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Diocesi di Termoli-Larino
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Diocesi di Termoli-Larino- Dioecesis Thermularum-Larinensis- Chiesa latina- Suffraganea dell'arcidiocesi di Campobasso-Boiano- Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise- Sede vacante Amministratore apostolico Gianfranco De Luca- Vescovo eletto Claudio Palumbo- Vescovi emeriti Gianfranco De Luca- Presbiteri 69, di cui 57 secolari e 12 regolari (1.576 battezzati per presbitero)- Religiosi 15 uomini, 60 donne- Diaconi 5 permanenti- Abitanti 109.132- Battezzati 108.800 (99,7% del totale)- Stato Italia- Superficie 1.424 km²- Parrocchie 51 (4 vicariati)- Erezione X secolo (Termoli), V secolo (Larino), in plena unione dal 30 settembre 1986- Rito cattolico romano- Cattedrale Santa Maria della Purificazione- Concattedrale San Pardo- Santi patroni San Pardo e San Basso Vescovi. La diocesi di Termoli-Larino (in latino Dioecesis Thermularum-Larinensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Campobasso-Boiano appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. Nel 2022 contava 108.800 battezzati su 109.132 abitanti. La sede è vacante, in attesa che il vescovo eletto Claudio Palumbo ne prenda possesso l'amministratore apostolico è il vescovo emerito Gianfranco De Luca. Incerte sono le origini della diocesi di Termoli, la cui comunità cristiana appare dipendente dalla Chiesa di Benevento nella bolla con cui papa Agapito II nel 946/947 scomunicava il vescovo Benedetto, che aveva usurpato la sede di Termoli e i diritti dei vescovi di Benevento. Con la bolla del 26 maggio 969 papa Giovanni XIII concesse a Landolfo I di Benevento il titolo di arcivescovo, l'uso del pallio e la facoltà di consacrare i suoi vescovi suffraganei. Nella bolla del 6 dicembre 983 con cui papa Giovanni XIV confermava le disposizioni del predecessore, furono aggiunti altri vescovi suffraganei, oltre a quelli menzionati nel 969, tra cui anche Termoli. In un altro documento pontificio del 1014 Termoli è esplicitamente menzionata come diocesi suffraganea di Benevento.
I primi vescovi storicamente certi appaiono solo verso la metà dell'XI secolo: Amando, documentato in una carta del 1051; e Niccolò, che prese parte alla consacrazione della chiesa abbaziale di Montecassino nel 1071. Tra i vescovi di Termoli si ricorda in particolare Federico Mezio (1602-1612), versato nelle lingue antiche, delle cui conoscenze si servì Cesare Baronio nella stesura dei suoi Annales Ecclesiastici. Il 27 giugno 1818, in seguito al concordato tra Santa Sede e Regno delle Due Sicilie, la diocesi di Termoli si ampliò, incorporando il territorio della soppressa diocesi di Guardialfiera in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII. Il 25 marzo 1947, con la lettera apostolica Grave ac sollemne, papa Pio XII proclamò San Timoteo patrono principale della diocesi, assieme a San Pardo. Ignote sono le origini della diocesi di Larino, che è documentata a partire dalla fine del V secolo. Il primo vescovo conosciuto è Giusto, episcopus Larinati, destinatario di una lettera di papa Gelasio I (492-496). In epoca antica, a Larino è attribuito con certezza un secondo vescovo, Giovanni I, che ricevette una lettera di papa Pelagio I (556-561) con la quale il pontefice lo incaricava di vegliare sulla retta amministrazione dei monasteri del Sannio e della Lucania. Dal VII secolo non si hanno più notizie di Larino fino alla bolla di papa Marino II del 943, dove la città appare tra i possedimenti della sede beneventana. Il vescovo Belisario Balduino (1555-1591) partecipò al concilio di Trento; al suo ritornò fece la visita pastorale della sua diocesi e nel gennaio 1564 aprì il seminario diocesano, il primo istituito nel mondo cattolico dopo la decisione tridentina. Grande figura di vescovo larinese fu Giovanni Tommaso Eustachio (1612-1616), uomo di cultura e di scienza, autore di opere teologiche, ascetiche e disciplinari; ristabilì il seminario, che aveva sofferto negli anni precedenti; visitò più volte la diocesi e convocò un sinodo diocesano nel 1615. Al vescovo Persio Caracci (1631-1656) si deve la ricostruzione del seminario e del palazzo episcopale; convocò per ben sette volte il sinodo diocesano; ristrutturò il sacello di san Pardo nella cattedrale. Il vescovo Carlo Maria Pianetti (1706-1725) fece dipingere nel palazzo vescovile le effigi dei vescovi suoi predecessori e ricostruì la cattedrale. Tra i vescovi larinesi non si può dimenticare Giovanni Andrea Tria (1726-1741), storico e teologo, autore delle Memorie storiche, civili ed ecclesiastiche della città e diocesi di Larino, pubblicate a Roma nel 1744. Nel 1938 le isole Tremiti furono scorporate dalla diocesi di Larino ed annesse all'arcidiocesi di Manfredonia. Dal 1924 al 1960 le diocesi di Termoli e di Larino furono unite in persona episcopi. II 21 agosto 1976 in forza della bolla Ad apicem sacerdotalis di papa Paolo VI le diocesi di Termoli e di Larino entrarono a far parte della nuova provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Boiano-Campobasso. Il 30 settembre 1986 con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi le diocesi di Termoli e di Larino sono state unite plena unione e la diocesi risultante ha assunto il nome attuale. La diocesi comprende 34 comuni molisani in provincia di Campobasso: Acquaviva Collecroce, Bonefro, Campomarino, Casacalenda, Castelbottaccio, Castelmauro, Civitacampomarano, Colletorto, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Lucito, Lupara, Mafalda, Montecilfone, Montelongo, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Palata, Petacciato, Portocannone, Provvidenti, Ripabottoni, Rotello, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Tavenna, Termoli e Ururi. Sede vescovile è la città di Termoli, dove si trova la basilica cattedrale di Santa Maria della Purificazione; a Larino sorge la concattedrale di San Pardo.
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La cattedrale di Santa Maria della Purificazione si trova a Termoli, in provincia di Campobasso. È la chiesa cattedrale della diocesi di Termoli-Larino. Situato nel cuore del Borgo Antico, adiacente al Palazzo Vescovile, il Duomo si affaccia su un’ampia piazza quadrata contornata da case basse. La chiesa, realizzata in pietra da taglio locale, marmo grezzo e in alcune parti in marmo pregiato chiazzato rosa e giallo, con venature (pietra corallina del Gargano) è dedicata a S. Maria della Purificazione. La presenza delle reliquie del Santo Patrono all’interno ne fa dedica anche a S. Basso. L’edificio datato tra il XII e il XIII secolo ed attribuito ad Alfano da Termoli, sorge su di un’altra chiesa risalente al sec. XI. La facciata a salienti, rivolta ad oriente, presenta un doppio ordine di interventi divisi da un’elegante cornice marcapiano: la parte bassa, che corrisponde alla costruzione originaria e la parte alta ricostruita dopo il terremoto del 1456. Le differenze sono riscontrabili sia nell’uso diverso dei materiali, sia nel diverso stile architettonico. Sulla mensola a sinistra della lunetta del portale vi è la statuetta di S. Basso; inoltre vi sono figure animali che sporgono. Nella lunetta vi è la raffigurazione della “Purificazione”, anche se molto deteriorata. Ricca è la decorazione scultorea dei capitelli con foglie intervallate da figure umane in posizione frontale e quella delle bifore cieche, una delle quali (la prima a sinistra) con la rappresentazione dell’annunciazione della Vergine. La parte architettonica del piano inferiore presenta sette archi di cui quello centrale più ampio e più alto, che comprende l’ingresso alla cattedrale. Alcuni archi sono a ferro di cavallo e sia nelle fonti architettoniche che nella ricca decorazione scultorea si nota l’influsso orientale. La parte alta della facciata, è ornata con ampio oculo strombato al centro e con quattro fasce ornate con foglie. La fiancata destra si presenta ornata da dodici archi ciechi con esili lesene. Nel quinto arco, all’altezza dello zoccolo è inserita una porta secondaria. L’edificio, poggiante su di uno zoccolo, è caratterizzato anche da una scalinata d’accesso costituita da nove gradini. All’interno si riesce a cogliere il doppio impianto: la chiesa più antica, parzialmente conservata, sottostante l’impianto attuale e la chiesa superiore, in cui sono presenti asimmetrie e caratteristiche romanico gotiche sia nelle campate quadrate e rettangolari, sia nell’uso degli archi a tutto sesto ed ogivali. La pianta della chiesa superiore è di tipo basilicale, priva di transetto, composta da tre navate con absidi, che esternamente presentano archetti pensili binati con esili colonnine, e ripete la scansione della chiesa sottostante. La presenza della chiesa più antica determinò, per la realizzazione di quella nuova, la sopraelevazione del pavimento. Sul lato sinistro vi è la cappella del S.S.Sacramento, incorporata nell’attuale Palazzo Vescovile, da cui si accedeva mediante una porta. In prossimità della terza campata, su entrambi i lati, sono situate le scale di accesso alla cripta (o chiesa inferiore). Proseguendo, dopo la terza campata, a sinistra, s’innalza la torre campanaria a base quadrata su volta a botte, con copertura a cella ottogonale cuspidata, segue la sagrestia. La navata centrale è coperta a capriate, mentre le laterali con volte a crociera, con chiave leggermente rialzata. Nella chiesa sono presenti: il Battistero (prima campata a sinistra); l’altare di Maria S.S. Rosario (seconda campata a sinistra); l’altare del S.mo Salvatore (terza campata a sinistra); l’altare di S. Basso con grotticella (nell’abside di destra); l’altare di S. Sebastiano (seconda campata di destra); un sedile in pietra ad L con lapide ed immagine a bassorilievo (prima campata di destra). Nella grotticella fu rinvenuto il sarcofago in marmo con le spoglie di S. Basso. Nella cripta sono presenti: il sarcofago che conteneva le spoglie di S.Basso; i frammenti scultorei, capitelli, cornici, fusti di colonne appartenuti alla facciata della chiesa antica; i pavimenti in mosaico con elementi zoomorfi; la lapide di marmo murato (coperchio del pozzo in cui furono rinvenute le reliquie di S.Timoteo) con data 1238. Nella cripta fu rinvenuto un reliquiario ovale con il teschio di San Timoteo (oggi conservato nella chiesa di San Timoteo). Religione cattolica di rito romano- Titolare Maria Ss.ma- Diocesi Termoli-Larino- Architetto Alfano da Termoli- Stile architettonico romanico pugliese- Inizio costruzione XIII secolo.
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Gianfranco De Luca- vescovo della Chiesa cattolica- Titolo Termoli-Larino- Incarichi attuali Vescovo emerito e amministratore apostolico di Termoli-Larino (dal 2024)- Incarichi ricoperti Vescovo di Termoli-Larino (2006-2024), Segretario della Conferenza episcopale dell'Abruzzo-Molise (2006-2011), Vicepresidente della Conferenza episcopale dell'Abruzzo-Molise (2017-2021)- Nato 11 settembre 1949 (75 anni) ad Atri- Ordinato presbitero 25 agosto 1974 dal vescovo Abele Conigli- Nominato vescovo 22 aprile 2006 da papa Benedetto XVI- Consacrato vescovo 23 giugno 2006 dal cardinale Giovanni Battista Re. Blasonatura dello stemma: Arma: d'oro, alla croce diminuita d'azzurro, accantonata nel 1° cantone da una fiamma di rosso, nel secondo cantone da una stella d'azzurro (7), nel terzo cantone da una palma di verde e nel quarto cantone da tre divise ondate d'azzurro in punta. Timbro: lo scudo è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde; le nappe, in numero di dodici, sono disposte sei per parte in tre ordini di 1,2,3. Distinzione di dignità: lo scudo è accollato da una croce astile d’oro posta in palo. Motto: lotto lo scudo, nella lista bifida centrata e svolazzante, il motto in lettere maiuscole di nero: ECCE MATER TUA. Nello stemma vi è uno sfondo in oro, il metallo più nobile, simbolo della Virtù più importante, la Fede; la croce, ad indicare come per arrivare alla salvezza bisogna passare dalla croce, dalla sofferenza; la fiamma, che indica lo Spirito Santo; la stella, simbolo della Madonna, patrona della città di Teramo, in cui De Luca ha svolto il proprio ministero; la palma del martirio, simbolo di santa Reparata, patrona di Atri, città natia del vescovo; le onde, che ricordano il mare Adriatico su cui si affacciano le diocesi di Teramo-Atri e di Termoli-Larino.