Uomo di 20 anni
Sfogo
Sono sempre stato etichettato come quello innocente, lo stupido, quello tranquillo, quello noioso. Sono sempre stato sottovalutato, ma ho fatto di tutto per mantenere quel ruolo e tenermi lontano dai riflettori, fare meno rumore possibile, rannicchiarmi e diventare cosí piccolo da sembrare invisibile.
Eppure poi arrivava sempre qualcuno che delle attenzioni me le dava, e che mi faceva sentire il brivido di provare quelle poche emozioni che potevo sentire. E pur di ricevere mi annullavo, subivo, credendo che tutto ciò fosse giusto, che quello sarebbe stato per sempre il mio ruolo: reprimere tutto, stare zitto per assecondare i desideri di qualcuno pur di elemosinare un minimo di attenzioni.
Lo so, l'ho voluto io: mi mettevo da solo in certe situazioni e nonostante i sensi di colpa non riuscivo a farne a meno.
Ho passato cosí la maggior parte della mia vita, perché molte volte non riuscivo nemmeno a vedere certi comportamenti come un problema.
E se ora vedo spesso la realtà distorta o ho problemi a relazionarmi è anche a causa che di queste situazioni che io stesso ho creato.
Io sono colpevole quanto loro, perché io gli ho servito me stesso su un piatto d'argento, IO ho permesso loro di trattarmi cosí.
Fino a poco tempo fa non ero neanche in grado di esprimere un opinione contraria o dire semplicemente "no" senza sentirmi morire dentro, come se avessi fatto chissà cosa.
Però ora anche grazie alla mia ragazza e il mio migliore amico sto imparando a comunicare normalmente, inoltre è anche grazie a loro se sono riuscito ad allontanare due persone in praticolare.
Molte persone le ho anche allontanate da solo, ho fatto molta pulizia ma ora sto bene con quelle poche persone che ho accanto, perché so che a me ci tengono davvero.
Non posso recuperare per tutti i no che non sono riuscito a dire da quando sono piccolo, ma sicuramente posso riscattarmi. Piano piano sto guarendo, me lo sento.