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3 giorni fa

I santi di oggi 30 dicembre:

I santi di oggi 30 dicembre:

nome Sant'Eugenio di Milano- titolo Vescovo- nascita VIII Secolo, Milano- morte VIII Secolo, Milano- ricorrenza 30 dicembre- Attributi bastone pastorale- Non si hanno notizie certe su di lui, da Landolfo Seniore sappiamo che si trattava di un vescovo venuto in Italia al seguito di Carlo Magno, di cui era anche padre spirituale. A lui venne attribuito il merito di aver difeso, durante un concilio a Roma, il Rito ambrosiano, contro i tentativi di abolirlo fatti da papa Adriano I e dallo stesso Carlo Magno. Per dirimere la questione i padri riuniti in concilio decisero di posare sull'altare della basilica di San Pietro i due messali romano e ambrosiano, dopo le porte della basilica furono chiuse e sorvegliate, e tutti pregarono e digiunarono per tre giorni. Quando furono riaperte le porte della basilica, i due messali erano ancora chiusi, ma miracolosamente si spalancarono tutti e due, ciò fu interpretato come un segno del Cielo che ambedue i riti avevano pari dignità. MARTIROLOGIO ROMANO. A Milano sant'Eugènio, Vescovo e Confessore.

nome San Ruggero di Canne- titolo Vescovo- nascita 1060, Canne- morte 30 dicembre 1129, Canne- ricorrenza 30 dicembre- Santuario principale Chiesa di San Ruggero a Barletta- Attributi insegne episcopali e aquila- Patrono di Barletta e dell'Arcidiocesi- Il Vescovo che, secondo un antico testo, andava scalzo con il piede nudo attraverso quelle campagne cercando elemosine per i poveri, fu l'unico valido punto di riferimento, non solo religioso, ma anche per la difesa, la ricostruzione, la vita civile e la stessa sopravvivenza della città di Canne. Il normanno Roberto il Guiscardo l’aveva distrutta in quanto alleata dei suoi nemici bizantini. La decadenza di Canne fu inarrestabile, e la sede vescovile venne successivamente trasferita a Barletta.<br /> San Ruggero è sempre rappresentato con l’abito vescovile, mitria e pastorale, e accompagnato da un’aquila in volo che, secondo un'antica leggenda, gli fece ombra con le ali aperte durante una calda estate, mentre era in pellegrinaggio verso la basilica dell’Arcangelo Michele sul Gargano.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Canne in Puglia, san Ruggero, vescovo.

nome Beata Eugenia Ravasco- titolo Vergine, Fondatrice della congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria- nome di battesimo Eugenia Maria Ravasco- nascita 4 gennaio 1845, Milano- morte 30 dicembre 1900, Genova- ricorrenza 30 dicembre- Beatificazione 27 aprile 2003 da papa Giovanni Paolo II- Nacque a Milano il 4 gennaio 1845. Dal giorno della Prima Comunione, il culto dell'Eucaristia divenne uno dei cardini della sua spiritualità. Il 31 maggio 1863, nella chiesa di Santa Sabina a Genova, attraverso le parole del sacerdote che in quel momento parlava ai fedeli, ricevette l'invito a «consacrarsi a fare il bene per amore del Cuore di Gesù». Fu l'evento che illuminò il suo futuro: si mise senza riserve a disposizione di Dio. Il 6 dicembre 1868, a 23 anni, fondò la congregazione religiosa delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Il progetto educativo era di educare i giovani e formarli a una vita cristiana solida, operosa, aperta. Nel 1878 aprì una sua scuola magistrale "normale" femminile, con lo scopo di dare alle giovani un'istruzione cristianamente orientata e di preparare "maestre cristiane" per la società. Nel 1884 fece la professione perpetua. Si spense a Genova i130 dicembre 1900. È stata beatificata il 27 aprile 2003.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Genova, beata Eugenia Ravasco, vergine, che fondò l’Istituto delle Suore Figlie dei Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria, alle cui cure affidò l’educazione della gioventù femminile e la dedizione alle necessità dei malati e dei bambini.

nome Beata Margherita Colonna- titolo Vergine- nome di battesimo Margherita Colonna- nascita 1255, Palestrina, Lazio- morte 1284, Palestrina, Lazio- ricorrenza 30 dicembre- Beatificazione 17 settembre 1847 da papa Pio IX- Margherita perse entrambi i genitori quando era ancora bambina e crebbe grazie alle cure dei fratelli. Quando giunse il momento di organizzarle un matrimonio, Margherita si rifiutò di accettare e si ritirò con due serve in una villa situata a Palestrina, quarantacinque chilometri a est di Roma, dove assistette i poveri e i malati con tutta la sua energia e le sue ricchezze. La sua salute cagionevole le impedì di entrare nella congregazione delle clarisse povere di Assisi, suo grande desiderio, e quindi decise di fondare a Palestrina un convento dello stesso ordine. A causa del persistente stato di malattia, Margherita non riuscì a entrare nella congregazione né a partecipare attivamente alla sua conduzione. Negli ultimi sette anni di vita, durante i quali si conquistò la fama di fautrice di miracoli, soffri a causa di un cancro, malattia che affrontò con coraggio e pazienza. Morì ancora giovane e fu seppellita a Palestrina. Il culto della B. Margherita Colonna fu confermato da papa Pio IX nel 1847. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Palestrina nel Lazio, beata Margherita Colonna, vergine, che preferì alle ricchezze e ai piaceri del mondo la povertà per Cristo, che ella servì professando la regola di santa Chiara.

nome San Lorenzo da Frazzanò- titolo Monaco- nome di battesimo Lorenzo Ravì- nascita 1116 circa, Frazzanò, Sicilia- morte 1162 circa, Frazzanò, Sicilia- ricorrenza 30 dicembre, 10 agosto, 22 ottobre- Santuario principale Chiesa di San Lorenzo (Frazzanò)- Patrono di Frazzanò- Nacque nel piccolo comune di Frazzanò in Sicilia. I suoi genitori morirono nel giro di un anno, lasciando il bambino orfano alle cure di una giovane balia di nome Lucia, una vicina di casa. All'età di sei anni, dopo i primi approcci alla liturgia e alla Scrittura, Lorenzo chiese a Lucia di poter studiare lettere sacre e umane. Fu quindi indirizzato al monastero basiliano di San Michele Arcangelo a Troina, dove il giovane sorprese tutti con le sue doti umane e religiose. Lo stesso vescovo di Troina lo invitò ad indossare l'abito di monaco basiliano e ricevere gli ordini minori e maggiori. Con soli 20 anni Lorenzo era già sacerdote e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Si recò al monastero di Agira, e i fedeli lo seguirono per ascoltare le parole del santo. Intorno al 1155 Lorenzo entrò nel monastero di San Filippo di Fragalà. In questo periodo Lorenzo fece del suo meglio per far costruire a Frazzanò una chiesa dedicata a San Filadelfo. Nell'autunno del 1162 terminarono i lavori della nuova chiesa di Ognissanti, da lui voluta "in onore della Santissima Trinità". Morì con una reputazione di santità. La sua fama di santo operatore di meraviglie è tutt'oggi molto sentita. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso la cittadina di Frazzanò in Sicilia, san Lorenzo, monaco secondo la disciplina dei Padri orientali, insigne per austerità di vita e instancabile nella predicazione.

nome Beato Giovanni Maria Boccardo- titolo Sacerdote, fondatore della Congregazione delle Povere Figlie di San Gaetano- nome di battesimo Giovanni Maria Boccardo- nascita 20 novembre 1848, Moncalieri, Torino- morte 30 dicembre 1913, Pancalieri, Torino- ricorrenza 30 dicembre, 20 novembre nell'Arcidiocesi di Torino- Beatificazione 1998 da papa Giovanni Paolo II- Nato a Moncalieri il 20 novembre 1848, Giovanni Maria Boccardo fu parroco di Pancalieri per 31 anni, dal 1892 fino alla morte avvenuta nel 1913. Nel 1884, a seguito di una gravissima epidemia di colera che colpì la città in cui viveva, volle aprire un Ospizio per accogliere i poveri e le persone cadute in miseria a causa della malattia. Nacque così la congregazione delle Povere Figlie di San Gaetano che in pochi mesi si diffuse in Piemonte e in Italia con la fondazione di altre 35 case.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio di Pancalieri vicino a Torino, beato Giovanni Maria Boccardo, sacerdote, che tra le molte fatiche intraprese per l’assistenza agli anziani e ai malati e per l’educazione cristiana della gioventù fondò la Congregazione delle Suore Povere Figlie di San Gaetano.

nome San Geremaro- titolo Abate di Flay- nascita 600 circa, Vardes, Francia- morte 658 circa, Saint-Germer-de-Flay, Oise- ricorrenza 30 dicembre- Esistono diverse versioni della Vita di S. Geremaro, che risalgono al periodo tra il IX e l'XI secolo, e una in particolare, anche se non completamente attendibile come fonte, offre maggiori dettagli rispetto alle altre, che hanno la tendenza a essere meramente leggendarie. Secondo questa versione, Geremaro (o Germer) nacque a Vardes (Seine-Maritime) all'inizio del vii secolo, uno dei molti nobili franchi che, dopo essersi sposati, aver formato una famiglia, e intrapreso una carriera secolare, cercavano di distinguersi anche nella vita ecclesiastica o monastica del tempo. Proveniva dalla zona circostante Beauvais, e da giovane prestò servizio alla corte di re Dagoberto I (629-639), dove incontrò sua moglie, Domana, anch'ella venerata come santa nella diocesi di Evreux, da cui ebbe tre figli: due figlie, entrambe morte da bambine, e un figlio, Amalberto, che fu istruito da S. Audoeno (24 ago.), di nobili origini, a quel tempo vescovo di Rouen. Nel 649, quando Amalberto annunciò la sua decisione di diventare monaco, Geremaro decise di fare altrettanto, lasciando la corte e donando tutti i suoi possedimenti alla moglie (non si sa cosa poi le accadde). Non entrò nel monastero che aveva fondato a Isle-sur-Epte (l'attuale Saint Pierre-au-Bois), vicino al suo luogo di nascita, ma scelse di recarsi a Pentale, vicino a Brionne, dove divenne famoso per la devozione e l'osservanza rigorosa della regola, e dove presto fu eletto abate. Alcuni dei monaci meno osservanti e che non apprezzavano le sue qualità decisero di sbarazzarsene. Non si sa se questi monaci ricorressero ai metodi descritti dai biografi di Geremaro (per esempio che collocassero un coltello affilato tra le assi del suo letto con la punta all'insù); le loro molestie, a ogni modo, ebbero l'effetto desiderato: Geremaro lasciò l'incarico e andò a vivere come eremita in una grotta sulle rive del vicino fiume Risle, dove rimase con soddisfazione per cinque anni, trascorrendo il tempo pregando, lavorando, e svolgendo il ministero presso il popolo locale. Alla notizia che il figlio era morto e che le sue proprietà gli erano state restituite, sfruttò il denaro proveniente dalle rendite per fondare un monastero a Flay (successivamente chiamata Saint-Germer-de-Flay), sul fiume Epte, tra Beauvais e Rouen. Rinunciando all sua vita solitaria, diventò abate del convento fino alla morte, nél 658 circa. Nel 906, le reliquie furono trasferite a Beauvais, ma andarono disperse durante la Rivoluzione francese e non sono mai state ritrovate. MARTIROLOGIO ROMANO. A Fly presso Beauvais nel territorio della Neustria in Francia, san Geremáro, abate del locale monastero da lui fondato.

nome Sant'Anisio di Tessalonica- titolo Vescovo- morte 410, Tessalonica, Grecia- ricorrenza 30 dicembre- Santuario principale Chiesa di San Demetrio, Salonicco- Anisio visse a Tessalonica circa un secolo dopo S. Anisia, che viene oggi commemorata nel calendario ortodosso, ed è probabilmente stato nominato in tal modo in sua memoria. Diventò vescovo nel 383, quando S. Ambrogio (7 dic.) scrisse encomiando il suo zelo ed esprimendo grandi speranze per il suo episcopato. Nella storia della Chiesa è conosciuto grazie alla carica di vicario patriarcale conferitagli da papa S. Damaso (11 dic.), elezione che diventò poi oggetto di discussione fra Roma e Costantinopoli. I suoi poteri furono confermati dai due papi successivi. Il vescovo Anisio era un grande sostenitore di S. Giovanni Crisostomo (13 set.) e si recò a Costantinopoli per appoggiarne la causa. Nel 404, insieme ad altri quindici vescovi macedoni, fece appello a papa Innocenzo in favore di Crisostomo, dopo che era stato esiliato dalla sua sede. Crisostomo scrisse quindi ad Anisio ringraziandolo per il suo interessamento. Fu durante l'episcopato di Anisio che avvenne il terribile massacro di Tessalonica, per il quale successivamente l'imperatore Teodosio fece atto di contrizione (v. S. Ambrogio, 7 dic.). Le virtù del vescovo Anisio furono molto lodate da papa S. Innocenzo I (12 mar.) e da papa S. Leone Magno (10 nov.). Anisio è nominato nel Martirologio Romano, ma attualmente si pensa non abbia subito il martirio, sebbene molti membri del suo gruppo siano diventati martiri. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Anisio, vescovo di Salonicco, che, costituito dai Romani Pontefici vicario apostolico nell’antico Illirico e colmato di lodi da sant’Ambrogio, fiorì al tempo dell’imperatore Teodosio.

nome Sant'Egvino- titolo Vescovo- nascita Inghilterra- morte 30 dicembre 717, Inghilterra- ricorrenza 30 dicembre- Incarichi ricoperti Vescovo di Worchester- Attributi abiti vescovili, pesce, chiave- Egwin (Ecgwine) era di sangue reale, imparentato con Etelredo, re della Mercia; diventò vescovo di Worcester tra il 692 e il 693. Il suo zelo nel rimproverare il vizio e correggere gli abusi provocò l'ostilità di una fazione interna alla sua sede, che lo denunciò al re e all'arcivescovo di Canterbury costringendolo a dimettersi. Compì un pellegrinaggio come penitente a Roma, per appellarsi al papa, e ricevette il suo sostegno; al suo ritorno, con l'aiuto di re Etelredo, fondò l'abbazia di Evesham. Più tardi, probabilmente nel 709 circa, intraprese un secondo viaggio a Roma accompagnato da due re, Cenredo di Mercia e Offa dei sassoni orientali, e papa Costantino gli concesse molti privilegi per la sua fondazione. Evesham diventò uno dei grandi conventi benedettini dell'Inghilterra medievale. Secondo Fiorenzo di Worcester, Egwin morì a Evesham e fu seppellito nel monastero. Dopo la conquista normanna il culto dei santi sassoni fu oggetto di indagine al tempo dell'arcivescovo Lanfranco, e in molte chiese le dedicazioni normanne furono sostituite a quelle sassoni; ma il culto di Egwin fu accettato e i monaci di Evesham intrapresero un viaggio per raccogliere fondi, trasportando le sue reliquie, per poter comprare il legno e le pietre necessari alla costruzione di una chiesa per la loro fiorente congregazione. A Egwin furono dedicate due chiese antiche. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Evesham in Inghilterra, sant’Egvino, vescovo, che fondò il monastero di questo luogo.

nome San Perpetuo di Tours- titolo Vescovo- morte 30 dicembre 490, Tours, Francia- ricorrenza 30 dicembre- Santuario principale Chiesa parrocchiale di san Perpetuo, Solero- Attributi Bastone pastorale- Nacque in una famiglia senatoria. Nominato vescovo di Tours nel 460, lasciò tutto ciò che aveva per consolare i poveri. Perpetuo ampliò la basilica dedicata a San Martino di Tours e vi fece accanto una grande casa per ospitare i pellegrini. Dal primo anno di episcopato convocò a Tours un consiglio provinciale. Decretò che i fedeli osservassero determinati giorni della settimana con particolare attenzione alle cose dello spirito. L'influenza di San Perpetuo fu enorme, tredici secoli dopo la sua morte, qualcuno scrisse queste parole attribuite al santo: “Voi, miei cari fratelli, mia corona, mia gioia, cioè poveri di Cristo, bisognosi, mendicanti, malati, vedove e orfani... A tutti Vi dichiaro miei eredi”. Quattordici anni prima di morire scrisse il suo testamento, un documento perfetto di come dovevano essere i vescovi di quei tempi. Gli ultimi anni della sua vita furono cattivi, a causa dell'invasione dei Goti e della dottrina ariana. MARTIROLOGIO ROMANO. A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Perpetuo, vescovo, che edificò la basilica di San Martino e molte altre in onore di santi e ristabilì nella sua Chiesa l’uso dei digiuni e delle veglie.

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