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1954: XXV Gran Premio d'Italia - Il ritorno delle Frecce d'Argento
- Data: 05/09/1954 ☀️
- Circuito: Monza
- Percorso: 6,300 chilometri
- Distanza: 80 giri, 504,000 km
- Pole position: 🇦🇷 Juan Manuel Fangio (Mercedes)
- Giro Veloce: 🇦🇷 José Froilán González (Ferrari) in 2'00"8
- Vincitore: 🇦🇷 Juan Manuel Fangio (Mercedes)
- Vettura: Mercedes W196
Il Gran Premio d'Italia del 1954, disputatosi il 5 settembre all'Autodromo Nazionale di Monza, rappresenta l'ottava tappa di un'accesa stagione di Formula 1, che segna il ritorno delle Mercedes nel campionato mondiale. La casa di Stoccarda torna in grande stile, schierando l'innovativa W196 e ingaggiando il campione del mondo in carica Juan Manuel Fangio. Il pilota argentino chiude la lotta al titolo nella gara precedente, conquistando il suo secondo titolo piloti, vincendo sul circuito di Bremgarten il 22 agosto 1954. Nonostante ciò, ne la Mercedes, ne Fangio, si accontentano e a Monza si presentano con la voglia di dominare anche il Gran Premio d'Italia. Anticipando i tempi, si parla di aerodinamica, con la vettura tedesca che si presenta con una versione speciale della sua vettura, dotata di carenatura per ridurre la resistenza d'attrito, tematica particolare negli anni a venire, a causa delle elevate velocità raggiungibili sul circuito brianzolo.
Oltre a Fangio, la Mercedes schiera i tedeschi Karl Kling e Hans Herrmann. La Ferrari si presenta con 5 vetture, guidate da Alberto Ascari, José Froilán González, Mike Hawthorn, Maurice Trintignant e Umberto Maglioli. Un'altra Ferrari è guidata dal francese Robert Manzon, affidata all'Ecurie Rosier. Ma la squadra più corposa è la Maserati, con 5 vetture ufficiali e 2 private: per la squadra Officine Alfieri Maserati corrono Luigi Villoresi, Sergio Mantovani, Roberto Mieres, Luigi Musso e Louis Rosier; da privati corrono con una Maserati l'inglese Stirling Moss e Giovanni de Riu, alla sua prima e ultima gara nel mondiale di Formula 1. A rappresentare la Francia, l'Equipe Gordini schiera 3 vetture, guidate da Behra, Bucci e Wacker; infine, Peter Collins, che guida una Vanwall Special del Team GA Vandervell.
In qualifica Fangio conquista la sua quindicesima pole position, due decimi avanti ad Ascari e tre decimi davanti a Moss. In seconda fila si piazzano Kling, Gonzalez e Villoresi, seguiti da Hawthron, Hermann e Mantovani in terza fila. Alla gara accedono 20 piloti, rimane escluso solamente Giovanni de Riu.
Al via Kling prende il comando, guidando la corsa per i primi 3 giri, ma il tedesco perde il controllo della vettura ed esce di pista, ritirandosi. In testa si avvicendano Fangio e Ascari che si alternano di posizione per gran parte della gara. Il motore della Ferrari 625 di Ascari però ferma il pilota milanese al giro 48, lanciando Fangio alla sua tredicesima vittoria. Con lui, sul podio, salgono le due Ferrari di Mike Hawthorn e José Froilán González.
È l'ultima corsa del GP d'Italia nella configurazione del dopoguerra. L'impianto infatti vedrà nei mesi seguenti diversi lavori di restauro, con la ricostruzione dell'anello alta velocità e la riduzione della lunghezza del circuito stradale, in seguito alla realizzazione della curva parabolica, a congiungere il rettilineo dopo la curva del Vialone e il rettilineo principale.
🇩🇪 Mercedes W196 - Progettista: Hans Scherrenberg; Telaio: traliccio di tubi in magnesio; Motore: Mercedes-Benz 2.5 L8; Potenza: 260 CV; Trasmissione: manuale a 5 marce; Lunghezza: 4.025 mm; Larghezza: 1.625 mm; Passo: 2.330 mm; Peso: 750 kg; Gomme: Continental; Carburante: Esso; Risultato: 02 h 47'47".9