@anonimodicera
piccolo (lunghissimo) sfogo…
Provo a spiegarvi meglio. Io ho un disturbo d’ansia ormai da 7 anni quindi fidatevi che io la conosco la mia ansia. L’ansia mi viene quando sono con delle persone o in qualsiasi altra occasione dove ho dei vincoli (non è ansia sociale), ad esempio mi veniva a scuola, a conservatorio, in trasferta con la squadra; ma non mi viene ad esempio all’università, in palestra o al mare (perché anche se sono con delle persone non ho dei vincoli). Nella mia vita ci sono stati momenti dove quest’ansia proprio mi mangiava vivo, e momenti dove era più gestibile, MA IN OGNI CASO IO SOFFRIVO COME UN CANE ED ERO IN CONTINUA GUERRA CON LA MIA MENTE. Quindi negli ultimi mesi ho deciso che ne avevo le palle piene di provare tutto ciò senza motivo, perché dalla mia ansia io non devo imparare niente, non è come l’ansia per un interrogazione o l’ansia sociale che ha delle basi da scardinare, no, la mia ansia non ha senso perché io non ho ansia di niente, mi viene e basta perché il mio cervello decide così, quindi perché la devo provare? Allora ho deciso di eliminare dalla mia vita tutte le situazioni di ansia: ho mollato la squadra, ho mollato conservatorio e va be ho finito la scuola. Quindi sono passato da avere le giornate piene a vuote. E ora la solitude mi assale, mi sento un carcerato, ho pensieri suicidi e anche il mio corpo sta cedendo. E ora la fatidica domanda che la mia psicologa mi fa sempre: è meglio l’ansia di prima o la solitudine di adesso? Lei dice che è meglio l’ansia, grazie al cazzo, non la devi provare tu. La mia ansia è un dolore senza senso, la solitudine invece ha senso: il mio corpo mi sta comunicando che ho bisogno di uscire, di frequentare persone. Ma se faccio tutto ciò torna la mia ansia, quindi perché mi devo attivare per uscire la sera, per trovare amici, se tanto devo soffrire lo stesso? Meglio soffrire senza fare niente che soffrire dopo che ti sei fatto il culo per stare meglio. Voi cosa ne pensate? io sono veramente stanco