@Carlous_Rex
La seconda guerra punica episodio 6:" L'assedio di Siracusa e Capua"
Quel giovane era Filippo V, re di Macedonia, il più potente regno ellenico al tempo. Filippo era un re molto ambizioso e di fatto controllava indirettamente tutti i Balcani Meridionali (Territori che oggi corrisponderebbero alla Grecia, Macedonia del Nord, Albania e Tracia), ma aveva paura dell'espansionismo romano in Illiria. Dopo aver fatto pace con la Lega Etolica, gli arrivò la notizia della disfatta di Cannae e del grande genio di Annibale e, mentre le città del Sud Italia si ribellavano ai romani per schierarsi contro i cartaginesi, decise di inviargli dei messaggeri per discutere di un alleanza: Annibale e gli inviati firmarono un patto che decretava la nascita di un'alleanza anti-romana tra Cartagine e la Macedonia. Successivamente il figlio di Amilcare affiancò ai messaggeri macedoni alcuni suoi uomini fidati per accompagnarli nella via del ritorno, se non fosse che le navi romane, avvistando truppe nemiche sulle navi macedone, li catturarono e vennero a conoscenza del patto segreto tra Annibale e Filippo. Questo fu il casus belli che fece scoppiare la guerra tra Roma e la Macedonia la quale non riuscirà a sbarcare in Italia per tutto il corso del conflitto. Nel 211 Roma riuscì ad allearsi definitivamente con la lega etolica e il regno di Pergamo. Nonostante Filippo riuscì a distruggere la lega etolica e a far fuggire il re di Pergamo, Attalo, dalla Grecia, ristabilendo il controllo macedone sulla penisola ellenica, egli non potette aiutare Annibale dato che non riuscì a cacciare i romani dai loro possedimenti in Illiria e nel nord dell'Albania. Nel 205 i due Stati firmeranno una pace per entrambi vantaggiosa: i Macedoni diventeranno la potenza egemone della penisola greca, ma d'ora in poi si presteranno a non attaccare i romani, e viceversa. Dal patto con Filippo, stipulato nel 215, passarono 3 anni senza grossi cambiamenti: Roma proseguiva con la tattica della guerra di logoramento voluta da Fabius e Annibale manteneva il controllo del Sud Italia senza riuscire ad avanzare verso la capitale. Ma nel 212 le attenzioni dei due schieramenti si spostarono verso una città della Sicilia.
( Moneta raffigurante Filippo V)<br /> <br /> La città in questione era Siracusa. Per decenni essa era stata alleata dei romani sotto il regno di Gerone II, riuscendo a mantenere un buon grado di autonomia soprattutto nel campo economico. Nel 215 gli succedette suo nipote il quale, appena quindicenne, decise subito di rompere il lungo patto di amicizia con Roma. L'erede al trono stimava il passato ellenico della sua città natale e voleva approfittare della terribile situazione in cui versava la repubblica romana per liberare Siracusa e la Sicilia dal giogo romano. Peccato che, prima di allearsi con i cartaginesi, venne ucciso in una congiura; lo stesso destinò toccò al suo successore, sicché a capo della potente città vi si stabilirono i fratelli Ippocrate ed Epicide. I due inizialmente sostenevano l'indipendenza della loro patria ma non volevano schierarsi contro i romani, ma alla fine prevalse il partito pro-Cartagine e Siracusa entrò in guerra contro Roma. La città sicula venne assediata per la prima volta nel 214, senza grossi risultati da parte degli assedianti. Nel 213 l'assedio fu affidato a Marcellus, il quale si recò lì agli inizi del 212. Con lui vi era Scipione che nel frattempo aveva iniziato la sua carriera politica dato che da poco era diventato un Aedile della Repubblica. Con loro vi erano anche i superstiti delle legioni di Cannae: anche se in quel momento i loro nomi erano sinonimo di vergogna per Roma, essi in futuro si riveleranno tra i più valorosi guerrieri della storia romana, ma di questo ne parleremo più avanti. Una volta giunti a Siracusa, Marcellus e Scipione si resero conto che il vero nemico da temere non erano quei due fratelli a comando della città, ma di un matematico: Archimede. Egli aveva progettato innumerevoli macchine da guerra, come le catapulte, ma la sua più celebre invenzione fu "L'artiglio di Archimede". Essa viene descritta dagli storici romani come una gru armata di un gancio capace di sollevare le navi nemiche per poi falle rovesciare e cadere in mare. Questa sua invenzione aveva causato molte morti ai romani, i quali di fatto non riuscivano a scalfire le mura della città assediata.
( Dipinto simbolico che raffigura l'artiglio di Archimede)<br /> <br /> Il genio di Archimede rendeva la città di fatto inespugnabile. Marcellus era ormai rassegnato a togliere l'assedio se non fosse stato per un evento assai fortunato. In una battaglia navale i romani riuscirono a catturare Damippos, un ambasciatore che aveva il compito di far stringere un'alleanza tra la città di Siracusa e la Macedonia, ma il caso volle che l'ambasciatore fosse molto caro ai due fratelli che guidavano la rivolta siracusana contro Roma. Scipione, dunque, propose a Marcellus di non ucciderlo, bensì di usarlo come esca per uno scambio di informazioni vitali sulle macchine di Archimede. I soldati romani sbarcarono nell'insenatura di Troglio, a nord della città assediata, per svolgere questo scambio, che però non avvenne. Infatti i romani notarono che le mura a Nord non erano difese e li giunse la notizia che i siracusani stavano celebrando una festa in onore della dea Artemide e perciò avevano abbassato la guardia su alcune posizioni. Marcellus sfruttò questo momento a suo favore e riuscì a fare breccia nel cuore della città. La spada di Roma, però, diede ai suoi soldati un ordine particolare: quello di non uccidere Archimede. Marcellus era a conoscenza che i marchingegni del celebre matematico erano stati fabbricati negli anni precedenti allo scoppio della guerra, sotto l'ordine del re alleato dei romani. Il genio siracusano non solo aveva costruito le sue macchine della morte "a favore dei romani", ma poteva essere una grande risorsa per Roma: infatti Marcellus pensava che se lo avessero convinto a rivelare i suoi progetti, per Annibale sarebbe diventata un'impresa conquistare altre città italiane. Ciò nonostante, il suo ordine non fu eseguito: Archimede venne ucciso da un soldato romano nell'ultimo giorno dell'assedio. La notizia della caduta di Siracusa diede un sospiro di sollievo ai romani e allo stesso tempo fu l'inizio della fine della guerra in Sicilia: nel giro di due anni Roma sarebbe riuscita a riconquistare l'isola intera.
( Archimede. Purtroppo non posso mettere alcune immagini per le quali è famoso....)<br /> <br /> Nello stesso anno le legioni romane assediarono Capua ma senza successo dato che Annibale tornò in tempo per far disperdere gli assedianti. Tuttavia l'anno successivo, nel 211, i romani attaccarono nuovamente la città campana. Annibale questa volta era incerto se correre in salvezza di Capua dato che i romani non si sarebbero mai arresi prima di catturarla e le risorse cartaginesi scarseggiavano. Dunque Annibale decise che era arrivato il momento di tentare l'azzardo: attaccare Roma, la capitale. Con una lunga marcia, l'esercito cartaginese arrivò a poco meno di 5 km dal cuore della capitale, dove ordinò ai suoi frombolieri di attaccare la città con le loro fionde. I senatori romani entrarono nel panico e chiesero a Fabius che cosa dovevano fare in quel fatidico momento. La risposta del temporeggiatore fu semplice: nulla, i romani non dovevano fare nulla. Fabius fece notare che l'esercito cartaginese ammontava a circa 20 mila uomini, un numero troppo esiguo per espugnare la città capitolina; inoltre i loro nemici non disponevano di macchine d'assedio capaci di mettere sotto scacco le mura difensive. Ma allora la domanda sorge spontanea: perché Annibale attaccò Roma proprio in quel momento? In realtà il grande condottiero sapeva bene che non aveva nessuna speranza di conquistarla. Il suo vero piano era un altro: far spaventare i romani al tal punto da far richiamare i soldati che stavano assediando Capua per difendere Roma. Così Annibale non solo avrebbe salvato Capua, ma avrebbe potuto attaccare di sorpresa le legioni romane, di fatto annientandole. Purtroppo il suo piano fallì grazie all'ingegno di Fabius. In quello stesso anno Annibale abbandonò Capua, che era diventata un peso troppo oneroso da difendere, la quale fu riconquistata dai romani. Per il loro tradimento, i cittadini capuani pagarono un prezzo assai amaro.
(Resti della città antica di Capua)<br /> <br /> La (ri)presa di Siracusa e Capua riuscirono ad aumentare il morale dei cittadini e dei soldati romani che per la prima volta dopo Cannae avevano ritrovato il loro orgoglio perduto. Ma la guerra era ancora lunga. Nello stesso anno accadde un fatto che né Annibale né tantomeno Fabius potevano prevedere. In Iberia le forze guidate da Publius, il padre di Scipione, vennero distrutte da quelle cartaginesi. Anche Publius trovò la morte. In quel momento nella Penisola Iberica non vi si trovavano solo Giscone, Asdrubale e Magone, ma anche un uomo che amava i cavalli e una donna in particolare .....