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02/10/2024 alle 13:58

I santi di oggi 2 ottobre:

I santi di oggi 2 ottobre:

nome Santi Angeli Custodi- ricorrenza 2 ottobre- È certo che agli Angeli è affidata la custodia degli uomini. Ecco quanto si legge nell'Esodo: « Ecco io manderò il mio Angelo, il quale ti vada innanzi e ti custodisca nel viaggio, e ti introduca nel paese che ti ho preparato. Onoralo, ed ascolta la sua parola, guardati dal disprezzarlo; poiché egli non ti perdonerà se farai male, essendo in lui il mio nome. Che se tu ascolterai la sua voce e farai tutto quello che io ti dico, io sarò nemico dei tuoi nemici, perseguiterò quelli che ti perseguitano ». Nel Vangelo: « Badate di non disprezzare uno di questi pargoli; perché io vi dico che gli Angeli loro, nei cieli, vedono continuamente il volto del Padre mio che è nei cieli ». La Chiesa, fedele interprete della parola di Dio, istituì l'odierna festa in onore degli Angeli Custodi, per eccitare i fedeli ad onorarli in modo particolare. Ed ha ragione, perché essi sono le nostre guide invisibili, che ci stanno continuamente ai fianchi nel pericoloso viaggio della vita, per difenderci da tutti i pericoli dell'anima e del corpo. Che degnazione, e che amore! La Divina Maestà manda i suoi Angeli, cioè i suoi ministri, li manda a noi che siamo misere creature, affinché ci difendano dal male e ci conservino nel bene. E il nostro Angelo Custode ci libera dai pericoli e da ogni male; impedisce ai demoni di nuocerci e ci conserva nel bene; inoltre eccita in noi pensieri santi e sante ispirazioni, infine prende le nostre preghiere ed opere buone e le presenta a Dio. A questo riguardo è commovente la storia di Tobia. L'Arcangelo Raffaele, in forma di uomo, accompagnò il giovane Tobia nel lungo e pericoloso viaggio che fece a Rages; gli fece evitare cattivi incontri, gli procurò una santa consorte ed infine salvo e ricco di beni lo ricondusse al suo amato padre, al quale inoltre restituì la vista. Simili uffici di pietà e simile assistenza esercitano continuamente gli Angeli Custodi verso di noi. Conclude perciò S. Bernardo: « In qualunque circostanza, in qualunque luogo porta rispetto al tuo Angelo; non osare fare alla sua presenza ciò che non oseresti fare se io ti vedessi; poi in ogni tentazione, tribolazione, angustia, invoca l'Angelo tuo Custode, dicendogli: Salvami perché perisco ». PRATICA Recitare ogni sera l'Angelo di Dio. PREGHIERA. O Dio, che con ineffabile provvidenza ti degni di inviare i tuoi santi Angeli alla nostra custodia, fa' che siamo sempre da loro protetti e possiamo un giorno vederli in cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria dei santi Angeli Custodi, che, chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza.

nome Santa Giovanna Emilia di Villeneuve- titolo Fondatrice- nome di battesimo Jeanne Émilie de Villeneuve- nascita 9 marzo 1811, Tolosa, Francia- morte 2 ottobre 1854, Castres, Francia- ricorrenza 2 ottobre- Beatificazione 5 luglio 2009 da papa Benedetto XVI- Canonizzazione 17 maggio 2015 da papa Francesco- Santa Giovanna Emilia di Villeneuve (Jeanne Émilie de Villeneuve) fu una religiosa francese, fondatrice della Congregazione delle Suore di Religiosa Nostra Signora dell'Immacolata Concezione. Di nobile famiglia, dopo la perdita della madre e di una sorella si pose sotto la direzione del gesuita Le Blanc e decise di abbracciare la vita religiosa e dedicarsi all'assistenza dlle operaie, che agli albori dell'era industriale vivevano in condizione di grande miseria materiale e morale. Dopo aver meditato di entrare tra le Figlie della Carità, diede inizio a una nuova congregazione religiosa, detta delle suore di Nostra Signora dell'Immacolata Concezione, la cui casa madre venne eretta a Castres: le suore iniziarono a dedicarsi anche alla catechesi, all'insegnamento e alle missioni in Africa, accanto agli spiritani.<br /> La fondatrice governò il suo istituto fino al 1853: morì di colera durante un'epidemia scoppiata nel 1854. Giovanna è stata proclamata beata nel 2009 ed è stata canonizzata da Papa Francesco il 17 maggio 2015.

nome Beati Francesco Carceller e Isidoro Bover Oliver- titolo Sacerdoti e martiri- ricorrenza 2 ottobre- Francesco nacque a Forcall, Castellón nel 1901. Fin da giovanissimo, a causa di un tumore era zoppo a una gamba. A 13 anni entrò nel postulantato dei padri scolopi di Morella. Nel 1925 fu ordinato sacerdote a Lleida. Esercitò il suo ministero a Barcellona, ​​prima presso il Collegio di San Antón e poi in quello di Santa María de las Escuelas Pías. Amava la liturgia e il canto gregoriano e ne fece uno strumento del suo apostolato. Era un direttore di canto. Quando scoppiò la guerra civile, era a casa dei suoi genitori a Forcall, impossibilitato a tornare a Barcellona. Alla vigilia del suo arresto disse: “Se mi uccidono, i reumatismi finiranno; Inoltre, la grazia più grande che Dio mi può concedere è quella del martirio, poiché di sicuro avrò il paradiso ”. È stato fucilato nel cimitero della città di Castellón de la Plana. Isidoro nacque a Vinaróz (Castellón) nella diocesi di Tortosa nel 1890 in una famiglia strettamente con il Beato Manuel Domingo y Sol. Fratello del famoso padre gesuita José María Bover, un grande studioso biblico entrò nella scuola di San Giuseppe de Tortosa e concluse il suo percorso come Operatore diocesano del Sacro Cuore di Gesù nel seminario di Tarragona come prefetto. Partì per il Messico, dove lavorò come superiore nel seminario di Cuernavaca ma gli furono assegnate varie cattedre che lo costrinsero a lavorare duro che in seguito del quale si ammalò e dovette recarsi a Tacubya, Città del Messico, per riprendersi, fino a tornare a Cuernavaca. Visse tutte le vicissitudini della rivoluzione messicana e vi rimase fino al 1914. Dopo una breve permanenza al seminario di Almería visse per sempre a Tortosa, dove fu direttore spirituale, prefetto, direttore di " El Correo Josefino" , dove influenzò tanti seminari della Confraternita. Aveva la reputazione di santo. Quando scoppiò la guerra civile, partì per Vinaroz e fu nascosto nella casa del fratello, ma arrivò una colonna di miliziani da Tarragona con l'obiettivo di uccidere i sacerdoti. Il sindaco disse che se i sacerdoti si fossero arresi volontariamente, non sarebbe successo loro nulla ma furono imprigionati a Castellón; Isidoro, per non compromettere la sua famiglia, si arrese volontariamente. Prigioniero nel carcere di Castellón, si preparava al martirio. Poiché c'erano parecchi sacerdoti nella prigione, fu organizzata una serie di esercizi spirituali, tutti fecero confessioni; Non voleva che la sua famiglia lo visitasse per evitare loro complicazioni. Insieme a 40 detenuti, è stato martirizzato, all'età di 46 anni, sui muri del cimitero di Castellón, gridarono allegria a Cristo Re. Giovanni Paolo II li ha beatificati il ​​1 ° ottobre 1995 nel gruppo di 13 scolopi e 9 sacerdoti diocesani martirizzati in vari giorni e in vari luoghi nel 1936. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino a Castellón de la Plana sulla costa spagnola, beati Francesco Carceller, dell’Ordine dei Chierici regolari delle Scuole Pie, e Isidoro Bover Oliver, della Società dei sa ceroti operai diocesani, sacerdoti e martiri: durante la persecuzione, portarono a termine il loro martirio fucilati in odio al sacerdozio davanti al muro del cimitero.

nome Beato Antonio Chevrier- titolo Sacerdote e fondatore- nome di battesimo Antoine Chevrier- nascita 16 aprile 1826, Lione, Francia- morte 2 ottobre 1879, Lione, Francia- ricorrenza 2 ottobre- Beatificazione 4 ottobre 1986 da papa Giovanni Paolo II- Antonio Maria Chevrier, nato a Lione il 16 aprile 1826, fece la prima comunione all'età di undici anni, continuando in seguito a comunicarsi molto di frequente benché la cosa fosse inusuale al suo tempo. Studiò per il sacerdozio a Lione, dove si distinse per bravura, e fu ordinato nel 1850. Nominato curato nella parrocchia di S. Andrea, in una zona operaia alla periferia della città, tutti ne poterono apprezzare la santità, lo zelo e l'assennatezza. Nella notte di Natale del 1856, mentre era in preghiera davanti al presepio, ricevette una rivelazione sul significato della divina povertà e questo fatto lo influenzò per il resto della vita, indicandogli una nuova vocazione: si votò «a seguire Gesù Cristo il più dappresso possibile, per diventare capace di operare efficacemente per la salvezza delle anime». In occasione dello straripamento del Rodano lavorò strenuamente per salvare la popolazione minacciata dalle acque e, in seguito, quando due persone facoltose aprirono una casa di accoglienza —"La Città del Bambin Gesù" — per i reduci dall'inondazione, S. Giovanni Maria Vianney (4 ago.) lo incoraggiò a diventarne il direttore spirituale. Egli vi lavorò per tre anni, con un duplice scopo: preparare i bambini poveri a ricevere il sacramento della prima comunione e fornire un alloggio ai senzatetto e agli indigenti. Nel 1859, rendendosi conto che il lavoro era molto impegnativo, decise di fondare un nuovo movimento finalizzato all'aiuto dell'infanzia abbandonata e dei poveri. L'anno seguente poté acquistare una sala da ballo in disuso chiamata "Il Prado" e ne fece la sede dell'opera "La Provvidenza del Prado". Visse lì per oltre vent'anni, sorretto in quest'attività da molti sacerdoti, che alla fine riunì nella "Società dei Preti del Prado". I membri, davvero pochi al tempo della sua morte, conobbero un grande aumento subito dopo e raggiunsero il numero di quasi cento verso la metà del Novecento. Essi vivevano in comunità, pur rimanendo preti secolari, seguendo la Regola del Terz'ordine francescano. Si costituì anche una comunità di suore, che seguivano la stessa regola, insegnavano catechismo alle ragazze in molte parrocchie e accudivano i malati.<br /> Antonio nutriva un interesse particolare per la formazione spirituale dei sacerdoti e su questo argomento scrisse un certo numero di libri. Nel suo pensiero, il prete ideale dovrebbe imitare Cristo sia nella vita spirituale sia in un attivo apostolato svolto in una modesta parrocchia. I preti secolari, a suo parere, hanno due strade tra cui scegliere: quella che egli chiamava «la via ordinaria» e quella invece dei consigli evangelici per la perfezione; la santità sacerdotale consiste dunque nel scegliere questa seconda via. Egli riteneva anche che i preti dovrebbero il più possibile affidare l'amministrazione temporale di una parrocchia ai laici, così da poter essere più liberi di esercitare la propria funzione specifica, essenzialmente spirituale. Il loro modo di predicare dovrebbe essere semplice e diretto, «una conversazione tra il prete e l'assemblea», e dovrebbero vivere in comunità, per quanto egli stesso riconoscesse che la vita parrocchiale ne limiti molto la possibilità. Durante l'ultimo anno di vita, soffrì a causa di dolorose ulcere; morì il 2 ottobre 1879 e fu seppellito nella cappella del Prado. Fu beatificato nel 1986 in occasione di una visita di papa Giovanni Paolo II a Lione. MARTIROLOGIO ROMANO. A Lione in Francia, beato Antonio Chevrier, sacerdote, che fondò l’Opera della Provvidenza del Prado per preparare i sacerdoti ad insegnare ai giovani poveri la fede cristiana.

nome Santi Eleuterio e compagni di Nicomedia- titolo Martiri- ricorrenza 2 ottobre- Secondo il Martirologio Romano, il soldato Eleuterio e molti altri cristiani, accusati di aver distrutto con un incendio il palazzo di Diocleziano, furono in diversi modi giustiziati. Eleuterio portò a termine «il suo glorioso martirio come oro provato col fuoco» (cfr. 1 Pt 1,7). Questi fatti, però, non hanno fondamento storico e tutto quello che si conosce riguardo a questo santo è riportato da un martirologio siriaco del v secolo, in cui si narra che subì il martirio in Nicomedia. È menzionato anche nel Martirologio Geronimiano, dove si afferma che esisteva una raccolta di suoi Acta. Qualche volta è stato identificato con il santo omonimo che, secondo il Martirologio Romano, è invece festeggiato il 4 agosto. MARTIROLOGIO ROMANO. A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, sant’Eleuterio, martire.

nome San Teofilo di Bulgaria- titolo Monaco- nascita VIII secolo, Bulgaria- morte VIII secolo, Costantinopoli- ricorrenza 2 ottobre- Nacque in Bulgaria; divenne monaco in un monastero a Costantinopoli, la cui comunità seguiva la regola benedettina. Difensore delle immagini, per questo fu bandito dagli iconoclasti dell'Imperatore Leone Isaurico. MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, commemorazione di san Teofilo, monaco, che per aver difeso le sacre immagini fu crudelmente fustigato e mandato in esilio da Leone l’Isaurico.

nome San Leodegario di Autun- titolo Vescovo- nascita 616, Francia- Consacrato vescovo 663- morte 680 circa, Francia- ricorrenza 2 ottobre- Incarichi ricoperti Vescovo di Autun- Leodegario (Léger), nato nel 616 in Francia da una nobile famiglia alsaziana, fu educato alla corte reale e a Poitiers, dove lo zio era vescovo. Dopo l'ordinazione, gli fu affidata la vicina abbazia di Saint-Maixent, che riformò sulla base dei principi generali della Regula di S. Benedetto (11 lug.). Godeva a quel tempo della fama di essere severo ed esigente e pare che, più che affetto e amore, abbia ispirato timore e rispetto. Fu successivamente chiamato a corte e, intorno all'anno 663, fu nominato vescovo di Autun in Borgogna, diocesi dilaniata da fazioni rivali. Qui Leodegario restaurò la pace e un saldo governo, riformando il clero, edificando chiese e aiutando i poveri. Si adoperò anche per la riforma dei monasteri, sostenendo che se i monaci avessero vissuto come le varie regole richiedevano, le loro preghiere sarebbero state sufficienti a proteggere il mondo dalle calamità naturali. Leodegario fu pesantemente coinvolto nelle vicende politiche di corte. Per un certo periodo il re Childerico II gli offrì protezione, ma poi, a causa dell'opposizione di Leodegario alle sue nozze irregolari, gli divenne ostile. Inevitabilmente, vista la situazione, Leodegario si procurò dei nemici e tra essi spicca Ebroino, figura potente interessata all'unificazione dei regni franchi. Quando Leodegario, dopo aver trascorso un certo periodo in esilio, fu ristabilito ad Autun, Ebroino decise di vendicarsi, ponendo l'assedio alla città, finché Leodegario, dopo aver tentato la difesa, gli si consegnò per scongiurare ulteriori spargimenti di sangue. Leodegario e suo fratello furono accusati di complicità nella morte del re, da poco assassinato, e furono duramente torturati nella speranza che confessassero. Il fratello fu ucciso (il Martirologio Romano lo menziona come martire), mentre Leodegario, pur gravemente mutilato, si riprese. Successivamente scrisse alla madre, diventata suora, che la morte del figlio doveva essere motivo di gioia, non di dolore, e che i loro nemici dovevano essere perdonati. Due anni dopo, nuovamente catturato da Ebroino, fu deposto da un sinodo locale di vescovi e poi assassinato. Le ragioni che hanno portato al conflitto tra Leodegario ed Ebroino sono complesse e comunque di ordine politico, tant'è vero che a quel tempo alcune persone rispettabili si schierarono dalla parte del secondo contro il santo. Si deve riconoscere che rimane poco chiaro perché egli debba essere considerato come martire, dal momento che il suo assassinio pare essenzialmente un delitto politico. Le reliquie di Leodegario furono portate nel monastero di Saint-Maixent nel 682 e il suo culto divenne popolare in Francia soprattutto nei dintorni di Poitiers, in Alsazia, in Arras (dove era stato torturato) e, ovviamente, nella stessa Autun. Molti monasteri pretendono di avere parte delle sue reliquie e un gran numero di chiese gli sono state dedicate. Il suo culto si diffuse in Inghilterra, dove sorsero alcune chiese in suo onore e dove il suo nome appariva in calendari monastici. MARTIROLOGIO ROMANO. Nell’odierna Saint-Léger nel territorio di Arras, nella Francia settentrionale, passione di san Leodegario, vescovo di Autun, che, dopo molte torture e l’accecamento, fu ingiustamente ucciso da Ebroíno maggiordomo di corte del re Teodorico. Con lui si venera la memoria di suo fratello san Gerino, martire, che, due anni prima, sempre per ordine di Ebroíno, morì lapidato.

nome Sant'Ursicino di Coira- titolo Vescovo- nascita VIII secolo- morte VIII secolo- ricorrenza 2 ottobre- Abate benedettino dell'Abbazia di Dissentin in Svizzera da lui stesso fondata; nel 754 fu eletto vescovo di Coira; quattro anni dopo si dimise per diventare un eremita. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio dell’odierna Svizzera, sant’Ursicino, vescovo di Coira e primo abate del monastero di Disentis da lui fondato.

nome San Beregiso- titolo Abate di Andage- nascita 670 circa- morte Andage, Belgio- ricorrenza 2 ottobre- Sacerdote, confessore di Pipino di Heristal, che con il suo aiuto fondò il monastero dei canonici regolari di Saint-Hubert ad Andage o Andain, nelle foreste delle Ardenne, in Austrasia, di cui era abate; si distingueva per la sua fedeltà. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Andage tra le Ardenne in Austrasia, nell’odierno Belgio, san Beregíso, abate, che fondò qui un monastero di chierici regolari e lo governò con diligenza.

nome San Saturio- titolo Eremita- ricorrenza 2 ottobre- Nato nella cittadina spagnola di Soria forse nel 493, alla morte dei genitori, avvenuta nel 532, si ritirò in una grotta delle colline di Penalba, accanto al fiume Duero, ove rimase in solitudine per 36 anni. Nel 568 un giovane di Armentia si unì a Saturio per condividere la sua vita penitente. Il discepolo, chiamato Prudenzio, futuro vescovo di Tarazona, seppellì alla morte i resti del suo maestro. Saturio è patrono della città di Suria. La festa viene celebrata il 2 ottobre. MARTIROLOGIO ROMANO. A Numanzia in Spagna, san Saturio, eremita.

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