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I santi di oggi 5 gennaio:
nome
San Giovanni Nepomuceno Neumann
titolo
Vescovo
nome di battesimo
Jan Nepomucký Neumann
nascita
28 marzo 1811 Prachatitz, Boemia
morte
5 gennaio 1860 Philadelphia
ricorrenza
5 gennaio
Beatificazione
13 ottobre 1963 da papa Paolo VI
Canonizzazione
19 giugno 1977 da papa Paolo VI
Attributi
Bastone pastorale
Giovanni, nato a Prachatitz in Boemia (allora parte dell'impero austriaco) era il terzo dei sei figli del tedesco Filippo Neumann e Agnese Lcbis, di origine ceca. Ricevette la prima formazione nella scuola pubblica della sua città, e a dodici anni fu mandato a Budweis, dove studiò le discipline classiche. Mostrò subito notevoli capacità intellettuali, con una particolare predisposizione per le lingue. Entrò nel seminario diocesano di Budweis nel 1831, completando poi gli studi teologici a Praga, presso l'università Carlo Ferdinando.
Ricevette la tonsura nel 1835 ma l'anziano e malato vescovo di Budweis, Ruzika, stimò che nella sua diocesi ci fosse un numero più che sufficiente di preti e così cancellò le ordinazioni presbiterali di quell'anno. Allora Giovanni, che da tempo sognava di andare in missione in America, decise di partire per gli Stati Uniti. Giunto a New York nel 1836, fu subito accettato nella stessa diocesi e ordinato dal vescovo John Dubois il 27 giugno 1836.
Il giovane e zelante Neumann lavorò per quattro anni nell'area di BuffaloRochester sia tra gli immigrati tedeschi che tra gli indiani americani, costruendo per essi chiese e scuole. Operando completamente da solo iniziò ad avvertire attrazione per la vita religiosa, dove desiderava sperimentare la vita comunitaria e una più profonda dimensione di preghiera.
Dopo aver incontrato Joseph Prost, il superiore dei redentoristi da poco arrivati, Giovanni chiese di essere accettato nella congregazione del Santissimo Redentore.
Nel 1840 cominciò il noviziato nella chiesa redentorista di S. Filomena a Pittsburgh in Pennsylvania, e fece la professione il 16 gennaio 1842. La sua conoscenza di otto lingue lo rese popolare come predicatore sia a Pittsburgh che a Baltimora. Per otto anni fu zelante pastore, missionario e parroco in ambedue le città. Mentre era a Pittsburgh in qualità di maestro dei novizi ebbe tra i suoi allievi il venerabile Francis X. Seelos CSSR.
Riconoscendo la sua santità e lo zelo apostolico che lo animava, i superiori in Europa lo nominarono vicario di tutti i redentoristi d'America, con sede nella chiesa di S. Alfonso a Baltimora.
Il suo impegno maggiore consistette nel difendere e dirigere le Suore Oblate della Divina Provvidenza, un gruppo di donne di colore impegnate nell'educazione dei bambini afroamericani. Più tardi, con il nuovo ruolo di vice provinciale dei redentoristi, fece entrare negli Stati Uniti le Sorelle delle Scuole di Notre Dame, impiegandole nei numerosi istituti da lui fondati. Fu in quel periodo che diventò cittadino degli Stati Uniti.
Nel 1852, con sua grande sorpresa, fu nominato quarto vescovo di Filadelfia, diocesi delle più importanti negli Stati Uniti, molto estesa e pesantemente indebitata, con una popolazione poliglotta. Era stato il suo amico e penitente, nuovo arcivescovo di Baltimora, Francis Patrick Kenrick, già vescovo di Filadelfia, a inserire il suo nome nella terna di candidati per la sede vacante, che inviò a papa Pio IX. Come motto episcopale prese: «Passio Christi, conforta me!» ("Passione di Cristo, fortificami!").
A Filadelfia il nuovo vescovo trovò vasto campo d'azione per le sue energie apostoliche. Cominciò a costruire più chiese e scuole, portò a termine la costruzione della cattedrale, introdusse la devozione delle "Quarantore" con un programma prestabilito; fondò una nuova congregazione di religiose, le Suore di S. Francesco di Filadelfia che, con altri gruppi di sorelle e fratelli, dirigevano le sue affollatissime scuole. Nel breve periodo in cui fu vescovo le iscrizioni alle scuole cattoliche furono più che raddoppiate.
Nonostante tutta questa attività trovò il tempo per redigere in tedesco due Catechismi, esaminati e approvati dal concilio di Baltimora tenutosi nel 1852.
All'età di quarantott'anni, completamente sfinito dal lavoro apostolico, ebbe un collasso mentre si trovava per strada e morì il 5 gennaio 1860. Fu tumulato per sua volontà nella chiesa di S. Pietro dei redentoristi; il suo corpo fu collocato sotto l'altare nella chiesa inferiore, divenuta nota come "santuario nazionale di S. Giovanni Neumann".
Papa Benedetto XV nel 1921 riconobbe l'eroicità delle virtù e Giovanni XXIII lo dichiarò beato. La cerimonia solenne per la beatificazione fu presieduta da papa Paolo VI nel 1963, che lo canonizzò il 19 giugno 1977.
Dopo la sua canonizzazione molte chiese e scuole in ogni parte degli Stati Uniti sono dedicate a "S. Giovanni Neumann".
MARTIROLOGIO ROMANO. A Philadelphia in Pennsylvania negli Stati Uniti d'America, san Giovanni Nepomuceno Neumann, vescovo, della Congregazione del Santissimo Redentore: con mezzi materiali, consigli e carità aiutò coloro che erano emigrati a causa dalla povertà e si prese grande cura dell'educazione cristiana dei fanciulli.
nome<br /> Sant' Amelia</p> <p> titolo<br /> Vergine e martire</p> <p> nascita<br /> III Secolo Gerona, Spagna</p> <p> morte<br /> IV Secolo Gerona, Spagna</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Attributi<br /> Palma del martirio </p> <p> Patrona di<br /> minatori</p> <p> Un antico breviario di Gerona narra che Santa Amelia apparteneva ad un gruppo di martiri cristiani uccisi a Gerona città della Catalogna in Spagna nel quarto secolo durante la persecuzione di Dioclezioano una delle più gravi persecuzione nei confronti dei cristiani durante l'impero romano. Nel 1336 il vescovo di Gerona, Arnau de Camprodón, scoprì le reliquie della Santa assieme agli altri martiri e dedicò ad essi un altare nella cattedrale cittadina e successivamente i tutti i martiri, elencati in una lunga lista dal «Martirologio Geronimiano» furono canonizzati ciascuno per una data diversa del calendario; come i martiri Germano, Giusturo, Paolino e Sicio, venerati il 31 maggio, Paolino e Sicio sarebbero antiocheni, mentre Germano, Giusturo e tutti gli altri dell'elenco sembrano essere africani.<br />
nome<br /> Santa Emiliana</p> <p> titolo<br /> Vergine</p> <p> nascita<br /> VI Secolo Roma</p> <p> morte<br /> VI Secolo Roma</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Emiliana fu la zia paterna di San Gregorio Magno e si dedicò con le sorelle Tarsilla e Gordiana alla vita ascetica, dedicandosi al Signore.</p> <p> Il martirologo romano, base del calendario liturgico descrive la festività della Santa il 5 gennaio scrivendo: a Roma, commemorazione di Santa Emiliana, vergine e zia di Papa Gregorio magno, che poco dopo la morte della sorella Tarsilia, fece anch'essa ritorno da Nostro Signore. <br /> Nel XVIII secolo si riteneva sepolta nel terreno circostante la chiesa dei Ss. Andrea e Gregorio al Montecelio.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione di santa Emiliana, vergine, zia del papa san Gregorio Magno, che, poco dopo sua sorella Tarsilla, fece anch’ella ritorno al Signore.
nome<br /> Sant' Edoardo III il Confessore</p> <p> titolo<br /> Re d'Inghilterra</p> <p> nascita<br /> 1002 Islip, Regno Unito</p> <p> morte<br /> 5 gennaio 1066 Westminster, Regno Unito</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio e 13 ottobre (messa tridentina) </p> <p> Canonizzazione<br /> 1161 da papa Alessandro III nella cattedrale di Anagni</p> <p> Santuario principale<br /> Abbazia di Westminster, Londra</p> <p> Patrono di<br /> Re, matrimoni difficili, sposi separati e famiglia reale inglese.</p> <p> Edoardo nacque dal re Etelredo II, e da Emma, figlia di Riccardo I duca di Normandia, nell'anno 1002. Fu educato alla scuola della virtù e ne fece tesoro. Sapeva dare il giusto valore ai beni di questo mondo e non cercava altra consolazione che nella virtù e nella religione. Allevato nel palazzo del duca di Normandia, aveva saputo preservarsi dalla corruzione e dai vizi, che regnavano in quel luogo. Tutte le sue azioni portavano l'impronta della sua modestia. Parlava poco, ma con saggezza e gravità superiore alla sua età. Il suo amore al silenzio derivava da grande umiltà e dal timore di perdere il raccoglimento, o di cadere nei difetti che ordinariamente si commettono da coloro che parlano molto.<br /> Aborriva l'ambizione e dichiarò apertamente che avrebbe rinunziato alla più potente monarchia, se per conservarla si fosse dovuto spargere il sangue di un sol uomo. Fu consacrato re d'Inghilterra il giorno di Pasqua del 1042. Malgrado le miserevoli circostanze nelle quali salì al trono, il suo regno fu uno dei più fortunati che si fossero mai veduti.</p> <p> Fu sempre pronto a portar pace dappertutto, perché voleva che nessun suddito soffrisse. Diminuì le imposte, promosse la religione, l'industria e il commercio e soccorse i poveri. Fu il fondatore della celebre abbazia di Westminster. Aveva sempre stimato la purità, e conservò questa virtù sul trono, mediante la preghiera, la fuga delle occasioni e la pratica dell'umiltà. <br /> Tuttavia, desiderando tutti di vederlo ammogliato, egli non poté resistere alle istanze che la nobiltà ed il popolo gli facevano, onde elesse per sua sposa Echetta, figlia di Godwina, adorna di esimie virtù. Ambedue convennero di conservarsi vergini, vivendo nel matrimonio come fratello e sorella. Pubblicò con gran senno e saggezza un codice di leggi, che fu poi comune a tutta l'Inghilterra sotto il nome di « Legge di Edoardo, il Confessore ».<br /> Iddio si compiacque della di lui fedeltà e lo volle illustrare con mirabili doni. Ebbe speciale devozione al principe degli Apostoli e a S. Giovanni Evangelista. Confortato dai Sacramenti, spirava il 5 gennaio 1066. Alla regina che piangeva disse: « Non piangere. io non muoio, ma vivo; spero, lasciando questa terra di morte, di entrare nella terra dei vivi per godere la beatitudine dei Santi ».<br /> Fu canonizzato nel 1161 da Alessandro III, e San Tommaso, l'arcivescovo di Canterbury fissò la sua festa il 13 ottobre, giorno della sua prima traslazione nel 1102. Il Martirologio Romano del 2001 fissò la sua memoria il 5 gennaio ma rimase alla data tradizionale nella messa tridentina. </p> <p> PREGHIERA. - Dio, che hai incoronato dell'eterna gloria il tuo beato confessore Edoardo, deh! fa' che lo veneriamo in terra, così che possiamo poi regnare con lui nei cieli.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra in Inghilterra, sant’Edoardo, detto il Confessore: re degli Angli, amatissimo dal suo popolo per la sua grande carità, assicurò la pace al suo regno e promosse con tenacia la comunione con la sede di Roma. <br />
nome<br /> Santa Sincletica</p> <p> titolo<br /> Monaca in Egitto</p> <p> nascita<br /> 266 circa Alessandria d'Egitto</p> <p> morte<br /> 346 circa Alessandria d'Egitto</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Nacque ad Alessandria d'Egitto, da una ricca famiglia macedone. La sua grande fortuna e bellezza attirarono i suoi numerosi corteggiatori, ma Sincletica aveva già consacrato il suo cuore a Dio e per liberarsene ricorse alla fuga. Tuttavia, considerava il proprio corpo come il suo peggior nemico e si dedicava a domarlo con il digiuno e altre asperità. La sua più grande sofferenza era essere costretta a mangiare più spesso di quanto volesse.<br /> I suoi genitori la resero erede di tutta la sua fortuna, poiché entrambi i suoi fratelli erano morti e la sua unica sorella era cieca e affidata alla sua custodia. Dopo aver distribuito la sua fortuna tra i poveri, Sincletica si ritirò con la sorella in una camera funeraria abbandonata proprietà dei suoi parenti. Lì si tagliò i capelli, alla presenza di un sacerdote per mostrare il suo assoluto distacco dal mondo, e rinnovò la sua consacrazione a Dio. Da quel momento in poi, la preghiera e le opere buone furono la sua occupazione principale.<br /> Molte donne andavano da lei per un consiglio. Se la sua umiltà le rendeva difficile istruire gli altri, la sua carità l'ha spinse a farlo. Le sue parole avevano un così profondo accento di umiltà e convinzione da impressionare profondamente i suoi ascoltatori. "Oh," esclamò Sinclética, "quanto saremmo felici se lavorassimo per conquistare il paradiso e servire Dio, mentre i mondani lavorano per accumulare ricchezze e beni deperibili! Sulla terra si trovano ad affrontare banditi e ladri; in mare si espongono ai venti, alle onde e subiamo naufragi e calamità; loro provano tutto e loro osano tutto; invece noi, che serviamo un così grande Signore e aspettiamo un premio ineffabile, abbiamo paura della minima contraddizione ".<br /> Predicava spesso l'umiltà: "Un tesoro è al sicuro solo quando è nascosto, scoprirlo significa esporlo all'avidità del primo che viene e perderlo; allo stesso modo, la virtù è al sicuro solo quando rimane segreta, chi non la detiene la vedrà dissiparsi come fumo". Con questi e altri discorsi la nostra santa esortò alla carità, alla vigilanza e a tutte le virtù.<br /> Per molto tempo fu tormentata dalle tentazioni e dall'aridità spirituale. A ottant'anni, Sincletica contrasse una febbre intensa che le attaccò i polmoni, nello stesso momento in cui una violenta cancrena le consumò labbra e mascelle. Portò la sua malattia con incredibile pazienza e rassegnazione, nonostante negli ultimi tre mesi il dolore non gli abbia permesso di riposare. Sebbene la cancrena l'avesse privata della parola, la sua pazienza era un sermone più efficace di qualsiasi predicazione. Tre giorni prima della sua morte, Sincletica ebbe una visione in cui le fu rivelata l'ora in cui la sua anima avrebbe lasciato il suo corpo. <br /> Quando giunse il momento previsto, avvolta da una luce celeste e consolata da visioni divine, Sincletica donò la sua anima a Dio, a ottantaquattro anni.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Alessandria in Egitto, santa Sincletica, vergine, che si tramanda abbia condotto vita eremitica.
nome<br /> San Carlo di S. Andrea Houben</p> <p> titolo<br /> Passionista</p> <p> nome di battesimo<br /> Jan Andries Houben</p> <p> nascita<br /> 11 dicembre 1821 Munstergeleen, Paesi Bassi</p> <p> morte<br /> 5 gennaio 1893 Dublino, Irlanda</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Al secolo Giovanni, nacque in Olanda, quarto di dieci figli, da Peter Joseph Houben e Elizabeth Luyten. Alla sua nascita il padre scrisse nel proprio libro di preghiere: «Giovanni Andrea, nato 1'11 dicembre dell'anno 1821. Siano rese gloria e grazie a Dio».</p> <p> I genitori partecipavano quotidianamente alla Messa; egli serviva regolarmente all'altare e ricevette la cresima nel giugno 1835. Dopo la morte della madre entrò nei passionisti, insediatisi a Tournai nel 1840, assumendo il nome religioso di Carlo di S. Andrea. Ordinato prete il 21 febbraio 1852, fu mandato in una missione passionista di recente fondazione in Inghilterra, dove ricoprì vari incarichi di insegnamento e di azione pastorale per i cinque anni successivi.<br /> Il 9 luglio 1857 i superiori lo inviarono a Dublino presso la casa per ritiri S. Paolo della Croce, fondata l'anno prima. Di ritorno in Inghilterra nel 1866, viaggiò attraverso il paese per otto anni, facendo base nella casa di S. Anna, situata nei pressi di Sutton nel Surrey, prima di essere nuovamente inviato in Irlanda.<br /> Si propose lo scopo ambizioso della «santificazione dell'Irlanda, unitamente alla conversione dell'Inghilterra». Lavorò così alacremente e con efficacia nel suo ministero che anche i protestanti videro nei risultati conseguiti l'opera dí Dio. <br /> Si sottopose a severe penitenze e digiuni, e nonostante varie malattie e pene continuò il suo attivo ministero fin oltre i settant'anni, morendo il 5 gennaio 1893. <br /> Alla sua beatificazione in piazza S. Pietro, il 16 ottobre 1988, era presente la signora Margaret Cranny di 103 anni, a quanto pare la sola persona ancora vivente che lo poteva ricordare avendolo personalmente incontrato. Fu beatificato con padre Bernardo Maria di Gesù, superiore dei passionisti dal 1875 al 1911.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Dublino in Irlanda, beato Carlo di Sant’Andrea (Giovanni Andrea) Houben, sacerdote della Congregazione della Passione, zelante ministro del sacramento della Penitenza.<br />
nome<br /> Beata Maria Repetto</p> <p> titolo<br /> Vergine</p> <p> nome di battesimo<br /> Maria Repetto</p> <p> nascita<br /> 1807 Voltaggio, Alessandria</p> <p> morte<br /> 1890 Genova</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 4 ottobre 1981 da papa Giovanni Paolo II</p> <p> Maria nacque a Voltaggio (Alessandria, allora in diocesi di Genova) novembre 1807, dal notaio Giovanni Battista Repetto e da Teresa Gazzale. Era la prima di nove figli e fin da piccola aiutò la mamma nelle faccende domestiche, prendendosi cura delle sette sorelle — quattro delle quali si fecero poi suore — e del fratello, che divenne prete.</p> <p> A ventidue anni decise di lasciare la casa paterna per seguire la sua vocazione, e si recò presso il Conservatorio di Nostra Signora del Rifugio a Genova, un'istituzione laica dove vivevano insieme donne dedite a opere di carità. Si impose una vita di stretta clausura, non accettando nessun lavoro fuori dell'istituto, ma dedicando il suo tempo al servizio degli ospiti, facendo lavori di cucito, lavando e servendo come portinaia e infermiera.<br /> Sebbene facesse di tutto per celarsi al mondo esterno, le sue virtù divennero presto note: fu chiamata la monaca santa. Poveri e malati venivano in numero crescente al Conservatorio per cercare il suo aiuto. Uscì dall'istituto solo due volte, per curare i malati nelle epidemie di colera del 1835 e 1854.<br /> La sua salute infine cominciò a venire meno, più per l'età che per malattia: morì il 5 gennaio 1890. I suoi resti furono collocati al Conservatorio, ora istituto religioso. La sua causa fu introdotta nel 1949 e fu beatificata il 4 ottobre 1991.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Genova, beata Maria Repetto, vergine, delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario: vivendo lontana dal mondo, si distinse nel confortare gli afflitti e nel risollevare i dubbiosi alla speranza della salvezza.<br />
nome<br /> Santa Genoveva Torres Morales</p> <p> titolo<br /> Fondatrice</p> <p> nome di battesimo<br /> Genoveva Torres Morales</p> <p> nascita<br /> 3 gennaio 1870 Almenara, Castellón</p> <p> morte<br /> 5 gennaio 1956 Saragozza, Spagna</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> 1995 da papa Giovanni Paolo II</p> <p> Canonizzazione<br /> 2002 da papa Giovanni Paolo II</p> <p> Nacque ad Almenara (Castellón) il 3 gennaio 1870. All'età di tredici anni dovettero amputarle una gamba: a seguito dell'intervento fu costretta a camminare sempre con due stampelle. Fu ricoverata nella "Casa della Misericordia" di Valencia, dove poté completare la sua carente formazione culturale e crescere nella sua vita spirituale. A ventiquattro anni, insieme a due compagne, fondò la "Società Angelica" per offrire protezione a donne sole e per l'adorazione notturna dell'Eucaristia. Dalla Casa Madre di Saragozza, l'opera si diffuse rapidamente. Morì a Saragozza il 5 gennaio 1956. Il popolo cominciò a invocarla con il titolo di "Angelo della solitudine".<br /> Fu beatificata da Giovanni Paolo II il 29 gennaio 1995 e canonizzata il 4 maggio 2003.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Saragozza in Spagna, santa Genoveffa Torres Morales, vergine, che, provata fin dalla fanciullezza dalle durezze della vita e affetta da cattiva salute, fondò la Congregazione delle Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli per l’assistenza alle donne.
nome<br /> Beato Pietro Bonilli</p> <p> titolo<br /> Sacerdote</p> <p> nascita<br /> 11 marzo 1841 S. Lorenzo di Trevi, Perugia</p> <p> morte<br /> 5 gennaio 1935 Spoleto, Perugia</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Beatificazione<br /> Roma, 24 aprile 1988 da papa Giovanni Paolo II</p> <p> Era nato il 15 marzo 1841 a S. Lorenzo di Trevi, in Umbria, figlio di Sebastiano Bonilli e Maria Allegretti. Fece gli studi per il presbiterato e fu ordinato nel 1863, dopo essere già stato nominato parroco nel piccolo e poverissimo villaggio di Cannaiola, dove sarebbe poi rimasto per trentadue anni.</p> <p> Prese a modello, per la spiritualità di una comunità collocata in un piccolo paese, la Sacra Famiglia di Nazareth. Rinnovò dalle fondamenta la vita religiosa della parrocchia e gradualmente diffuse in tutta Italia la sua dottrina mediante la predicazione, l'organizzazione, l'attività editoriale.<br /> Nel 1884, al fine di prendersi cura dei ragazzi abbandonati della regione, avviò a Cannaiola l'opera del "Piccolo orfanotrofio di Nazareth", che nel 1887 divenne orfanotrofio per ragazze. Affidò a un gruppo di donne la cura delle orfanelle, e l'anno seguente fondò l'Istituto delle Suore della Sacra Famiglia, che rapidamente si diffuse in molte diocesi italiane.<br /> Nel 1893 aprì un ospizio per bambini ciechi, sordi e muti, affidando l'amministrazione alle suore dell'Istituto. Esso fu poi trasferito a Spoleto, una sorte seguita dallo stesso Pietro, che fu in qualche modo consolato dal distacco dai suoi amati parrocchiani con la nomina a canonico della cattedrale, poi a economo e infine a rettore del seminario arcivescovile, con responsabilità di supervisione pastorale di tutte le case religiose dell'archidiocesi. Fu assai richiesto come direttore spirituale; trascorreva molte ore in confessionale ed era noto per lo scrupolo con cui svolgeva il suo ministero.<br /> Nel 1908 papa Pio X gli tributò un'onorificenza pontificia in riconoscimento dei molti servizi da lui resi alla Chiesa. Nonostante la salute malferma visse fino a età avanzata. Morì nelle prime ore del 5 gennaio 1935. Fu beatificato insieme ad altri tre candidati in piazza S. Pietro il 24 aprile 1988.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Spoleto in Umbria, beato Pietro Bonilli, sacerdote, fondatore della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia per l’assistenza e l’educazione delle ragazze bisognose e orfane.
nome<br /> San Deogratias</p> <p> titolo<br /> Vescovo</p> <p> nascita<br /> V secolo Cartagine, Tunisia</p> <p> morte<br /> V secolo Cartagine, Tunisia</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Canonizzazione<br /> pre canonizzazione</p> <p> Incarichi ricoperti<br /> Vescovo di Cartagine<br /> Primate d'Africa<br /> <br /> Consacrato vescovo<br /> 24 ottobre 454</p> <p> Nel 439 Cartagine cadde nelle mani dei vandali, sostenitori dell'eresia ariana; il vescovo del tempo, Quodvultdeus, insieme con la maggior parte del suo clero, fu abbandonato in mare su un'imbarcazione che faceva acqua. In modo fortunoso tutti riuscirono a raggiungere Napoli.</p> <p> Cartagine rimase senza vescovo per quattordici anni, fino a quando Genserico, re dei vandali (ca. 390-477), permise che un altro vescovo venisse consacrato, acconsentendo così a una richiesta fatta dall'imperatore romano Valentiniano III: la scelta cadde sul prete Deogratias.</p> <p> Il suo esempio e insegnamento rafforzarono la fede del popolo; fu rispettato anche da ariani e pagani.</p> <p> Due anni dopo la consacrazione di Deogratias, Genserico saccheggiò Roma e tornò in Africa conducendo con sé molti prigionieri, che distribuì come schiavi tra vandali e saraceni, separando mariti da mogli e genitori da figli. Deogratias ne riscattò molti vendendo arredi d'oro e d'argento appartenenti alla Chiesa, e allestì ricoveri in due delle chiese più grandi in città, organizzando anche una distribuzione giornaliera di cibo. La sua carità suonò offensiva ad alcuni della fazione ariana: vi fu anche un tentativo di assassinio che però fallì.<br /> I suoi sforzi lo avevano consumato e morì dopo poco più di tre anni di episcopato.<br /> Fu pianto grandemente dai prigionieri che aveva riscattato. Era venerato dal suo gregge che si voleva dividere il suo corpo per ricavarne reliquie; per evitare ciò venne sepolto segretamente mentre si celebrava la preghiera pubblica.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Deogratias, vescovo, che riscattò moltissimi prigionieri condotti via da Roma dai Vandali, raccogliendoli in due grandi basiliche allestite con letti e stuoie.<br />
nome<br /> San Convoione</p> <p> titolo<br /> Abate di Redon</p> <p> nascita<br /> 788 circa Bretagna</p> <p> morte<br /> 868 circa St-Maixent-de-Plélan, Francia</p> <p> ricorrenza<br /> 5 gennaio </p> <p> Canonizzazione<br /> 3 maggio 1866</p> <p> Bretone di nascita, Conwoion divenne monaco benedettino. Avendo ricevuto in dono insieme a sei compagni un appezzamento di terreno, vi costruì un'abbazia nel 831. Al monastero, situato nei pressi di Redon in Bretagna, fu dato nome S. Salvatore ed egli ne divenne il primo abate.</p> <p> In un'epoca molto travagliata dal punto di vista politico, il primitivo insediamento dcl monastero fu irto di difficoltà e privazioni. Quando nell'848 alcuni vescovi della provincia furono accusati di simonia, Conwoion fece parte di una delegazione in loro favore inviata a Roma presso papa Leone IV; in quell'occasione si dice che il papa gli abbia donato una casula che egli portò al monastero insieme alle reliquie del papa S. Marcello I (16 gen.). In seguito dovette abbandonare il monastero a causa di un'incursione di pirati norvegesi.<br /> Era ancora in "esilio" quando morì, nell'868. Subito dopo la sua morte fiorì un culto locale intorno alla sua persona. Nel 1866 l'abbazia di S. Salvatore passò alla Congregazione di Gesù e Maria. ali eudisti, così chiamati dal nome del fondatore S. Giovanni Eudes (19 ago.), i quali promossero la causa di Conwoion con tanto vigore che il suo culto fu confermato lo stesso anno da papa Pio IX.</p> <p> MARTIROLOGIO ROMANO. In Bretagna, san Convoione, abate, che fondò a Redon il monastero di San Salvatore, dove, sotto la sua disciplina e seguendo la regola di san Benedetto, i monaci fiorirono insigni per pietà e, dopo la distruzione del cenobio ad opera dei Normanni, costruì presso Saint-Maixent-de-Plélan un nuovo monastero, ove morì ottuagenario.