@Pali

3 settimane fa

Oggi sono andata a farmi una passeggiata nel Bosco Bello, il bosco dell'autodromo... o quello che ne resta 😟

Oggi sono andata a farmi una passeggiata nel Bosco Bello, il bosco dell'autodromo... o quello che ne resta 😟

Questo dovrebbe essere un bosco. L'avevo già raccontato, ma vi mostro da vicino questo disastro... Nel luglio 2023 una tempesta ha distrutto completamente il bosco interno alle due curve di Lesmo. Come vedete in foto, non rimane che qualche alberello più giovane, ma tutti gli alberi storici, ben più antichi dell'autodromo, non ci sono più. La SIAS si è impegnata a ripristinare tutte le aree verdi dell'autodromo, ma ci vorranno tantissimi anni per riportarlo a prima del 2023.

Ancora oggi i gestori dell'impianto stanno smaltendo gli alberi distrutti. È un operazione a chilometro zero, perché gli alberi storici distrutti sono stati tagliati in piccoli pezzettini e utilizzati per coprire i percorsi pedonali più impervi. Questa fontanella è stata realizzata riciclando un vecchio tronco, come ricorda il cartello.

Questa invece è la bellissima porta del Serraglio. Anche questa ve l'avevo mostrata da lontano. Disegnata dall'architetto di Napoleone, Luigi Canonica (l'autore dell'Arena Civica di Milano per intenderci), era la porta d'ingresso al serraglio dei cervi.<br /> <br /> Fu costruita nel 1805, quando il parco era la riserva di caccia della Villa Reale. Il serraglio era il luogo dove venivano allevati gli animali che poi sarebbero stati cacciati all'interno del parco.<br /> <br /> Questa pratica però fu subito cessata nel 1850, perché i cervi distruggevano i campi agricoli, e le continue lamentele dei contadini ne decretarono la sua fine.

A fianco sorge la cascina dei guardiani, dove risiedevano gli allevatori, dopo la sua dismissione trovò diversi impieghi, fu anche la mensa dei Carabinieri, quando l'autodromo era soggetto a presidio. In giro per l'autodromo infatti si possono trovare anche le casematte, degli strani edifici in cemento a forma cubica di colore bianco, dove appunto i Carabinieri presidiavano il circuito.<br /> <br /> Ad ogni modo, oggi è abbandonata e in queste giornate è pure molto creepy.

In pochi sanno che esiste, o meglio, esisteva un'altro tracciato all'autodromo nazionale di Monza, oltre al tracciato stradale e l'anello alta velocità. Il circuito Pirelli, fu costruito nel 1938, utilizzando i materiali recuperati dal primissimo anello alta velocità demolito. In pratica questo piccolo circuito era una versione più sicura del primo anello alta velocità, che sfruttava il rettilineo principale e un rettilineo in mezzo al circuito stradale, che correva parallelo. <br /> <br /> I due rettilinei erano collegati da tre curve di raccordo. Quella in foto è la curva nord, mentre a sud c'erano due curve in porfido, di cui non rimane traccia. Il circuito fu utilizzato fino al 1954, per poi cadere in abbandono.

Per concludere, vi mostro le vecchie officine alle spalle dei box. Queste casette bianche erano utilizzate dalle squadre nei primi anni di attività. In corsia box si effettuavano soltanto i pit-stop di gara, mentre dentro le officine si lavorava senza sosta prima della gara, per mettere a punto le auto. Tempi ben lontani, dal parco chiuso e il coprifuoco per i meccanici... oggi i vecchi box ospitano gli uffici amministrativi.<br /> <br /> Nel paddock esiste anche un distributore di carburante, oggi utilizzato solo dai mezzi di servizio, ma in origine riforniva anche le vetture di Formula 1. Al giorno d'oggi ogni squadra ha il suo carburante, studiato per la massima efficienza.

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4 commenti

@QuellaVoltaCheMiCaddeIlGelato

24 giorni fa

Uao :O

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