@Carlous_Rex
La Seconda Guerra Punica Episodio 1: "La pace mancata"
Nel 241 a.C. la prima guerra punica giunse al termine: Roma aveva vinto, Cartagine aveva perso. Alla citta eterna sarebbe stato conferito il titolo di potenza egemone del Mediterraneo occidentale, a quella sconfitta un trattato di pace umiliante. Roma ottenne la Sicilia eccezion fatta per Siracusa, che già dal 248 era alleata dei romani, un'indennità di guerra di mille talenti e altri 2200 sottoforma di rate annuali. Vincitrice e vinta erano legati da una clausola che prevedeva che entrambe si sarebbero impegnate a non attaccare i reciproci alleati, ma essa non fu rispetta da parte della potenza vincitrice. Nel 238, mentre Cartagine sedava le rivolte dei mercenari libici, Roma prese il controllo della Corsica e della Sardegna: i cartaginesi, incapaci di difendersi, accettarono inermi la perdita di altri loro possedimenti. Il destino della città fenicia appariva sempre più oscuro e funesto, ma vi era ancora una luce di speranza che risiedeva nel sangue del generale che pose fine alla rivolte dei mercenari, nel sangue di Amilcare Barca.
(Ritratto di Amilcare Barca)<br /> <br /> Amilcare fu il più abile generale cartaginese durante la prima guerra punica. Nel 247 sbarcò in Sicilia quando la maggior parte dell'isola era sotto il controllo romano e riuscì a fermare l'avanzata romana. Per tutto il resto della guerra Roma non riuscì più ad avanzare in Sicilia, ma ciò non compromise la vittoria. Amilcare tornò a casa senza aver perso una battaglia e con un grande disprezzo verso la classe politica punica: credeva che i senatori avevano dato più importanza ai loro privilegi e alle lotte per il potere dimenticandosi le vere priorità del loro Paese. Dopo la perdita delle due isole mediterranee, convinse il Senato a dargli un corpo di spedizione per espandere i domini cartaginesi nella penisola iberica e risanare le casse dello Stato. Il senato temeva, a causa della fama da eroe di guerra che Amilcare aveva creato intorno a sé, che voleva usare la campagna in Iberia come mezzo politico per scalare la piramide del potere ed arrivare in cima per governare da solo, perciò gli conferì un esiguo numero di mercenari. Egli si accontentò e decise di marciare verso la Spagna, dove arrivò nel 237 insieme al suo primogenito maschio: Annibale. Egli aveva solo 9 anni all'epoca.<br />
( Celebre busto di marmo raffigurante Annibale rinvenuto a Capua)<br /> <br /> Annibale fin da piccolo aveva ricevuto un'educazione di stampo ellenico soprattutto grazie a Silenos, suo maestro presumibilmente di origine greca. Annibale, il cui significato etimologico è "Grazia di Baal", covava un odio profondo verso i romani che lo avrebbe portato a diventare il nemico di Roma per eccellenza. La spedizione di Amilcare in Spagna fu un successo grazie alla cavalleria numidica e ai guerrieri che reclutò nella penisola, i celtiberi. L'esercito di Amilcare conquistava città dopo città e ciò causava molte agitazioni a Roma: si temeva che il generale che non aveva mai subito una sconfitta potesse marciare su Sagunto, città alleata dei romani, e mettere in pericolo la pace. Ma Amilcare persuase i romani spiegandoli che con le sue vittorie Cartagine avrebbe potuto pagare i debiti di guerra, cosa in effetti vera. Nel 229 morì annegato in un fiume presso la città di Helike (la moderna Elche) davanti agli occhi di suo figlio. In molti, sia a Roma che a Cartagine, tirarono un sospiro di sollievo alla notizia della morte del grande condottiero e che Asdrubale Maior, assai meno inferocito contro i romani, prese il controllo dell'esercito in Iberia. I Romani dunque lasciarono che i Cartaginesi si espandessero nella penisola dato che l'ultimo cartaginese capace di batterli, ma anche solo di avere il coraggio di sfidarli, era ormai stato sepolto. Ma si sbagliavano di grosso.<br />
(La leggenda narra che prima che arrivasse in Spagna Amilcare abbia fatto fare a suo figlio Annibale un rito per giurare il suo odio eterno verso Roma)<br /> <br /> Nel 221 anche per Asdrubale Maior scoccò la sua ora e l'esercito decise di nominare il giovane Annibale, allora 26enne, come suo successore. Annibale dimostrò subito le sue doti militari conquistando le città di Cartala, Hermantica e Arbocala. I popoli iberici, provando grande paura del condottiero cartaginese, decisero di unirsi in una coalizione composta da 100 milia uomini. Nel 220, presso il fiume Tago, si svolse la prima vera grande battaglia di Annibale. Mentre marciava con i suoi 25 Mila soldati si trovò davanti ai suoi occhi il grande esercito iberico. Lui decise di scappare e i suoi nemici, vendendo l'invasore dei loro territori fuggire come un codardo, lo inseguirono ciecamente. Ma quando le truppe cartaginesi attraversarono il fiume gli iberici, che lo stavano ancora attraversando, notarono che dall'altra sponda vi erano la cavalleria numidica e gli elefanti da guerra cartaginesi già schierati contro di loro: Annibale li aveva attirati nella loro trappola. Al suo segnale le sue truppe attaccarono i nemici impantanati nel fiume sfruttando la miglior agilità dei cavalli e degli elefanti. I pochi soldati iberici che erano rimasti a terra scapparono mentre vedevano le acque del Tago diventare rosse: la vittoria di Annibale fu perfetta.
(cavaliere numidico)<br /> <br /> Dopo due anni spesi a combattere in Spagna, Annibale decise che era arrivato il momento di fare l'azzardo. Radunò a se i suoi generali più fidati: Asdrubale e Magone (suoi fratelli minori), Silenos, Maarbale e Giscone, e riferì loro che era arrivato il momento di sfidare il loro vero nemico. La seconda guerra punica era alle porte e Roma non era ancora a conoscenza di chi che avrebbe dovuto affrontare.