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26/02/2024 alle 09:43

I santi di oggi 26 febbraio:

I santi di oggi 26 febbraio:

nome Sant'Alessandro di Alessandria- titolo Patriarca di Alessandria d'Egitto- nascita 250, Alessandria d'Egitto-Elezione 313- morte 326, Alessandria d'Egitto- ricorrenza 26 febbraio, 12 dicembre messa tridentina- Sant'Alessandro, Vescovo di Alessandria in Egitto, dal 312 al 326, fu uno dei protagonisti di quella dolorosa lotta che aprì la lunga e insidiosa vicenda dell'eresia nota nella storia della Chiesa con il nome di Arianesimo. Sembra che proprio per invidia di Alessandro, eletto Vescovo di Alessandria, l'ambizioso prete Ario, aspirante a quella nomina, cominciasse la sua insidiosa sobillazione. Colto, eloquente e intrigante, Ario cominciò a diffondere una sua dottrina, secondo la quale soltanto il Padre sarebbe stato Dio, mentre Gesù non sarebbe stato che una pura creatura, la più eccellente, ma non divina né eterna. Dunque né Dio né uomo, ma una specie di demiurgo, intermediario tra il Padre e le sue creature. Il Vescovo Alessandro avvertì immediatamente il pericolo di quella dottrina, che disgregava la Trinità. Cercò con i mezzi più persuasivi di correggere Ario, il quale, avendo già avuto l'adesione di molti monaci e di qualche Vescovo, si sentiva ambiziosamente caposcuola e maestro di fede. Il Patriarca di Alessandria indisse allora un concilio, al quale parteciparono un centinaio di Vescovi dell'Egitto e della Libia, e dal quale uscì la prima condanna dell'Arianesimo. Dopo di che, scrisse una settantina di lettere, dirette ai Vescovi favorevoli ad Ario, per metterli in guardia contro l'errore. Si rivolse quindi al Papa Silvestro, perché intervenisse, con il peso della sua autorità, nella controversia che ormai minacciava di dividere i fedeli. L'Imperatore Costantino scrisse al Vescovo una lettera, per comporre il dissidio, di cui faceva carico, in eguale misura, a lui e ad Ario. Ma la verità non poteva essere che una. O aveva ragione Alessandro o aveva ragione Ario. La Chiesa non poteva seguire il criterio dell'Imperatore, che troppo superficialmente divideva a metà sia l'errore che la verità. Perciò venne convocato, nel 325. il famoso concilio di Nicea, nel quale Alessandro, già vecchio ma validamente coadiuvato dal grande Atanasio, suo diacono, ebbe la parte maggiore. La condanna dell'Arianesimo venne così solennemente confermata, e la dottrina di Ario fu dichiarata eretica. Il Vescovo di Alessandria poté rientrare nella sua sede, riconfermato come legittimo maestro di dottrina. L'Imperatore Costantino lo sollecitò ancora perché riaccogliesse l'eretico Ario, vinto ma non convinto, nella comunità dei fedeli. Alessandro, per quanto di carattere dolce, si mostrò fermo e intransigente contro l'errore. Rifiutò il maestro dell'eresia, sempre affermando che la verità non poteva essere che una, inviolabile e intangibile: quella solennemente proclamata dai rappresentanti legittimi della Chiesa, a Nicea, e ancora dichiarata nella professione di fede del «Credo». Una verità che Ario cercava ancora abilmente di eludere e che il vecchio Patriarca sostenne fino alla morte, avvenuta poco dopo il suo ritorno ad Alessandria. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Alessandro, vescovo: anziano glorioso e dal fervido zelo per la fede, divenuto dopo san Pietro capo della Chiesa di Alessandria, separò dalla comunione ecclesiale il suo sacerdote Ario, pervertito dalla sua insana eresia e confutato dalla verità divina, che egli poi condannò quando entrò a far parte dei trecentodiciotto Padri del Concilio di Nicea I.

nome Santa Paola di S. Giuseppe di Calasanzio- titolo Fondatrice delle Figlie di Maria- nome di battesimo Paula Montal Fornés- nascita 1799, Barcellona, Spagna- morte 1889, Olesa de Montserrat,Spagna- ricorrenza 26 febbraio- Beatificazione 18 aprile 1993 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 25 novembre 2001 da papa Giovanni Paolo II- L'emergenza educativa non è all'ordine del giorno solo nel nostro tempo. Era avvertita con forza già nel 1550, quando san Giuseppe Calasanzio fondò a Roma i Chierici delle Scuole Pie, detti Scolopi, per l'educazione di bambini poveri. Venne sentita come bisogno impellente nella Spagna dell'Ottocento quando Paula Montal Fornés, constatando per esperienza diretta che le bambine, le giovani e le donne avevano scarse possibilità di accedere all'educazione, fondò una congregazione che si ispirò alle scuole pie di san Giuseppe Calasanzio. Paola nacque nel 1799 nei pressi di Barcellona. Di umili origini, fin da bambina dovette aiutare la mamma vedova con cinque figli, di cui lei era la maggiore. La sua formazione si svolse all'ombra della parrocchia, ma la ragazza crebbe con il rammarico di un'educazione incompleta. Lentamente il desiderio personale si trasformò in vocazione al compito educativo. Verso i 40 anni, in compagnia di un'amica, Inés Busquets, si trasferì a Figueras al confine con la Francia. Qui aprì la prima scuola femminile per l'educazione umana e cristiana delle bambine e delle giovani. Nel 1837 ritornò nella regione natia dove scoprì il carisma di san Giuseppe Calasanzio ed entrò in contatto con i padri scolopi. Con il loro aiuto elaborò le costituzioni della nuova congregazione. Dieci anni dopo, emetteva i voti insieme a tre compagne, impegnandosi tutte alla vita di pietà e all'insegnamento. Seguì un periodo di intensa attività per la fondazione di scuole e collegi in varie città della Spagna. Si ritirò poi a Olesa, ai piedi del celebre santuario mariano di Montserrat. Ala sua morte nel 1889 le religiose delle Scuole Pie erano 349 e gestivano 19 collegi. MARTIROLOGIO ROMANO. A Olésa di Montserrat vicino a Barcellona in Spagna, santa Paola di San Giuseppe Calasanzio Montal y Fornés, vergine, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Maria delle Scuole Pie.

nome San Vittore- titolo Eremita- morte Champagne, Francia- ricorrenza 26 febbraio- Sembra improbabile che Vittore avrebbe trovato collocazione nel Martirologio Romano se non fosse per S. Bernardo (20 ago.), il quale — stando alle parole dei precedenti curatori di quest'opera — «fu probabilmente un semplice portavoce di una vaga tradizione locale»: in un suo sermone utilizzò infatti Vittore come spunto a cui agganciarsi per spiegare la comunione tra i santi in cielo e coloro che sono ancora sulla terra: «Non è una terra d'oblio quella in cui Vittore dimora. Il cielo non indurisce né restringe i cuori; al contrario, li rende più teneri e compassionevoli; non confonde le menti, allontanandole da noi; non diminuisce, ma aumenta l'affetto e la carità, accrescendo la capacità della pietà». Gli unici episodi attribuibili alla sua vita sembrano essere la nascita nella diocesi di Troyes e l'esperienza eremitica ad Arcis, nei pressi di Plancy-sur-Aube, nello Champagne in Francia; si ritiene inoltre che abbia convertito molti peccatori col suo comportamento esemplare. I suoi resti furono trasferiti nel monastero benedettino di Montiéramey e grazie a questi monaci il suo culto si diffuse; essi inoltre chiesero a S. Bernardo di redigere un ufficio in suo onore ed egli vi inserì anche un inno da lui stesso composto. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Arcis-sur-Aube nella Champagne in Francia, san Vittore, eremita, di cui san Bernardo ha tessuto l’elogio.

nome San Porfirio di Gaza- titolo Vescovo- nascita 347 circa, Tessalonica, Macedonia- morte 26 febbraio 420, Gaza, Palestina- ricorrenza 26 febbraio- Porfirio è oggetto di una Vita quasi coeva attribuita a Marco, suo diacono. Secondo quanto viene detto dall'autore, Porfirio proveniva da Tessalonica in Macedonia; all'età di venticinque anni abbandonò "il mondo" al pari di molti altri suoi contemporanei e trascorse cinque anni nel deserto di Scete come monaco; ritornato in Palestina visse per altri cinque anni come eremita in una caverna vicino al fiume Giordano. Obbligato ad abbandonare questo stile di vita da una malattia che lo aveva paralizzato, Porfirio fece ritorno a Gerusalemme. Marco, che durante il primo incontro si era offerto di aiutare Porfirio a salire alcuni gradini ottenendone un rifiuto, riuscì a guadagnarsi in seguito la fiducia del santo fino a ricevere da lui anche l'incarico di recarsi a Tessalonica per vendere i suoi possedimenti di famiglia (il cui ricavato Porfirio voleva distribuire ai poveri). Portata a termine la missione, tre mesi più tardi fece ritorno a Gerusalemme con il denaro, trovandovi Porfirio trasformato e in piena salute! Ne ascoltò con meraviglia il racconto: Cristo, durante una visione, gli aveva chiesto di portare la sua croce, cosa che egli in effetti aveva fatto per un «certo tratto», risvegliandosi poi del tutto libero dal dolore, sano come mai si era sentito fino a quel momento. Il denaro ricavato dalla vendita dei terreni fu elargito ai poveri di Gerusalemme e Porfirio, privo di ogni rendita, imparò a confezionare la pelle e a fabbricare scarpe per guadagnarsi da vivere; Marco invece era esperto copista, attività che gli permetteva di guadagnare di più, ma, quando propose a Porfirio di mettere in comune i rispettivi introiti, si trovò di fronte il rifiuto del santo, che gli ricordò che S. Paolo volle vivere con il mestiere di tessitore di tende. Nel 393, all'età di quarant'anni, Porfirio fu ordinato sacerdote dal vescovo di Gerusalemme e incaricato della custodia della preziosa reliquia della Santa Croce. Tre anni dopo fu eletto vescovo di Gaza. A Gaza venne accusato dai pagani locali di aver portato la siccità nel territorio, secondo l'oracolo rivelato dal loro dio Marnas che preannunciava per l'arrivo di Porfirio grandi calamità. Per due mesi in effetti non cadde una goccia d'acqua e i pagani si radunarono nel tempio di Marnas (generosamente risparmiato dalla distruzione dall'imperatore Teodosio I per la sua bellezza architettonica) per pregare; i cristiani organizzarono, da parte loro, un digiuno e una processione alla chiesa di S. Timoteo, fuori le mura della città. Trovatisi al ritorno chiusi fuori della cinta muraria, intensificarono la preghiera per la pioggia: i cieli si aprirono e i pagani, finalmente persuasi, li fecero entrare gridando: «Cristo solo è Dio! Egli solo ha vinto!». Porfirio presentò all'imperatore una petizione per distruggere i rimanenti templi pagani, permesso che gli fu accordato grazie soprattutto all'appoggio di S. Giovanni Crisostomo (13 set.) e dell'imperatrice Eudossia. Al ritorno di Porfirio e Marco da Costantinopoli, dove si erano recati per discutere la cosa, mentre stava sfilando la processione di benvenuto, cadde una statua della dea Venere; otto templi, tra cui quello di Marnas (la cui bellezza non fu considerata dagli zelanti cristiani motivo sufficiente per la sua sopravvivenza), furono bruciati; gli idoli nelle case furono depredati e distrutti. Molti pagani si convertirono mentre coloro che non abbracciarono la fede cristiana organizzarono una rivolta, durante la quale Porfirio fu quasi ucciso. Al posto del tempio di Marnas, Porfirio costruì una chiesa a base cruciforme, trasportando egli stesso le pietre necessarie e lavorando, insieme al suo clero e ai fedeli, nello scavo delle fondamenta. Porfirio trascorse gli ultimi tredici anni della sua vita nell'adempimento dei doveri pastorali a Gaza, distinguendosi soprattutto per la generosità verso i poveri. MARTIROLOGIO ROMANO. A Gaza in Palestina, san Porfirio, vescovo, che, nato a Tessalonica, visse cinque anni da anacoreta a Scete e altrettanti oltre il Giordano, distinguendosi per la benevolenza verso i poveri; ordinato poi vescovo di Gaza, abbattè molti templi dedicati agli idoli, dai cui seguaci era stato a lungo vessato, finché degno di venerazione trovò riposo nella pace dei santi.

nome Beata Pietà della Croce Ortiz Real- titolo Religiosa- nome di battesimo Tomasa Ortiz Real- nascita Bocairente, Valencia, Spagna, 12 novembre 1842- morte Alcantarilla, Spagna, 26 febbraio 1916- ricorrenza 26 febbraio- Beatificazione 21 marzo 2004 da papa Giovanni Paolo II- Spagnola, è la fondatrice della Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù. Il loro carisma è amare e servire il Cuore di Gesù nelle bambine orfane, nelle giovani operaie, negli infermi, negli anziani abbandonati.<br /> Martirologio Romano: Ad Alcantarilla vicino a Murcia in Spagna, beata Pietà della Croce (Tommasina) Órtiz Real, vergine, che per amore di Dio si dedicò con zelo alla educazione e alla catechesi dei poveri e fondò la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù. Piedad de la Cruz Ortiz Real, figlia di José e di Tomasa, nacque a Bocairente (Valencia) Spagna, il 12 novembre 1842, e fu battezzata il giorno seguente con il nome di Tomasa. Era la quinta di otto fratelli. A scuola si distinse per la pietà, la costanza ed il talento nella musica, nel ricamo e nella recitazione. A dieci anni fece la Prima Comunione. Con sguardo retrospettivo ella stessa narra così i suoi sentimenti: "Quando ricevetti per la prima volta la Sacra Comunione, rimasi come annichilita e sperimentai come Gesù mi chiamasse alla Vita Religiosa". Questo incontro con Cristo nella Eucaristia la segnò per sempre. Tomasa desiderò essere del Signore e vivere per lui. Completò la sua formazione umana e spirituale nel Collegio di Loreto che le Religiose della Sacra Famiglia di Burdeos avevano a Valencia. Quando chiese di entrare nel noviziato di questo Istituto, suo padre, considerando la situazione politica dell’epoca e la giovane età di Tomasa, la obbligò a ritornare a casa. Tre aspetti caratterizzarono questa tappa della sua vita a Bocairente: lo spirito di pietà e d’orazione, la sua dedizione a fare del bene ai bambini poveri, agli anziani e agli infermi e l’impegno nel dare una risposta a quello che sentì nel suo intimo il giorno della Prima Comunione. Alla fine, Tomasa, pensò di poter realizzare il sogno della sua vita: consacrarsi al Signore in un convento di Carmelitane di clausura a Valencia. Però un’infermità la obbligò ad abbandonare il noviziato e ritornare alla casa paterna. Una volta ristabilitasi, tentò di nuovo di entrare in un convento di clausura ed ancora accadde lo stesso. Da questi avvenimenti, Tomasa scoprì che Dio non la voleva per questa strada. Ella gli chiese di vedere chiaramente quale fosse la sua volontà, e la sua preghiera era questa: "Tua, Gesù mio, tua desidero essere, però dimmi dove".<br /> Con la certezza di sentirsi chiamata ad una vita di speciale consacrazione, ma con il dubbio di dove la volesse Dio, Tomasa si diresse a Barcellona. Lì, dopo molte difficoltà, il Signore rispose alla ricerca vocazionale di Tomasa facendole vivere una profonda esperienza mistica, nella quale il Cuore di Gesù, mostrandole il suo costato sinistro insanguinato, le disse: "Guarda come mi hanno messo gli uomini con la loro ingratitudine, vuoi tu aiutarmi a portare questa croce?". Tomasa rispose: "Signore, se hai bisogno di una vittima e mi vuoi, sono qui, Signore". Allora, il Redentore le disse: "Fonda, figlia mia, che su di te e sulla tua Congregazione sempre stenderò misericordia".<br /> Questa esperienza fu determinante per Tomasa, le dette una tale certezza che mai si cancellò dalla sua mente e dal suo cuore. Da questo momento, comprese che Dio le chiedeva di dar vita ad un nuovo Istituto. La domanda ora, era dove fondare, dove dare una risposta positiva all’invito di Cristo a portare la croce dei più poveri, di coloro che meno contano in questo mondo. Il Vescovo D. Jaime Catalá fu colui che le suggerì di aprire il cuore al suo confessore e di fare ciò che egli le indicava. Con questo gesto, Tomasa, si sottomise con fede alla gerarchia della Chiesa per fare la volontà di Dio. Le inondazioni del fiume Segura che nel 1884 distrussero i campi della Murcia e le poche Congregazioni religiose in questa zona, la orientarono verso questi luoghi di maggior necessità.<br /> Nel mese di marzo, Tomasa, accompagnata da tre postulanti, partì da Barcellona, verso Puebla de Soto, ad un chilometro da Alcantarilla, per fondare lì, con l’autorizzazione del Vescovo di Cartagena-Murcia, la prima Comunità delle Terziarie della Vergine del Carmen. Gli abitanti dei campi della Murcia ancora non si erano ripresi dalla tragedia delle inondazioni del 1884, quando sopraggiunse il colera. Tomasa — che nel frattempo aveva preso il nome di Piedad de la Cruz — e le sue Figlie, si moltiplicavano nell’assistere gli infer-mi e le bambine orfane in un piccolo ospedale che chiamò "La Provvidenza". Giungevano altre giovani, attratte dal modo di vivere di quelle prime Terziarie Carmelitane. La Casa divenne piccola, si dovette comprare quella di Alcantarilla. Si aprì anche una nuova Comunità a Caudete. Tutto faceva pensare che, alla fine, Tomasa avesse trovato il luogo dove portare a compimento la sua vocazione. Nonostante ciò di nuovo la croce. Era il segno che ella aveva chiesto per sapere che tutto quello fosse di Dio:"Fondare nella tribolazione" e il Cuore di Gesù lo concesse abbondantemente. Sebbene la Vergine Maria occupasse un posto molto importante nel cuore e nella vita di Tomasa, il suo Carisma era centrato nel Cuore di Cristo. E disegni di Dio! Cominciarono alcune tensioni tra le Comunità di Alcantarilla e Caudete, giacché la Congregazione non aveva ancora l’approvazione diocesana. Nel mese di agosto, le Suore di Caudete si recarono ad Alcantarilla e si presero le novizie, lasciando Madre Piedad sola con Suor Alfonsa. Furono giorni di intenso dolore. La Fondatrice, come sempre, si rifugiò nella preghiera, si prostrò dinanzi al Cristo del Consiglio e lì rimase ore ed ore inchiodata ai suoi piedi. Soffre, però non si spezza, perché la barchetta della sua vita era ben ancorata nel Signore. Una volta ancora ricorse alla gerarchia ecclesiastica in cerca di orientamento e di luce. Sarà il Vescovo Bryan y Livermore che invierà Tomasa e la sua fedele compagna, Suor Alfonsa, al Convento della Visitazione delle Salesiane Reali a Orihuela per far un mese di esercizi spirituali e per progettare una nuova fondazione, prendendo come protettore un Santo Vescovo. È qui che lo Spirito Santo illuminò vivamente Madre Piedad, mentre la colmava di forza profetica, le mostrava il suo Carisma ed il nome della sua Congregazione, che sarà sotto il patrocinio di San Francesco di Sales. E giunse l’ora di Dio. Era l’8 settembre 1890. Nasceva nella Chiesa, dopo molte difficoltà e tribolazioni, la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù, una Congregazione dove il Cuore di Gesù desidera essere amato, servito e risarcito dalle offese ricevute dagli uomini. Amare, servire e riparare, vedere il volto del Signore nelle bambine orfane, nella giovani operaie, negli infermi, negli anziani abbandonati e aiutarli a portare la croce. Ci ha lasciato il suo Carisma: Rendere sensibile davanti agli uomini, specialmente i poveri, l’amore del Padre provvidente, manifestato nel Cuore misericordioso di Gesù aperto tra le braccia della Croce. Sebbene tutta la vita di Madre Piedad sia stata una rinuncia al mondo, non per questo era "fuggita" dal mondo, ma rimase in esso facendo il bene e lottando contro il male. Testimone di ciò furono i tanti matrimoni rotti o sul punto di rompersi, tante giovani che ella andava a cercare nelle fabbriche per formarle nella scuola domenicale, bambine senza famiglia che amò svisceratamente, anziani soli, infermi ...<br /> Visse povera e morì povera, seduta su di una sedia, perché "Quello — diceva indicando il Crocifisso — morì in croce e io non devo morire sul letto, bensì sul pavimento". Spirò con il crocifisso tra le labbra e la santa pace di Dio. Era sabato 26 febbraio 1916. La gente semplice esclamava con profondo sentimento: "È morta una santa! È morta nostra madre!". Il 6 febbraio 1982 fu aperto nella Diocesi di Cartagena-Murcia il Processo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio. Il 7 maggio 1983 fu chiuso detto Processo che, trasferito a Roma, ottenne la validità il 3 febbraio 1984.<br /> Dopo uno studio esaustivo sulle virtù praticate da Madre Piedad, il 1° luglio 2000, in Vaticano, alla presenza di Sua Santità Giovanni Paolo II, fu promulgato il Decreto sulle sue Virtù Eroiche ed il 12 aprile 2003 il Decreto su un miracolo, dando così il via alla Beatificazione in Roma il 21 marzo 2004.Fonte: Santa Sede. Che cosa significa essere poveri e in un attimo perdere tutto, anche il poco necessario per sopravvivere? Perdere il lavoro e la misera capanna, fatta di fango e paglia, in affitto; ritrovarsi sulla strada, senza un tetto sopra la testa, né cibo, coperte, medicine? Accade oggi nelle zone più disagiate del mondo. Accade anche nei Paesi occidentali. Ormai le cronache ci rimandano quasi quotidianamente eventi disastrosi: inondazioni, uragani, terremoti, incendi, esplosioni di centrali nucleari. Questa è l’esperienza vissuta da Tommasina Ortiz Real, nata in Spagna a Bocairente (Valencia) nel 1842. La sua famiglia è numerosa e Tommasina cresce allegra e serena. Studia e dimostra talento nella musica e nella recitazione. A dieci anni fa la Prima Comunione e, durante questa sacra cerimonia, Tommasina sente che Gesù la chiama alla vita religiosa. Convinta che la sua strada sia quella della clausura, entra nel Convento carmelitano di Valencia. Ma Tommasina si ammala e così comprende che per lei Gesù ha altri programmi. La suora prega e chiede con insistenza al Signore di indicarle la strada da intraprendere. Gesù appare a Tommasina e le dice di fondare una congregazione per aiutare gli ultimi, i più poveri, gli emarginati.<br /> Tommasina capisce finalmente qual è la sua missione, ma non sa ancora come e dove fondare la congregazione. Nel 1884 una spaventosa alluvione si abbatte sulla Spagna. Il fiume Segura straripa distruggendo campi, raccolti, stalle e case della Murcia. La popolazione si ritrova sulla strada e sul lastrico. Non c’è un attimo da perdere. Madre “Piedad de la cruz” (“Pietà della croce”), questo è il nuovo nome di Tommasina, si reca a Puebla de Soto, nei territori alluvionati, e, in un piccolo ospedale che chiama “La Provvidenza”, comincia a raccogliere malati, vecchi, bambini orfani. Assiste tutti senza risparmiarsi anche quando, dopo l’inondazione, arriva un altro flagello, il colera. Madre “Pietà della croce” fonda così, ad Alcantarilla, nella Murcia, la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù che si diffonde rapidamente. La beata vive poveramente come coloro che assiste e, come aveva predetto, si spegne nel 1916, ad Alcantarilla.

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2 commenti

@prettygirlsmakegraves

un anno fa

ma mi sa che io ti seguo su insta, o boh sarà un altro

+1 punto