@Alessi_
Più chiaro di così si muore, non mi dite che il greco è brutto.
In italiano abbiamo attivo, passivo, o riflessivo. In greco antico il riflessivo corrisponde al medio (o medio passivo). Il confine è, però, più labile di quello italiano è molto più simile a quello latino ma molto più logico.
Partendo dal deponente che potrebbe spaventare di più. I verbi deponenti hanno significato attivo ma si coniugano come dei medi ma hanno significato passivo per, secondo le mie ricerche e le mie elaborazioni, la logica dei greci e dei latino. Ad esempio, il verbo greco γίγνομαι [pronuncia: ghignomai, in greco si ha solo la g gutturale è, quando preceduta da un’altra gutturale, nasale (conseguentemente si pronuncia “n”)] significa nascere ed è deponente e quindi si usa il medio . Vi faccio una domanda: avete mai visto o sentito parlare di un bambino che nasce da solo senza madre o ostetrica (nel mondo greco la levatrice o il medico)? Mi pare più che logico che è fatto nascere ma allo stesso tempo nasce in prima persona, c’è bisogno di qualcosa di medio.
Allo stesso modo, nel significato reciproco se io parlo con qualcuno anche lui sta partecipando attivamente alla conversazione. Io ascolto e in un certo senso “sono parlato” (fatemela passare, per favore). In un certo senso l’azione è sia attiva che passiva e quindi c’è bisogno di un medio.
Non parlo del significato riflessivo, sarebbe scontato. Passiamo a quello etico o d’interesse. Etico deriva da έτος, comportamento. Se io faccio qualcosa per me nel mio interesse beh uso il riflessivo, no?
Ovviamente assume valore passivo in casi eccezionali, ma comunque comuni.
E poi dicono che il greco è brutto.