@Sator_Arepo

24/08/2022 alle 19:15

Venere dei calcinacci - Parcheggio di una clinica privata

Venere dei calcinacci - Parcheggio di una clinica privata

I lavori di ristrutturazione della clinica hanno prodotto questi calcinacci. L'impresa edile ha accumulato i detriti all'esterno della struttura, nei pressi di una statua decorativa.

La statua è una riproduzione in cemento della 'Venere con pomo' (1813-1816) dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen. La statua neoclassica è ispirata alla 'Venere cnidia' di Prassitele. In un certo senso, l'opera di Thorvaldsen è già "imitazione di se stessa".

Inizialmente, la superficie della copia in cemento doveva essere liscia e bianchissima (come dettato dai canoni di perfezione neoclassici), ma le condizioni atmosferiche hanno corroso la pelle perfetta della dea. Venere, simbolo della bellezza eterna, viene logorata dal passare del tempo. Quanto tempo dovrà passare ancora affinché la pioggia acida eroda completamente le gambe della divinità, in modo tale che la statua crolli sotto il suo stesso peso? Per quanto ancora il pezzo di cemento potrà dirsi scultura e non maceria?

Il paradosso che caratterizza questa "installazione involontaria" ha catturato la mia attenzione e ho deciso di scattare una foto.

La 'Venere dei calcinacci' mi ha riportato alla mente una famosa opera di arte povera: la 'Venere degli stracci' (1967) di Michelangelo Pistoletto. Qui ritroviamo una copia della 'Venere' di Thorvaldsen. <br /> <br /> L'installazione vive del contrasto tra le due parti che lo compongono, espresso a livello di forma, colore, consistenza. Gli stracci sono oggetti di scarto e simboli di degrado. L'installazione è dunque un'opera aperta a più interpretazioni: critica del consumismo cieco e distruttivo, necessità di approdare ad una cultura del riciclo, condanna dell’emarginazione sociale, contrasto tra formalismo classico e rude concretezza.

+2 punti
7 commenti

@PRESIDEEEE

2 anni fa

interessante

+1 punto