@Cecchino_di_Insegreto
Oggi si celebra la giornata contro bullismo-cyberbullismo. Ho deciso di aprirmi a voi anonimi dopo anni di silenzio, perciò ecco la mia testimonianza
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Vedete questi cartelli? La percepite l'inutilità? Lo spreco di carta? Perché posso dirvi per esperienza che non servono a una beata minchia.
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Avvertimento 1: questo sarà un lungo post dal linguaggio colorato.
Avvertimento 2: c'è una descrizione grafica di un trauma più sotto. Metterò un avvertimento e, se preferite skippare, vi ho lasciato uno spazio vuoto così sapete da dove riprendere (Se avessi messo un'immagine, ci sarebbe stato un bug per cui i paragrafi non sarebbero stati divisi).
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Sono stata vittima di bullismo a partire dalla prima elementare. Dopotutto, niente urla "BERSAGLIO IDEALE" come una bambina che già a 6 anni preferisce lo studio al gioco ed è praticamente un piccolo Einstein. I primi giorni non furono niente di che, le maestre erano super soddisfatte del mio rendimento, tanto da usare i miei lavori come esempi (E, più tardi, anche per le classi future). E quando sei così giovane e innocente, non ti immagini che questo sarà l'inizio di una lunga serie di pessime esperienze con il marciume della specie umana.
All'inizio non era che invidia nel momento in cui i miei lavori venivano premiati ed esposti. Ma poi vennero i soprannomi di poco gusto, che man mano si fecero sempre più pesanti. Poi l'esclusione dai giochi e anche fuori da scuola. Poi la sparizione di miei materiali, come disegni e merenda. Addirittura arrivarono a mettere contro di me pure le altre classi secondo il rigido comma "Se ti becchiamo anche solo a salutare Cecchino, bullizziamo pure te".
Nonostante tutto, me la cavai abbastanza bene per diverso tempo concentrandomi sullo studio, ma dopo un po' l'assillamento perenne e i continui rifiuti quando chiedevo di giocare iniziarono a pesare. Mi dissero di parlarne con qualcuno, ma le maestre, per quanto mi adorassero, non fecero nulla.
Quindi ne parlai in famiglia e mi venne suggerito di reagire fisicamente alla provocazione successiva perché "Li avrebbe messi a tacere", cosa che in effetti feci. Un giorno, dopo che una bambina di un'altra classe fece girare le pallottole al mini cecchino sbagliato (Nello specifico spingendomi a terra), le rifilai un calcio in stile 300 dritto sulla pancia... Sfiga colossale volle che in quel preciso istante entrò una maestra e, senza nemmeno valutare la situazione, mi cacciò dritta in classe in castigo per il resto dell'intervallo. Questo si chiama "difendere la vittima", ragazzi.
Dopo quell'episodio, le torture non cessarono affatto, anzi. Avendo capito che neanche chi doveva aiutarmi fosse dalla mia parte, mi chiusi ancora di più in me stessa, continuando a distrarmi con lo studio. Ciò non fece altro che peggiorare le cose, perché si sa che "ignorali" non finisce con "la smetteranno".
Verso marzo 2014, il mio primo gatto morì dopo una lunga infezione e non poca sofferenza e, essendoci io tremendamente affezionata, soffrii come un cane. Ero inconsolabile 24/7 e non ci volle molto affinché facessero leva pure su quello facendomi piangere. Bastardi.
Più o meno nello stesso periodo, anno più anno meno, successero diverse cose di minore importanza, per brevità sappiate che includono i seguenti:
-Venni invitata a casa di "Gertrude", che non mi aveva detto di aver invitato anche "Onorina". Giocammo allegre e spensierate e il giorno dopo mi presero per il culo davanti a tutta la classe.
-Venni a sapere che "Gertrude", la quale credevo mia amica, in realtà mi stava usando solo per i compiti e aveva salvato il mio contatto con uno di quei soprannomi poco gradevoli. Imbarazzante e immaturo come abbia tentato di negare l'evidenza, supplicandomi di non tagliare i ponti (Suca, "Gertrude"), andando poi a frignare dal resto della classe. Questo però alle medie.
-In un campo estivo di classe venni prima spinta in acqua (A seguire la classica scusa "Stavamo solo giocando") e poi rinchiusa dentro il recinto (Altissimo) di un parco giochi. E se provavo a scappare venivo rincorsa e mi tiravano i capelli, forte pure.
-Iniziarono a bullizzarmi pure sul gruppo Whatsapp della classe senza apparente motivo. Solo dopo essermi rimossa dalla chat per la terza volta capirono che forse avevano esagerato.
-A poco meno di 10 anni iniziai a svilupparmi. Ero la prima della classe e, naturalmente, presero di mira pure qualcosa che non potevo controllare pur di infastidirmi.
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Piccolo timeskip, periodo medie. "Teresina" (Sì, quella dello story time dove abbiamo evocato un demone!) fu l'unica su una ventina di persone a non voltarmi mai le spalle in tutti quegli anni. E quando il segreto venne a galla, secondo voi cosa fece il resto della classe? (Hint: "Se ti becchiamo anche solo a salutare Cecchino...").
Insomma, il trattamento si ripeté: la etichettarono con un soprannome, la smerdarono davanti a tutti dopo aver letto un tema (Il prof non disse nulla), cercarono di mettere in giro voci inquietanti sul suo conto per farmi allontanare da lei, eccetera. Ma le avversità le affrontammo insieme da brave bro, almeno finché non venne bocciata al primo anno e mi ritrovai punto e a capo da sola.
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🚨 E QUI INIZIA IL CONTENT WARNING. È roba forte, skippate allo spazio coi puntini se non ve la sentite.
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La nostra scuola aveva lezione al pomeriggio di martedì e, mentre aspettavamo l'inizio delle lezioni, andavamo nel parco giochi e nel giardino (Entrambi della scuola). Visto che quel giorno faceva caldo, andai a cercare un po' d'ombra sotto l'unico angolo con degli alberi decenti, dove il resto della classe era appartato... Pessima idea.
Non appena mi avvicinai, "Liutprando", uno di un'altra classe grosso il triplo di me, e una schiera di stronzetti vari mi si materializzarono davanti e, con fare da buttafuori incazzati sottopagati mi fecero non tanto velatamente capire che dovevo smammare, perché quell'angolo era "Il loro" e io chiaramente non ero ammessa. Al mio rifiuto insistettero e la situazione degenerò presto in un litigio che coinvolse anche altri compagni. Uno in particolare ebbe la brillante idea di assalirmi brandendo un ramo, seguito a ruota dagli altri imbecilli. Iniziò dunque una maxi rissa estremamente impari in cui ero sola e pure disarmata.
Avete presente quando si dice "Basta un attimo e (Inserire circostanza improvvisa che potrebbe stravolgerti)?". Perfetto.
Una di quelle bestie mi tenne ferma e un altro con un ramo cercò, e non sto scherzando, di infilzarmi l'occhio destro a mo' di marshmallow. Non so per quale botta di culo immane, mancò il target (Per millimetri) e corsi immediatamente dentro la scuola, terrorizzata e sanguinante.
Non ricordo cosa sia successo di preciso, anche perché il mio cervello ha rimosso totalmente quel giorno, per cui quello che segue è frutto di una conversazione che ho avuto tempo fa con mia mamma.
Presumo di aver raggiunto una bidella, la quale ha chiamato mia madre, che si è precipitata a scuola. Naturalmente esigette un colloquio con i professori, dove spiegò l'accaduto e ribadì che avrei potuto perdere un occhio. E qual è stata la risposta? Beh, i prof se ne sbatterono altamente, declinando ogni responsabilità e scudandosi dietro un "Sono ragazzi". Doppia beffa pure dalla preside, la quale suggerì che IO sarei dovuta andare da uno psicologo perché mi isolavo sempre, non parlavo e mostravo "problemi".
Grazie, scuola, non solo per aver tradito la mia fiducia più volte, ma anche per avermi quasi fatto rinunciare per sempre al tiro a segno. Una delle poche cose che mi distraevano da quell'inferno, aggiungo.
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FINE CONTENT WARNING.
Dopo quell'episodio, come probabilmente starete deducendo, non si sono neppure degnati di tenere un discorso o una conferenza antibullismo. Anche perché sarebbero state parole sprecate.
Poi arrivò il giorno in cui mi ruppi veramente i coglioni.
Sempre alle medie, avevo già iniziato, seppur da poco, la mia carriera da cecchino: avevo difatti recentemente fatto l'upgrade da aria compressa ad armi vere e proprie. Dopo l'ennesima presa per il culo davanti a tutti, la sera feci la cartella e misi dentro... No, a cosa stai pensando?! Non portai una pistola! Però portai un bersaglio.
Il giorno dopo, puntuali come al solito, arrivarono. Dopo aver afferrato una di quelle scimmie e averlo scosso in malo modo, cacciai fuori il bersaglio e dissi loro cose molto poco carine, scaricando loro addosso anni di frustrazione repressa.
Mi sarei aspettata di tutto...
Ma non che effettivamente smettessero di bullizzarmi.
Dopo quel giorno, i cagasotto non mi diedero più fastidio, eccezion fatta per "Anne Noying" (Dello story time della palestra) e il suo gruppo di BFF💅, ma quelle erano snob che sparlavano di tutti. Addirittura scoprii che la componente maschile della classe sotto sotto era simpatica e, cosa più importante, SI SONO SCUSATI SINCERAMENTE. REDEMPTION ARC! E anche se non ci sentiamo dall'inizio delle superiori, ho passato dei momenti epici con loro: il mio migliore amico fu lo stesso che a un compleanno mi regalò il videogioco del ninja cyborg squarta-zombie, che ancora oggi ha un posto speciale nel mio cuore (Chissenefrega se è stato stroncato dalla critica).
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Ordunque siamo giunti alla fine.
Questo pippone non è stato solo a scopo di liberazione personale. A tutti voi che soffrono ancora e che si sentono soli, isolati, delusi e traditi da chi avrebbe dovuto aiutarvi: se avete raggiunto il limite, fottetevene delle conseguenze e insegnate a quei microcefali che hanno finito di fottere con voi.
E sì, sono consapevole che molti bulli provengano da una situazione famigliare disastrosa e che scarichino la loro rabbia e insicurezze sugli altri. Ma ci sono dei comportamenti da futuri serial killer (O quantomeno psicopatici) che non possono essere giustificati: le carte del "Ma ho avuto un passato tragicamente tragico", "Ma a 3 anni mi hanno rapito gli alieni", o "Ma ieri mi sono morte tre nonne" funzionano fino a un certo punto.
Parlatene in famiglia, fatevi aiutare dal parente grosso come un armadio se potete, perché quando la scuola promette di difendervi e puntualmente si tira indietro, dovrete essere voi a difendere voi stessi. Perché difficilmente qualcuno lo farà.
Mi scuso per eventuali errori (Mi sono appena svegliata) e grazie per l'attenzione.
-Il Cecchino di Insegreto.