Patrono di Le Mans, Pollina e Castrovillari- San Giuliano di Le Mans fu uno dei 70 discepoli degli Apostoli di Gesù. Ordinato vescovo a Roma, sarebbe poi stato inviato missionario in Gallia e alle porte della città di Le Mans avrebbe fatto zampillare prodigiosamente una fontana, riuscendo così ad operare senza sforzo una conversione in massa dei cittadini, convinti da quel miracolo. In seguito per il suo instancabile operato avrebbe ottenuto il premio dal defensor della città di Le Mans numerose donazioni. Dopo 47 anni di episcopato morì il 27 gennaio di un anno imprecisato. Il suo culto, da subito molto sentito, fu introdotto dai Normanni nell'Italia meridionale nell'XI secolo e, in particolare, a Castrovillari, ai piedi del Monte Pollino, in Calabria, fu eretta una chiesa in suo onore che ancora oggi è il fulcro della grande festa del 27 gennaio, con le donne in costume tradizionale che offrono le celebri "vecchiaredde": frittelle di acqua e farina preparate secondo la ricetta tradizionale proprio in onore dell'amatissimo patrono.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Le Mans nella Gallia lugdunense, nell’odierna Francia, san Giuliano, che si ritiene primo vescovo di questa città.
nome San Vitaliano- titolo 76º papa della Chiesa cattolica- nascita 657 circa, Segni, Lazio- morte 27 gennaio 672, Roma- ricorrenza 27 gennaio- Elezione 30 luglio 657- Fine pontificato 27 gennaio 672 (14 anni e 181 giorni)- Santuario principale Basilica di San Pietro in Vaticano- Non si conosce nulla della sua vita anteriore al 657, anno in cui divenne papa, anche se si dice che sia nato a Segni in Campania. Ebbe successo nel papato in un periodo tormentato, quello delle dispute monotelite (sulle quali v. S. Agatone papa, 10 gen.) in corso soprattutto tra Roma e Costantinopoli. A causa di esse il penultimo predecessore di Vitaliano, papa S. Martino I (649-655, 13 set.), era stato portato a Costantinopoli dall'imperatore Costante, processato per alto tradimento e infine esiliato.<br /> Vitaliano svolse un ruolo importante nello sviluppo della Chiesa in Inghilterra: presso di lui, infatti, si recò S. Benedetto Biscop (12 gen.) in occasione della sua prima visita a Roma; ed è durante il suo papato che ha avuto luogo il sinodo di Whitby (664), che risolse i dibattiti sulla data della Pasqua e altre questioni a favore della linea romana. Vitaliano mandò Teodoro (19 set.) come arcivescovo a Canterbury, insieme ad Adriano (9 gen.). Essi svolsero insieme un ruolo importante nell'avvicinamento della Chiesa di Inghilterra alla Sede di Roma e nella realizzazione dell'unità ecclesiastica dell'Inghilterra molto prima che esistesse l'unità politica. Vitaliano morì nel 672 e fu seppellito a San Pietro.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma presso san Pietro, deposizione di san Vitaliano, papa, che si occupò con particolare impegno della salvezza degli Angli.
nome Santa Devota- titolo Vergine e martire- nascita 283 circa, Lucciana, Francia- morte 304 circa, Mariana, Francia- ricorrenza 27 gennaio- Attributi<br /> Palma, corona di rose, colomba, barca, stemma del Principato di Monaco-Patrona di Corsica e Principato di Monaco- Fu martirizzata in Corsica, durante la persecuzione di Diocleziano, per essersi rifiutata di sacrificarsi agli dei: la stesero su di un puledro.<br /> Secondo la leggenda, sarebbe nata in una località chiamata Quercio, nella zona più alta, nel territorio attualmente denominato Luciana, dipartimento dell'Alta Corsica. La giovane fanciulla decise di consacrare la sua vita al servizio di Dio, ma fu vittima di un'accusa e fu arrestata, imprigionata e torturata. Il suo cranio fu lapidato. Dopo la sua morte, il governatore ordinò che il suo corpo venisse bruciato, ma alcuni cristiani lo salvarono dalle fiamme, il suo corpo, depositato dai cristiani di Corsica in una barca fiorita, fu guidato da una colomba verso lo scoglio di Monaco. Qui, secondo queste tradizioni, la nave si arenò intorno al 27 gennaio, in un cespuglio fiorito molto in anticipo per la stagione fredda. Il corpo mutilato della giovane martire fu scoperto dai pescatori e in suo onore fu eretta una cappella dove oggi sorge la chiesa parrocchiale a lei dedicata, nei pressi del porto di Monaco. Dal 1984, con l'approvazione dei testi della Messa in suo onore, il culto può considerarsi ufficialmente confermato durante il pontificato di San Giovanni Paolo II. Patrona di Nizza, compatrona di Monaco (dove è sepolta) e della Corsica. MARTIROLOGIO ROMANO. A Biguglia in Corsica, commemorazione di santa Devota, vergine e martire.
nome Sant'Enrico de Osso y Cervello-titolo Sacerdote- nome di battesimo Enrique Antonio de Ossó y Cervelló- nascita 5 ottobre 1840, Vinebre, Spagna- morte 27 gennaio 1896, Gilet, Spagna- ricorrenza 27 gennaio-Beatificazione Roma, 14 ottobre 1979 da papa Giovanni Paolo II-Canonizzazione Roma, 16 giugno 1993 da papa Giovanni Paolo II- Enrico Antonio era il secondo figlio maschio e il terzogenito di Jaime de Ossó e Micaela Cervelló. Nacque a Vinebre, una piccola città della provincia di Tarragona, il 15 ottobre 1840, anniversario della morte del santo a cui si sarebbe fortemente ispirato. Sua madre voleva che si facesse prete ma suo padre era contrario, progettava infatti per lui una carriera nel campo commerciale. Quando compì dodici anni lo inviò da suo zio Juan che gestiva un'attività tessile a Quinto de Ebro, nella provincia di Saragozza, dove Enrico passò qualche mese imparando i rudimenti dell'attività, e dovendo poi rientrare a causa di una grave malattia. Suo padre lo portò a Reus per farlo assumere come apprendista nell'industria tessile più prestigiosa di questa fiorente città.<br /> Fu costretto ancora una volta a tornare a casa. Nel 1854 scoppiò un'epidemia di colera: sua madre si ammalò e il 15 settembre morì. Tornò a Reus ma non per molto. Dopo aver scritto alcune lettere ai familiari e agli amici, nelle quali spiegava di voler fare la vita dell'eremita campando di elemosine, fuggì nel monastero di Montserrat. Suo fratello Jaime, insospettito dal ritrovamento di alcuni libri su Montserrat nella sua valigia, lo scovò e lo riportò a casa, ma il padre si ammansì e acconsentì a farlo studiare da prete. Frequentò gli studi come esterno presso i seminari di Tortosa e di Barcellona venendo ordinato il 21 settembre 1867. Celebrò la sua prima Messa il 6 ottobre nel monastero di Montserrat, assistito, tra gli altri, da Emanuele Domingo y Sol (25 gen.) quasi coetaneo, compagno di studi, stretto amico e parente. Subito Enrico si lanciò con energia in un ministero che lo avrebbe portato a essere uno degli artefici principali della rinascita apostolica in Spagna e in Catalogna, in particolare durante l'ultimo decennio del XIX secolo.<br /> Venne nominato professore di matematica del seminario diocesano di Tortosa, ma i compiti accademici non gli impedirono di dedicare la maggior parte delle sue energie all'apostolato; il vescovo di Tortosa, notando le sue qualità, decise infine di esentarlo dall'incarico accademico. Sua attività principale era la catechesi; scrisse anche una guida per catechisti utilizzata per diversi decenni. Riteneva anche che fosse necessario esercitare l'apostolato tramite la stampa; desiderando contrastare le tendenze anticlericali che a Tortosa avevano un portavoce nel settimanale El Hombre, lanciò El Amigo del Pueblo, che diresse per due anni a partire dal 1870; venne poi Revista Teresiana, che diresse e scrisse praticamente da solo (il titolo testimonia la sua grande ammirazione e devozione per S. Teresa d'Avila). La rivista ebbe un successo repentino in tutto il territorio spagnolo e la propagazione dello spirito di S. Teresa, soprattutto tra le donne, portò frutti all'arciconfraternita teresiana, diffusasi rapidamente. Enrico era convinto che l'apostolato dovesse essere esercitato nelle famiglie e dalle donne: «Il mondo è sempre stato, scrisse, ciò che le donne ne hanno fatto. Un mondo fatto da voi, formato a immagine della Vergine Maria con gli insegnamenti di S. Teresa». Scrisse El cuarto de bora de la oración ("Il quarto d'ora di preghiera"), un manuale divenuto classico; esso si rivolgeva prevalentemente alle donne ed è stato edito ben quaranta volte, quindici delle quali mentre egli era ancora in vita. Scrisse altre opere: un libro devozionale per bambini basato sui racconti dell'infanzia tratti dai Vangeli e intitolato !Viva Jesús! (1875), e due lunghi manuali di preghiere e devozioni per bambini. Scrisse anche alcuni libri volti a diffondere la devozione per la Vergine Maria, il Sacro Cuore di Gesù e S. Francesco di Sales e, infine, Il Catechismo per operai e benestanti basato sull'enciclica sociale di Leone XIII Rerum novarum, c una istruzione sulla massoneria basata sulla Humanum genus. Sua preoccupazione costante fu quella di elevare il livello dell'istruzione elementare, secolare e religiosa che allora, in Spagna, era profondamente in decadenza. Era questo lo scopo della Compaia de Santa Teresa, che Enrico fondò nel 1876. La congregazione ebbe l'approvazione pontificia l'anno successivo e si diffuse rapidamente in tutta la Spagna. Nel 1885 estese la sua missione all'Algeria e, nel 1887, all'America Latina, contando su più di tremila docenti divisi in circa cinquanta scuole di tutti i paesi di lingua spagnola. Dissensi interni turbarono però i suoi ultimi anni di vita. Pensò a una congregazione parallela per uomini, i fratelli giuseppini, ma morì prima di poter realizzare il progetto. Si era recato a Valencia per far visita a Emanuele Domingo y Sol e trovare un po' di quiete. 11 27 gennaio 1896, nel convento francescano del Santo Spirito di Gilet, ebbe un grave colpo apoplettico e morì poco dopo. Venne sepolto colà, ma il 15 luglio 1908 il suo corpo fu trasferito nella cappella del noviziato della Compatita de Santa Teresa. La causa per la canonizzazione è stata avviata nel 192.5 e introdotta ufficialmente nel 1965.E stato beatificato il 14 ottobre 1979. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Gilet nella provincia di Valencia in Spagna, sant’Enrico de Ossó y Cervelló, sacerdote, che per provvedere alla formazione delle fanciulle fondò la Società di Santa Teresa di Gesù; rimosso in seguito da essa, trascorse i restanti anni della sua vita in un convento dei Frati Minori.
nome Beato Paolo Giuseppe Nardini-titolo Sacerdote fondatore- nome di battesimo Paul Josef Nardini-nascita 25 luglio 1821, Germersheim, Germania- morte 27 gennaio 1862, Pirmasens, Germania- ricorrenza 27 gennaio- Beatificazione 22 ottobre 2006 da papa Benedetto XVI- Paolo nacque a Germersheim in Germania in una famiglia distrutta, figlio di una madre single. Per questo fu dato in adozione a zii di origine italiana, anche se non dimenticò mai la madre biologica e che chiamava spesso per venire a vivere insieme a lui. Dopo aver terminato gli studi liceali, pensava sempre più chiaramente di avere una vocazione al sacerdozio. Per questo chiese al vescovo mons. Johannes von Geissel di consentirgli di entrare nel seminario di Spira, dove, dal 1841 al 1843, studiò filosofia. Dopo aver completato gli studi di filosofia, il vescovo mons. Nikolaus von Weis lo mandò a studiare teologia all'Università di Monaco, dove il 25 luglio 1846 ottenne il dottorato "summa cum laude". Nel 1846 ricevette l'ordinazione sacerdotale nella cattedrale di Spira. Nei primi anni svolse il ministero sacerdotale come vicario parrocchiale a Frankenthal, prefetto del collegio diocesano e rettore della parrocchia di Geinsheim. Nel 1851 gli fu affidata la difficile parrocchia di Pirmasens, situata in una zona molto povera, dove fino alla sua morte, grazie alle sue straordinarie doti umane e morali, diede un'ottima testimonianza di santità. Incoraggiato da grande zelo, nel giugno 1853 chiamò le Suore del Santissimo Redentore di Niederborn a occuparsi dell'educazione dei bambini.<br /> Raccomandava anche a queste suore di fornire un'assidua assistenza ai malati, senza distinzione di classe sociale o religione. Tuttavia, il lavoro che dovevano fare era al di là della loro forza limitata, così si ammalarono tutti e dovettero tornare a casa. Padre Nardini le sostituì con quattro giovani donne del Terz'Ordine Francescano, con le quali fondò, il 2 marzo 1855, la congregazione religiosa dei "Poveri Francescani", nome poi cambiato in "Poveri Francescani della Sacra Famiglia" fornire un'assidua assistenza ai malati, senza distinzione di classe sociale o religione, nonché curare l'educazione dei bambini. Morì a Pirmasens pieno di virtù dopo aver visto l'espansione della sua Congregazione.<br /> Alla sua morte la Congregazione contava già 220 religiosi e trentacinque case. Le sue spoglie mortali riposano nella cappella della casa della Congregazione a Pirmasens. È stato beatificato il 22 ottobre 2006 nella cattedrale di Spira dal vescovo di Monaco cardinale Friedrich Wetter, come eredità di SS Benedetto XVI.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Pirmasens, Germania, il Beato Pablo Giuseppe Nardini, sacerdote, fondatore delle Suore Francescane della Sacra Famiglia di Mallersdorf.
nome Santa Maria di Gesù- titolo Fondatrice- nome di battesimo Carolina Santocanale- ricorrenza 27 gennaio- Beatificazione Monreale, 12 giugno 2016 da papa Francesco-Canonizzazione Piazza San Pietro, 15 maggio 2022 da papa Francesco- Santa Maria di Gesù Santocanale (al secolo Carolina) nacque a Palermo il 2 ottobre 1852 dall'avvocato Giuseppe Santocanale dei Baroni della Celsa Reale e donna Caterina Andriolo Stagno. A nove anni la sua istruzione scolastica viene affidata a precettori, tra cui il gesuita padre Giuseppe Orlando, che la seguono a casa. Fin da piccola, come ella ammette, si sente attratta da Dio sempre più, infatti in seguito abbandonerà il lusso e i beni terreni. A 19 anni, al capezzale dell'amato nonno, incontrò l’arciprete di Cinisi don Mauro Venuti che divenne la sua guida spirituale. Per quindici anni Carolina sarà direttrice della Pia Unione delle Figlie di Maria nella parrocchia di Sant’Antonio Abate a Palermo, ma la sua aspirazione era la clausura. Dopo una malattia alle gambe che la tenne a letto per circa 16 mesi, il 13 giugno 1887 Carolina Santocanale vestì il saio nero delle Terziarie Regolari e assunse il nome di suor Maria di Gesù, abbandonando il suo desiderio di clausura per dedicarsi con carità al popolo bisognoso. Assieme ad altre consorelle si trasferì nella casa dei nonni istituendo un orfanotrofio, seguito l’anno seguente da un educandato per le fanciulle di famiglie benestanti che pagavano una retta, un asilo nido e una Scuola di lavoro per dare la possibilità alle adolescenti di imparare un’arte per guadagnarsi da vivere. Finalmente il 13 giugno 1910 diviene Madre fondatrice delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, e con lei altre undici suore rivestono un abito marrone simile a quello dei Cappuccini. La loro regola sarà seguire lo spirito dei frati francescani, e Suor Maria di Gesù si dedicherà alla carità e all'assistenza dei bisognosi con ardore e fede. La sua salute andò peggiorando, senza per questo mai fermarla, finché il 27 gennaio 1923 ella si spense per un infarto. Il 19 settembre 2003 avvenne il primo miracolo: un manovale cadde da 11 metri senza riportare danni, nel punto esatto in cui sarebbe stata traslata la salma della Santa, nella nuova cappella delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes. Egli affermerà di aver sentito qualcuno afferrarlo. Ma sarà il secondo miracolo, avvenuto nel 2016, ad essere decisivo per la canonizzazione di Suor Maria di Gesù.<br /> Una donna affetta da infertilità, dopo essersi recata nel Santuario della Beata Maria di Gesù e aver invocato la Santa, resta incinta in maniera naturale. E la stessa cosa avviene l'anno successivo.<br /> Il 15 maggio 2022 Suor Maria di Gesù diviene ufficialmente Santa.
nome Beato Giorgio Matulewicz- titolo Arcivescovo- nascita 13 aprile 1871, Lugine ,Lituania- Ordinato presbitero 20 novembre 1898-Nominato vescovo 23 ottobre 1918 da papa Benedetto XV-Consacrato vescovo 1º dicembre 1918 dal vescovo Pranciškus Karevičius, M.I.C. (poi arcivescovo)- Elevato arcivescovo 1º settembre 1925 da papa Pio XI- morte 27 gennaio 1927, Kaunas, Lituania- ricorrenza 27 gennaio- Beatificazione 28 giugno 1987 da papa Giovanni Paolo II- Giorgio Matulaitis (Matulewicz) nacque in Lituania, nel villaggio di Luginé, il 13 aprile 1871. I suoi genitori erano agricoltori pii e laboriosi; Giorgio era l'ultimo di otto figli ed ebbe una vita difficile sin dall'infanzia. I genitori morirono quando agli aveva undici anni; quando ne aveva quindici si ammalò di tubercolosi ossea, malattia che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Gli fu impartita l'istruzione secondaria presso i padri mariani di Marijampolé, in Lituania, e frequentò i seminari di Kielce e Varsavia, in Polonia. Successivamente si iscrisse all'Accademia Romano-Cattolica di S. Pietroburgo e poi all'università di Friburgo in Svizzera, dove la sua tesi di laurea ricevette la lode praeclarissime. Venne ordinato sacerdote nel 1899. Ben consapevole delle problematiche sociali sin dalla giovinezza, padre Giorgio organizzò i lavoratori a Varsavia, fondò orfanotrofi e assistette i bisognosi, senza far distinzione di nazionalità o di religione.<br /> Nel 1905 si ammalò gravemente e vide quasi la morte nella corsia dei poveri dell'ospedale della Trasfigurazione di Varsavia. La maggioranza delle case religiose polacche in quel periodo erano state chiuse dalle forze di occupazione russe, prussiane e austriache che si spartivano il paese. C'era comunque una comunità di suore che operava clandestinamente; venute a conoscenza della situazione di Giorgio trovarono un medico che si occupasse di lui e un luogo dove potesse stare durante la convalescenza. Fece voto di trovare un modo per onorare degnamente la Vergine Maria per la sua guarigione. Nel 1907 venne chiamato a occupare la nuova cattedra di professore di sociologia dell'Accademia di S. Pietroburgo. Qui ebbe modo di realizzare il voto fatto, quando seppe della situazione in cui si trovavano i padri mariani, soppressi dal regime zarista e ridotti a un'unica casa, quella di Marijampolé, che egli aveva frequentato negli anni di scuola.<br /> I padri mariani erano stati fondati nel 1673 da Stanislao Papczynski per servire le necessità dei contadini più poveri; nel 1699 avevano ricevuto l'approvazione pontificia come ramo della famiglia francescana, ma dopo il 1701 li troviamo quasi estinti. Riorganizzati verso la metà del XVIII secolo da Casimiro Wiszynsky, si erano diffusi dalla Polonia alla Lituania e avevano aperto alcune case a Roma e in Portogallo prima di cadere sotto una persecuzione che nel m secolo li avrebbe ridotti a un solo sacerdote superstite a Marijampolé. Ricordandosi dell'esperienza fatta da bambino presso i padri mariani, Giorgio discusse con alcuni amici un piano per far rivivere la congregazione. Dopo aver ricevuto l'approvazione di papa Pio X, fece visita all'unico superstite, Vincenzo Senkus, superiore generale e fece la professione secondo i voti dei mariani, mentre il suo amico Francesco Bucys entrò come novizio. Si stabilirono segretamente a S. Pietroburgo insieme a padre Senkus, che morì nel 1911. Dopo aver adattato le costituzioni della congregazione alla nuova situazione, Giorgio le diede anche un nuovo stile di vita, al tempo del suo trasferimento, insieme a Francesco, a Friburgo (Svizzera).<br /> La piccola comunità cominciò presto a crescere: da tre membri nel 1910 a più di 250 nel 1927, quando Giorgio morì. I sacerdoti mariani recuperarono case in Polonia e Lituania e la congregazione si diffuse in Lettonia e negli Stati Uniti d'America dove, nel 1913, lo stesso Giorgio aprì la prima casa a Chicago.<br /> Successivamente vennero aperte case in Inghilterra, Galles, Brasile, Argentina, Germania, Ruanda e Australia. Nel 1918 Giorgio fondò la prima delle due congregazioni femminili affiliate, le Sorelle dei poveri dell'Immacolata Concezione della B.V.M., seguite, nel 1924, dalle Serve di Gesù nell'eucarestia. Nel 1918 la Santa Sede lo aveva convinto ad accettare la sede episcopale di Vilnius, dove dovette far fronte a molte difficoltà legate alle diverse convinzioni religiose e politiche del suo gregge. Presentò le dimissioni nel 1925; queste furono accettate, ma gli venne immediatamente affidato un nuovo incarico: visitatore apostolico con il titolo di arcivescovo, con il compito di mettere ordine negli affari ecclesiastici della Lituania. I suoi continui sforzi furono ripagati da successo e la Santa Sede poté creare una nuova provincia ecclesiastica e nominare vescovi di valore. Giorgio Matulaitis morì a Kaunas il 27 gennaio 1927 dopo ancora aver subito un infruttuoso intervento chirurgico per la sua tubercolosi. Alla comunità dei mariani da lui fondata, diede una chiara indicazione sul letto di morte: «Andate d'accordo e siate disposti a sacrificarvi». La sua vita è stata quella di un pastore della Chiesa totalmente dedito a Dio, un modello per vescovi, preti e religiosi, il cui servizio a favore dei più miseri lo ha reso figura di speranza per malati, sfruttati e perseguitati. Papa Pio IX lo definì «uomo di Dio» e «uomo veramente santo». La sua causa è stata introdotta nel 1953; il 28 giugno 1987 è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II in occasione di una visita in Polonia. I padri mariani continuano a prosperare: esercitano in molti paesi opera parrocchiale; in Australia compiono il loro ministero presso le comunità russa e lituana; negli Stati Uniti gestiscono una vigorosa attività missionaria a mezzo stampa dai loro due centri di Chicago e Stockbridge (Massachusetts), assistendo direttamente la comunità polacca per la quale pubblicano una rivista mensile. MARTIROLOGIO ROMANO. A Kaunas in Lituania, beato Giorgio Matulewicz, vescovo di Vilnius e poi Nunzio apostolico in Lituania, fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani e della Congregazione delle Suore Povere dell’Immacolata Concezione della Beata Maria Vergine.
nome Beato Giovanni di Warneton- titolo Vescovo- nascita Warneton, Francia- morte 27 gennaio 1130, Thérouanne, Francia- ricorrenza 27 gennaio- Le notizie su Giovanni derivano da una biografia a lui contemporanea, scritta dal suo arcidiacono Giovanni Collemedi. Le sue precoci qualità avevano attirato su di lui l'attenzione di maestri illustri, come Lamberto di Utrecht e Ivo di Chartres (23 mag.), uno dei vescovi più venerati del suo tempo. Dopo aver terminato gli studi entrò in un monastero della sua regione di provenienza, vicino ad Arras, nell'attuale dipartimento di Pasde Calais (Francia del nord). Il suo talento giunse all'orecchio del vescovo di Arras che lo convinse a uscire dal monastero di Mont-Saint-Eloi per servire come suo arcidiacono. Ciò si rivelò un primo passo verso quella elezione a vescovo di Thérouanne che egli non voleva assolutamente accettare, al punto che fu necessario rivolgersi al papa per convincerlo. Fu attivo nell'ambito della riforma monastica, fermo nel mantenere la disciplina ecclesiastica, ma dolce e caritatevole quanto a carattere, al punto di non difendersi in occasione di un attentato alla sua vita. Morì il 27 gennaio 1130. MARTIROLOGIO ROMANO. A Thérouanne sempre in Francia, beato Giovanni, vescovo: canonico regolare, occupò la sede episcopale di Maurienne, nella quale per oltre trent’anni lottò contro i simoniaci e fondò otto monasteri sia di canonici sia di monaci.
nome San Gilduino- titolo Diacono di Dol- nascita 1052 circa, Dol-de-Bretagne, Francia- morte 1077 circa, Saint-Pierre-en-Vallée de Chartres, Francia-ricorrenza 27 gennaio- Gilduino nacque a Dol (Bretagna, Francia) in una famiglia nobile, suo padre era il signore di Dol e Combour. I suoi genitori volevano che si sposasse, ma incontrarono una forte opposizione da parte di Gilduino che voleva entrare nella vita ecclesiastica. All'età di 15 anni fu ordinato diacono e successivamente nominato canonico della cattedrale di San Sansone in Dol, dallo zio arcivescovo della città. Alla morte dello zio arcivescovo, gli successe Johoneo, vescovo indegno e sette anni dopo fu deposto dai vescovi della regione che cercarono di fare del nostro santo il nuovo arcivescovo. Ma, sentendosi indegno e troppo giovane (aveva 23 anni), rifiutò la carica e andò a Roma spiegando le sue ragioni a papa Gregorio VII, che accettò la sua decisione e nominò Evencio arcivescovo come Gilduino gli aveva suggerito. Morì di febbre mentre tornava da Roma, nell'abbazia benedettina di Saint-Pierre-en-Vallée de Chartres, vicino alla sua tomba furono compiuti molti miracoli. Le sue reliquie riposano oggi nella cattedrale di Chartres. MARTIROLOGIO ROMANO. A Chartres in Francia, transito di san Gilduino, diacono di Dôle in Bretagna: eletto vescovo ancora molto giovane, rifiutò al cospetto del papa san Gregorio VII un così grande onore ritenendosene indegno e, nel far ritorno da Roma, assalito dalle febbri pose termine in questa regione al suo pellegrinaggio terreno.