@Vitupero
I santi di oggi 28 luglio:
nome Santi Nazario e Celso- titolo Martiri- ricorrenza 28 luglio- Santuario principale Basilica di San Nazaro Maggiore, Chiesa di Santa Maria presso San Celso- Attributi Palma del martirio- Patrono di Arosio, Castronno, Dogliani, Marcallo con Casone, Monte Cremasco, Paderno Dugnano, Pagazzano, Arenzano, Verderio Inferiore, Vignola, Urgnano, Prasco, Zorlesco, Sarturano, Sambuci, Verano Brianza- S. Nazario ebbe la fortuna di avere una piissima madre per nome Perpetua la quale era stata ammaestrata nella fede da S. Pietro, o almeno da alcuni dei suoi primi discepoli. Benchè suo marito, che occupava un posto distinto nell'impero, fosse pagano, ella tuttavia si studiò di ispirare al giovanetto Nazario, suo figlio, un ardente desiderio di consacrarsi a Gesù Cristo. Le sue lezioni ebbero un successo che superò le sue speranze. Nazario divenne un perfetto modello di tutte le virtù cristiane. Ardente di zelo per la salute delle anime, abbandonò Roma, sua patria, si recò a predicare la fede in molti luoghi con un fervore e con una generosità degna di un discepolo degli apostoli. Giunto a Milano i pagani lo arrestarono con un giovane di nome Celso, che lo accompagnava per assisterlo nei suoi viaggi e l'uno e l'altro furono condannati a perdere la testa sotto la mannaia. Soffrirono il martirio verso l'anno 68, poco dopo che Nerone aveva scatenata la prima persecuzione sanguinosa contro la Chiesa. Il ricordo dei due martiri si perse fino al ritrovamento dei corpi da parte di sant'Ambrogio che nel 395 grazie ad un'ispirazione decise la riesumazione di due corpi sepolti negli orti fuori città. Uno dei corpi, decapitato ma incorrotto, fu ritenuto quello di Nazario e fu trasportato davanti a Porta Romana, dove venne eretta una basilica in suo onore. Nel luogo del ritrovamento delle ossa del secondo, ritenute quello di Celso, sorse un'altra basilica. PREGHIERA La santità di Naziario e Celso già da te coronati, o Signore, ci difenda ed implori soccorso per la nostra debolezza. MARTIROLOGIO ROMANO. A Milano, santi Nazario e Celso, martiri, i cui corpi furono rinvenuti da sant’Ambrogio.
nome San Vittore I- titolo 14º papa della Chiesa cattolica e martire- nascita II secolo, Africa- Elezione 189- Fine pontificato 199- morte 8 luglio 202, Vaticano, Roma- ricorrenza 28 luglio- Santuario principale Basilica di San Pietro in Vaticano- S. Vittore, africano di nascita, fu eletto Papa dopo la morte di S. Eleuterio, che avvenne nel 193 di Gesù. Cristo, e dopo quella dell'imperatore Commodo nel tempo in cui, secondo Eusebio, Pertinace reggeva l'impero. Egli si mostrò degno successore degli apostoli, opponendosi con vigoria alle eresie che sorsero al suo tempo. Confermò il decreto di Pio I circa la celebrazione della Pasqua in domenica e perchè questa legge fosse messa in pratica, si tenevano dei concili in molti luoghi. Infine il primo Sinodo di Nicea stabilì che la festa di Pasqua si celebrasse dopo la quattordicesima luna, affinchè i cristiani non sembrassero imitare i giudei. Papa S. Vittore stabilì che in caso di necessità si può usare per il battesimo qualsiasi acqua, purchè naturale. Scacciò dalla Chiesa il cuoiaio Teodoto di Bisanzio, il quale, avendo nell'ultima persecuzione apostatato per salvare la vita, osò affermare, per diminuire l'empietà del suo fallo, che quel Gesù Cristo che egli aveva rinnegato non era Dio, ma semplicemente uomo. Rimangono di questo S. Pontefice una dissertazione intorno alla questione della celebrazione della Pasqua e alcuni altri opuscoli. Tenne due ordinazioni nel mese di dicembre nelle quali creò quattro sacerdoti, sette diaconi e dodici vescovi per luoghi diversi. Coronato dal martirio, fu sepolto in Vaticano il 28 luglio dell'anno 202 dopo aver governato la Chiesa 9 anni, 7 mesi e z i giorno. MARTIROLOGIO ROMANO A Roma, san Vittore I, papa, africano, che stabilì che la santa Pasqua fosse celebrata da tutte le Chiese la domenica seguente la Pasqua giudaica.
nome Sant'Alfonsa dell'Immacolata Concezione- titolo Clarissa dell'India- nome di battesimo Annakutty Muttathupadathu- nascita 19 agosto 1910, Kudamaloor, India- morte 28 luglio 1946, Bharananganam, India- ricorrenza 28 luglio- Beatificazione 8 febbraio 1986 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 12 ottobre 2008 da papa Benedetto XVI- Anna Muttathupadathu nacque a Kudamaloor nel Kerala, in India, nell'agosto del 1910 e fu battezzata secondo il rito siromalabarico. I genitori morirono quando era giovane, perciò fu educata da una zia materna e dalla nonna. All'età di tredici anni la zia predispose per lei un matrimonio, ma Anna si oppose così fortemente all'idea che si bruciò deliberatamente i piedi per evitare il fidanzamento, ispirata, come disse al suo confessore, dalle vite delle sante che deturparono la loro bellezza per evitare pretendenti non graditi. Accadde che le ustioni furono più gravi di quanto lei intendesse, dunque ne portò le cicatrici sulle gambe per il resto della vita. Alla fine le sue tutrici le permisero di entrare nel monastero delle clarisse a Bharananganam nel 1927 come postulante; si trattava di un convento di terziarie francescane regolari che avevano professato i voti religiosi ordinari. Anna assunse il nome religioso di Alfonsa dell'Immacolata Concezione, in onore di S. Alfonso Liguori, indossando l'abito religioso nel 1930. Le suore si occupavano principalmente dell'insegnamento, e Anna ottenne il diploma d'insegnante mentre era ancora postulante e iniziò a insegnare. Dopo essere entrata in convento, la sua salute peggiorò gradualmente, a tal punto che «il resoconto delle sue sofferenze fisiche sembra un'opera di patologia» (Ball). Presto fu costretta a interrompere l'insegnamento, e restò invalida per tutto il resto della vita. Accettò queste sofferenze fisiche come suo apostolato principale, dichiarando: «Sento che il Signore mi ha destinato a essere un'oblazione, un sacrificio di sofferenza [...]. Il giorno in cui non ho sofferto è un giorno perduto per me». Oltre alle sofferenze fisiche, dovette affrontare l'opposizione di alcune sorelle e di altri, che non capivano le continue malattie e diffondevano calunnie su di lei. Benché accogliesse sempre e tentasse di aiutare i pellegrini che giungevano al convento per avere i suoi consigli e le sue preghiere, la gente notava una certa riservatezza, che qualcuno confuse con freddezza. Quelli che la conobbero meglio scoprirono che tale riservatezza nascondeva una carità profondamente spirituale che si estendeva a tutti. Cominciarono a diffondersi resoconti di miracoli ottenuti tramite la sua intercessione, principalmente previsioni di eventi tragici. Nel luglio 1946, Alfonsa chiese al suo confessore di poter pregare di morire presto, perché sentiva di essere divenuta un fardello troppo pesante per le consorelle. Morì il 28 luglio 1946, e un notevole culto ebbe inizio subito dopo la morte: folle consistenti di cristiani, influisti e musulmani visitarono la sua tomba, attratte dalle notizie di guarigioni miracolose, e dalla purezza della sua vita. È stata beatificata a Kottayam nel 1986, da Giovanni Paolo II, durante il suo viaggio in India e canonizzata da Benedetto XVI il 12 ottobre 2008. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Bharananganam nello Stato del Kerala in India, beata Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna) Muttathupadathu, vergine, che, per sfuggire a un matrimonio imposto, si bruciò un piede mettendolo nel fuoco e, ammessa poi tra le Clarisse Malabaresi, quasi sempre malata offrì la propria vita a Dio.
nome San Sansone- titolo Abate e vescovo di Dol- nascita 485 circa, Galles- morte 565, Dol, Bretagna, Francia- ricorrenza 28 luglio- Anche se non vi è dubbio che Sansone fu probabilmente il più importante missionario britannico del vi secolo, vi è molta incertezza per quanto riguarda l'autenticità di alcuni dettagli storici che fanno da cornice alla sua storia. Probabilmente era nato in Galles, Poiché il padre proveniva da Dyfed e la madre da Gwent. All'età di cinque anni, i genitori lo consacrarono come ringraziamento a S. Iltuto (6 nov.) a Llanilltud Fawr, dove successivamente fu ordinato sacerdote. La gelosia dei nipoti di Iltuto costrinse Sansone a ritirarsi in un monastero su un'isola, forse nelle isole Caldey, al largo della costa del Pembrokeshire, dove diventò dispensiere e poi abate. A un certo punto, si recò in Irlanda, dove riformò un monastero (forse sull'Howth, vicino a Dublino) prima di ritornare a vivere come eremita vicino al Severn (dove si dice sia stato raggiunto da suo padre). Divenne abate di un monastero nei dintorni e consacrato vescovo da S. Dubricio (o Dyfrig, 14 nov.), ma ancora una volta le circostanze non sono chiare. Svolse l'attività missionaria per un certo periodo in Cornovaglia; S. Mevenno (21 giu.), S. Austolo (21 giu.) e S. Vinnoco (6 nov.) furono suoi discepoli e collaboratori. La Vita primitiva è ricca di dettagli attendibili su questa parte di attività del santo, inclusa la conversione di bande di pagani che si dedicavano alle orge a Bodmin Moor. Esistono alcuni luoghi in Cornovaglia in relazione a Sansone, come Padstow, Saint Kew, Southill e Golant, compresa una delle isole di Scilly che porta il suo nome.<br /> Dalla Cornovaglia si spostò in Bretagna, forse attraversando le Isole Normanne, dove una città sul Guernsey ha preso il suo nome; fondò alcuni monasteri a Pental in Normandia e a Dol in Bretagna, dove era anche riconosciuto come vescovo, nonostante l'assenza di una sede ufficiale in quella zona, a quel tempo. Visitò la corte reale a Parigi e gli furono garantite alcune terre dal re, per le sue fondazioni. Nel 557, gli atti di un concilio a Parigi furono firmati da Samson peccator episcopus (Sansone vescovo peccatore), ed è probabile che si trattasse della stessa persona, sebbene Doble affermi che la firma era Samson subscripsi et con-sensi in nomine Christi (Io Sansone, ho firmato e accettato nel nome di Cristo). Sansone morì in Bretagna nel 565 circa. Il culto fu popolare in Bretagna, dove era considerato il primo dei Sette Santi di Bretagna, fondatori delle sedi primarie di quella zona, e si diffuse rapidamente in Inghilterra, quando re Etelstano del Wessex (924-939) acquisì alcune delle sue reliquie per il monastero di Milton Abbas a Dorset (il re donò parte delle reliquie anche a Canterbury e Salisbury.) Esistono sei dedicazioni antiche in suo onore; normalmente era raffigurato con una croce o un bastone, e con una colomba e un libro. A Cricklade nel Wiltshire gli è stata dedicata una chiesa, che può aver dato origine alla leggenda medievale che lo mette in relazione con le scuole di greco presumibilmente fondate in quel luogo da Bruto e poi trasferite a Oxford da re Alfredo; si diceva che la St Samson's Hall, a Oxford, fosse una fondazione di Sansone (Orme). «È un esempio eccellente di un vescovo-monaco itinerante celtico» (O.D.S.). MARTIROLOGIO ROMANO. A Dol in Bretagna, san Sansone, abate e vescovo, che propagò in questa regione il Vangelo e la disciplina monastica, che aveva appreso in Galles dall’abate sant’Iltudo.
nome San Melchiorre Garcia Sanpedro- titolo Vescovo e martire- nome di battesimo José Melchor García-Sampedro Suárez- nascita 29 aprile 1821, Cortes, Spagna- Ordinato presbitero 29 maggio 1847- Nominato vescovo 15 aprile 1853 da papa Pio IX- Consacrato vescovo 16 settembre 1855 dal vescovo José María Díaz Sanjurjo, O.P.- morte 28 luglio 1858, Nam Dinh, Vietnam- ricorrenza 28 luglio- Beatificazione 29 aprile 1951 da papa Pio XII- Canonizzazione 19 giugno 1988 da papa Giovanni Paolo II- Attributi Palma, bastone pastorale- Incarichi ricoperti Vescovo titolare di Tricomia (1853-1858), Vicario apostolico coadiutore del Tonchino centrale (1853-1857), Vicario apostolico del Tonchino centrale (1857-1858)- Melchiorre García Sampedro nacque a Cortes nelle Asturie, in Spagna, nel 1821. Anche se i genitori erano troppo poveri per mantenerlo agli studi, nonostante tutto si mise in luce, in collegio. Nel 1845 entrò nel noviziato dei domenicani a Ocafia, specializzato nell'istruire i missionari che si recavano in Estremo Oriente. Il suo primo incarico fu nel Tonchino (Vietnam), compito pericoloso a causa della politica anticristiana dell'imperatore, che costringeva i missionari a viaggiare sotto false spoglie e principalmente di notte. Melchiorre descrisse le loro difficoltà in una lettera: «Fradici dalla testa ai piedi, coperti di fango, senza mantello, né vestiti per cambiarci, ci sentivamo felici [...I e io dimentico il dolore ai piedi per lodare il Signore. Non ho paura di esagerare affermando che raramente abbiamo provato una gioia maggiore di quelle provata durante le più dure tribolazioni». Fu nominato coadiutore di S. Giuseppe Díaz Sanjurjo (20 lug.), e vicario apostolico della regione orientale del Tonchino; dopo il martirio di Giuseppe, divenne suo successore alla sede episcopale (1857). Circa un anno più tardi fu catturato in un agguato e dopo molte sofferenze condannato a morte. Due fratelli laici del luogo furono torturati e decapitati allo stesso tempo. Il vescovo Garcia è stato beatificato nel 1951 e canonizzato nel 1988. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Melchiorre García Sanpedro, vescovo dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, messo per Cristo sotto strettissima prigionia, fu fatto a pezzi per ordine dell’imperatore T Duc.
nome San Botvido di Svezia- titolo Martire- nascita Södermannland, Svezia- morte Svezia- ricorrenza 28 luglio- Santuario principale Chiesa di san Botvido a Botkyrka- Attributi ascia e pesce- Botvido di Hammarby nacque nella provincia svedese di Södermannland da genitori pagani. A un certo punto della sua vita, si recò in Inghilterra data la sua attività di mercante, e là divenne cristiano. In seguito tornò in Svezia per predicare il Vangelo, e svolse la sua missione nelle province di Vestmannland e Norrland; è considerato uno degli apostoli di Svezia, ed è anche venerato come martire, ma non sembra che la sua morte sia stata tale. Comperò uno schiavo finlandese, lo istruì e lo battezzò, e poi lo liberò, perché tornasse in Finlandia a predicare il Vangelo. Botvido accompagnò il nuovo converso, assieme a un compagno, navigando attraverso il Baltico, ma durante la notte il finlandese uccise i due uomini e rubò la barca. La leggenda afferma che Bjòrn, il fratello di Botvido, ritrovò il suo corpo seguendo un uccello bianco di una specie mai vista prima; una sorgente d'acqua fresca sgorgò in corrispondenza delle macchie che il suo sangue aveva formato per terra, e una serva, cieca da tempo, riottenne la vista bagnandosi gli occhi con quell'acqua. La tomba diventò meta di pellegrinaggi, quando la fama di miracoli si diffuse in tutto il paese, e Bjòrn costruì una cappella di legno chiamata Botkyrka, sostituita nel 1176 dall'attuale chiesa in pietra. Botvido compare nelle rivelazioni di S. Brigida di Svezia (23 lug.), che aveva una grande devozione per lui, ed è raffigurato negli affreschi del XIX secolo nella sua casa a Roma. MARTIROLOGIO ROMANO. In Svezia, san Botvido, martire, che, svedese di nascita e battezzato in Inghilterra, si dedicò all’evangelizzazione della sua patria, finché fu ucciso dall’uomo che lui stesso aveva riscattato dalla schiavitù.