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I santi di oggi 21 aprile:
nome Sant'Anselmo d'Aosta- titolo Vescovo e dottore della Chiesa- nascita 1033, Aosta- Nominato abate ordinario 1078- Nominato arcivescovo 25 settembre 1093- Consacrato arcivescovo 4 dicembre 1093- morte 21 aprile 1109, Canterbury, Inghilterra- ricorrenza 21 aprile- Canonizzazione da papa Alessandro III nel 1163- Attributi bastone pastorale e nave- Incarichi ricoperti Abate ordinario di Bec, Arcivescovo di Canterbury- Questo Santo è chiamato, a ragione, il primo degli Scolastici, ossia quei filosofi che ripresero lo studio della vera e sana filosofia del grande Aristotile, cristianizzandola. Anselmo nacque ad Aosta, un tempo cittadina del Piemonte, nell'anno 1033, da Gandolfo e Ermemberga, nobili e ricchi signori. Il padre, uomo d'affari, poco si curò dell'educazione del figlio, anzi conosciuta la sua vocazione la ostacolò. La madre invece, donna di soda pietà, conscia dell'alta sua missione, già con il latte materne instillò nel figlio quella pietà che in modo straordinarie doveva poi onorare il nostro Santo. Quindicenne deliberò di abbandonare il mondo, tanto gli apparve brutto, e decise di consacrarsi al servizio del Signore. Però la volontà contraria del padre e la repentina perdita della madre lo distolsero dal suo proposito. Così duramente provato, Anselmo s'abbandonò per un po' di tempo al malevolo influsso del mondo: il suo spirito si raffreddò, il mondo gli apparve bello ed affascinante ed il suo cuore inesperto gli si attaccò. Il Signore però l'attendeva, e ben presto lo ritrasse da sì fatale china, servendosi dello stesso suo padre. Incominciò questi a trattare il figlio così severamente, da costringerlo ad abbandonare la casa e cercare in terra straniera un migliore avvenire. Riparò in Francia ove Dio lo chiamava. Per tre anni andò ramingo senza casa e senza scopo alcuno, ed infine l'amore allo studio lo spinse ad entrare come discepolo nel monastero del Bec in Normandia, ove insegnava il celebre Lanfranco di Pavia. Quivi Anselmo trovò grande diletto nello studio; il suo cuore delicato che non reggeva ai maltrattamenti paterni, trovò nel suo maestro un nuovo padre che teneramente l'amava e conobbe l'oggetto che veramente doveva amare: il Divin Maestro. Allora ritornarono presto nell'anima sua i giovanili propositi e i santi desideri di perfezione: sicchè decise risolutamente d'abbandonare il mondo. Entrò nell'Ordine Benedettino e vestì l'abito religioso. «Si vide in lui, scrive il P. Rosa, novizio e giovane professo, l'asceta austero, e il fratello dolce e affabile che si rende caro a tutti; nel priore, il lavoratore indefesso e il provveditore instancabile, custode rigido della disciplina religiosa; nell'abate, il consigliere e il padre autorevole non meno che amabile coi suoi figli; ed inoltre maestro, filosofo e mistico, scrittore e predicatore, promotore e riformatore della vita religiosa». È ammirabile la fortezza di quest'uomo: ebbe tanto a soffrire, sia da parte dei confratelli più anziani, sia da parte del re inglese il quale giunse ad esiliano: ma e questi e quelli egli ricambiò con atti di squisita carità. Dopo alcuni anni d'esilio, fu richiamato alla sua sede primaziale di Canterbury, ove santamente rese l'anima al Signore che generosamente aveva servito, il 21 aprile 1109. I suoi scritti gli meritarono dalla S. Chiesa il titolo di Dottore. PRATICA. Formiamo la nostra mentalità cattolica sopra la dottrina vera che è quella della Chiesa, leggendo i periodici, i giornali, i libri da lei approvati e non permettendoci mai di leggere stampa cattiva o frivola. PREGHIERA. Dio, che al popolo tuo desti per ministro di eterna salvezza il beato Anselmo, esempio preclaro di pazienza, dehil fa' che come l'abbiamo avuto dottore in vita sulla terra, così meritiamo di averlo intercessore in cielo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Canterbury, nell'Inghiltérra, sant'Ansélmo Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per santità e per dottrina.
nome San Corrado da Parzham- titolo Cappuccino- nome di battesimo Johann Birndorfer- nascita 22 dicembre 1818, Parzham- morte 21 aprile 1894, Altötting, Bassa Baviera- ricorrenza 21 aprile- Beatificazione 30 giugno 1930 da papa Pio XI- Canonizzazione 20 maggio 1934 da papa Pio XI- Corrado Birndorfer nacque nel paese bavarese di Parzham, nono figlio di contadini molto religiosi. Da giovane fu devoto alla Vergine; dopo la morte dei genitori, quando aveva sedici anni, cominciò a gestire la fattoria di famiglia conducendo al contempo una vita esemplare di preghiera e carità attiva. Nel 1849 si unì ai cappuccini come fratello laico, professando i voti solenni nel 1852. Poco tempo dopo fu mandato al convento di Altótting (Bassa Baviera), sede di un famoso santuario mariano, ove lavorò per quarant'anni come portinaio: incontrò migliaia di pellegrini, esercitò un tranquillo ministero di preghiera e consiglio e si mostrò talvolta capace di leggere il cuore delle persone e predire il futuro. La sua umiltà e la sua consapevolezza della presenza di Dio nel mondo erano notate da tutti ed egli era solito dire: «La croce è il mio libro [...] uno sguardo ad essa mi insegna come devo agire in ogni circostanza». Era specialmente devoto all'eucarestia e alla Vergine. Oltre al lavoro nel convento, era fortemente coinvolto nel seguire i bambini abbandonati. Si ammalò nel 1894 e morì il 21 aprile; come dice B.T.A., «Nel suo aspetto esteriore niente suscita minor impressione e interesse romantico che la vita di questo umile fratello laico cappuccino». Il processo di canonizzazione procedette molto velocemente, fu beatificato nel 1930 e canonizzato nel 1934. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Altötting nella Baviera in Germania, san Corrado (Giovanni) Birndorfer da Parzham, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che svolse per oltre quarant’anni l’umile servizio di portinaio e, sempre generoso verso i poveri, non congedò mai nessun bisognoso senza prima offrirgli benigne parole di cristiano conforto.
nome Sant'Apollonio di Roma- titolo Filosofo e martire- morte 21 aprile 185, Roma- ricorrenza 21 aprile- Apollonio nacque probabilmente in Grecia o in Asia minore. Narrano di lui, e di come giunse al martirio, sia Eusebio, nella sua Storia Ecclesiastica, che S. Girolamo (30 set.), nel suo Gli uomini illustri. Secondo S. Girolamo era un senatore romano e, sebbene risulti strano che Eusebio non faccia menzione di ciò, la notizia ben si integra con quant'altro si sa di lui. Apollonio fu denunciato come cristiano dal suo servo e interrogato dal prefetto e da un tribunale; gli fu quindi ordinato di difendersi davanti al senato. Fu ascoltato con grande rispetto, forse grazie alla sua fama di uomo colto, ma più probabilmente perché era egli stesso un senatore. Durante la sua difesa attaccò il paganesimo e dichiarò spregevoli i suoi idoli: «Io adoro e servo solo il Dio che vive nei cieli, non idoli creati dalle mani dell'uomo. Quindi non adorerò l'oro e l'argento, o il bronzo, o il ferro, o gli dèi immaginari scolpiti nel legno e nella pietra, dei che non vedono né sentono, perché sono opera di artigiani, orefici e tornitori, prodotto di mano d'uomo, che non si muoveranno mai da soli. Ragionando in tal modo Apollonio usava le tattiche dei primi apologeti, i quali raramente discutevano di argomenti teologici, ma provavano piuttosto a mostrare la superiorità morale del cristianesimo rispetto al paganesimo. La sua dichiarazione ci dà un'immagine affascinante della fede e della morale dei primi cristiani. Da S. Girolamo si evince l'impressione di un documento scritto letto di fronte al senato, ma più probabilmente Apollonio tenne un discorso a braccio, per quanto elaborato. Vi sono due resoconti del processo e della passio, uno greco e l'altro armeno (quest'ultimo scoperto solo nel 1874) che coincidono riguardo alle attenzioni avute dal giudice e dai senatori verso Apollonio, ma differiscono sui particolari dell'interrogatorio e dell'esecuzione. Secondo il testo greco egli morì dopo torture e crudeli e prolungate, mentre secondo il testo armeno fu decapitato, e ciò è sicuramente più in linea col tono del resto della vicenda. Non si hanno testimonianze riguardanti un culto antico, mentre nel Medio Evo il santo veniva confuso con il S. Apollonio che morì con S. Filemone (8 mar.) e con l'Apollo menzionato assieme a S. Paolo (cfr. At 18, 24 e 1 Cor 3, 4). A causa di tale confusione la sua commemorazione fu mantenuta il 18 aprile, sebbene la data della sua morte possa essere fissata con accuratezza il 21 aprile. La sua apologia del cristianesimo è tra le più incisive del periodo e i suoi Atti sono piacevolmente scevri dai tipici stereotipi. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione di sant’Apollonio filosofo, martire, che sotto l’imperatore Commodo, davanti al governatore Perennio e al Senato con una raffinata orazione difese la causa della fede cristiana, confermandola poi, dopo la condanna a morte, con la testimonianza del suo sangue.
nome Sant'Anastasio il Sinaita- titolo Egúmeno- nascita IV secolo- Nominato patriarca 499- morte 700 circa- ricorrenza 21 aprile- Incarichi ricoperti<br /> Patriarca di Antiochia- Poco si sa sulla vita di Anastasio; nel 599 divenne patriarca di Antiochia in Siria e secondo la fonte principale, lo storico Evagrio (ca. 536-600), fu un uomo di ampia cultura e devozione e un fermo sostenitore dell'ortodossia. Era di poche parole ma aveva il dono di confortare gli afflitti. Passò ventitré anni in esilio poiché si era opposto alle politiche religiose e civili dei due imperatori, Giustiniano I (527-565) e Giustino II (565.578), ma per intercessione del suo amico papa S. Gregorio I (3 set.) egli fu reintegrato dall'imperatore Maurizio (586-602). Tra i numerosi suoi scritti sopravvissuti, ci sono cinque brani delle sue controversie: De Sanctissima Trinitate; De incircumscripta Dei essentia; De divina oeconomia; De passione et impassibilitate Christi; De resurrectione Christi. Esiste anche una lettera pastorale del marzo 593 al popolo di Antiochia c quattro omelie, di cui gliene si attribuiscono con certezza due sole. In tutti questi scritti Anastasio utilizza uno stile chiaro e un'argomentazione logica che influenzerà gli scrittori bizantini più tardi. È stato occasionalmente confuso (per esempio, nella precedente edizione del Martirologio Romano) con S. Anastasio, eremita del monte Sinai, il quale, però, visse un secolo più tardi. Viene chiamato Anastasio il Vecchio per distinguerlo dal suo successore omonimo. MARTIROLOGIO ROMANO. Sul monte Sinai, sant’Anastasio, egúmeno, che difese instancabilmente la retta fede contro i monofisiti e scrisse molti sermoni utili alla salvezza delle anime.
nome Beato Bartolomeo Cerveri- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo Bartolomeo Cerveri- nascita 1420, Savigliano, Cuneo- morte 21 aprile 1466, Cervere, Cuneo- ricorrenza 21 aprile- Beatificazione 1853 da papa Pio IX- Bartolomeo nacque a Savigliano in Piemonte, dove suo padre era signore di Ruffia, Cervere e Rosano. Entrò giovane nella locale prioria domenicana e venne poi mandato a studiare a 'l'orino, dove si dimostrò studente eccellente e ottenne nello stesso giorno la licenza in teologia, un dottorato e l'ammissione alla facoltà di magistero. Non sorprese la sua nomina a inquisitore, posizione «pericolosa dato l'alto numero di animosi eretici in Piemonte» (B.T.A.). Bartolomeo parve essere conscio del pericolo e quando fu chiamato per andare a Cervere. dopo avere fatto una confessione generale disse a uno dei fratelli: «Mi chiamano tutti Bartolomeo di Cervere, anche se non sono mai stato in quel luogo. Ci sto andando oggi come inquisitore e là morirò». Fu assalito e assassinato sulla strada verso il paese da alcuni eretici. Il culto iniziò poco dopo la morte e fu confermato da papa Pio IX. È uno dei tre domenicani della prioria di Savigliano che divennero inquisitori e soffrirono il martirio (v. il B. Antonio Pavoni, 9 apr.).<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Cervere presso Fossano in Piemonte, beato Bartolomeo Cerveri, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, trafitto dalle lance, confermò con la morte la fede cattolica, per la quale aveva strenuamente combattuto.
nome San Maelrubha di Applecross- titolo Abate- nascita 642 circa, contea di Down- morte 722, Irlanda- ricorrenza 21 aprile- Maelrubha, o Malrubio, nacque nella contea di Down intorno al 642 e divenne monaco nel monastero di S. Comgall (10 mag.) a Bangor. A ventinove anni si trasferì in Scozia, trascorrendo probabilmente un periodo a lona prima di andare ad Applecross nel Ross occidentale. Lì fondò una missione con una chiesa e un monastero, e ne fece la base per il resto della sua attività. Predicò ed evangelizzò una vasta area, inclusa l'isola di Skye e a sud fino a Islay, e la quantità di toponimi basati sul suo nome sono prova di un'influenza seconda solo a quella di S. Columba (9 giu.) tra i missionari irlandesi in Scozia. Nel Loch Maree vi è a tutt'oggi una chiesa costruita da lui sull'isola, vicino a una sorgente famosa per le qualità curative per i casi di malattia mentale. Guidò Applecross per cinquantun anni e morì a ottant'anni, quasi certamente per cause naturali; secondo alcune narrazioni fu invece martirizzato da predatori norvegesi. Sembra che un tumulo vicino ad Applecross indichi il luogo della sua sepoltura. Il suo ministero di taumaturgo sopravvive ad Applecross, dove ora si trova un centro per la cura dei tumori: la corteccia degli alberi di tasso, già ai suoi tempi vecchi di settecento anni, fornisce una sostanza utilizzata in chemioterapia. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Applecross in Scozia, san Melrubio, abate, che, nato in Irlanda e divenuto monaco a Bangor, fondò un monastero di missionari, dal quale per cinquant’anni effuse sul popolo di questa regione la luce della fede.
Oggi è la IV Domenica di Pasqua, detta anche Domenica del Buon Pastore, nella quale ricorre la 61a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni.<br /> 🔔IL VANGELO DI OGGI📖 Dal Vangelo secondo GIOVANNI 10,11-18. In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».