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04/07/2024 alle 15:12

I santi di oggi 4 luglio:

I santi di oggi 4 luglio:

nome Sant'Elisabetta del Portogallo- titolo Regina- nome di battesimo Isabella d'Aragona- nascita 1271, Aragona, Spagna- morte 1336, Estremoz, Portogallo- ricorrenza 4 luglio, 8 luglio messa tridentina- Canonizzazione 24 giugno 1625 dal papa Urbano VIII- Attributi fiori, bastone da pellegrina, rosario, abito da francescana- Patrona di ammalati ed enologi- Nacque l'anno 1271 da Pietro III re di Aragona e da Costanza figlia di Manfredi re di Sicilia. Le fu imposto il nome di Elisabetta in memoria di S. Elisabetta regina d'Ungheria, sua prozia. All'età di otto anni cominciò a recitare l'Ufficio divino e così fece per tutta la vita. Come principessa ella aveva tutta la possibilità di seguire la moda, ma non volle farlo, privandosi anche dei giochi e piaceri leciti. Contratto matrimonio con Dionigi re del Portogallo, non tralasciò gli esercizi di pietà e le buone opere in cui si era fino allora esercitata. Al mattino si alzava presto, recitava parte dell'Ufficio, assisteva alla S. Messa e poi trascorreva le ore della giornata nell'adempiere i doveri del suo stato, nella lettura della Sacra Scrittura e nel lavoro manuale. Non stava mai oziosa. Da questo sistema non si lasciò smuovere da coloro che le suggerivano una vita più conforme alla sua dignità. Osservava i digiuni imposti dalla Chiesa e se ne imponeva altri; visitava e sollevava i poveri e gli infermi. Verso il marito, di costumi depravati, la pia regina usò ogni preghiera ed esortazione per indurlo alla conversione, e sempre con tutta pazienza e dolcezza, nonostante che le sue premure fossero ricambiate con altri torti ed affronti. Essendo stata accusata di aver istigato suo figlio alla ribellione contro il re, fu dall'empio sovrano privata dei suoi beni e relegata nella piccola città di Alaquer. Molti suoi sudditi le offerirono armi e truppe per recuperare il trono dal quale sì ingiustamente era stata scacciata; ma ella nulla accettò ed esortò tutti a mantenersi fedeli al sovrano. Questi ebbe finalmente la grazia di entrare in se stesso; riconobbe l'innocenza di Elisabetta, la richiamò alla corte e perdonò suo figlio. La santa regina approfittò della conversione del marito per confermarlo nella via della salvezza eterna. Morto il marito nel 1325 salì al trono Alfonso, figlio di Elisabetta, ella pensò di farsi religiosa nel convento di S. Chiara in Coimbra; ma non essendole stato consentito, visse ritirata in un appartamento contiguo al monastero. Per due volte si recò umilmente e poveramente in pellegrinaggio a Compostella. Di ritorno dal secondo pellegrinaggio, avendo udito che il re suo glio era in discordia con Alfonso VII di Castiglia, si affrettò ad arrivare ad Estremoz per pacificare i due contendenti, ma colta da violenta febbre morì santamente in età di 65 anni. Fu sepolta nel monastero di S. Chiara da lei fondato. Urbano VIII la canonizzò, fissando la sua festa l'8 luglio. Successivamente la data fu anticipata al 4 luglio. PRATICA. Impariamo a praticare la preghiera assidua, l'umiltà e la pazienza. PREGHIERA. O Dio clementissimo, che tra le altre spiccate virtù decorasti la beata regina Elisabetta della prerogativa di sedare il furore della guerra, concedi a noi, per sua intercessione, che dalla pace di questa vita mortale possiamo passare ai gaudi eterni. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Estremoz, in Portogàllo, il natale di santa Elisabètta Vedova, Regina dei Portoghesi, la quale, illustre per virtù e per miracoli, dal Sommo Pontefice Urbàno ottavo fu annoverata nel numero dei Santi.

nome Beato Piergiorgio Frassati- titolo Terziario domenicano- nascita 1901, Torino- morte 1925, Torino- ricorrenza 4 luglio- Beatificazione 20 maggio 1990 da papa Giovanni Paolo II- Patrono di confraternite d'Italia e giovani di azione cattolica e della Gioventù Vincenziana Mondiale- Pier Giorgio Frassati nacque a Torino nel 1901: il padre Alfredo, senatore del Regno d'Italia, fondatore e direttore del famoso quotidiano La Stampa, fu ambasciatore a Berlino, mentre la madre si chiamava Adelaide Ametis. Studiò presso i gesuiti, poi frequentò il corso di ingegneria industriale e meccanica al Politecnico di Torino, specializzandosi in estrazioni minerarie. Nel 1919. si unì a un gruppo di studenti della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (EU.C.I.), movimento studentesco fondato alla fine del XIX secolo, un ramo importante dell'Azione cattolica, che aveva tra i suoi scopi la formazione di una élite di laici, e che divenne il centro del pensiero e della propaganda antifascista. Diventò anche membro del Partito Popolare Italiano, propendendo per l'ala sinistra del movimento, favorendo un'alleanza con i socialisti e contribuendo alla fondazione di un giornale di sinistra, Il Pensiero popolare, nel 1923. Fu arrestato nel 1921 durante il congresso della Gioventù Cattolica a Roma, e nel 1924 fu vittima della violenza fascista. Viaggiò all'estero, specialmente in Germania, dopo che suo padre era diventato ambasciatore in questa nazione, ebbe contatti con il movimento internazionale conosciuto come Pax Romana e ne frequentò il primo congresso annuale a Ravenna nel 1921. Si fece coinvolgere nelle lotte politiche per il controllo del movimento studentesco all'università di Torino, e lo troviamo una seconda volta come collaboratore dei socialisti nella causa antifascista. Dopo l'assassinio di Matteotti nel 1924, s'iscrisse all'Alleanza universitaria antifascista. Allo stesso tempo Pier Giorgio fu membro attivo di diverse congregazioni e associazioni religiose; si unì alla Confraternita del Rosario nel 1919, e al gruppo di studenti universitari della Adorazione notturna del SS. Sacramento, l'anno seguente. Divenne terziario domenicano nel 1922, con il nome di Girolamo, forse in memoria del riformatore fiorentino domenicano Girolamo Savonarola, arso sul rogo nel XV secolo. Era anche membro dell'associazione San Vincenzo de' Paoli, e forse, visitando i malati, contrasse una forma virale di poliomielite, dato che morì improvvisamente nel luglio 1925. Il suo funerale fu degno di nota per il gran numero di poveri che vi parteciparono; fu sepolto a Pollone, vicino a Vercelli, luogo d'origine della sua famiglia. La sua profonda spiritualità e le sue ardenti convinzioni politiche non erano subito evidenti in quella personalità tranquilla, estroversa e calorosa; appassionato di montagna e sportivo, ebbe un ruolo importante nella vita studentesca. Era intransigente, quando doveva difendere la sua fede, si trattasse dell'importanza della democrazia o della verità della dottrina cattolica. La sua attività politica era motivata dalla fede: desiderava riformare lo stato in base a principi veramente cristiani, primo fra tutti la fede nell'importanza di ogni essere umano in quanto individuo amato da Dio e redento da Cristo. Nonostante la brevità della sua vita, fu un modello esemplare di vita laica vissuta appieno e ispirata da una spiritualità personale, che includeva necessariamente un interesse attivo per il bene degli altri. Uno dei suoi insegnanti, il prof. Cojazzi, ha scritto una vivace biografia di lui poco dopo la sua morte, e ciò ha contribuito a farlo conoscere diffusamcntc (nc sono state vendute più di centomila copie ed è stata tradotta in quindici lingue, incluso il cinese e il giapponese). Molti gruppi studenteschi universitari si sono ispirati al suo esempio, e hanno scelto il suo nome per il loro titolo. La sua causa di beatificazione è stata presentata nella diocesi di Torino nella metà degli anni '30, e Frassati è stato beatificato nel 1990; in quest'occasione, il papa ha parlato della fede e della carità come le forze che hanno dato significato alla sua vita e che gli hanno permesso di assumere un ruolo attivo, energico nella famiglia, a scuola e all'università, e nella società a un livello più alto, e lo hanno trasformato in un apostolo di Cristo gioioso ed entusiasta, appassionato seguace del messaggio d'amore di Nostro Signore. Secondo il papa, Pier Giorgio ha seguito il monito di Pietro: «[...] adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3, 15). MARTIROLOGIO ROMANO. A Torino, beato Piergiorgio Frassati, che, giovane militante in associazioni del laicato cattolico, si impegnò con tutto se stesso in iniziative di sviluppo sociale e di carità verso i poveri e i malati, finché morì colpito da paralisi fulminante.

nome Sant'Ulrico di Augusta- titolo Vescovo- nascita 890 circa, Germania- Ordinato presbitero 908- Consacrato vescovo 28 dicembre 923- morte 4 luglio 973, Augsburg, Germania- ricorrenza 4 luglio- Canonizzazione 4 luglio 993 da papa Giovanni XV- Patrono di Ortisei, Plaus, Nalles, Lavis, San Odorico- Incarichi ricoperti Vescovo di Augusta- Ulrico nacque nell'R90 nella famiglia dei conti di Dillingen ad Augusta in Baviera e ricevette la sua educazione ecclesiastica nel famoso monastero svizzero di S. Gallo. Divenne amico di S. Viborada (2 mag.), che viveva in eremitaggio vicino al monastero e che sembra abbia predetto che il suo giovane amico sarebbe diventato vescovo. Dopo aver terminato gli studi, Ulrico ritornò ad Augusta, dove suo zio, S. Adalberone, (venerato localmente il 6 ott.), era vescovo. Visse per qualche tempo in casa sua finché non fu ordinato sacerdote. Adalberone morì nel 909, e nel 923 Ulrico stesso diventò vescovo di Augusta, con l'appoggio di suo nonno materno, il duca di Svcvia. I magiari invasero la zona nel 926, uccidendo Viborada, saccheggiando Augusta, e bruciando la cattedrale. Ulrico si dedicò a ristabilire l'ordine e a ricostruire la fiducia e la prosperità del suo popolo; era un abile amministratore e un pastore devoto ed effettuava una visita alla sua diocesi ogni anno. Fondò il monastero di S. Stefano nel 968 e fece restaurare quello di S. Afra, insieme a diverse chiese parrocchiali. Questa vita pastorale attiva era ancor più notevole dato il suo coinvolgimento nella politica come uno dei consiglieri più vicini all'imperatore. Ottone I il Grande sconfisse i magiari nel 955 e attribuì la vittoria in gran parte a Ulrico, che aveva difeso Augusta con successo, costruendo un muro di protezione attorno alla città e organizzandone la difesa militare. Durante la sua attività di vescovo, Ulrico fu un acceso sostenitore di Ottone e della sua politica imperiale. La sua vita pubblica piena di impegni si basava su una vita interiore di preghiera e austerità e un regime quasi monastico nelle questioni episcopali. A testimonianza della sua dedizione ai precetti del Vangelo, si narrano le sue visite quotidiane all'ospedale di Augusta in cui lavava i piedi di dodici poveri e distribuiva elemosine. Verso la fine della sua vita, desiderò ritirarsi in un monastero, e così nel 972 rassegnò le dimissioni dalla sua sede e nominò suo nipote Adalberone al suo posto. Fu criticato per quest'atto di nepotismo e chiamato a comparire in un sinodo a Ingelheim per dare delle spiegazioni in merito, ma Adalberone morì prima che potesse assumere l'incarico. Ulrico morì nel 973, e nacque subito un culto locale. Si sosteneva che avvenissero miracoli sulla sua tomba e, per richiesta del suo successore vescovo di Augusta, fu canonizzato da papa Giovanni XV nel 993, in un sinodo che si tenne in Laterano, prima canonizzazione da parte di un papa di cui si abbia notizia. I motivi sottesi a una canonizzazione così rapida erano di vario genere, e il pontefice stava agendo almeno in parte per far piacere all'imperatore di Germania, ma non ci sono dubbi sulla santità di Ulrico e sulla sua attività esemplare di vescovo. Ulrico è uno dei due patroni principali di Augusta ed è anche patrono di un certo numero di altre città tedesche. La sua tomba nella basilica dei SS. Ulrico e Afra ad Augusta è ancora un luogo di pellegrinaggio. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Augsburg nella Baviera, in Germania, sant’Ulderico, vescovo, che fu insigne per il mirabile spirito di penitenza, la generosità e la vigilanza e morì nonagenario dopo cinquant’anni di episcopato.

nome Sant'Andrea di Creta- titolo Vescovo- nascita 660 circa, Damasco, Siria- morte 740, Isola di Lesbo, Grecia- ricorrenza 4 luglio- Santuario principale Monastero di Sant'Andrea di Creta, Costantinopoli- Andrea nacque a Damasco verso la metà del wi secolo; all'età di quindici anni si recò a Gerusalemme ed entrò nel monastero di San Saba e del Santo Sepolcro. Nel 685, Teodoro, il patriarca di Gerusalemme, lo inviò a Costantinopoli per dichiarare che la sua città accettava i decreti del VI concilio ecumenico di Costantinopoli (Costantinopolitano III) contro il monotelismo (che sosteneva l'unica volontà divina di Cristo). Durante il soggiorno nella città imperiale, fu ordinato diacono e gli furono affidati un orfanotrofio e un ospizio per anziani. Qualche tempo dopo, probabilmente nel 700 circa, fu nominato arcivescovo di Gortina, la diocesi metropolitana di Creta. Nel 711 ci fu un altro tentativo di istituire il monotelismo come religione ufficiale dell'impero, allorché Filippico Bardane conquistò il trono imperiale e convocò un sinodo per abrogare i decreti del precedente concilio. Andrea partecipò al sinodo e per un breve periodo ne accettò i decreti eretici, finché Bardane non fu cacciato e il patriarca di Costantinopoli non scrisse una lettera di scuse e di ritrattazione al papa per conto di coloro che avevano partecipato al sinodo. Andrea divenne famoso come predicatore e compositore di inni. Sono stati pubblicati ventuno dei cinquanta sermoni tramandati, e anche se non è vero, come si affermava, che fu responsabile di aver introdotto il tipo di inno conosciuto come kanon nella liturgia bizantina, ne scrisse molti, alcuni dei quali sono ancora cantati. Uno di questi è conosciuto come "grande Kanon" ed è formato da duecentocinquanta strofe, da cantare in Quaresima «con molta fatica per i polmoni», come ha affermato un critico, ma nel complesso «notevoli per l'originalità della loro forma metrica e musicale», oltre che per la lunghezza (Grove). Le sue omelie sono importanti per lo sviluppo della devozione alla Madonna. Egli morì sull'isola di Lesbo nel 740. Non deve essere confuso con un altro S. Andrea di Creta, "il Calibita" (20 ott.), che fu martirizzato nel 766. MARTIROLOGIO ROMANO. A Eresso nell’isola di Lesbo, transito di sant’Andrea di Creta, vescovo di Górtina, che con preghiere, inni e cantici di raffinata fattura cantò le lodi di Dio ed esaltò la Vergine Madre di Dio immacolata e assunta in cielo.

nome Santa Berta di Blangy- titolo Badessa- nascita 640 circa, Francia- morte 725 circa, Blangy- ricorrenza 4 luglio- Berta nacque vicino a Thérouanne nella regione francese del Pas de Calais e fondò il monastero di Blangy vicino a Hisdin nell'Artois. In base a una versione tarda della sua Vita, Berta era la figlia del conte Rigoberto, sposò un nobile, ed ebbe cinque figlie. Alla morte del marito decise di dedicarsi alla vita religiosa, ed entrò nel monastero che aveva fondato a Blangy, assieme alle sue due figlie maggiori, Gertrude e Deotilla. Divenne badessa e, dopo aver stabilito una regola per la comunità, l'affidò alla seconda, e si ritirò in una cella per dedicarsi alla preghiera. Morì nel 725 circa, e le reliquie furono trasferite a Erstein, vicino a Strasburgo, nell'895, per difenderle dagli invasori normanni; nel 1032 furono riportate al monastero di Blangy, che per allora era stato restaurato come monastero benedettino. MARTIROLOGIO ROMANO. A Blangy nel territorio di Arras in Francia, santa Berta, badessa, che, entrata insieme alle figlie Geltrude e Deotila nel monastero da lei fondato, dopo alcuni anni si ritirò come reclusa in una cella.

nome San Lauriano- titolo Martire- ricorrenza 4 luglio- Lauriano nacque in Ungheria da una famiglia nobile ma pagana, la sua vita è una straordinaria testimonianza di conversione, servizio ecclesiastico e sacrificio. Fu introdotto al Cristianesimo da un parente cristiano che lo incoraggiò a intraprendere un percorso spirituale. Seguendo questo consiglio, Lauriano si recò a Milano per approfondire gli studi teologici. In questa città, fu ordinato diacono e si dedicò con fervore a combattere l'eresia ariana, che stava guadagnando terreno in quel periodo. La sua opera a Milano fu fondamentale nella difesa dell'ortodossia cristiana. La sua vocazione lo portò successivamente a Siviglia, dove fu nominato vescovo. Lauriano servì la comunità con grande zelo fino al 539, guadagnandosi la stima e l'affetto dei fedeli. La sua leadership spirituale fu caratterizzata da una profonda devozione e da un impegno costante nella promozione della fede e della giustizia. Dopo il 539, Lauriano si trasferì prima a Marsiglia e poi a Roma. Durante questi spostamenti, continuò a esercitare la sua missione religiosa. Tuttavia, la sua vita terrena ebbe una svolta drammatica quando fu catturato dai soldati di Totila, re degli Ostrogoti, intorno al 541. Lauriano fu decapitato a Bourges nel 546. La leggenda narra che, dopo essere stato decapitato, raccolse miracolosamente la propria testa e la consegnò ai suoi carnefici, chiedendo loro di portarla a Siviglia, dove in quel momento infuriava una grave epidemia di peste.

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