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I santi di oggi 10 ottobre:
nome San Daniele Comboni- titolo Vescovo,fondatore dei Comboniani- nome di battesimo Daniele Comboni- nascita 15 marzo 1831, Limone sul Garda- Ordinato diacono 17 dicembre 1854 dal vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer- Ordinato presbitero 31 dicembre 1854 dal vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer- Nominato vescovo 31 luglio 1877 da papa Pio IX- Consacrato vescovo 12 agosto 1877 dal cardinale Alessandro Franchi- morte 10 ottobre 1881, Khartum, Sudan- ricorrenza 10 ottobre- Incarichi ricoperti Vicario apostolico dell'Africa centrale (1872-1881), Vescovo titolare di Claudiopoli di Isauria (1877-1881)- Beatificazione 17 marzo 1996 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 5 ottobre 2003 da papa Giovanni Paolo II- Attributi bastone pastorale- Dopo anni di oblio, nell'Ottocento le terre africane sono percorse da esploratori, mercanti e agenti commerciali delle potenze europee. Con loro viaggiano spesso dei missionari desiderosi di portare l'annuncio di Cristo alle popolazioni indigene. Daniele Comboni nacque a Limone sul Garda il 15 marzo 1831, in una famiglia di contadini poveri ma unita, profondamente religiosa e legata ai valori umani. Quarto di otto figli, perse quasi tutti i fratelli in tenera età. A causa delle difficoltà economiche della famiglia, lasciò il paese per studiare a Verona, presso l'Istituto di don Nicola Mazza. Qui, completò gli studi di filosofia e teologia e scoprì la sua vocazione al sacerdozio. Durante questo periodo, si aprì alla missione in Africa Centrale, ispirato dalle testimonianze dei missionari mazziani tornati dal continente africano. San Daniele, che fin da giovane scelse di diventare missionario in Africa, fu a sua volta un viaggiatore instancabile nel continente nero. Ordinato sacerdote nel 1854, tre anni dopo Daniele sbarca in Africa. Il primo viaggio missionario finì presto con un fallimento: l'inesperienza, il clima avverso, l'ostilità dei mercanti di schiavi lo costrinsero a tornare a Roma. Mentre alcuni suoi compagni si lasciarono vincere dallo scoramento, egli progettò un piano globale di evangelizzazione dell'Africa. Mise poi in atto un'incisiva opera di sensibilizzazione a Roma e in Europa e fondò diversi istituti maschili e femminili oggi chiamati comboniani. Di nuovo in Africa nel 1868, Daniele potè finalmente dare avvio al suo piano. Con i sacerdoti e le suore che l'avevano seguito lottò contro la tratta degli schiavi, si dedicò all'educazione della gente di colore e si impegnò perché la fede cristiana mettesse radici profonde nella cultura africana. Spirito aperto e intraprendente, scrisse numerose opere di animazione missionaria e fondò la rivista Nigrizia, attiva fino ad oggi. Negli anni 1877-78 Daniele visse insieme con i suoi missionari e missionarie a tragedia di una siccità e carestia senza precedenti. Era l'anticipazione della morte sopraggiunta nel 1881. Nel 2003, nel giorno della canonizzazione, Giovanni Paolo II lo definì un « insigne evangelizzatore e protettore del continente nero ». Se cristianesimo in Africa ha oggi un futuro di speranza, lo si deve in parte alla sua opera. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Khar m in Sudan, san Daniele Comboni, vescovo, che fondò l'Istituto per le Missioni Africane e, nominato vescovo in Africa, si prodigò senza mai lesinare energie nel predicare il Vangelo in quelle regioni e nel prendersi in tutti i modi cura della dignità degli esseri umani.
nome San Daniele Fasanella e compagni- titolo Martiri a Ceuta- nome di battesimo Daniele Fasanella- ricorrenza 10 ottobre- Patrono di Belvedere Marittimo, Ceuta- San Daniele e compagni erano sette frati minori francescani, missionari che nel 1227 furono inviati da Frate Elia, capo dell'ordine, fra le popolazioni musulmane di Ceuta, in Marocco, portando avanti un'opera di evangelizzazione nel nome di Gesù Cristo. A capo del gruppo era Daniele Fasanella, originario di Belvedere Marittima, a seguire vi erano Samuele Giannitelli, Angelo Tancredi, Donnolo Orinaldi, tutti e tre da Castrovillari, Leone Somma e Nicola Abenante da Corigliano Calabro; e infine, Ugolino da Cerisano. Dopo una permanenza in Spagna, i sette si trasferirono a Ceuta, in un luogo in cui le autorità avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana. Essi tuttavia svolsero attività di proselitismo presso i numerosi mercanti delle repubbliche marine di Pisa e Genova nonché provenienti da Marsiglia. Nell'autunno 1227 decisero di iniziare la predicazione alla popolazione islamica. Parlando in latino e in italiano, annunziarono Cristo per le strade di Ceuta, etichettando con roventi parole la religione di Maometto. Le autorità ordinarono la loro cattura: i missionari, dopo essere stati sottoposti a vari interrogatori, furono invitati ad abbracciare l'Islam e poi, di fronte alla loro mirabile costanza, furono presto incarcerati e indotti ad abiurare la fede cristiana; tuttavia, riuscirono a resistere dal farlo e condannati alla decapitazione. Papa Leone X il 22 gennaio 1516 li iscrisse nel calendario dei Santi ricordandoli il 10 ottobre. MARTIROLOGIO ROMANO. A Ceuta nel territorio dell'odierno Marocco, passione di sette santi martiri dell'Ordine dei Minori, Daniele, Samuele, Angelo, Leone, Nicola e Ugolino, sacerdoti, e Domno, che, mandati da frate Elia a predicare il Vangelo di Cristo ai Mori e patiti insulti, carcere e torture, conseguirono, infine, con la decapitazione la palma del martirio.
nome Santa Tanca- titolo Martire- ricorrenza 10 ottobre- Le notizie su questa santa venerata in Normandia sono prive di valore storico; secondo la leggenda intessuta sulla sua figura Tanca era figlia di genitori cristiani che si erano rifugiati nella località che oggi si chiama Saint-Ouen per sottrarsi alla persecuzione. Un giorno, mentre si recava ad una festa organizzata dal suo padrino, accompagnata da un servo, questi le fece delle proposte disoneste e di fronte alla reazione della giovane la assalì e la uccise. Tanca, pur essendo morta, si rialzò e camminò fino al vicino villaggio dove fu sepolta divenendo oggetto di venerazione. La sua memoria ricorre il 10 ottobre. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino a Rameru nel territorio di Troyes in Francia, santa Tanca, vergine e martire, che, come si tramanda, affrontò una morte gloriosa per difendere la sua verginità.
nome Beata Angela Maria Truszkowska- titolo Vergine- nome di battesimo Zofia Kamila Truszkowska- nascita 16 maggio 1825, Kalisz, Polonia- morte 10 ottobre 1899, Cracovia, Polonia- ricorrenza 10 ottobre- Beatificazione 18 aprile 1993 da papa Giovanni Paolo II- Nacque a Kalisz in Polonia fu battezzata con il nome di Sofía Camila. La sua famiglia si trasferì a Varsavia nel 1837. In un viaggio attraverso la Germania, Sofia, illuminata dal Signore durante un momento di preghiera nella cattedrale di Colonia, sentì la sua vocazione di essere tra i poveri e bisognosi e di servire in loro Cristo con preghiera e sacrificio. Questa ispirazione l'ha portò a diventare membro della Società San Vincenzo de Paoli. Di giorno lavorava instancabilmente per i poveri e di notte pregava costantemente, cercando in lei la volontà di Dio. A 29 anni scopre la sua strada: inizia a cercare e aiutare i bambini abbandonati dei bassifondi di Varsavia e gli anziani senza tetto. Con l'aiuto finanziario di suo padre e il sostegno della cugina Clotilde, iniziò a prendersi cura di sei figli. Sofia divenne membro del Terzo Ordine di San Francisco e prese il nome di Angela. Nel 1855, davanti all'icona di Maria, lei e la cugina si consacrarono a fare la volontà del Signore: iniziò così la comunità delle monache Feliciana, ovvero di San Felice da Cantalice. Il principio della sua Congregazione era che in tutto e per tutto Dio sia conosciuto, amato e glorificato. Le suore dirigevano, le laiche terziarie, istruivano i convertiti, visitavano le prigioni e amministravano anche i centri sociali rurali. Dopo il fallimento dell'insurrezione del 1863, molti di questi centri furono convertiti in ospedali, dove le suore curarono i feriti. La comunità fu soppressa dal governo russo nel 1864, ma continuò in segreto sotto la guida spirituale della fondatrice. All'età di 44 anni, durante il suo terzo mandato da Superiora generale, Madre Angela dovette ritirarsi dall'attività della sua congregazione a causa di una malattia, ma la sua dedizione alla religiosa continuò. Morì dopo 30 anni di sofferenze, divorata dal cancro, alla presenza delle suore. Fu beatificata dalla SS. Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993. MARTIROLOGIO ROMANO. A Cracovia in Polonia, beata Angela Maria (Sofia Camilla) Truszkowska, vergine, che fondò la Congregazione delle Francescane sotto il titolo di San Felice da Cantalíce in aiuto dei ragazzi abbandonati, dei poveri e degli emarginati.
nome San Paolino di York- titolo Vescovo- nascita VI secolo, Roma- Nominato vescovo 625 da papa Bonifacio V- Consacrato vescovo 21 luglio 625 dall'arcivescovo Giusto di Canterbury- morte 644, Rochester, Inghilterra- ricorrenza 10 ottobre- Incarichi ricoperti Vescovo di York (625-633), Vescovo di Rochester (633-644)- Santuario principale Cattedrale di Rochester- Paolino fu inviato in Inghilterra nel 601 da S. Gregorio Magno papa (3 set.) a sostegno della missione di S. Agostino (27 mag.). Consacrato vescovo nel 625 e divenuto cappellano di Etelburga, figlia cristiana del re del Kent, si recò insieme a lei in Northumbria, dove la giovane doveva sposare il re pagano Edwin. Questi aveva assicurato che Etelburga sarebbe stata libera di professare la propria fede e che egli stesso avrebbe riflettuto circa la propria conversione al cristianesimo, ma ottenere il suo consenso al battesimo risultò un'impresa complessa. Secondo il racconto di Beda, Paolino si servì di ogni mezzo possibile per raggiungere tale scopo: fece ricorso a tutto il suo considerevole potere di persuasione e inoltre offrì doni e presentò lettere scritte direttamente dal papa, finché, forse anche aiutato da una situazione politica più favorevole, riuscì nell'impresa e battezzò, nel 627, il re, la figlia di lui e un gran numero di alti dignitari; a ciò fecero seguito conversioni su larga scalà al punto che una volta Paolino trascorse trentasei giorni a Yeavering nel Glendale per catechizzare e dare il battesimo nel fiume locale. Operò anche a sud dell'Humber, nel Lincolnshire, costruendo a Lincoln una chiesa di pietra, in cui consacrò Onorio arcivescovo di Canterbury. Paolino diede inizio ai lavori di costruzione di una cattedrale a York, ma nel 633, in seguito alla morte di Edwin in battaglia per mano del pagano Penda di Mercia, seguì la regina Etelburga che cercava rifugio nel Kent e lì divenne vescovo di Rochester. I missionari inviati da Roma erano convinti che l'efficacia del loro operato dipendesse essenzialmente dal sostegno loro offerto da re e principi e per questo, alla morte di Edwin, Paolino ritenne probabilmente di non poter più ottenere risultati. Paolino affidò la Chiesa di Northumbria alla cura di un diacono, Giacomo, che lo aveva accompagnato nei suoi viaggi missionari, ma molto del lavoro fatto dai missionari andò perduto; in seguito al ripristino di un regno pagano molta parte della popolazione ritornò all'idolatria, anche se Giacomo, uomo veramente santo, fece tutto ciò che gli era possibile per conservare la fede nello scompiglio che seguì l'invasione, «insegnando, battezzando e strappando prede dagli artigli del nostro antico nemico, il Diavolo» (Beda). Il cristianesimo si riprese sotto re Osvaldo (9 ago.): egli invitò dei monaci da lona, in Irlanda, e questa seconda campagna missionaria, che era guidata da S. Aidano (31 ago.) e che si diffuse a partire dal monastero che fondò a Lindisfarne, evangelizzò tutto il mondo anglosassone. Secondo Beda alcuni di quelli che Aidano incontrò erano già credenti, segno che il lavoro precedente non era andato del tutto perduto. Paolino morì a Rochester nel 644. Beda è la fonte principale per la vita di Paolino: ci dice che era «alto, leggermente curvo, con capelli neri, un viso sottile e uno stretto naso aquilino, di aspetto venerabile, che ispirava reverenza». Il suo culto si sviluppò grandemente nel nord dell'Inghilterra, dove fu ricordato come il primo apostolo della Northumbria, come pure a Canterbury, a Rochester e in molti monasteri. Cinque chiese gli sono dedicate. Restano discusse le date del suo apostolato, che potrebbe essere cominciato nel nord sei o sette anni prima del periodo stimato da Beda. MARTIROLOGIO ROMANO. A Rochester in Inghilterra, transito di san Paolino, vescovo di York, che, monaco e discepolo del papa san Gregorio Magno, fu da lui mandato insieme ad altri a predicare il Vangelo agli Angli, dopo aver convertito alla fede di Cristo Eduino re di Northumbria, lavò nel fiume il suo popolo con il lavacro della rigenerazione.
nome San Cerbonio di Populonia- titolo Vescovo- nascita VI secolo, Africa- morte VI secolo, Populonia, Livorno- ricorrenza 10 ottobre- Incarichi ricoperti Vescovo di Populonia- Santuario principale Cattedrale di Massa Marittima- Un gran numero di vescovi fu costretto a fuggire dall'Africa all'epoca dell'invasione vandalica all'inizio del vi secolo, e tra costoro vi furono anche i SS. Regolo e Cerbonio, che insieme giunsero a Populonia (l'attuale Piombino, in Toscana). Trascorso un certo periodo, Cerbonio divenne vescovo della cittadina, ma con l'invasione dei Longobardi dovette nuovamente fuggire e andare in esilio sull'isola d'Elba, dove rimase fino alla morte, avvenuta trent'anni dopo. Il suo corpo fu riportato a Populonia per la sepoltura, ed è attualmente venerato come patrono della diocesi di Massa Marittima, che comprende Piombino. S. Gregorio Magno (540-604) racconta nei suoi Dialoghi un episodio su Cerbonio: siccome il vescovo aveva offerto ospitalità ad alcuni soldati romani, il re degli invasori ostrogoti lo chiamò a giudizio ma, al momento dell'esecuzione della condanna a essere dato in pasto a un orso, l'animale si rifiutò di fare del male al santo e Cerbonio fu rimesso in libertà (storie simili sono raccontate anche a proposito di alcuni dei primi martiri che venivano gettati alle bestie feroci nel Colosseo o altrove). Una Vita posteriore sostiene che il santo fosse stato invitato dal papa a presentarsi a Roma per dare ragione della sua celebrazione domenicale all'alba, in memoria della Resurrezione, a un ora troppo mattutina perché la gente potesse parteciparvi; durante il suo viaggio a Roma accaddero così tanti miracoli che il papa lo accolse come un santo e lo rimandò indietro con grande onore. Il Martirologio Romano menzionava un altro Cerbonio, vescovo di Verona, in questo giorno, ma di lui non si sa assolutamente niente. MARTIROLOGIO ROMANO. A Populonia in Toscana, san Cerbonio, vescovo, che, come riferisce il papa san Gregorio Magno, durante l’invasione longobarda della regione, si ritirò sull’isola d’Elba, offrendo numerosi esempi della sua virtù.
nome San Gereone e Compagni- titolo Martiri- ricorrenza 10 ottobre- Santuario principale Chiesa di san Gereone, Colonia- Attributi veste blu con croce dorata, bandiera o stendardo blu con croce dorata, elmo e mantello- Patrono di Chiesa cattolica in Germania e Colonia-Questi martiri secondo il Martirologio Romano morirono a Colonia durante la persecuzione di Diocleziano e Massimiano nei primi anni del iv secolo. Stando alla tradizione, devono essere stati più di trecento e costituivano probabilmente un distaccamento della martirizzata Legione tebea (22 sett.). Quando nel 1121 a Colonia furono scoperti dei resti umani, si ritenne pertanto che appartenessero ai suddetti martiri. Quale fondamento storico possiamo trovare? Esiste una prova archeologica — un'iscrizione secondo la quale qualcuno è stato sepolto «in compagnia dei martiri» — del fatto che prima del v secolo si venerasse a Colonia un gruppo di martiri, e S. Gregorio di Tours (17 nov.), che visse tra il 540 e il 594, ci dice che a Colonia «esisteva una basilica costruita sul luogo in cui cinquanta martiri della sacra Legione tebea erano stati messi a morte per Cristo». Gregorio aggiunge inoltre che, a causa dei preziosi mosaici che adornavano la chiesa, i martiri erano chiamati «i santi d'oro» (sancti aurei) e qualcuno ha avanzato l'ipotesi che proprio a causa di questo soprannome latino si sia a un certo punto tramandato che tali soldati provenissero dall'Africa (Mauri). Gregorio non fa menzione del nome Gereone. Un monaco cistercense del xin secolo inventò una particolareggiata passio dei martiri nella quale si sosteneva anche che fu l'imperatrice Elena a trovare le loro reliquie e a costruire una chiesa in loro onore a Colonia. In conclusione, pare abbastanza certo che un gruppo di soldati abbia subito il martirio e sia stato venerato a Colonia, il resto è congettura. MARTIROLOGIO ROMANO. A Colonia in Germania, santi Gereone e compagni, martiri, che per la vera fede porsero coraggiosamente il collo alla spada.
nome San Chiaro di Nantes- titolo Vescovo- nascita Nantes, Francia- morte Nantes, Francia- ricorrenza 10 ottobre- Attributi occhi a lato del santo, occhi strappati o rimossi- Patrono di malattie degli occhi- La più antica attestazione storica della diocesi di Nantes non risale oltre il 453 quando il suo vescovo Leone partecipò al concilio di Angers. Tuttavia la lista episcopale, che non è molto sicura, presenta altri nomi prima di Leone e al primo posto colloca S. Chiaro o Clair che la tradizione locale venera appunto come il fondatore della chiesa di Nantes. Egli avrebbe costruito, sul luogo dove sorge ora la cattedrale, un oratorio dedicato a S. Pietro nel quale depose la reliquia di uno dei chiodi usati nella crocifissione dell'apostolo. Coadiuvato dal diacono Deodato Chiaro evangelizzò anche i territori che poi divennero le diocesi di Vannes e di Rennes e secondo leggende locali avrebbe portato la fede anche nella Gallia del sud. Queste tradizioni collocano la vita di Chiaro nel secolo I, ma tale indicazione cronologica è del tutto inattendibile essendo ormai provato che, a parte Lione che risale alla metà del II secolo, le altre antiche diocesi gallicane non furono costituite prima della fine del III o dell'inizio del IV secolo. Alcune fonti danno a Chiaro il titolo di martire, probabilmente non perché abbia effuso il suo sangue per la fede, ma per la santità e l'efficacia della sua opera apostolica. MARTIROLOGIO ROMANO. A Nantes nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Chiaro, venerato come primo vescovo di questa città.
nome Santa Telchilde- titolo Badessa- nascita 600 circa, Francia- morte 667 circa, Jouarre, Francia- ricorrenza 10 ottobre- Suora di Sant'Agilberto, Vescovo di Parigi. Benedettina del monastero di Faremoutier, è stata la prima badessa della famosa abbazia di Juoarre (Meaux). MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Jouarre nel territorio di Meaux in Francia, santa Telchilde, badessa, che, di nobile origine, fulgida di meriti e salda nei costumi, insegnò alle vergini consacrate ad uscire incontro a Cristo con le lampade accese.
nome San Pinito di Cnosso- titolo Vescovo- nascita II secolo, Cnosso, Creta, Grecia- morte II secolo, Cnosso, Creta, Grecia- ricorrenza 10 ottobre- Vescovo di Cnosso a Creta molto sensibile alla necessità dei suoi fedeli di formazione cristiana adulta. Eusebio lo annovera tra gli illustri scrittori ecclesiastici. Una delle lettere del vescovo san Dionisio di Corinto era indirizzata a Pinito de Cnosso. La sua risposta fu evidentemente aggiunta nella raccolta di lettere di Dionisio. A questa lettera, Pinito rispose che ammirava e lodava Dionisio, ma lo esortava, a sua volta, ad essere così gentile da fornire un cibo più solido, da nutrire le persone che guidava con scritti più perfetti, in modo che nutriti di parole che sembrano latte, non si accorgono alla fine di essere invecchiati secondo uno stile di vita tipico dei bambini. In questa lettera, come nel dipinto più perfetto, si rivela l'ortodossia di Pinito in materia di fede, la sua sollecitudine per il bene di coloro che gli sono affidati, la sua erudizione e intelligenza delle cose divine. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Pinìto, vescovo di Cnosso nell’isola di Creta, che fiorì sotto gli imperatori Marco Antonino Vero e Lucio Aurelio Commodo e con i suoi scritti provvide sommamente alla fede e alla crescita spirituale del gregge a lui affidato.