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Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
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Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro- Dioecesis Arretina-Cortonensis-Biturgensis seu Burgi Sancti Sepulchri- Chiesa latina- Suffraganea dell'arcidiocesi di Firenze- Regione ecclesiastica Toscana- Vescovo Andrea Migliavacca- Vicario generale Alessandro Conti- Vescovi emeriti arcivescovo Riccardo Fontana- Presbiteri 253, di cui 160 secolari e 93 regolari (1.352 battezzati per presbitero)- Religiosi 119 uomini, 262 donne- Diaconi 25 permanenti- Abitanti 360 300- Battezzati 342 100 (94,9% del totale)- Stato Italia- Superficie 3.425 km²- Parrocchie 247- Erezione III secolo (Arezzo), 1325 (Cortona), 1515 (Sansepolcro), in plena unione dal 30 settembre 1986- Rito cattolico romano- Cattedrale Santi Pietro e Donato- Concattedrali Santa Maria Assunta, San Giovanni Evangelista- Santi patroni San Giovanni Apostolo ed Evangelista, San Donato, Santa Margherita da Cortona, Madonna del Conforto. Antichissima è la diocesi di Arezzo. La tradizione indica in san Romolo, discepolo di San Paolo e successivamente leggendario vescovo di Fiesole, il primo evangelizzatore. Tra X e XI secolo, la diocesi vide il fiorire di numerosi altri monasteri benedettini, tra cui Santa Maria a Badia Prataglia, Santa Trinità in Alpe, San Gennaro a Capolona, San Salvatore della Berardenga, San Salvatore in Silvamunda. Il più noto fu l'eremo di Camaldoli, fondato poco prima del 1027 da san Romualdo, su un terreno donato dal vescovo aretino Teodaldo; nei pressi dell'eremo sorse qualche anno dopo il monastero di Camaldoli, che fu a capo di una importante congregazione benedettina, diffusa in tutta l'Italia centrale. A partire dall'epoca longobarda, la cattedrale diocesana si trovava fuori dalle mura cittadine, sul colle del Pionta, nei pressi della tomba del patrono san Donato. Questo luogo divenne il centro ecclesiastico e culturale di Arezzo, ulteriormente arricchito da altri edifici ecclesiastici e fortificato all'epoca dei vescovi Adalberto e Teodaldo nella prima metà dell'XI secolo. Nel 1203, il vescovo Amedeo trasferì la cattedrale entro le mura cittadine; dapprima la cattedra vescovile fu posta nella chiesa benedettina di San Pietro Maggiore, e poi, a partire dal 1278, fu iniziata la costruzione della nuova cattedrale con il vescovo Guglielmino degli Ubertini, portata a termine nel 1511. Nella cattedrale di Arezzo, oltre a san Donato, è sepolto papa Gregorio X; nello stesso edificio sacro si tenne il conclave che elesse nel 1276 il suo successore, Innocenzo V. Fu il primo conclave in cui i cardinali si riunirono in clausura per eleggere il papa, come stabilito dalla Ubi Periculum del 1274. Nel periodo post tridentino il vescovo Tommaso Salviati (1638-1671), sulla scia del milanese Carlo Borromeo, introdusse le riforme conciliari in diocesi e fondò nel 1641 il seminario vescovile. Cortona, anticamente parte della diocesi di Arezzo, fu elevata a diocesi il 19 giugno 1325 da papa Giovanni XXII con la bolla Vigilis speculatoris e fu posta sotto l'immediata soggezione della Santa Sede. Il primo vescovo fu Raniero Ubertini, prevosto della cattedrale di Arezzo e fratello di Boso vescovo aretino, che nel 1331 scampò ad una congiura ordita contro di lui. A partire dalla metà del XV secolo i vescovi cortonesi provenivano quasi esclusivamente dal capitolo della cattedrale fiorentina ed appartenevano a nobili famiglie di Firenze. Nel 1728, durante l'episcopato di Luigi Gherardi, la città e la diocesi festeggiarono solennemente la canonizzazione di santa Margherita, la principale e più importante santa locale, vissuta nel XIII secolo. In occasione del VI centenario della morte della santa, nel 1897, venne ampliata e completata in stile neogotico la basilica di Santa Margherita. La città di Sansepolcro crebbe nel territorio della diocesi di Città di Castello attorno ad un oratorio, contenente una reliquia della Terrasanta, attribuito ai pellegrini del X secolo; successivamente i monaci camaldolesi costruirono un monastero, il cui abate, almeno fin dal 1013, con diplomi confermati dagli imperatori e dai papi, aveva giurisdizione temporale sui territori di proprietà abbaziale ed inoltre era esente dalla giurisdizione ecclesiastica del vescovo di Città di Castello (abbazia nullius dioecesis). Ancora nel 1402 papa Bonifacio IX ribadì l'esenzione del monastero camaldolese dalla giurisdizione episcopale ed insieme ribadì una serie di privilegi nell'ambito civile. Per porre fine definitivamente ai contrasti, il toscano papa Leone X eresse Sansepolcro in sede vescovile con la bolla Praeexcellenti praeeminentia del 22 settembre 1515. L'esecuzione della bolla pontificia fu ritardata di cinque anni ed il primo vescovo fu nominato il 17 settembre 1520. Si trattava di Galeotto Graziani, già abate camaldolese del monastero cittadino, che divenne la nuova sede vescovile, mentre la chiesa abbaziale, dedicata a San Giovanni evangelista, fu eretta in cattedrale diocesana. La diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Firenze. Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle tre diocesi; la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome di diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Firenze. Il vescovo Giovanni D'Ascenzi gestì questa delicata fase istituzionale, provvedendo anche alla ridefinizione del numero e del territorio delle parrocchie, dei vicariati e delle zone pastorali. La diocesi è stata visitata dai papi Giovanni Paolo II nel 1993 (Arezzo, Cortona, Camaldoli e La Verna) e Benedetto XVI nel 2012 (Arezzo e Sansepolcro). La diocesi si estende su due province della Toscana ed è costituita per la maggior parte da comuni della provincia di Arezzo e, in misura minore, da comuni in provincia di Siena; un piccolo lembo del suo territorio si estende nelle Marche, in provincia di Pesaro e Urbino. In provincia di Arezzo, la diocesi comprende l'intero territorio dei comuni di Anghiari, Arezzo, Badia Tedalda, Bibbiena, Bucine, Capolona, Caprese Michelangelo, Castel Focognano, Castiglion Fibocchi, Castiglion Fiorentino, Chitignano, Chiusi della Verna, Civitella in Val di Chiana, Cortona, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Monterchi, Monterchi, Ortignano Raggiolo, Pergine Valdarno, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, Sestino, Subbiano, Talla e Terranuova Bracciolini. Per altri comuni invece, solo parte del loro territorio appartiene alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro: si tratta di Montevarchi, Poppi e San Giovanni Valdarno. In provincia di Siena, appartiene alla diocesi l'intero territorio comunale di Rapolano Terme, e in parte quelli di Gaiole in Chianti, Sinalunga e Castelnuovo Berardenga. In provincia di Pesaro e Urbino: la parrocchia di Sestino estende il proprio territorio anche sull'abitato di Dese, frazione del comune di Borgo Pace in provincia di Pesaro e Urbino. Sede vescovile è la città di Arezzo, dove si trova la cattedrale dei Santi Pietro e Donato. Sono concattedrali della diocesi la chiesa di Santa Maria Assunta nella città di Cortona e la basilica di San Giovanni Evangelista nella città di Sansepolcro, i cui nomi concorrono a formare l'unico titolo vescovile.
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La prima cattedrale di Arezzo sorgeva sul vicino Colle del Pionta, sul luogo in cui era sepolto e venerato il santo martire Donato, ma nel 1203 papa Innocenzo III ordinò al vescovo Amedeo di trasferirla dentro le mura cittadine e fu scelta come nuova sede la chiesa benedettina di San Pietro Maggiore, già ricordata nell'876, che si trovava nella parte anteriore dell'attuale. Decisiva per la nascita del duomo fu la visita di papa Gregorio X nel dicembre del 1275, di ritorno dal Concilio di Lione. Il pontefice infatti, gravemente malato, morì ad Arezzo il 10 gennaio 1276 lasciando alla città la somma di trentamila fiorini d'oro destinati alla costruzione di una nuova cattedrale. I lavori, più volte interrotti, furono avviati nel 1278 dal vescovo Guglielmino degli Ubertini e nel 1289 la struttura risulta già consacrata, sebbene fossero state costruite solo l'abside e le prime due campate. Dopo un'interruzione seguita alla morte dell'Ubertini, i lavori ripresero con l'episcopato del successore Guido Tarlati (1312-1327), con la costruzione della terza campata e del portale laterale, terminato dopo la morte del vescovo. Il duomo di Arezzo è ancora intitolato a San Donato e conserva sull'altare principale una pregevole arca marmorea trecentesca a lui dedicata dove è conservato il corpo del santo (la testa si conserva nel busto reliquario presso la chiesa di Santa Maria della Pieve di Arezzo). La facciata costruita in arenaria tra il 1901 e il 1914, in sostituzione di quella precedente, rimasta incompiuta ricevette un aspetto neogotico datole dall'architetto Dante Viviani. Essa presenta una ricca decorazione scultorea che venne realizzata da Giuseppe Cassioli, Enrico Quattrini e dallo stesso Dante Viviani. Il prospetto è a salienti e segue la suddivisione interna in tre navate, marcata da pilastri rettangolari poco sporgenti. In basso, si aprono i tre portali, ognuno dei quali è strombato e decorato da una lunetta scolpita a bassorilievo; solo il portale centrale presenta anche una ghimberga sormontata da tre statue, ciascuna con proprio baldacchino: in alto Gesù redentore e in basso San Donato (a sinistra) e il beato Gregorio (a destra). In corrispondenza della navata centrale si apre anche un rosone circolare. Il coronamento della facciata è caratterizzato da una decorazione ad archetti pensili. Il fianco destro conserva la struttura trecentesca originaria, caratterizzata dal paramento in blocchi di arenaria. È anzi visibile, a qualche metro di distanza dalla facciata, una chiara linea di demarcazione tra i nuovi blocchi di arenaria del XX secolo e quelli antichi del XIV secolo. Il campanile è a pianta esagonale ed è suddivisa in quattro ordini sovrapposti da cornicioni; mentre quello inferiore è privo di aperture, i due mediani presentano su ciascun lato un'alta monofora ogivale. Il quarto ordine, insieme alla cuspide, è frutto del completamento del campanile, realizzato nel XX secolo, ed è decorato da rosoni circolari strombati con elaborate intelaiature lapidee. L'altezza complessiva della torre è di 76,8m. L'interno della cattedrale dei santi Pietro e Donato è a tre navate, ciascuna delle quali si articola in sei campate coperte con volta a crociera, ed è privo di transetto; i tre ambienti del piedicroce sono divisi fra di loro da grandi arcate ogivali poggianti su pilastri polistili con i capitelli scolpiti. La navata centrale è illuminata da rosoni circolari in controfacciata e lungo la parete di destra. La navata centrale termina con una grande abside poligonale, costruita nel XIII secolo. Essa è illuminata da tre alte bifore chiuse da vetrate policrome. Al centro dell'abside si trova l'altare maggiore, precedente il 1289, decorato su tre lati da archetti a sesto acuto sorretti da colonnine. Alle sue spalle trova luogo l'Arca di san Donato, straordinaria opera marmorea documentata nel 1362 ma eseguita precedentemente in fasi diverse. Religione cattolica di rito romano- Titolari San Pietro apostolo, San Donato vescovo di Arezzo e martire- Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro- Stile architettonico gotico- Inizio costruzione 1278- Completamento 1914.
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Mons. Andrea Migliavacca- vescovo della Chiesa cattolica- Titolo Arezzo-Cortona-Sansepolcro- Incarichi attuali Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro (dal 2022)- Incarichi ricoperti Vescovo di San Miniato (2015-2022)- Nato 29 agosto 1967 (57 anni) a Pavia- Ordinato presbitero 27 giugno 1992 dal vescovo Giovanni Volta- Nominato vescovo 5 ottobre 2015 da papa Francesco- Consacrato vescovo 9 dicembre 2015 dal vescovo Giovanni Giudici. Blasonatura dello stemma: Mantellato rialzato: nel primo, d'oro alla croce di Sant'Andrea di legno al naturale; nel secondo, d'azzurro alla cometa d'oro di sei raggi ondeggiante in sbarra; nel terzo, di rosso al cesto d'oro contenente cinque pani dello stesso crocettati di nero, sostenuto da un pesce curvo rivoltato d'argento posto in fascia e sinistrato da altro pesce d'argento uscente in banda. Scudo spagnolo con galero e croce astile da vescovo. Descrizione: La croce di sant'Andrea, rappresentata nel suo aspetto di strumento del martirio dell'apostolo Andrea ricorda il santo di cui il vescovo porta il nome e che è anche patrono del seminario di Pavia di cui è stato rettore per 14 anni. La stella cometa, che guidò i Magi nella loro ricerca di Gesù appena nato, simboleggia l'atteggiamento di ricerca del Signore da parte dell'uomo. Il canestro con cinque pani e due pesci sono un chiaro riferimento al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci che consentì a Gesù di sfamare una folla numerosa (Gv 6, 4-13). Pani e pesci vennero dati a Gesù da un ragazzo, segnalatogli proprio dall'apostolo Andrea; secondo la tradizione, questo ragazzo era Siro, divenuto poi vescovo di Pavia. L'azzurro e il rosso presenti nello scudo, sono anche i colori Gruppo Scout Agesci Pavia 1, del quale il vescovo Migliavacca è stato per molti anni assistente. La frase scritta sul cartiglio "Maestro dove abiti?" è attribuita a Sant'Andrea (Gv 1, 38). Dal motto, che riassume l'atteggiamento personale e pastorale di mons. Migliavacca, emerge ancora il tema della ricerca: mettersi alla ricerca di Gesù Maestro per testimoniare agli altri questa fondamentale esperienza di fede.