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03/10/2024 alle 15:30

I santi di oggi 3 ottobre:

I santi di oggi 3 ottobre:

nome San Gerardo di Brogne- titolo Abate- nascita fine del IX secolo, Namurg- morte 3 ottobre 959, Namur- ricorrenza 3 ottobre- Santuario principale a Saint-Gérard (Belgio)- Attributi bastone pastorale- Gerardo nacque verso la fine del IX secolo nella zona di Namur, nell'odierno Belgio. Nobile di nascita, consacrò la sua vita alla fede e soprattutto alla causa della riforma dell'ordine monastico. Secondo una leggenda, gli fu confidato in visione da S. Pietro che le reliquie di S. Eugenio dalla famosa abbazia di Saint-Denis sarebbero state trasferite nella sua proprietà a Brogne e che egli stesso avrebbe vissuto in quell'abbazia come monaco (non è tuttavia certo che egli sia mai stato membro di quella comunità). Entrato effettivamente nei benedettini e poi ordinato, nel 919 gli fu concesso di fondare a Brogne, su terre della sua famiglia, un monastero, che per un certo periodo egli stesso guidò, per poi ritirarsi in una vicina cella e usufruire dell'isolamento a lui necessario per la preghiera. In seguito acconsentì a riformare l'abbazia di Saint-Ghislain, vicino a Mons, riuscendo a riportarvi la disciplina e a introdurvi la Regula di S. Benedetto, e quando gli fu chiesto di dedicarsi alla riforma di tutti i conventi presenti nella contea delle Fiandre e di alcuni altri in Normandia, se ne occupò per circa vent'anni. Alcuni dei monaci che si opposero alla sua azione andarono in Inghilterra e lì, ben accolti dal re Edmondo, poterono vivere nell'abbazia di Bath. Le riforme di Gerardo furono lente a imporsi e in molti casi di breve durata. Perché? Forse egli non fu abbastanza lungimirante, preferendo basarsi su modelli tradizionali, soprattutto sull'antica pratica eremitica, piuttosto che inventare qualcosa di nuovo e più adatto ai suoi tempi; oppure non riuscì a ottenere il sostegno di benefattori laici e vescovi locali a ciò che stava compiendo. Va detto comunque a suo merito che non si lasciò scoraggiare e, pur avvertendo che quella che si accingeva a compiere era un'impresa enorme, continuò a condurre una vita molto austera nella speranza di poter essere di esempio per i fratelli. Dopo aver visitato tutti i monasteri da lui riformati, Gerardo si ritirò infine nella sua cella a Brogne e qui vi morì il 3 ottobre 959. L'abbazia divenne presto un luogo di pellegrinaggio e fu ribattezzata Saint Gérard. La sua festa è celebrata nelle diocesi di Namur, Gand e Liegi. Reliquie ritenute autentiche si venerano a Saint-Gérard, nei pressi di Maredsous, e a Gand. PRATICA. Per Dio nulla è impossibile, impariamo ad ammirare il Signore e a credere in lui in ogni momento della nostra vita. PREGHIERA. Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che il nostro Santo Gerardo interceda per noi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio di Namur, nell'odierno Belgio, san Gerardo, primo abate del monastero di Brogne da lui fondato, che si adoperò per il rinnovamento della disciplina monastica nelle Fiandre e nella Lotaringia e riportò molti cenobi alla originaria osservanza della regola.

nome Transito di San Francesco- titolo Passaggio alla vita eterna- ricorrenza 3 ottobre- Sul finire del mese di settembre 1226, Francesco è portato, dietro sua richiesta, alla Porziuncola. Inviato un ultimo messaggio a S. Chiara e alle suore, chiede ai frati di cantare il verso del Cantico riguardante "Sorella Morte"; chiede poi del pane, lo spezza e ne dà un pezzo a tutti i presenti in segno di pace vicendevole, dicendo: «Ho fatto la mia parte; Cristo vi insegnerà a compiere la vostra». Mentre tutti i frati stavano intorno a lui, stese sopra loro le mani, intrecciando le braccia in forma di croce (giacché aveva sempre amato questo segno) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso. Inoltre aggiunse ancora: «State saldi, o figli tutti, nel timore del Signore e perseverate sempre in esso! E, poiché sta per venire la tentazione e la tribolazione, beati coloro che persevereranno nel cammino iniziato! Quanto a me, mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla Sua grazia!,.. Quando, infine, si furono compiuti in lui tutti i misteri, quell'anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell'abisso della chiarità divina e l'uomo beato si addormentò nel Signore. Adagiato sul pavimento e coperto da un vecchio abito, mentre viene letta a voce alta la Passione di Nostro Signore secondo Giovanni, Francesco muore: sono circa le diciannove del 3 ottobre.<br />

nome San Dionigi l'Areopagita- titolo Discepolo di S. Paolo, Vescovo- nascita I secolo, Atene, Grecia- morte I secolo, Parigi, Francia- ricorrenza 3 ottobre- <br /> Santuario principale Cattedrale di San Dionigi (Atene), Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta (Crotone)- Attributi Ornamenti da vescovo con in mano il Vangelo- Patrono di Atene, Crotone, Jerez de la Frontera e Ojén- Nacque nella città di Atene, da nobile e ricca famiglia pagana, verso l'anno ottavo dell'era volgare. Dotato dalla natura d'un ingegno sveglio, si diede agli studi frequentando i più celebri maestri d'Atene. Ma poichè amava lo studio dell'astronomia, si recò in Egitto, trovandosi quivi i maestri più famosi in tal materia. Secondo quel che narrano gli Evangelisti, alla morte di Nostro Signore sulla croce il sole si oscurò e le tenebre coprirono tutta la terra; Dionigi si trovava allora nella città di Eliopoli: e poichè conosceva bene il corso degli astri, conobbe che quello non era un fenomeno naturale, ma straordinario, e non sapendolo spiegare altrimenti disse: O il Padrone della natura soffre, o il mondo va in rovina. Ritornato nella città natia, per la grande fama del suo sapere e per la sua nobiltà, fu eletto giudice, e posto tra i sapienti dell'Areopago. Da questa carica gli venne l'appellativo di Areopagita. Un giorno alcuni di questi giudici incontrarono l'apostolo Paolo che predicava sulla pubblica piazza, ed avendo udito che annunciava un nuovo Dio, invitarono l'Apostolo a recarsi all'Areopago, ove avrebbe esposta la sua dottrina con agio e comodità. Accondiscese Paolo, ed adunati che furono i giudici, mise in opera tutta la sua eloquenza e tutti gli argomenti filosofici, per convincere quei pagani sulla vanità delle loro credenze, e per indurli a credere nell'unico vero Dio, creatore del cielo e della terra. Ma quei superbi sapienti non seppero comprendere la nuova verità e deridendo Paolo sciolsero l'adunanza.<br /> Solo Dionigi, tocco dalla grazia divina, chiamato Paolo in disparte, si fece istruire più minutamente, e poscia battezzare, diventando uno dei discepoli più zelanti dell'Apostolo, tanto che dopo tre anni venne dallo stesso S. Paolo consacrato vescovo d'Atene. Tutto era da fare: di cristiani non vi erano che quei pochissimi convertiti da S. Paolo. Dionigi si diede tutto alla nuova missione : preghiera, sacrifici, predicazione, opera di persuasione individuale, furono le armi con cui riuscì a stabilire una fiorente comunità di cristiani. Dopo d'aver governata per molti anni la Chiesa di Atene e guadagnato molte anime a Cristo, lasciò la cura di quelle anime ad un suo discepolo ed egli si recò a Roma per visitare il Papa Clemente. Questi, dopo aver sperimentato il suo zelo, lo mandò ad evangelizzare le province della Gallia. Dionigi si portò a Parigi ove convertì un numero grandissimo di idolatri, abbattendo templi e statue di pagani. Irritati per questo, i sacerdoti delle false divinità ricorsero al prefetto della città, Falcenzo Sifinio, che dopo varie torture lo condannò alla decapitazione. Condotto fuori della città, attorniato da una turba piangente di fedeli, ricevette la desiderata palma del martirio. Di lui ci rimangono parecchi scritti che rivelano l'amore e la benevolenza di questo buon padre verso i suoi figli spirituali. PRATICA. Impariamo ed insegniamo ai nostri familiari le verità religiose. PREGHIERA. O Dio, che corroborasti in questo giorno colla virtù della costanza il tuo martire e vescovo Dionigi, concedici di disprezzare, a sua imitazione e per tuo amore, le prosperità del mondo, e di non temere nessuna avversità. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Dionigi l'Areopagita, che si convertì a Cristo annunciato da san Paolo Apostolo davanti all'Areopágo e fu costituito primo vescovo di Atene.

nome Santi Ambrogio Francesco Ferro e 29 compagni- titolo Martiri- ricorrenza 3 ottobre- Ad arrivare per primi in Brasile nello stato di Rio Grande do Norte, furono nel 1597 i missionari gesuiti e sacerdoti diocesani dal cattolico Regno del Portogallo, si legge su Radio Vaticana. Nei decenni successivi, l'arrivo degli olandesi di religione calvinista diede inizio alla persecuzione dei cattolici. È in questo contesto che avviene il martirio dei beati brasiliani, in due distinti episodi. Il primo il 16 luglio 1645 a Cunhaú: mentre il parroco, padre André de Soveral, celebrava la Messa domenicale, soldati olandesi fecero irruzione nella cappella e massacrarono i fedeli. Il secondo, il 3 ottobre dello stesso anno, quando i cattolici di Natal furono fatti prigionieri e insieme al loro parroco, padre Ambrósio Francisco Ferro, furono mutilati e lasciati morire. Padre André de Soveral, don Ambrosio Francisco Ferro, il laico Mateus Moreira e i loro 27 compagni sono stati beatificati da San Giovanni Paolo II il 5 marzo 2000.

nome Santa Candida di Roma- titolo Martire- ricorrenza 3 ottobre- Faceva parte di un gruppo di martiri della Via Ostiense a Roma, la cui salma fu trasferita nella chiesa di Santa Práxedes a Roma, per ordine di Papa San Pasquale I. Forse è la stessa Santa Candida che viene celebrata a Milano come martire e vergine. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma nel cimitero di Ponziano sulla via Portuense, santa Candida martire.

nome Sant'Ewaldo il Nero ed Ewaldo il Bianco- titolo Monaci e martiri- ricorrenza 3 ottobre- I due fratelli Ewaldo, sacerdoti della NorthuMbria, trascorsero molti anni in Irlanda come esuli «a causa dell'amore per il regno eterno», secondo l'espressione di Beda, il quale ci informa anche degli epiteti che erano stati loro affibbiati a causa dcl colore dei capelli; erano entrambi devoti e pii, anche se Ewaldo il Nero conosceva più profondamente la Scrittura. Sull'esempio di S. Villibrordo (7 nov.), andarono a lavorare tra i sassoni, stabilendosi in Westfalia, regione dell'attuale Germania. In attesa di essere presentati al signore locale, trascorrevano il tempo pregando e dicendo Messa, ma ciò spaventò molto gli abitanti del posto che, sapendo che i due missionari avrebbero cercato di convertire il loro signore, temevano di perdere la protezione degli dèi. Avvenne, così, che essi assassinarono i due fratelli in un villaggio vicino a Dortmund, uno subito e l'altro dopo una lunga tortura, e ne gettarono i corpi nel Reno. Beda, poi, narra che il signore del luogo si adirò a tal punto per l'accaduto da far trucidare gli abitanti del villaggio e incendiare le loro case. I corpi dei due martiri furono recuperati e seppelliti con onore. Successivamente Pipino III, re dei Franchi, li fece portare a Colonia e pose le reliquie in un sacrario nella chiesa di S. Cuniberto, dove si trovano tuttora. I due fratelli sono venerati come patroni della Westfalia e la loro festa è stata mantenuta anche dai premostratensi, per i quali nel secolo S. Norberto (6 giu.) ottenne parte delle reliquie. Altre due chiese, a Gorze e a Xanten (Germania), affermano di conservare alcune loro reliquie. MARTIROLOGIO ROMANO. In Sassonia, nell’odierna Germania, due santi martiri di nome Evaldo, il primo detto Nero, l’altro Bianco: sacerdoti di origine inglese, formati sull’esempio di san Villibrordo e dei suoi compagni, passarono in Sassonia e, avendo cominciato a predicare Cristo, catturati dai pagani, subirono il martirio.

nome Sant'Esichio- titolo Discepolo di Sant'Ilarione- nascita IV secolo- morte IV secolo, Palestina- ricorrenza 3 ottobre- Esichio, discepolo di S. Ilarione (21 ott.), seguì il suo maestro nel viaggio che da Gaza, in Palestina, li portò fin in Egitto, dove condussero insieme una vita di solitudine e di penitenza. Quando Ilarione, per evitare le conseguenze della fama che stava cominciando a crearsi, fuggî segretamente in Sicilia, il fedele Esichio, dopo una ricerca durata tre anni, riuscì alla fine a trovare il suo rifugio. I due monaci quindi andarono in Dalmazia e successivamente a Cipro, da dove Esichio fu rimandato in Palestina a visitare il loro primo monastero di Gaza. Si narra che, prima che la morte lo colpisse intorno al 370 a Cipro, llarione abbia steso un breve testamento in favore di Esichio, a cui lasciava il libro dei Vangeli, i vestiti e un cilicio. Anche se la gente del posto avrebbe desiderato custodire lì il corpo del santo per venerarlo, Esichio si adoperò perché fosse seppellito nel monastero a Majuma — dove poi Esichio stesso morì e fu sepolto. La maggior parte delle notizie riguardanti questo santo monaco sono contenute nella Vita di S. Ilarione redatta da S. Girolamo, che non è considerata del tutto attendibile storicamente. MARTIROLOGIO ROMANO. A Maiuma in Palestina, commemorazione di sant’Esichio, monaco, che fu discepolo di sant’Ilarione e suo compagno di pellegrinaggio.

nome Beato Adalgotto di Coira- titolo Vescovo- morte 3 ottobre 1160, Coira, Svizzera- ricorrenza 3 ottobre- Beatificazione 4 maggio 1881 da papa Pio IX- Incarichi ricoperti Vescovo di Coira- Originario della diocesi di Coira abbracciò la vita religiosa tra i monaci di Cîteaux e fu discepolo di Bernardo di Chiaravalle. Nel 1151 fu eletto vescovo di Coira e ricevette la consacrazione episcopale dall'arcivescovo di Magonza, fondò un ospedale per i poveri e si adoperò per la riforma del clero, per riportare i monasteri a una più rigida osservanza della regola e vigilò sui costumi della popolazione. Mantenne rapporti con il papa e con l'imperatore Federico Barbarossa, ma difese sempre le libertà della sua Chiesa. MARTIROLOGIO ROMANO. A Coira in Svizzera, beato Adalgotto, vescovo, che, discepolo di san Bernardo a Chiaravalle, fu grande benemerito della disciplina monastica.

nome Beato Utto di Metten- titolo Abate- nascita 750 circa, Milano- morte 829, Metten, Baviera- ricorrenza 3 ottobre- Beatificazione 25 agosto 1909- Santuario principale Abbazia di Metten- Attributi ascia- Patrono di coloni- Nacque a Milano e pare fu battezzato da san Gamelberto, parroco di Michaelsbuch in Baviera, che era di passaggio a Milano durante il suo pellegrinaggio alla tomba degli Apostoli a Roma. Il beato Gamelberto nel suo viaggio di ritorno, come avrebbe prefigurato la santità del piccolo Utto, chiese ai suoi genitori di affidarlo a lui, per impartire al bambino istruzione e formazione religiosa. I genitori accettarono e dopo un po', raggiunta l'adolescenza, Utto partì con il suo padrino Gamelberto, dal quale fu educato al sacerdozio, succedendogli dopo la sua morte (800) nella parrocchia di Michaelsbuch, dove rimase per molti anni, sviluppando con fervore il suo ministero. Angosciato nel vedere le cattive abitudini della gente, che non voleva cambiare e per sfuggire agli echi della guerra che minacciava la Baviera, decise di vivere in solitudine e di ritirarsi in una foresta situata sulla riva sinistra del Danubio, stabilendosi accanto a una fontana secca, che secondo la tradizione cominciò a sgorgare meravigliosamente per le sue preghiere; fonte che in suo onore si chiamerà "Uttobrunn". Qui costruì una piccola cella, dove visse in preghiera e rigorosa penitenza, continuando a portare la parola di Dio ai vicini. La fama della sua santità si diffuse in tutta la regione e Utto fu così considerato un uomo di Dio. Pare che Carlo Magno, un giorno mentre cacciava nella foresta, si imbatté in Utto, meravigliandosi del fatto che la sua ascia fosse sospesa in un raggio di sole; l'imperatore gli disse che se avesse avuto qualche desiderio l'avrebbe esaudito. Utto gli chiese di costruire un monastero in onore di San Michele, secondo la regola benedettina; così a Metten, vicino a Deggendorf nella Bassa Baviera, sorse nel 792 il monastero richiesto, lo stesso Carlo Magno nominò Utto suo abate. Fondò e diresse il monastero benedettino di Metten in Baviera (Flavigny). Utto morì in questo monastero e fu sepolto nella chiesa del convento; la sua tomba divenne presto meta di pellegrini. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Metten nella Baviera, in Germania, beato Utto, fondatore e primo abate.

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