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I santi di oggi 31 agosto:
nome San Raimondo Nonnato- titolo Religioso Mercedario, Cardinale di Santa Romana Chiesa- nascita 1200 circa, Portell (Spagna)- Creato cardinale 1239 da papa Gregorio IX (la storicità dell'evento è poco sicura)- morte 31 agosto 1240, Cardona (Spagna)- ricorrenza 31 agosto- Beatificazione 9 maggio 1626- Canonizzazione 13 agosto 1669- Santuario principale Santuario di San Raimondo Nonnato, Cardona- Patrono di ostetriche- S. Raimondo, soprannominato Nonnato (non nato) perchè venuto alla luce mediante operazione medica dopo la morte della madre, nacque nella Catalogna l'anno 1204 da nobile famiglia. Suo padre, dopo avergli per qualche tempo permesso di attendere agli studi, all'improvviso lo mandò a lavorare i campi. Raimondo approfittò di questa solitudine per impiegare maggior tempo nell'orazione e per meditare le verità della fede. Visitava spesso una chiesa nella quale si venerava un'immagine della SS. Vergine verso cui fin dall'infanzia professava tenerissima devozione, ed a cui si raccomandava affinché gli facesse conoscere lo stato di vita che doveva eleggere. Dopo aver molto pregato, si sentì ispirato ad entrare nell'ordine della Beata Vergine della Mercede, fondato da poco tempo da San Pietro Nolasco. A questo scopo si portò a Barcellona dal suddetto S. Pietro Nolasco, generale dell'ordine, e dalle sue mani ottenne l'abito religioso. In questo istituto fece tanto progresso nel cammino spirituale, che dopo qualche anno di professione, fu giudicato degno di esercitare l'ufficio di redentore degli schiavi. Andato ad Algeri, dopo aver dato tutto il denaro per il riscatto degli schiavi, diede se stesso in ostaggio per ottenere la liberazione di quei cristiani, che correvano il pericolo di rinunziare alla loro fede. Però il suo generoso sacrificio non servì che ad irritare maggiormente i maomettani, i quali lo trattarono con tanta crudeltà che poco mancò non morisse fra le loro mani. Ma essendone stato avvertito il governatore della città, per paura che venendo a morire, perdesse la somma per cui era tenuto in ostaggio, proibì di maltrattarlo eccessivamente e minacciò di far pagare la somma che gli aspettava per il suo riscatto a coloro che l'avrebbero fatto morire. Avuta la libertà di girare per la città di Algeri, Raimondo se ne servì per visitare i cristiani e consolarli: e convertì pure al Cristianesimo parecchi mussulmani. Avendo saputo questo, il governatore ne concepì tanto sdegno che, trasportato dall'ira, condannò il Santo ad essere impalato. S'interposero però quelli che erano interessati al commercio degli schiavi ed ottennero che gli fosse cambiata la pena con una lunga ed aspra flagellazione. Ciononostante Raimondo continuò a operare delle conversioni. Questa volta però il governatore non solo lo fece battere e frustare, ma lo fece condurre per le vie della città carico di catene, poi chiamò un carnefice che gli trapassò le labbra e gliele chiuse con un lucchetto, dandone la chiave in consegna al giudice. Così Raimondo fu ridotto al silenzio e poteva aprir bocca soltanto nelle ore di refezione. Stette così in prigione otto lunghi mesi, finchè S. Pietro Nolasco ebbe mandato il denaro per il riscatto. Il Pontefice Gregorio IX, per onorare questo confessore di Cristo, lo creò cardinale. Ritornato a Barcellona nel suo convento, volle vivere da semplice religioso, fino al giorno in cui lasciò questa terra per volare a ricevere il premio, il 31 agosto 1240. PRATICA Facciamo qualche sacrificio per i nostri fratelli. PREGHIERA. Dio, che rendesti mirabile il tuo beato confessore Raimondo nel liberare i tuoi fedeli dalla cattività degli empi, concedici per sua intercessione, che sciolti dai lacci dei peccati, compiamo con libertà di spirito la tua volontà. MARTIROLOGIO ROMANO. A Cardona in Catalogna, san Raimondo Nonnato, che fu tra i primi compagni di san Pietro Nolasco nell'Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede e si tramanda che abbia molto patito in nome di Cristo per la liberazione dei prigionieri.
nome Santi Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo- titolo Discepoli di Gesù- ricorrenza 31 agosto- A Gerusalemme, commemorazione dei santi Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. Giuseppe, nobile decurione e discepolo del Signore, aspettava il regno di Dio; Nicodemo, fariseo e principe dei Giudei, era andato di notte da Gesù per interrogarlo sulla sua missione e, davanti ai sommi sacerdoti e ai Farisei che volevano arrestare il Signore, difese la sua causa. Giuseppe d'Arimatea è una figura che ritroviamo spesso nelle Sacre Scritture. Nicodemo, in qualità di fariseo e di "capo degli ebrei" era un membro attivo del sinedrio. MARTIROLOGIO ROMANO. A Gerusalemme, commemorazione dei santi Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. Giuseppe, nobile decurione e discepolo del Signore, aspettava il regno di Dio; Nicodemo, fariseo e principe dei Giudei, era andato di notte da Gesù per interrogarlo sulla sua missione e, davanti ai sommi sacerdoti e ai Farisei che volevano arrestare il Signore, difese la sua causa.
nome Beato Andrea Dotti- titolo Sacerdote- nome di battesimo Andrea Dotti- nascita 1250, S. Sepolcro- morte 31 agosto 1315, Barucola- ricorrenza 31 agosto, 4 settembre Diocesi di Sansepolcro- Beatificazione 1806- Santuario principale Chiesa di Santa Maria dei Servi a Sansepolcro- Andrea Dotti nacque a Borgo S. Sepolcro verso il 1250. Era originario di una famiglia nobile (il fratello era un capitano delle guardie del corpo di re Filippo il Giusto) e gli fu permesso senza problemi di entrare in un ordine religioso. All'età di diciassette anni divenne membro dei terziari dei Servi di Maria, un ordine secolare. Pochi anni dopo l'ordine tenne un capitolo generale a Borgo S. Sepolcro, e Andrea sentì predicare il priore generale, S. Filippo Benizi (22 ago.). Il versetto commentato era: «Chi non lascia tutto quello che possiede non può essere mio discepolo». L'eloquenza di Filippo toccò il cuore di Andrea: chiese di diventare un servita e la sua richiesta fu accettata. Dopo l'ordinazione entrò nel monastero governato da S. Gerardo Sostegni, uno dei sette fondatori dell'ordine (17 feb.). Divenne un predicatore famoso e accompagnò Filippo in diversi viaggi missionari. Alcuni eremiti di Vallucola stavano conducendo un tipo di vita ritenuta troppo indipendente. Dopo la morte dell'imperatore Federico II e il declino del partito imperiale in Italia, i papi iniziarono a condurre delle campagne per eliminare le dottrine eretiche, soprattutto quelle dei catari e dei valdesi e i gruppi riformatori della Chiesa che avevano goduto di protezione considerevole in Italia durante la prima metà del secolo. I catari itineranti erano spesso dei solitari che passavano da una comunità all'altra, mentre i valdesi erano sopravvissuti per secoli in paesi sperduti. Quelli del gruppo di Vallucola erano (per quanto non possano venire definiti veri eremiti) pericolosamente sregolati ed era necessario riportarli all'ordine. Andrea fu incaricato di prepararli all'unione con i serviti e alla sottomissione alla loro disciplina. Fu nominato loro superiore fino a che non fu necessaria la sua presenza per la predicazione e per la guida di altri conventi. Nel 1310 era presente a Monte Senario al letto di morte di S. Alessio Falconieri, uno dei fondatori più importanti dei Servi di Maria, e rimase profondamente impressionato. Aveva già sessant'anni e perciò, per il xm secolo, era considerato anziano. Chiese il permesso di ritirarsi in un eremitaggio per prepararsi alla morte. Si dice che abbia condotto una vita di durissima penitenza, mantenendosi in ottima salute. Un giorno, tuttavia, quando i suoi compagni monaci arrivarono a una roccia da dove era solito tenere regolarmente discorsi, lo trovarono in ginocchio, muto. Subito pensarono che fosse caduto in estasi, ma presto si accorsero che era morto. Fu seppellito nella chiesa di Borgo S. Sepolcro, dove avvermert diversi miracoli per la sua intercessione. Nel 1806 papa Pio VII approvò il culto di antica data. MARTIROLOGIO ROMANO. Nell’eremo di Vallucola in Toscana, beato Andrea da Borgo Sansepolcro, sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria, dedito alle penitenze e alla contemplazione.
nome San Paolino di Treviri- titolo Vescovo- nascita Aquitania, Francia- morte 31 agosto 358, Frigia- ricorrenza 31 agosto- Attributi mitra e bastone pastorale; colomba e scritto sacro- Fu definito da S. Atanasio (2 mag.) un «vero uomo apostolico» mentre S. Girolamo (30 set.) disse che era «felice di soffrire» per la fede. Frequentò la scuola della cattedrale di Poitiers, in Francia. Fu discepolo di S. Massimino (29 mag.), a cui succedette come vescovo di Treviri (oggi in Germania). Paolino fu uno dei sostenitori più entusiasti di Atanasio durante l'esilio del santo a Treviri. Al sinodo arianizzante di Arles nel 353 difese gli articoli di fede di Nicea e si oppose ai legati papali che erano pronti a condannare Atanasio. Per le stesse ragioni non cedette alle intimidazioni e alle violenze dell'imperatore Costanzo. Paolino fu deposto dall'incarico di vescovo e, insieme a S. Dioniso di Milano (25 mag.), S. Eusebio di Vercelli (2 ago.) e Lucifero di Cagliari, fu mandato in esilio in Frigia, dove morì nel 358. S. Felice (26 mar.), vescovo di Treviri, recuperò il suo corpo e lo riportò nella città nel 396. Nel 402 fu sepolto nella chiesa che porta il suo nome; nel 1738 fu ritrovata la tomba, in rovina. Nel 1883 gli archeologi rimossero dal sarcofago quello che ritenevano fosse il suo scheletro, ancora avvolto in sete orientali, con frammenti di una bara più all'al. li racconto della decapitazione del santo fu giudicato falso. MARTIROLOGIO ROMANO. A Treviri nell’odierna Germania, san Paolino, vescovo e martire, che durante l’invasione ariana fu vero araldo della verità e nel Sinodo di Arles, convocato dall’imperatore ariano Costanzo, non si lasciò indurre né da minacce né da adulazioni a condannare sant’Atanasio e a desistere dalla retta fede; per questo fu relegato in Frigia, nell’odierna Turchia, dove dopo cinque anni portò a compimento in esilio il suo martirio.
nome Sant'Aidano di Lindisfarne- titolo Vescovo, missionario e abate- nascita Irlanda- morte 31 agosto 651, Bamburgh, Inghilterra- ricorrenza 31 agosto- Attributi bastone pastorale- Aidano (o Aedan) era uno scozzese di origine irlandese (se non proprio irlandese) e monaco a Tona, noto per l'ascetismo e la nobiltà d'animo. Fu scelto per aiutare l'opera di conversione del popolo inglese «non civilizzato e di carattere ostinato e barbaro», secondo la descrizione di Beda, che aggiunge una lusinghiera presentazione di Aidano: Niente di questo mondo si curava di cercare o di amare. Tutto quanto gli era donato dai re o dai ricchi del mondo, godeva elargirlo subito ai poveri che incontrava. Era solito camminare dovunque, per i paesi e le campagne, non a cavallo ma soltanto a piedi, a meno che lo esigesse una causa di forza maggiore; allorché, mentre camminava, scorgeva persone o ricche o povere, subito si rivolgeva loro e li invitava ad abbracciare la fede se erano pagani, o se fedeli, li confortava nella fede e li incitava [...]. La sua vita differiva tanto da quella pigra del nostro tempo che tutti coloro che andavano con lui, sia tonsurati che laici, dovevano dedicarsi allo sta dio, cioè applicarsi o alla lettura della Scrittura o all'apprendimento dei Salmi Se un ricco aveva mancato in qualcosa, Aidano non taceva per timore o riguardo, ma lo rimproverava con aspra rampogna (Beda, H.E., pp. 166-167). S. Osvaldo, re di Northumbria († 642; 9 ago.), che divenne amico di Aidano, era stato convertito al cristianesimo mentre si trovava in esilio a lona, e chiese a Aidano di lasciare il luogo per ravvivare e estendere l'opera missionaria di S. Paolino (10 ott.) tra i Sassoni in Deira, la parte meridionale del suo regno. Un monaco particolarmente rigoroso era già stato inviato in aiuto a Osvaldo, ma era tornato indietro lamentandosi della rozzezza delle persone da convertire. Nel 635 Aidano fu consacrato vescovo di Lindisfarne (Isola Santa), l'isola di fronte alle coste della Northumbria, che era divenuta il centro delle sue attività. Fondò un monastero secondo la Regola di Santa Columba (9 giu.) e ne divenne il primo abate. Effettuò lunghi viaggi in Inghilterra per incoraggiare le comunità cristiane e per istituire nuovi centri missionari, in particolare nella parte settentrionale del regno di Bernicia. Finché Aiclano non ebbe appreso correntemente l'inglese, Osvaldo operò da interprete, possedendo un fluente gaelico sin dagli anni del suo esilio. Aidano era un ecclesiastico celtico e insegnò i costumi della sua Chiesa (Beda sottolinea che conservò la Pasqua nella forma irlandese). Il suo modo di vivere era austero, e tentò di convincere le persone ordinarie a seguire le pratiche monastiche. Costruì chiese e fondò monasteri; riscattò, educò e ordinò gli schiavi degni del ministero. Programmò l'educazione di dodici giovani liberti inglesi, tra i quali S. Chad (2 mar.), allo scopo di farne le guide religiose della nazione. S. Oswin (t 651; 20 ago.), successore di Osvaldo, considerava Aidano un caro amico e gli donò uno splendido cavallo, che il vescovo però regalò prontamente, con rammarico del re. Nel 651 Aidano, che si era ritirato nell'isola Inner Farne per la penitenza quaresimale, vide il castello di Bamburgh, che aveva utilizzato come centro missionario, bruciare dopo un assalto del re Penda di Mercia. Morì a Bamburgh lo stesso anno e fu sepolto a Lindisfarne. Le ossa furono traslate nella chiesa di S. Pietro; alcune furono poi portate in Irlanda dal vescovo S. Colman di Lindisfarne (18 feb.), quando abbandonò l'Inghilterra dopo il sinodo di Whitby. L'isola fu abbandonata durante l'invasione vichinga; nel X secolo i monaci di Glastonbury arricchirono il proprio patrimonio con qualche presunta reliquia di Aidano; e la sua festa fu inserita nel calendario del Wessex; la chiesa di Bamburgh fu ridenominata in suo onore. MARTIROLOGIO ROMANO. A Lindisfarne nella Northumbria, in Inghilterra, sant’Aidano, vescovo e abate, che, uomo di somma mansuetudine, pietà e rettitudine di governo, dal monastero di Iona fu chiamato dal re sant’Osvaldo a questa sede episcopale, dove fondò un monastero per attendere efficacemente all’evangelizzazione del regno.